Se hai una certa età, visitare il nostro gruppo può essere un'idea
Non una banale battuta, ma la condotta di vita di persone che non si uniformano ai modelli, agli stereotipi e ai pregiudizi imposti dalla società, incuranti dell'età anagrafica, perché sanno che è quella mentale ad essere importante, per come ringiovanisce l'età biologica.
SEMPRE PROTAGONISTI
Perché sono consci di quanto l'indipendenza concessa dal convincimento e dalla determinazione di essere autonomi, li aiuti ad evitare il più possibile qualsiasi subordinazione che precluda loro la libertà di agire.
Perché è così che desidero che siate insieme a me.
Ad onta di usanze, costumi, modelli e pregiudizi che relegano gli anziani ai margini della società, a differenza di tempi purtroppo dimenticati, nei quali l'anzianità rappresentava la saggezza del vissuto e dell'esperienza e gli anziani erano rispettati e seguiti come maestri, così desidero e auguro di tutto cuore a Voi e a me di continuare ad essere protagonisti della propria vita, affrontandola con grinta e determinazione, nella battaglia sempre più cruenta che affronteremo sempre, giorno per giorno, con il piacere che ci dà il combattere senza aspettarsi nulla se non, appunto, il piacere del combattimento.
Mai arresi, mai domati, ma
SEMPRE PROTAGONISTI DELLA NOSTRA VITA.
Questo Vi auguro e mi auguro di tutto cuore.
rm
godendoci l'unicità insostituibile che rappresentiamo.
Non più giovani come fummo
e come ancora vorremmo,
ma astenendoci dall'aggettivo
vecchi che non ci è congeniale,
per un accordo che non abbiamo
sottoscritto, liberi da modelli
e convenzioni imposte,
vecchi non siamo e né ci riteniamo.
Siamo con tutto il piacere d'essere
solo e semplicemente noi,
liberi da qualsiasi schema
che ci si voglia imporre.
NOI, semplicemente, unicamente,
ed irripetibilmente NOI.
Teniamoci da conto come meritiamo.
rm
Per chi dà importanza al momento presente.
A chi non interessa più chi è stato, com'era e come viveva, consapevole di rappresentare il risultato del proprio passato, in seguito alle scelte fatte nella vita, giuste o sbagliate che fossero.
Per chi non si abbandona a ricordi nostalgici per modi di vivere non più attuabili o scade in rimpianti e recriminazioni che peggiorano senza alcun risultato positivo il suo atteggiamento verso la vita.
Per chi la mezza età non la vede come l'inizio della fine o la discesa finale della parabola rappresentata dalla vita, relegandosi nei modelli e negli stereotipi che la società cerca d'imporre, rappresentando gli anziani come esseri superflui che non servono più a niente.
Diversamente giovani, perché la propria età mentale non si cura e tanto meno si adegua a qualsiasi l'età anagrafica che si possa avere.
Sempre protagonisti, rifuggendo di adagiarsi nello stereotipo dell'anziano perennemente bisognoso di assistenza, ma determinati a voler combattere fino alla fine, come guerrieri che traggono nella battaglia più dura della vita il puro piacere del combattimento, senza aspettarsi alcuna vittoria, ma soltanto il gusto di rendere più avvincente il cammino sempre più aspro che percorrono.
rm
che da quando hai smesso di lavorare, ti senti inutile;
che ti chiedi qual è lo scopo dell'esistenza su questa terra, perché non sai dare più un significato alla vita conduci;
che eviti di guardarti allo specchio per non deprimerti ancora di più;
che ti aggrappi alla monotonia delle abitudini per non pensare;
che non fai che pensare che gli anni di vita che ti aspettano sono sempre meno, rispetto a quelli trascorsi;
che non fai che lamentarti della vecchiaia, magari ignorando che l'hai fatto con qualcuno che nemmeno la raggiungerà.
Se ci immaginiamo come guerrieri in un combattimento sempre più cruento e che non avrà mai fine, pensando agli altri per incoraggiarli e sostenerli, ciò ci renderà ancora più forti per continuare la battaglia insieme.
Quella che chiamiamo vecchiaia, anzianità o terza età, è un traguardo che non tutti raggiungono e quindi prendiamo quest'epoca come un privilegio negato a tanti. Un privilegio faticoso, che non regala niente, se ci aspettiamo la considerazione che riterremmo doverosa per rispetto alla nostra età.
Al destino che riteniamo abbia influito sul nostro vissuto o a qualsiasi entità spirituale, che immaginiamo pietosa delle nostre vicende, non glie ne frega un accidente di noi e di chi pensiamo di rappresentare, specialmente se il nostro approccio a qualsiasi divinità resta nel pedestre razionale che non ci porta da nessuna parte.
Armiamoci di tutte le forze di cui disponiamo, della nostra volontà, del nostro intento e combattiamo la più strenua battaglia imposta dalla vita per il solo piacere di combattere all'estremo, senza aspettarci vittorie che mai conseguiremo, per il solo immenso piacere di essere guerrieri, mai arresi. anche quando vinti, senza aspettarci o chiedere pietà.
E' faticoso, duro e spesso deprimente combattere con un avversario così soverchiante, ma indomiti e inebriandoci di un combattimento che non sarà mai ad armi pari, come se fossimo, nella lotta, uno di fianco all'altro, urliamoci l'un l'altro "Nel culmine della battaglia penso a te" e il tuo pensiero a me sarà rivolto e, fino alla fine, che guarderemo con tutta indifferenza, potremo essere vinti ma mai domi, nel momento più avvincente della vita, perché tale dovrà essere e guai se non lo fosse, per non aver vissuto altro che una vita vana e senza senso.
P.s. Grazie, Iole Barberis, per i tuoi interessanti e costruttivi input e sempre a buon rendere.
E grazie anche a Francesca Orlando per il commento che mi ha ispirato:
Come cantava Édith Piaf, JE NE REGRETTE RIEN!!! Io non rimpiango niente, quello che è stato, è stato e non c'è niente da rimpiangere e recriminare.
Rimpianti e ripensamenti a nulla servono, se non a rovinarci la vita inutilmente.
Siamo il risultato delle nostre scelte, che ritenevamo giuste quando le prendemmo e se poi non tutte si sono rivelate tali, consideriamole al meglio come le migliori lezioni che la vita ci ha impartito e hanno aumentato la nostra esperienza e la nostra visuale su come la vita dev'essere vissuta, rendendoci più forti e determinati nel saperla affrontare.
rm
Siamo padroni di noi stessi, liberi da qualsiasi dipendenza e schiavitù che il prossimo e la società cercano di imporci.
Se diamo continuamente la colpa dei nostri insuccessi e delle nostre traversie agli avvenimenti e alle persone che ci hanno coinvolto e pretendono di continuare ad obbligarci a sottostare alle loro esigenze (senza curarsi delle nostre) , non ci rendiamo conto di comportarci come succubi, dipendenti da tutto ciò che proviene dall'esterno, senza alcuna autonomia e padronanza delle nostre azioni.
In tal caso ci comportiamo come marionette in balia del burattinaio di turno e i burattinai che incontriamo sono tanti, dai rappresentanti del potere, quale che sia l'indirizzo politico, agli organi d'informazione (o almeno cosiddetti) e alle persone che siamo obbligati a frequentare, in famiglia, nell'ambiente in cui viviamo e negli impegni di lavoro.
Ragioniamo con la nostra testa e non quella degli altri, rendendoci responsabili delle nostre azioni giuste o sbagliate che siano.
Non ci vergogniamo di ammettere i nostri errori, perché spesso è proprio dagli errori che si impara di più, piuttosto che dalle azioni che ci risultano più facili e tanto meno da quelle che facciamo per accontentare gli altri, se non è tanto per il loro bene, quanto per le loro pretese, che ritengono più importanti delle nostre.
Siamo e comportiamoci nella vera realtà della nostra esistenza, ovvero come i padroni di noi stessi, dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
Padroni e non succubi, non solo di chi abbiamo intorno, ma anche della nostra mente, senza nasconderci dietro una frase molto comune e del tutto sbagliata, che si esprime con: "Io sono fatto così e non ci posso fare niente".
E' assolutamente falso. E' un tentativo che facciamo per giustificare dipendenze mentali e materiali che diamo per scontate, perché le abbiamo costruite con le nostre abitudini, sulle quali ha influito l'ambiente in cui siamo vissuti, e di ciò dobbiamo renderci conto, per convincerci che come le abbiamo acquisite, siamo in grado di cambiarle..
Siamo padroni, liberi e schiavi di nessuno.
Conscio, e nemmeno so quanto, delle mie imperfezioni, questo è quello che mi auguro per cercare di migliorare il mio comportamento, senza arrendermi se i risultati spesso non sono soddisfacenti come vorrei, ma già con un costante desiderio, rendere possibile il probabile.
E questo auguro a chiunque mi confida di essere preda di tali problematiche, che già il realizzarle è un passo avanti, perché per riuscire a migliorare, non è mai troppo tardi.
Se, a leggere quanto sopra, è capitata una persona che è convinta di essere perfetta, mi scuso per aver espresso quelle che, a suo giudizio, non sono che ovvietà, anche se lo scrivente ancora non riesce a vederle sotto tale aspetto.
rm