05/04/24
Giornalisti: Daniele Iovene
Tecnici: Claudia Rosa
05/04/24
Giornalisti: Daniele Iovene
Tecnici: Claudia Rosa
Il grande salto: come le rilevazioni INVALSI si sono evolute dal pre al post Covid
*Nel presente articolo si considerano i dati relativi alle classi quinte
A cura di Daniele Iovene
Notti di Oscar, certo, ma anche giorni di Invalsi nel marzo appena trascorso, con la differenza che, se i primi sono democraticamente divisivi, le seconde sembrano riscontrare sempre più un’insoddisfazione unanime da parte di docenti e studenti. Tralasciando tuttavia il malcontento per delle prove spesso ritenute poco utili (si fa per usare un eufemismo) o troppo semplici, ci concentriamo sulla loro valenza statistica, quali misura delle abilità di base degli studenti italiani.
Da Vinci, Marche, Centro e Italia: la pandemia come denominatore comune
“Le discese ardite e le risalite” avrebbe cantato Lucio Battisti nella sua “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi” ma, a ben vedere, l’analisi dei trend delle Invalsi dall’a.s. 2018/19 al 2022/23, fornisce solo segnali di discese ardite e, in rari casi, di timide risalite. A partire dalla comparazione dei punteggi medi registrati nella prova di italiano dalle classi quinte di licei classici, scientifici e linguistici, si evidenzia una variazione negativa di oltre dieci punti dalla rilevazione del 2018/2019 a quella del 2020/2021, ovvero la prima dopo la pandemia, sia per il Da Vinci (-12,2) che per Marche (-16,7) e Italia nel complesso (-12,7), per una media di 13,9 punti persi dai tre soggetti considerati in appena due anni. Ma se in economia dopo uno shock si ha un rimbalzo, nel livello d’istruzione le cose non sembrano andare nella stessa direzione al punto che, dopo il crollo, non si sono visti segnali di risalita. Al contrario, i punteggi medi degli attori considerati hanno continuato a perdere terreno, seppur gradualmente. È così che, in appena quattro anni, il punteggio medio perso da IIS, Marche e Italia è stato di 19 punti. In termini percentuali, l’Istituto ha subito una decrescita del 7,7%, mentre la regione e lo Stato hanno subito una flessione rispettivamente di 8,5% e 7,6%.
Le stesse dinamiche sono osservabili nell’analisi delle percentuali di studenti che hanno raggiunto il livello “target”, vale a dire coloro che hanno ottenuto una fascia di livello maggiore o uguale alla terza (si ricordi che i livelli possibili sono cinque). Mentre nella prova di italiano il liceo ha subito una flessione tardiva, arrivata l’anno seguente alla ripresa dei test, in matematica i licei scientifici hanno subito la suddetta flessione in linea con quanto registrato a livello delle regioni del centro e della nazione. Tuttavia, se il trend dei liceali del Da Vinci sembra tornare lentamente verso il 90%, lo stesso non si può dire per i liceali di classico, indirizzi scientifici e linguistici (ovvero quelli della nostra stessa classe di comparazione, per ovvi motivi di struttura dell’Istituto), i quali subiscono un appiattimento a livello statale dopo un decremento di 12 punti percentuali, mentre a livello regionale non sembra arrestarsi il declino iniziato nel 2020/2021, seppur graduale a seguito dello shock del post pandemia.
Una situazione simile per la percentuale di raggiungimento del target è fatta segnare dagli alunni dei licei scientifici (compresi scienze applicate e indirizzo sportivo). Qui il calo del Da Vinci sembra contenuto (-4,6 punti percentuali nel quadriennio), mentre la tendenza nazionale e quella del centro Italia evidenziano una perdita di quasi il doppio dei punti (-9%) rispetto all’istituto civitanovese.
Scenario di diversa natura, invece, per la prova di inglese-reading, nella quale i dati interni mettono in luce un crollo tardivo rispetto alle attese, pervenuto tre anni dopo (2022-2023) e in controtendenza rispetto alle rilevazioni di Italia e centro che, al contrario, mostrano segnali di ripresa rispetto allo shock pandemico, con una convergenza verso i livelli in declino del Da Vinci.
Diversa è la situazione della prova di ascolto, nella quale i nostri studenti hanno fatto registrare un decremento di quasi 13 punti percentuali, in contrasto con i dati nazionali e del centro, i quali, apparentemente non scalfiti dal lock-down, mostrano un progressivo incremento dal 18/19 al 22/23. E, se è vero che il Da Vinci ha immediatamente imboccato la strada della risalita, è pur vero che il dislivello tra l’istituto e la media italiana di classici, scientifici e linguistici è più che dimezzato: dal 25,1% al 10,4% in soli quattro anni.
Il Da Vinci: come i livelli convergono
È vero che nella totalità delle casistiche riportate il nostro liceo appare superiore alle medie, percentuali e non, nazionali e locali, tuttavia le flessioni post pandemiche sono evidenti e allora vale la pena dare uno sguardo più attento all’evoluzione dei livelli degli studenti nostrani.
A partire dalla prova di italiano, le rilevazioni sugli studenti delle classi quinte evidenziano come il livello 1 (il più basso) sia passato dallo 0% al 2% in quattro anni, iniziando a crescere proprio in corrispondenza del 2020/2021 mentre, nello stesso anno, si è messo in mostra un crollo degli alunni rientranti nella quinta fascia di punteggio (la più alta), con un decremento di 7,7 punti percentuali. Tuttavia, l’incremento e il decremento di livello 1 e livello 5 non accennano a fermarsi a seguito del lock-down. Al contrario, la prima fascia fa segnare un +200% dal 2020/2021 al 2021/2022 (dallo 0,7% al 2,1%), salvo poi stabilizzarsi su livelli simili l’anno seguente. Al contrario, il livello maggiore segna una decrescita del 30% dal 20,7% del 20/21 al 14,6% del 22/23, con un dislivello di 13,8 punti percentuali persi tra il pre e il post pandemia e una differenza tra livello 1 e livello 5 che si riduce dal 28,4% del 18/19 al 12,6% del 22/23: un valore più che dimezzato nel quadriennio.
Analogamente, si è assottigliato lo scarto tra il livello inferiore e quello superiore nella prova di matematica degli studenti delle quinte del Da Vinci negli ultimi quattro anni. La percentuale di alunni al livello 1, è persino decuplicata, dallo 0,7% del 18/19 al 7,1% del 22/23, con un salto evidente (circa +700% dalla percentuale iniziale) in corrispondenza del rientro post pandemia del 20/21. Al contrario, il livello 5 ha subito una contrazione di 13,3 punti percentuali, con quasi 10 punti persi solo al rientro dal periodo pandemico. Le variazioni dei due livelli considerati hanno ridotto il distacco tra gli stessi di quasi 20 punti percentuali dai circa 48 iniziali, con una riduzione del gap del 40%.
Tendenze analoghe si possono riscontrare nelle prove di inglese, dove nel reading la differenza tra pre B1 e B2 si è ridotta dell’8%, mentre nel listening del 9%.
È stata solo la pandemia? Cosa ci dicono i rapporti PISA
Il quadro generale emerso dai dati locali e nazionali sottolinea un’unanime flessione dei punteggi conseguiti dagli studenti delle classi quinte nelle varie prove Invalsi a seguito della pandemia. Flessione che, se in alcuni casi sembra essersi arrestata, in altri registra deboli segnali di risalita o, contrariamente, di ulteriore decrescita, lenta ma costante. Tuttavia, se è vero che il lock-down sembra aver fornito un contributo determinante nella riduzione delle performance scolastiche, vale la pena considerare una chiave di lettura alternativa, proveniente dai test OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment, promosso dai Paesi OCSE). A differenza delle Invalsi, i test PISA si concentrano sugli studenti in procinto di terminare il periodo della scuola dell’obbligo, dunque aventi mediamente quindici anni di età, e sono strutturati per testare non tanto l’apprendimento curricolare ma le abilità utili per affrontare e risolvere problemi di base della vita quotidiana grazie all’ausilio di competenze di lettura, matematica e scienze.
L’elemento significativo dei dati PISA è che, se è vero che dalla rilevazione del 2018 a quella del 2022 si è osservato un trend fortemente negativo in tutta l’area OCSE (-16 punti in matematica e -11 in lettura, per un corrispettivo temporale stimato in tre quarti di anno scolastico perso in matematica e mezzo anno nello sviluppo delle competenze di lettura), è pur vero che lo stesso si inserisce in una più ampia tendenza di declino generale che si è imposta negli ultimi dieci o più anni. Isolando il dato italiano, si evidenzia come negli ambiti di lettura e scienze il picco positivo sia stato toccato ormai dodici anni fa, mentre in matematica il massimo registrato risale a otto anni addietro. Ciò significa che, nonostante il Covid abbia probabilmente esacerbato determinate carenze e dislivelli, l’inasprimento degli stessi poggia su lacune pregresse che, purtroppo, non accennano a sanarsi. E, se gli studenti monitorati dai PISA nel 2022 sono indicativamente gli alunni delle classi seconde dei licei, le prospettive per le Invalsi dei prossimi anni non sembrano rosee, e con loro quelle del sistema scolastico tutto.
Fonti
Rapporto prove IVALSI 2019-2021-2022-2023
Rapporto INVALSI 2022-2023 su tableau – gradi 8 e 13
Restituzione dati prove INVALSI IIS Da Vinci (dal 2018-2019 al 2022-2023)
Rapporto OCSE Pisa 2022