04/12/24
Giornalisti: Greta Sergi
Tecnici: Benedetta Quercetti
04/12/24
Giornalisti: Greta Sergi
Tecnici: Benedetta Quercetti
Passa veloce il tempo: sembra ieri l’aver varcato per la prima volta l’ingresso del
Liceo, ed ora, in questo venerdì 29 novembre 2024, il bus porta noi studenti, oramai di
quarto e quinto anno, a Verona.
La nostra meta? Il Job&Orienta, il più grande salone italiano di orientamento per la
scuola, la formazione e il lavoro.
L’obiettivo? Per qualcuno trovare una risposta all’eterno interrogativo “Cosa vuoi fare
da grande?”, per altri capire se la propria risposta possa sempre rimanere la stessa o se
sia meglio cambiare sogno.
Il Job&Orienta, già al primo sguardo, si mostra come un labirinto di possibilità.
Centinaia di stand si propagano a vista d’occhio all’interno della Fiera di Verona,
stand colorati, con scritte a grandi lettere sembrano pronti a venderti un futuro:
“Università di…”, “Campus del…”, "Accademia delle belle arti”. Seducenti inviti che
si concretizzano nei modi più disparati: gadget colorati che fanno da primo richiamo,
“Scegli me!”, sembrano dirti le borse di tela con il logo delle varie facoltà, facendo a
gara a chi farà fermare più studenti. O ancora, domande provocatorie e giochi
interattivi, come immaginare l’eventuale trama di una serie tv su di noi. In mezzo a
tante proposte, un post-it verde recita “Eterna indecisione”: la serie tv della nostra
generazione.
Una fiumana di studenti da tutta Italia - sebbene l’accento prevalente faccia pensare ad
una maggioranza di Veneti – si aggira tra i padiglioni, in mezzo alle lunghe file degli
Atenei più gettonati, file che un po’ scoraggiano a fermarsi. Per gli studenti più incerti
e dubbiosi gli organizzatori hanno disposto postazioni di ascolto con esperti
motivatori: forse il modo migliore per ottenere risposte chiare alle nostre incertezze,
risposte libere da ogni pregiudizio.
A chi ha già idea di dove andare, il Job&Orienta offre la possibilità di confrontarsi con ex studenti, che hanno frequentato l’università dei sogni, di chiedere a chi in prima persona ha scelto il percorso che potrebbe poi diventare anche il suo, e questo non è poco. Tutto è organizzato alla perfezione: disponibilissimi in ogni stand, ragazzi di qualche anno più grandi ci spiegano come il tutto funziona, arricchendo le sterili parole delle brochure con la loro esperienza. “Ma è così difficile entrare?”, è la domanda ricorrente ai rappresentanti delle più celebri università private, e pare non lo sia mai davvero, se ci si mette impegno e dedizione. I referenti di Alpha Test non la finiscono più di chiarire come sono strutturati i vari test e fanno bene, perché tra TOLC-SU, TOLC-E, TOLC-I, non è facile capire cosa c’è da studiare e soprattutto se sia il caso di iniziare a farlo sin dal quarto anno.
L’enorme postazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, dal pavimento e dalle pareti azzurro Italia, è pronta a svelare il mondo del lavoro in tutte le sue sfumature: ogni possibile opzione per il futuro è presa in considerazione e si cerca di parlare non solo agli studenti ma anche ai docenti, di com’è possibile orientare al meglio i propri ragazzi, di come aiutarli in una scelta così decisiva. Una scelta decisiva, che non è mai apparsa tanto imminente quanto aggirandoci in questo smisurato spazio fiere. Quante possibilità ci si spalancano davanti, quanto sembra limitante dover scegliere una sola strada. Ed in fondo a bloccarci non è tanto l’indecisione riguardo al percorso da scegliere in futuro, ma piuttosto la paura di come potrebbe essere questo futuro. Sarà fatto su misura delle nuove generazioni o costantemente ancorato ad un passato ormai anacronistico, lontano anni luce da noi e dalla nostra mentalità? Sarà un futuro realmente pronto ad includere tutti, davvero aperto ad uno studio che non sia solo di nottate in bianco sui libri per raggiungere il massimo? Potremo godere nel nostro futuro di spazi ed orari di lavoro più flessibili e di retribuzioni tali, che permettano anche a noi di avere una vita reale e piena? Questo, imbonitori vari, referenti e luminari dell’orientamento post diploma, purtroppo, non sanno dircelo e dovremo scoprirlo sulla nostra pelle, una volta entrati nel sistema, una volta “diventati grandi”.
Usciti dalla fiera, davanti ad un aperitivo, ci scambiamo pareri e riflessioni. Qualcuno ha una nuova prima opzione nella sua lista o una nuova città che potrebbe diventare la sua casa, qualcuno ha confermato la scelta di cui era quasi sicuro, qualcuno ha solo aggiunto carne al fuoco ed è più confuso di prima. Qualcuno, inevitabilmente, dice che fare il mantenuto è la vera soluzione, e ci facciamo due risate. Probabilmente il Job&Orienta non si è rivelato un’esperienza fruttuosa per tutti: se funzionasse così, se come un’apparizione ci fosse stato svelato il nostro futuro perfetto, risulterebbe tutto troppo facile. Senza dubbio, però, partecipare a questo salone ci ha dato la consapevolezza che stiamo crescendo, che non manca troppo prima di entrare in un nuovo e sconosciuto meccanismo. In giro per Verona con gli amici di una vita o con i compagni di classe, con cui hai passato questi anni, viene naturale pensare “In fondo sto bene così, perché dover cambiare tutto?”. Dopotutto, forse ci sentiamo ancora troppo piccoli per una decisione così grande: è come se, messi davanti all’obbligo di scegliere, tutti i nostri film sull’università, sulla vita “dopo”, scomparissero, facendoci rendere conto di voler restare ragazzi ancora per un po’.