17/11/2025
Giornalisti: Aurora Romagnoli
Tecnici: Elena Moretti
17/11/2025
Giornalisti: Aurora Romagnoli
Tecnici: Elena Moretti
Quanti hanno paura di andare all’estero? Parlare un’altra lingua, imparare un nuovo stile di vita e il timore di non adattarsi sono tutte ragioni che potrebbero impedire a qualcuno di osare e vivere questa avventura. Per chiarire i vostri dubbi e aiutarvi a decidere, quest’oggi siamo con Psalm, una studentessa del 5F che dopo aver terminato gli studi nel suo paese ha deciso di passare un altro anno scolastico in Italia prima di andare all’università.
Cosa ti ha spinto a fare questa esperienza e cosa ti ha portato a scegliere l’Italia?
Quando mia madre aveva la mia età ha studiato per un anno in Argentina, per questo fin da piccola mi ha detto di provare questo tipo di esperienze se ne avessi avuto l’occasione.
Quando l’anno scorso mi è stato proposto di studiare per un anno in un altro paese ho deciso subito di accettare perché ero molto interessata. Potevo scegliere tra cinque paesi e in cima alla mia lista avevo l’Italia, gli altri erano Norvegia, Belgio, Germania e Brasile. Il motivo per cui ho scelto proprio l’Italia è che mio padre ha origini italiane e mi ha sempre parlato della cultura di questo paese, quindi ho deciso di imparare più cose sull’Italia in prima persona studiando qui.
E’ stato difficile ambientarsi all’inizio?
All’inizio sì, soprattutto il primo mese, era la prima volta che mi allontanavo per molto tempo dalla mia famiglia e dai miei amici. Inoltre essendo in un paese dove non ero mai stata prima dovevo abituarmi a una nuova lingua e a un diverso modo di vivere. Mi ha aiutato particolarmente la mia host family che è stata davvero accogliente, la mia host mom cucina benissimo, ho anche una host sister di 20 anni e un host brother di 16 anni. Loro mi hanno anche fatto viaggiare molto: questa estate infatti siamo andati insieme in Norvegia.
Quali sono le più grandi differenze tra Australia e Italia, per quanto riguarda il sistema scolastico?
In Australia la scuola superiore inizia quando hai 13 anni e termina a 18, inoltre iniziamo le lezioni alle 8:30 e finiamo alle 15, pranziamo a scuola e abbiamo anche due pause tra le lezioni di 25 minuti. Durante il biennio ci sono delle materie principali obbligatorie e altre che puoi scegliere a tuo piacimento come musica o cucina… anche lo sport è facoltativo, non come qui. Nel triennio puoi scegliere tutte le materie tranne inglese, che rimane obbligatorio.
Per ogni materia bisogna cambiare classe, in questo modo conosci molte più persone e trovi tanta gente con i tuoi stessi interessi. Nella mia scuola c’è anche un dress code: bisogna vestirsi di nero e portare la maglia della scuola. Credo che questa scuola sia ben organizzata, ci sono molti più alunni rispetto alla mia.
Inoltre la scuola italiana è più difficile di quella australiana: i professori italiani a volte sono più severi, ma credo sia una cosa buona, perché vedo che gli alunni qui prendono lo studio più seriamente.
Ci sono molti alunni che come te vorrebbero fare un’esperienza di anno all’estero ma la nostalgia spesso li blocca: tu come fai a gestirla?
Appena arrivata mi mancava molto casa, ma con il tempo sono stata meglio e mi sono abituata alla vita qui. Gli studenti nella mia classe mi hanno aiutata molto, tutti sapevano parlare inglese quindi mi sentivo capita. Anche l’organizzazione che ha gestito il viaggio è stata fondamentale: in caso di problemi potevo parlarne con loro e mi avrebbero aiutato.
Poi ogni settimana parlo con i miei genitori, quindi riesco a gestire la mancanza di casa.
Qual è il momento che ti è rimasto più impresso durante questi mesi in Italia?
Sicuramente viaggiare con la mia host family quest'estate: ho visitato Siena, Venezia e Roma, che è davvero bellissima, l’ho amata.
Torneresti in Italia in futuro?
Sì, mi sono fatta molti amici e mi piacciono sia il cibo che la cultura. Forse tornerei per studiare all’università o magari solo per viaggiare.
Qual è la prima cosa che farai una volta tornata a casa?
Credo guidare la mia macchina (dato che qui non posso farlo e uso i mezzi pubblici) e andare a cena con i miei amici nel mio ristorante preferito, Nando’s.
Cosa ti porti dietro da questa esperienza?
Fare questa esperienza mi ha sicuramente reso più indipendente e mi ha anche fatto uscire dalla mia comfort zone.
Credo che quando non ti senti pronto per qualcosa dovresti farlo comunque, e non avere paura di provare nuove cose, come un anno in un’altro paese.
Per me è molto importante, perché in futuro voglio viaggiare, andare a vivere da sola, e provare ad allontanarmi per un po’ da casa è stato utile per far sì che in futuro sarò già preparata a cavarmela da sola e non sentirò troppa nostalgia. Inoltre mi sono divertita molto in questi mesi (anche questo è importantissimo): lo consiglierei ad altri studenti, è stata davvero una bella avventura. A tutti gli studenti che stanno pensando di passare un anno all’estero: dovete assolutamente farlo, non vi private di questi percorsi per poi rischiare di pentirvene. Se sentite il bisogno di mollare e tornare a casa potete sempre farlo, ma occasioni del genere non capitano spesso nella vita: viaggiate il più possibile.