9/10/24
Giornalisti: Ezechiele Bartolini, Samuele Cazzato, Eugenia Fazzini
Tecnici: Sofia Cognigni, Riccardo Spinozzi
9/10/24
Giornalisti: Ezechiele Bartolini, Samuele Cazzato, Eugenia Fazzini
Tecnici: Sofia Cognigni, Riccardo Spinozzi
Molti studenti del Da Vinci sono accomunati da una grande passione per la musica, alcuni tanto da essere iscritti al Conservatorio, di Fermo o di Pesaro, dove coltivano la loro arte, contemporaneamente al percorso liceale.
“È possibile portare avanti i due percorsi?”: questa la domanda che abbiamo posto a Maria Gemma, 5b classico, Giulia Eleuteri, 4a classico, Clementina Bonfigli, 4k.
Per ovviare a ogni difficoltà, la Professoressa Cingolani vorrebbe introdurre un piano di studi personalizzato per chi frequenta il Conservatorio, in aggiunta al già attivo progetto didattico “studente-atleta” per chi pratica l’attività sportiva a livello agonistico.
In questo modo, l’impegno scolastico sarebbe accompagnato da un piano di studi personalizzato concordato tra l'istituto scolastico, la famiglia e l'alunno, per un'istruzione inclusiva che punti a valorizzare il loro talento e dedizione.
Maria Gemma Ebreo studia sassofono al conservatorio di Fermo. Ogni giorno dalle due alle tre ore sono dedicate allo strumento e alle materie complementari, che le portano via molto tempo. Contando anche i 45 minuti di tragitto verso il Conservatorio, dove si reca diversi pomeriggi nel corso della settimana, è molto difficile ritagliarsi del tempo per la musica e lo studio, perché “spesso capita che lo studio per il liceo si dilunghi anche fino a tarda ora”.
Clementina Bonfigli, invece, è iscritta al conservatorio di Pesaro. Dedica alla pratica del pianoforte circa tre ore al giorno, mentre circa quattro ore a settimana sono impiegate nello studio delle altre materie complementari. Altro tempo da considerare, che non è da meno, è quello che le occorre per gli spostamenti: Clementina impiega infatti un’ora se ha la fortuna di salire sul treno diretto a Pesaro, nel caso più sfortunato invece è costretta a rimanere ad Ancona per fare scalo e ciò le può costare circa tre ore. Importantissimo è quindi sfruttare il tempo in treno avvantaggiandosi nello studio delle materie scolastiche, considerando il notevole carico che comportano.
Tra i nostri appassionati di musica troviamo anche Giulia Eleuteri, che frequenta il Conservatorio di Fermo.
Cerca di impegnarsi nello studio e nella pratica del canto per circa due ore al giorno, ma l’obbligo di frequenza e il carico di altri impegni non sempre glielo permettono. Le tante ore dedicate alla musica le rendono difficile conciliare questo percorso a quello scolastico. Giulia ci vuole allora ricordare che per inseguire una passione, impegno e sacrifici sono indispensabili, dovendo quindi rinunciare a qualcosa per dare il massimo in un’altra.
“Ho sentito sulla mia pelle la fatica che comporta studiare in Conservatorio” queste le parole della Professoressa Cingolani, formulatrice della proposta, docente di filosofia e storia del nostro Istituto, ma anche brillante musicista.
La Professoressa, diplomata in Conservatorio, ha frequentato il Liceo classico, dove ha sperimentato personalmente cosa significa percorrere due strade durante gli intensi anni dell’adolescenza. Come fa notare la Professoressa, ora il Conservatorio, con la nuova riforma, impone la frequenza obbligatoria, ma allo stesso tempo tanti nuovi esami. È quindi ancora più difficile oggi per uno studente-musicista frequentare le due scuole, che, purtroppo, come sottolinea la Professoressa, percorrono due binari differenti. “L’Italia, nonostante sia stata la Magistra per la musica, a causa della riforma gentiliana del ‘23 ha lasciato alla musica pochissimo spazio”. Ad esempio, al Liceo classico, dove si prediligono le materie umanistiche, non si studia Storia della musica, disciplina che per la docente dovrebbe avere una maggiore rilevanza.
“Per parlare Hegelianamente, non c’è lo spirito”.
L'arte della musica, dopotutto, ha molto in comune con le materie scolastiche, dalla storia alla matematica, eppure è spesso messa in un angolo.
La professoressa evidenzia come la pratica costante e la disciplina siano tanto fondamentali quanto impattanti nella vita di uno studente di musica a cui, soprattutto quando è giovane, si richiede una precisissima organizzazione e numerosi sacrifici.
Settecinquanta chiede allora cosa dovrebbe fare un docente per uno studente-musicista: “Si potrebbe pensare a un alleggerimento dei compiti, a una calendarizzazione delle interrogazioni e a una migliore gestione delle verifiche, poi quando ci sarà uno strumento preciso si vedrà”.
La musica nutre l’anima, ma a quale costo? Sacrifici, impegno, disciplina: questi gli elementi chiave per il successo di un musicista sognatore. L’intrecciarsi del percorso scolastico rende ancora più ardua una sfida già non semplice, ma proprio l’empatia e l’umanità possono alleggerire la difficile scalata per raggiungere un grande obiettivo.
E chi, se non proprio gli insegnanti, possono far ciò?
Si ringraziano la Prof.ssa Cingolani, Clementina Bonfigli, Giulia Eleuteri, Maria Gemma Ebreo.