Giornalista: Greta Sergi
Tecnici: Benedetta Quercetti, Valentina Garbuglia, Beatrice Perugini
Tecnici: Benedetta Quercetti, Valentina Garbuglia, Beatrice Perugini
Perché nei nostri libri di letteratura troviamo un indice tutto al maschile, quando nel panorama italiano del ‘900 hanno operato tantissime scrittrici? Questa è la domanda alla base del Festival Bagliori, che, alla sua dodicesima edizione, coordinato dalla prof. Annamaria Caldarola, si è tenuto nel nostro liceo.
Il Festival ha dimostrato che è possibile andare contro il canone che ancora oggi impone gli autori da studiare e relega le scrittrici in dispense in allegato, nonostante il loro fortissimo impatto nella letteratura, oltre al loro ruolo fondamentale per l’autodeterminazione femminile.
La rassegna di incontri, che si sono svolti da gennaio a marzo, ha esplorato vita e opere di diverse autrici italiane. Si è parlato delle più conosciute come Elsa Morante, approfondita da Paola Rocchi, professoressa del Liceo Socrate di Roma e coautrice (insieme a Corrado Bologna) della letteratura in uso in molti indirizzi del triennio o Alda Merini, la cui poesia è stata narrata da Gino Tellino, docente dell’università di Firenze. Ma si è dato spazio anche a quelle ancora poco note ai più, come Amelia Rosselli di cui si è occupata Monica Venturini, docente dell’università RomaTre.
Filippo La Porta, saggista e critico letterario, relatore della conferenza dedicata a Natalia Ginzburg e Goliarda Sapienza, è andato a rimarcare quanto la letteratura femminile sia ancora vista come un “ghetto”, ma che si vede oggi una nuova speranza che può portare a considerare semplicemente una “letteratura italiana”, senza distinzioni di genere. Così, partendo dalla scuola, che ha il compito di insegnare anche la parità, con questa rassegna si sta già facendo un passo avanti, anzitutto per sensibilizzare e incuriosire, e di conseguenza per istruire. E lo si fa con un insegnamento trasversale, non solo con lezioni frontali, ma immergendosi in qualche modo nella vita e nelle opere di tre scrittrici italiane. Lo spettacolo teatrale realizzato a corredo del Festival, dal titolo “Vivere amore”, con la regia di Luigi Moretti e il coordinamento della prof. ssa Maria Grazia Baiocco, si è infatti concentrato su Elsa Morante, Sibilla Aleramo e Alda Merini. I protagonisti sono gli studenti, calati con serietà e passione nei panni dei personaggi.
Tre tavoli occupano l’auditorium, e via via che lo spettacolo prosegue si riempiono di tante Elsa, tante Sibilla, tante Alda, a raccontare attraverso i loro testi e poesie ciò che le lega, ciò che le rende vicine. L’amore, la maternità, la follia, la scrittura, tutti temi che accomunano le tre scrittrici, che incarnano, come dice la Aleramo, un “duplice sortilegio”: sono donne e scrittrici. La loro difficoltà nel farsi strada in un ambiente prevalentemente maschile, nell’ottenere credibilità, la determinazione nell’andare ben oltre il ruolo di madre e moglie riesce a oltrepassare la parete invisibile che divide gli attori dal pubblico e a far capire che oggi è il momento di ribaltare la situazione. Una messa in scena dove le donne sono al centro e i personaggi maschili sono satelliti che ruotano attorno a loro, figli e compagni, figure d’amore e di sofferenza, che uniscono e separano.
Lo spettacolo si conclude sotto uno scroscio di applausi e una pioggia di petali rossi e il teatro, ancora una volta, si dimostra strumento essenziale per veicolare la mission di Bagliori: tutta la letteratura va raccontata, a prescindere dalla mano che la scrive.