Giornalisti: Greta Sergi, Angela Ciarfuglia
Tecnici: Greta Sergi
Tecnici: Greta Sergi
Vi sareste mai immaginati l’esistenza di una rete di connessione tra i giornalini scolastici
italiani? No? Sinceramente neanche noi. Ma per una serie di coincidenze ed incontri fortuiti,
tra profili social e seminari dei Colloqui Fiorentini, una scoperta inaspettata: l’improvvisa
rivelazione che a Perugia dal 10 al 12 Aprile 2025 si sarebbe tenuto il CISS, il Convegno
Italiano della Stampa Studentesca.
Saremmo potuti mancare noi di Settecinquanta? Impossibile!
E così proprio noi due - Greta ed Angela -, delegazione simbolica del nostro giornalino,
senza pensarci troppo siamo partite alla volta di Perugia con l’obiettivo di conoscere altre
redazioni studentesche, condividere esperienze ed imparare da chi è in attività da più tempo
di noi.
Quale modo migliore per farlo dell’incontro-confronto con testate giornalistiche, seppur
scolastiche, di lunga tradizione? Ed anche – perché no? – il tutto all’insegna di un sano
divertimento.
Non è scontato precisare, infatti, che il CISS è inserito nella cornice dell’International
Festival of Journalism, prestigiosa manifestazione legata alla Scuola di giornalismo di
Perugia, festival che vanta ogni anno un vasto programma di eventi con ospiti da tutto il
mondo. Senza trascurare, poi, la bellissima città in cui tutto ciò ha luogo, cioè la suggestiva
Perugia, con i suoi vicoli, le sue salite infinite e le sferraglianti corse del suo rosso minimetro.
Se ancora non fosse chiaro ... si è trattato davvero di un’esperienza unica.
Ad accoglierci in una sala appositamente riservata dell’Hotel Giò i ragazzi del “Giornalotto” e
della “Bohème”, giornali scolastici dei Licei Volta e Da Vinci di Milano, che, secondo
tradizione, si sono occupati dell'organizzazione del CISS. Con l’arrivo di tutti i partecipanti,
provenienti da ogni parte d’Italia, tra la mattina ed il pomeriggio del giovedì, abbiamo
davvero potuto conoscere realtà molto diverse dalla nostra: ciascuno si è presentato agli
altri, raccontando esperienze, metodi, idee, difficoltà, ma mostrando soprattutto la passione
– a tutti comune – sottesa alla realizzazione di ogni articolo, di ogni numero del proprio
giornalino.
Abbiamo compreso così la dedizione ed il gran lavoro, che si nascondono dietro alla
progettazione e alla realizzazione dei giornali in formato cartaceo, modalità di pubblicazione
del tutto estranea alla nostra redazione, dal momento che i nostri articoli appaiono in formato
esclusivamente digitale. Così abbiamo portato via con noi copie cartacee di numerosi
periodici scolastici, piccoli capolavori, curati fin nei minimi dettagli, con i loro collage di
illustrazioni colorate, giochi e cruciverba, articoli di attualità e rubriche, che coprono i più
svariati campi di interesse.
Il momento più costruttivo è stato senza dubbio quello del “circle time”, dedicato alle
inevitabili difficoltà che ogni redazione si trova, prima o poi, ad affrontare sul proprio
cammino.
L’impaginazione del singolo numero può spesso risultare motivo di preoccupazione per
redattori e grafici in erba, così come la scarsa adesione di collaboratori fra gli studenti
dell’Istituto o il mancato interesse dei lettori, anche le difficoltà nel reperire i finanziamenti
necessari alla stampa su carta non sono da sottovalutare, uno solo, però, è il problema che
sembra prevalere su tutti: quello della censura. In base a quali criteri un articolo può ritenersi
o meno pubblicabile? Fino a dove può spingersi nei tagli la mano dei professori referenti?
Insomma, in quali termini un giornale scolastico può definirsi “libero”?
Le risposte a tante domande, purtroppo, non sono arrivate, tuttavia nel cercarle siamo
approdati ad una unanime riflessione: il giornale studentesco è la voce non soltanto
dell’istituzione scolastica di riferimento, quanto piuttosto degli studenti che scrivono e
firmano i loro articoli, dunque, come tale, al di là di sterili estremismi, deve essere concesso
a chi scrive di esprimere - nel bene e nel male - le proprie opinioni, così da sostenere ed
alimentare fra i giovani la maturazione di una sana coscienza civile e la capacità altrettanto
fondamentale di dialogo. “Serve la riflessione, non la provocazione”, questa la conclusione di
Federico, direttore di Articolo21, giornale dell’Aristotele di Roma. E forse basterebbe tenere
sempre a mente queste parole per avere una chiara linea editoriale da seguire, per capire
ciò a cui un giornale studentesco potrebbe e dovrebbe aspirare.
Momento ugualmente prezioso l’incontro con Raffaele Angius, giornalista freelance di
inchiesta, con all’attivo collaborazioni con Wired, La Stampa e L’Espresso e tra i fondatori di
di IrpiMedia, periodico indipendente di giornalismo di inchiesta, e di Indip, periodico di
approfondimento.
Un semplice “Tra colleghi ci si dà del tu”, e la distanza si annulla.
Le nostre mille domande hanno fatto da contorno al suo intervento, che ha toccato punti
come la libertà di stampa nell’Italia di oggi, il ruolo che l’intelligenza artificiale –
assolutamente da non demonizzare - avrà nel giornalismo di domani. E ancora, i vantaggi
propri dell’essere freelance e come si svolge la vita di un giornalista. “Se farete questo
lavoro, non diventerete famosi”, ci dice immediatamente. E poi continua: “Un giornalista
deve riuscire ad essere inopportuno, deve rompere. E non è una cosa pazzesca essere
pagati per rompere?”.
Per molti di noi il cammino da intraprendere si illumina grazie ai suoi consigli e si dissolve
ogni ombra di dubbio: seguire strade “canoniche”, percorsi per forza umanistici o nella sfera
delle comunicazioni, non ha senso, bisogna possedere conoscenze e abilità trasversali per
riuscire in questo ambito.
Pendiamo tutti dalle sue labbra, così come anche lui in qualche modo pende dalle nostre: ci
esorta a portare avanti quanto già abbiamo avviato, augurandoci grandi traguardi ed
assicurandoci la sua disponibilità nel mantenere i contatti.
Ogni sera, dopo la chiusura dei lavori, non sono mancate le occasioni per socializzare
ulteriormente e anche divertirsi: nulla rende più facile legare con chi non si conosce quanto
ideali e speranze comuni, quanto l’inesauribile voglia di contribuire positivamente al
cambiamento.
Ci siamo trovate a ballare in piazza con gli altri partecipanti del CISS, a cantare i classici
della musica italiana a un giornalista finlandese, allegro per un paio di bicchieri di troppo, a
riflettere - con non poca amarezza - sull’attuale situazione italiana e su quanto di terribile
accade oggi nel mondo.
Un'esperienza indimenticabile, che ci ha offerto molti spunti per il futuro del giornale e che,
soprattutto, ha acceso in noi una speranza fondamentale, riposta tutta in noi giovani. Il CISS
ci ha dato la certezza che la nostra generazione, informata, impegnata, interessata, fatta di
ragazzi che sono veri “animali politici”, riuscirà davvero a cambiare il mondo.