20/05/24
Giornalisti: Daniele Iovene
Tecnici: Paolo Canala
20/05/24
Giornalisti: Daniele Iovene
Tecnici: Paolo Canala
"Superare una diffidenza nociva per gli ambiti del sapere, considerando che l'unica forma di conoscenza è quella globale": con queste parole, pronunciate dalla prof.ssa Ciccalè, organizzatrice dell'evento, si apre la seconda edizione della Giornata dello Scientifico, tenutasi nel pomeriggio di martedì 14 maggio all'IIS Da Vinci di Civitanova Marche.
La manifestazione nasce con l'intento di celebrare non solo un liceo, quello scientifico, ma anche e soprattutto un modo di concepire la cultura che sia in grado di abbracciare sia la tradizione umanistica che quella scientifica. Non è un caso, dunque, che l'evento abbia inizio con una rappresentazione, curata da alcuni delle classi 3D (Pietro Carlocchia, Tommaso Gigante, Elena Sofia Macellari, Linda Pennesi, Federico Sartori e Andrea Tramannoni) e 4M (Toor Jagveer Singh), che, nel descrivere le tappe fondamentali della matematica e della fisica, comincia la propria narrazione nella biblioteca di Alessandria, simbolo di sapere globale, per poi districarsi tra Padova, Londra e Princeton. Da Galilei ad Esintein, passando per Newton e Halley, si delinea un percorso storico profondamente umano, animato non solo dalle risposte, ma soprattutto dalle domande che hanno indirizzato il nostro modo di pensare e fare ricerca.
Sono proprio le domande a stimolare la seconda parte della Giornata, sostenuta dalla partecipazione di un ospite d'eccezione: Gian Francesco Giudice, direttore del dipartimento di fisica teorica del CERN, nonché divulgatore e scrittore. Giudice si presenta agli alunni con l'umiltà propria di chi sa ascoltare e di chi, con parole semplici, riesce a coinvolgere una platea in un viaggio lungo 13miliardi di anni. Così, sulla scia del suo ultimo libro, "Prima del Big Bang", il fisico padovano ricostruisce le tappe fondamentali che hanno portato alla scoperta dell'origine dell'universo, passando per aneddoti e curiosità di una storia che, come dice lui, è "metafora dell'imperfezione e della genialità della mente umana", emblema di un modo di pensare tipico della ricerca scientifica, le cui fondamenta si ergono sulla capacità degli individui di interrogarsi sulla realtà. La conferenza si apre dunque agli interrogativi degli studenti per assumere la forma di un dialogo spontaneo e partecipato, instaurato tra Giudice e i più giovani, animato da domande che spaziano dalle implicazioni etiche delle scoperte al futuro del CERN, dagli aspetti teorici a quelli ludici e persino "artistici" della scienza.
È proprio nelle pieghe artistiche della riflessione sul cosmo che si innesta la lettura de "L'apollo ignorante", poemetto scritto dallo studente Riccardo Amicuzi (4B), da lui recitato assieme a Jacopo Benedetti (4D), e incentrato sulla tensione tra umano e divino, effimero ed eterno, sul tentativo di discernere il limite tra l'orizzonte delle facoltà umane e quello dell'immensità e di “stringere l'infinito nel palmo di una mano”.
La densità delle tematiche trattate rende a questo punto necessario un raccordo, una sintesi conclusiva dei lavori. Intervengono a tal proposito gli alunni Gennaro Zheng e Ludovico Illuminati (5C) al fine di porre nuovamente l'accento sui momenti che hanno segnato la ricerca cosmologia, per poi lasciare la parola a Letizia Lucchini, Sofia Ricci e Gioia Simonetti (4C), autrici di un'analisi riguardante il percorso storico di avvicinamento tra cultura umanistica e cultura scientifica, affiancata da un approfondimento sul rapporto tra filosofia e fisica, a cura di Maria Andrea Valeri (4D).
Sono ormai le 18:00 al Da Vinci e i raggi del sole illuminano flebilmente l'Aula Magna. Nel gioco di luci e ombre che avvolge la platea, gli studenti Alessandro Evangelista (4M), Francesco Evangelista, Diego Gobbi e Gianluca Randi (5M) imbracciano i propri strumenti e fanno risuonare nell'aria le note dei Pink Floyd. Nella dissolvenza dei suoni e delle forme, cala il sipario sulla Giornata dello Scientifico, spazio di confronto che, nella celebrazione della scienza, si delinea quale spazio profondamente umano, perché umana è la fascinazione di noi individui, lanciati alla costante ricerca del dark side of the moon.