04/11/2025
Giornalisti: Eleonora Pomante
Tecnici: Leonardo Aidan Lattanzi, Sofia Cognigni
04/11/2025
Giornalisti: Eleonora Pomante
Tecnici: Leonardo Aidan Lattanzi, Sofia Cognigni
La massima “Signor*, suo figlio è sveglio, ma non si applica” è da sempre una costante nella tormentata vita di studenti e studentesse, una sentenza che, prima o poi, fiorisce e si rinnova nella carriera scolastica di ognuno di noi. In realtà lo studente o la studentessa in questione non solo non si applica, ma spesso non riesce neppure a restare sveglio/a di fronte a determinate entità metafisiche, che si svelano ai suoi occhi. Chi non conosce il profondo sopore prodotto dall’inconsolabile ”Addio monti” di Lucia o il vuoto mentale scaturito dallo studio delle curve coniche?
Il sapere è senza dubbio un tesoro, a volte però difficile da digerire.
A stupire – e non poco – in questi giorni è la percezione che l’uguaglianza tra noia e mancata applicazione sia giunta ora a contaminare perfino attività scolastiche da sempre gradite agli studenti, interessanti agli occhi di tutti.
Cosa pensare altrimenti davanti al vuoto, ripetutosi per il secondo anno consecutivo, delle liste studentesche candidate al Consiglio di Istituto?
L’interesse dimostrato da noi studenti per la vita condivisa del nostro Liceo è ai minimi storici e questa, purtroppo, non è una congettura, ma un dato di fatto.
Siamo davvero tutti così annoiati e indolenti? Dove è andata a finire la fresca intraprendenza propria della gioventù? Intervistando alcuni dei precedenti rappresentanti di Istituto del “Da Vinci”, un dato è apparso da subito ben chiaro: il loro proposito, la risolutezza di contribuire al miglioramento dell’ambiente scolastico, di essere presenti e partecipi alla vita dell’Istituto, una volontà che nasce dal genuino affetto nutrito verso questo Liceo dopo migliaia di ore - più o meno spensierate - trascorse fra le sue aule ed i suoi corridoi.
Le domande, per il momento, non finiscono qui: cosa ci sarebbe a monte di questa disaffezione? Nell’opinione di chi scrive l’origine del problema è facilmente individuabile e sta quasi tutta qui: a causa dell’emergenza Covid, in pieno regime tra gli a.s. 2020/2021 e 2022/2023, buona parte delle iniziative studentesche di grande scala – ovvero quelle a vasto coinvolgimento di alunni - si sono perse. Chi di noi ha mai partecipato alle spensierate Feste di Primavera di fine anno scolastico? Quanti ricordano le improvvisate giornate a tema dagli improbabili costumi? Quanti hanno cantato o riso, dai sedili del Rossini o del nostro Auditorium, agli spettacoli organizzati da Scientifico e Linguistico? Pochissimi, forse nessuno. Sono realtà distanti, inarrivabili età dell’oro per noi studenti attuali, ma non per chi ci ha preceduto. Riportare indietro, o meglio, consolidare in avanti queste tradizioni fino a un paio di anni fa era parte integrante dei programmi proposti dai candidati, perché testimoni di questa realtà, che invece è a noi invisibile, semplicemente perché mai vissuta. Cosa fare allora? Come risvegliarsi da questo torpore? Dopo aver sperimentato tormenti e agi di una vita in quarantena, tutto ciò che richieda un po’ di social skills ー per dirla all’anglosassone ー rappresenta oggi un impegno laborioso, sfibrante. Partecipare ai Consigli di Istituto, tenere viva la voce degli studenti, impegnarsi per il nostro Liceo ci appare un dovere sfocato, quasi inutile. Ma non lo è. Perché non venga meno la dimensione comunitaria del vivere scolastico è necessario in primo luogo che torni effettivamente ad esistere una comunità di studenti, quella che il Covid ha annullato. Un requisito scontato, ma solo all’apparenza. Oggi le occasioni e gli spazi che aggregano la varietas di studenti, provenienti da più indirizzi, sono ben pochi e piuttosto in crisi: è il caso della settimana bianca, che interessava inizialmente tutti gli studenti, ora svago riservato al solo biennio. A ben vedere non è in atto un progressivo distanziamento dei quattro indirizzi, una progressiva frammentazione, una chiusura dei singoli in se stessi? Partiamo dalle basi e sovvertiamo l’ecosistema esistente, rimescolando più a fondo indirizzi e sezioni (infrangendo ad esempio il dominio territoriale del Classico nell’ala nord del terzo piano), organizzando visite e viaggi di istruzione, corsi di potenziamento e nuove altre iniziative che riaffermino il nostro essere liceo. Ricordiamoci inoltre che la cara e vecchia propaganda aiuta sempre: pubblicizzare con maggiore vigore elezioni e ulteriori attività studentesche può sensibilizzare la coscienza collettiva e il senso di appartenenza. Sarebbe per una volta bello sentire i nostri altoparlanti dedicarsi ad altro, oltre che alla classica sfilza di motorini parcheggiati davanti alla farmacia comunale.