22/01/25
Giornalisti: Aurora Irace, Vittorio Casconi e Victoria Pantanetti
Tecnici: Valentina Garbuglia, Benedetta Quercetti e Elena Picchietti
22/01/25
Giornalisti: Aurora Irace, Vittorio Casconi e Victoria Pantanetti
Tecnici: Valentina Garbuglia, Benedetta Quercetti e Elena Picchietti
Anche se ormai agli sgocciali di questa settimana di pausa didattica, a chi ne avesse voglia e tempo il nostro suggerimento per una lettura avvincente ed interessante allo stesso tempo: “La guerra delle farfalle”, romanzo storico dell’affermata scrittrice inglese Hilary McKay, vincitore del Premio Andersen 2022, il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito alla narrativa per ragazzi.
Un romanzo storico per i più giovani e non solo, che ci porta con un rapido volo nel tempo alla riscoperta di fatti lontani che sembrano, tuttavia, riverberarsi ancora nella realtà del nostro presente.
Voto: 4/5 ★★★★☆
La guerra delle farfalle, Hilary McKay
“Gli unici eserciti che avesse mai visto erano quelli nella vetrina del negozio di giocattoli”.
1902.
Nell’Inghilterra di inizio secolo, in un difficile contesto familiare, nasce la piccola Clarissa Penrose, per tutti Clarry: per il padre, rimasto vedovo, la bambina e suo fratello Peter non sono altro ormai che un fastidioso peso.
Clarry, pur lasciata a se stessa, vorrebbe studiare ed imparare a nuotare come fanno i ragazzi, come anche Peter può fare, ma a nessuno importa: il suo compito è soltanto quello di comportarsi bene.
È una ragazza e, dopotutto, il suo futuro si realizzerà tra le quattro mura della casa, perché allora desiderare altro? Non bisogna aspettarsi di più.
Clarry, però, non ci sta. Rifiuta una vita già organizzata, data per scontata. Non vuole sentirsi un oggetto in mano altrui, una bambola delicata, da custodire con cura.
Se la società del suo tempo non è pronta a darle ciò che vuole, lo prenderà da sé. E così, studia sui libri del fratello Peter, compra un costume ed impara anche a nuotare.
In questo tempo che scorre lento, unico rifugio dal grigiore della quotidianità risultano per i due fratelli le estati felici trascorse in Cornovaglia, insieme ai nonni ed al cugino Rupert: in questi mesi magici, il mondo esterno sembra sparire con i suoi problemi e lasciare posto alla gioia e alla spensieratezza.
Anche la magia, però, ha fine con lo scoppio della Grande Guerra, quando il cugino Rupert si arruola volontario per il fronte.
La portata di questo evento non appare immediatamente agli occhi del giovane e nemmeno a quelli di Clarry: nelle lettere che Rupert invia, la guerra altri non è che un elettrizzante gioco da vivere nelle mille avventure quotidiane, nelle lunghe veglie trascorse davanti al fuoco con i compagni, nell’adrenalinica scarica che lo anima combattendo faccia a faccia con la stessa morte.
La vita di Clarry continua, dunque, a scorrere, in gran parte ignara dell’immane tragedia, che si sta svolgendo lontana. La stessa realtà, che la circonda, non è pronta a fronteggiare una guerra tanto cruenta, ma priva di forma: nel silenzio degli adulti - a casa, a scuola – traspaiono il desiderio e la volontà di esorcizzare il dolore ed anche il timore della sconfitta.
È l’improvvisa interruzione delle lettere di Rupert, disperso in battaglia, a catapultare Clarry nel mondo reale, ostile e crudele, ma in cui non è persa ogni speranza.
Avrà mai termine la terribile guerra? Tornerà un giorno il caro Rupert?
Perché leggere “La guerra delle farfalle”?
Si tratta sicuramente di una lettura intensa, originale, che narra eventi universali, comuni ad intere generazioni. La crudeltà e l’insensatezza della guerra, in questo romanzo, vengono descritte con lo sguardo straniante di una ragazzina, che crescendo ed affrontando il dolore, perde la propria ingenuità, ma non la fiducia in un futuro migliore. È facile. per lettrici e lettori, entrare nei panni della protagonista e crescere insieme a lei. Risulta, inoltre, evidente l’attenzione dell’autrice nel definire psicologicamente non solo la figura di Clarry, ma tutti i personaggi, anche quelli cosiddetti secondari, cosicché è facile rivedere un po’ di noi stessi anche in loro, nel loro passato, nei loro sentimenti e negli ostacoli che devono valicare. Allo stesso modo lo sfondo ben definito del racconto, costituito dall’Inghilterra degli inizi del Novecento, delinea a pieno le condizioni socio-culturali dell’epoca.
La storia suscita nel lettore molte e diverse emozioni: dall’ilarità alla tristezza, dalla speranza alla paura, ma a toccare l’animo è soprattutto il prominente senso di angoscia, che si fa strada quando la vicenda è ormai agli sgoccioli. Tutto ciò si realizza grazie allo stile fluido ed incalzante proprio dell’autrice, capace di alternare con successo a momenti caratterizzati da una maggiore tensione narrativa altri più lenti, di descrizione o riflessione.