Quando parliamo di difesa personale, è fondamentale capire che non si tratta solo di tecniche fisiche, ma anche di legge. Il nostro obiettivo è insegnarti a reagire in modo efficace ed evitare problemi legali.
Conoscere i limiti dell'Articolo 52 del Codice Penale italiano (Legittima Difesa) è cruciale per proteggere la tua incolumità senza incorrere in gravi conseguenze legali.
⚖️ I Tre Pilastri Legali: Quando la Difesa è Legittima
La legge italiana stabilisce che la difesa è legittima solo se ricorrono simultaneamente i seguenti requisiti:
1. Pericolo Attuale: L'offesa deve essere in corso o imminente.
IL LIMITE: Se l'aggressore ha smesso di attaccare, è in fuga, o è stato immobilizzato e non rappresenta più una minaccia, devi fermarti. Qualsiasi ulteriore azione diventa aggressione.
2. Necessità della Difesa: La tua reazione deve essere l'unica opzione possibile per evitare il danno.
IL LIMITE: Se la fuga ti mette al sicuro e hai il tempo di farlo (e non sei in casa), devi evitare il confronto fisico.
3. Proporzionalità: La tua reazione non deve eccedere la gravità dell'offesa minacciata.
IL LIMITE: Non puoi usare una forza sproporzionata (es. arma letale) se non temi seriamente per la tua vita o incolumità fisica.
🏠 Note sulla Difesa Domiciliare
L'Art. 52 C.P. prevede condizioni specifiche per la difesa all'interno del proprio domicilio (casa o luogo di lavoro):
Presunzione di Proporzione: Se usi un'arma o un mezzo idoneo per difendere l'incolumità o per respingere un'intrusione attuata con violenza o minaccia, la proporzionalità è legalmente presunta.
⚠ Attenzione: Anche nel domicilio, l'azione deve essere comunque necessaria per far fronte a un pericolo attuale.
La Regola d'Oro: L'obiettivo della difesa personale è cessare il pericolo, non punire. Quando il pericolo è finito, la legittimità della tua azione finisce con esso.
Cosa imparerai nei nostri corsi: Valutare il pericolo, tecniche di de-escalation e come usare la forza strettamente necessaria per neutralizzare la minaccia, in linea con la legge.
Jeff Cooper Tenete Colonnello nel corpo dei Marines, ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale e la guerra di Korea.
La sua storia diventa poi un susseguirsi di specializzazioni nel campo delle armi e delle tecniche di tiro. Uno dei concetti più importanti introdotti da Cooper è proprio il codice colore (Color Code System Of Awareness); tale codice schematizza gli stati mentali e gli atteggiamenti che portano un individuo ad affrontare un potenziale pericolo, dal quale potrebbe necessariamente difendersi mediante l’impiego di un’arma.
Secondo Cooper il codice si riferisce alle azioni che l’individuo dovrà intraprendere per risolvere una situazione potenzialmente pericolosa, passando da un livello all’altro della scala colore.
Nonostante si occupasse di armi da fuoco, riteneva che l’elemento più importante in un conflitto non è né l’arma né le conoscenze marziali di un individuo bensì la sua mente combattiva o combat mindset. Il sistema di codici che ha elaborato ha particolare rilevanza nella gestione degli stati mentali ai quali accedere e nei quali operare, consentendo all’individuo di passare da uno stato all’altro per gestire le mutevoli dinamiche situazionali.
Oltre ad essere adottato da coloro che usano armi da fuoco (forze dell’ordine o civili, ove permesso dalla legge), questo sistema è di profonda utilità anche per chi si occupa di protezione e difesa personale. Gli stati mentali definiti da Cooper sono i seguenti:
BIANCO
Ci si trova in uno stato completamente rilassato, inconsapevoli e impreparati. Condizione tipica di chi si trova nella propria casa, convinto di essere in una “bolla” di sicurezza inviolabile. Se attaccati in questo stato, l’unica cosa che potrebbe salvarvi è l’inadeguatezza e l’inettitudine del vostro aggressore. Quando sarete attaccati la vostra reazione probabilmente sarà “Accidenti! Non può essere che stia accadendo proprio a me!”.
La condizione bianca rappresenta lo stato mentale più insidioso per la propria incolumità, perché spesso è riconosciuta da chi ha cattive intenzioni. È lo stato mentale legato alla negazione di qualsiasi pericolo e dà lo stesso grado di prontezza che si ha dormendo o girando soprappensiero mentre si ascolta la musica dall’iPod.
A differenza del personale militare in zone calde, un civile può concedersi questo stato ma solo tra le mura di casa una volta che ha chiuso la porta di ingresso e inserito un eventuale allarme.
Chi cammina e mentalmente è in condizione bianca, spesso manifesta il suo stato mentale con il linguaggio del corpo: camminata con le spalle ricurve e sguardo rivolto verso il basso. Purtroppo questo atteggiamento è percepito anche da chi ha cattive intenzioni che cerca tali indicatori per individuare le potenziali prede.
Le persone aggredite mentre erano in condizione bianca spesso ricordano solo il momento dell’aggressione riferendo che l’aggressore è in qualche modo spuntato dal nulla, senza alcun segno premonitore. Si sa che la maggior parte delle aggressioni a scopo di rapina avviene con un minimo di osservazione preventiva da parte del criminale, osservazione volta a minimizzare i rischi tramite la scelta della vittima più vulnerabile: esattamente come fanno i predatori in natura.
GIALLO
È una condizione di vigilanza e allerta a 360°, senza che questa comporti la presenza di qualsivoglia agitazione o paura paranoide. Non è presente alcuna minaccia specifica ma ci si mantiene in uno stato di vigilanza attiva prestando attenzione all’ambiente, ai rumori e alle persone che sono nelle vicinanze. È la condizione mentale alla quale accedere appena si esce dalla porta di casa.
Non ci sono situazioni specifiche di pericolo. Il vostro stato mentale è: “Oggi potrebbe essere il giorno in cui dovrò essere costretto a difendermi”. Non ci sono pericoli specifici ma siete consapevoli che il mondo non è un posto amichevole e siete preparati a reagire se necessario. Usate i vostri occhi e le orecchie per individuare potenziali situazioni anomale nello spazio che vi circonda; il vostro portamento deve segnalare a chi vi sta attorno che siete all’erta e pronti a rispondere ad eventuali atteggiamenti ostili. Dovremmo assumere questo stato ogni qualvolta siamo al di fuori della nostra abitazione e ci troviamo a contatto con il mondo esterno. Nel caso in cui doveste essere, attaccati la vostra reazione probabilmente sarà “Sapevo che un giorno sarebbe successo”. Potete vivere in questo stato per un periodo indefinito di tempo.
ARANCIONE
Allerta specifica. Qualcosa che non quadra ha attirato la vostra attenzione e siete concentrati su quella cosa. Qualcosa “non va” in una persona, in un oggetto o in una particolare situazione. Qualcosa potrebbe accadere. Il vostro stato mentale è: “Potrei dover reagire a breve”. Potete vivere in questo stato per ore con facilità, tuttavia se il tempo di permanenza in questo stato dovesse aumentare il livello di stress potrebbe raggiungere soglie elevate con conseguente eccessiva stanchezza e perdita di concentrazione.
Si entra in questa condizione quando si rileva una minaccia non specifica ma che richiama l’attenzione. È legata alla percezione di un qualcosa che non và. L’istinto o l’inconscio avvertono la parte cosciente che qualcosa o qualcuno nell’ambiente circostante merita l’assoluta attenzione ed eventualmente una reazione. In questa fase la mente elaborerà diverse ipotesi e scenari; perciò è importante non cedere all’ansia da anticipazione, eleborare un semplice piano, e attuarlo.
In questa fase, essere mentalmente preparati riduce lo stress al quale si sarà inevitabilmete sottoposti, anche se la situazione non dovesse rivelarsi conflittuale, fornendo una sorta di appiglio mentale per non cadere in preda alla paura. Nel focalizzare l’attenzione sul soggetto o i soggetti sospetti non si deve dimenticare che questo o questi sono sì il centro dell’attenzione, ma non sono le uniche variabili presenti nell’ambiente che ci circonda. Potrebbero esserci nelle vicinanze altri pericoli o persone legate da “rapporti professionali” a chi in quel momento si sente essere una minaccia. A questo punto è fondamentale allontanarsi dalla situazione e/o parallelamente preparasi ad agire.
ROSSO
Il pericolo è imminente o altamente probabile, e la minaccia prima ignota si materializza. L’oggetto di quei comportamenti e di quelle attenzioni sospette siamo inconfutabilmente noi. La condizione rossa è così raggiunta.
In questa fase è fondamentale aver già abbracciato l’idea di ricorrere a una risposta fisica adeguata, dato che il tempo di reazione sarà maggiore se l’idea dello scontro non è ancora stata abbracciata. Si rimane in attesa dell’innesco o “Mental Trigger” cioè qualsiasi azione compiuta dalla parte avversa che ci porti a colpire preventivamente o ad attuare una difesa offensiva. Se si ha già un’idea di cosa fare e ci si attiene a essa (fuga, attacco preventivo e fuga), si agirà in maniera pro
attiva, giocando in anticipo, ed evitando la fase reattiva dello scontro (cioè attendere l’azione di chi minaccia per tentare una contro reazione)
NERO
Qualcuno aggiunge il colore nero. In questo livello state combattendo per la vostra vita, non si torna indietro. L’unica preoccupazione deve essere quella di infliggere quanti più danni possibile alla vostra minaccia allo scopo di far cessare ogni sua azione ostile. L’unica cosa importante a questo punto è rimanere vivi.
È importante, sia nella condizione arancio sia in quella rossa, muoversi in modo da avere un vantaggio tattico che permetta di raggiungere più facilmente l’obiettivo, sia esso la fuga o il combattimento.
Il sistema dei codici è un sistema di gestione degli stati mentali mentre una sua evoluzione creata dal Colonnello Grossman, utilizza i colori legandoli a stati fisiologici come le variazioni della frequenza cardiaca.
Il sistema di Grossman è utilissimo per ciò che concerne lo studio del decadimento delle performance umane sotto stress, ma ovviamente pensiamo che il parametro dei battiti al minuto sia più utile per gli studiosi che per il praticante medio di difesa personale che sicuramente troverà più semplice utilizzare il sistema di Cooper che è basato sugli stati mentali, ricavandone così un semplice impianto strategico al quale attenersi.
Il livello Giallo è l’atteggiamento di prontezza che dovremmo assumere per comunicare inconsciamente a chi ci circonda che siamo pronti a reagire. Questo aspetto acquisisce una certa rilevanza, specie quando ci si riferisce a potenziali aggressioni, è ormai dimostrato che, come in natura nel rapporto predatore-preda, il malintenzionato sceglie con cura la sua vittima individuandola tra gli individui che dimostrano, dal loro atteggiamento, maggiore debolezza o scarsa attenzione.
Per questo motivo la posizione che dovremmo assumere in condizione “gialla” dovrebbe comunicare essenzialmente questo “non sono una vittima potenziale, sono all’erta e pronto a difendermi, vuoi ingaggiare uno scontro con me?”.
Di fronte ad una persona, il corpo dovrebbe essere leggermente ruotato di tre quarti, per offrire un bersaglio con area minore al potenziale aggressore, sia nei confronti di un possibile impiego di armi da fuoco che di un eventuale corpo a corpo.
La posizione dovrebbe garantire la possibilità di assumere con prontezza una “guardia” da difesa, qualora necessario, abbasando rapidamente il baricentro per garantirsi maggiore stabilità in previsione di possibili spinte (finire a terra pregiudicherebbe in maniera sostanziale la nostra capacità di difesa).
Le mani devono essere rilassate e poste dove possono facilmente essere efficacemente impiegate per difesa o offesa: davanti al corpo, sovrapposte sul petto, o sciolte accanto al corpo. Le mani non devono mai essere tenute in tasche o incrociate in quanto rallenterebbe l’assunzione di una posizione “operativa”.
Queste nozioni presuppongono un piccolo cambiamento della nostra posizione neutrale, ma se ci pensate bene lo stato d’animo che ne deriva è del tutto diverso.