1 - Prendi un grosso respiro
Come faccio ad evitare un suono schiacciato?
Una cattiva imboccatura, troppa tensione muscolare ed una postura sbagliata, sono le tre cause principali di un cattivo suono. E' importante sapere che le labbra hanno poco da fare nel suonare uno strumento ad ottone; devono "solamente" rimanere flessibili e vibrare correttamente, in modo da creare il suono. La principale chiave di tutto, invece, sono gli angoli che mantengo la forma dell'apertura delle labbra uguale su tutta la tessitura e l'estensione dello strumento. Se gli angoli della bocca indietreggiano o cedono, come per fare un sorriso, sicuramente ti verrà fuori un suono schiacciato. Pensa sempre ad un suono caldo e rilassato "Ohhh", come quando vuoi appannare un vetro; un soffio carico di umidità. Suona così soprattutto nel registro medio e basso, e pensa sempre ad un bellissimo suono; il TUO miglior suono.
2 - Acuto e grave sono la stessa cosa
Come faccio ad ampliare la mia estensione?
Acusticamente parlando non esiste l'acuto o il grave, ma soltanto frequenze più o meno veloci.
Ecco alcuni esempi che potrebbero aiutarti:
immagina sempre di suonare attraverso il suono, nel suono, e mai al suono;
canta, canta, canta...memorizza l'intonazione nella tua testa e nelle tue orecchie per suonare sicuro in tutti i registri
ascolta e guarda attentamente i migliori musicisti e poi cerca di imitare la loro nonchalanche, soprattutto nei passaggi difficili o su registri impossibili
inizia ad esercitarti nel registro medio e poi, un po' alla volta, espandi il registro in entrambe le direzioni
fai diventare queste idee delle abitudini
3 - Articolazione pulita
Come faccio a suonare con un'articolazione pulita?
L'articolazione è suono. Consiglio sempre ai miei allievi di utilizzare la lingua nella maniera più morbida possibile. Durante l'attacco e l'articolazione delle note, bisogna assolutamente evitare che la lingua superi i denti o vada a finire tra di essi, ma deve restare dietro di essi. Inoltre consiglio di non utilizzare la punta della lingua, ma la parte subito dopo la punta. Questa va a colpire la parte posteriore dei denti superiori, con la punta invece rivolta in basso verso la parte posteriore dei denti inferiori. Per semplificare le cose basti pensare ad un suono "Doohh", molto più morbido, pulito ed elegante, piuttosto che ad un suono "Toohh".
4 - Suonare intonato
Come faccio a suonare al meglio intonato?
Il 99% dei problemi di intonazione può essere risolto tramite un attento ascolto delle note nella loro giusta intonazione. La migliore abitudine è cantare qualsiasi cosa si sta suonando. Ovviamente aiutati con una tastiera o un pianoforte. Più canterai e più migliorerà l'intonazione nelle tue orecchie.
5 - Trovati un bravo insegnante
Un buon insegnante ti fornisce sicuramente migliori possibilità per un'esperienza musicale di successo. Avendolo a disposizione potrai sicuramente ascoltarlo e cercare di imitare il suono di un musicista di alto livello, imparerai ad essere responsabile, fiducioso e ad avere la cura per i dettagli; oltre al fatto che un buon insegnante può darti una visione più ampia dello strumento che stai suonando, del mondo che gira intorno allo strumento stesso e non solo, fornirti mille curiosità e toglierti tutti i dubbi che incontrerai durante il tuo percorso di crescita.
6 - Cresci come "persona"
Un artista ignorante non potrà produrre nulla di significativo.
E’ molto complicato trasmettere qualcosa ad un ragazzino alle prime armi. La maggior parte del nostro linguaggio tecnico risulta per lui assolutamente senza senso e i termini con cui descriviamo ad esempio il suono (brillante, scuro, diesis, bemolle, etc.) sono per lui ancor più misteriosi. E’ molto importante quindi, imparare a tirar fuori i risultati attraverso l’esperienza diretta e la connessione con esempi chiari e concreti. Purtroppo però, chi per i troppi impegni giornalieri, chi per poco senso di responsabilità, chi per i motivi più svariati, non tutti gli allievi sono ben disposti al costante studio giornaliero che uno strumento musicale comporta.
Come facciamo quindi a tirar fuori risultati da allievi che non studiano?
Sembrerà strano, ma sono del parere che non importa se loro si esercitano o meno a casa. Ad essere sincero, per la maggior parte dei miei allievi, non studiare costantemente ogni settimana è assolutamente la norma. Non sempre a casa prendono il loro strumento per esercitarsi tra una lezione e l’altra, studiando magari i fondamentali.
Ma se prima questo mi creava qualche arrabbiatura, ora invece no. Ho ben capito che possono farlo meglio nei giorni successivi in mia presenza, evitando così una cattiva pratica strumentale che potrebbe causare il radicamento di cattive abitudini (difficilissime poi da togliere). Le buone abitudini invece, praticate una volta a settimana, possono sommarsi ed accumularsi in qualcosa di positivo e solido, oltre che ad essere la scintilla che accende nello studente la voglia di migliorarsi sempre più.
Ma oltre all'eventuale miglioramento dei nostri studenti, c’è una ragione molto più importante nell'adottare questo tipo di approccio in risposta al loro “non studio”. Soprattutto gli allievi giovanissimi, possono inquadrare questa loro esperienza musicale sia come qualcosa di positivo, a cui possono riguardare, e sia come qualcosa di negativo, che ricorderanno come un fallimento, avendo così una forte avversione per il resto della loro vita. Esistono molti dentisti, dottori, piloti, politici, ingegneri etc. che da giovani erano studenti di musica molto dotati, che si esercitavano costantemente e studiavano molto. Come ovviamente esistono musicisti di professione che erano degli allievi modello in gioventù. I primi potranno sicuramente offrire supporto ai secondi. Come può ad esempio un avvocato sostenere la sua banda locale se nella sua memoria ci sono lezioni di musica piene di rimproveri? Come può iscrivere i suoi figli nella locale scuola di musica, sostenere spese extra per comprare ad esempio una nuova divisa per la banda o uno strumento professionale per i propri figli?
Per cui, io credo che il successo di un insegnante non si misura solo dalla produzione di grandi musicisti, ma anche e soprattutto insegnando ai propri allievi l’amore per la musica. Se si riesce a mantenere gli studenti interessati, impegnati e divertiti nel fare musica quei pochi minuti di lezione ogni settimana, si sta facendo un grande lavoro per l'intera società, non solo musicale. Se si riesce a farli tornare, è ovvio che avranno ben apprezzato le nostre lezioni, e quel momento in cui loro ritorneranno sarà per noi sempre di enorme soddisfazione. Ma se questo non accadrà si sarà comunque coltivato un appassionato di musica e un piccolo pezzettino di pubblico che apprezzerà la musica nel futuro.
Educare in una qualsiasi arte è molto più di una semplice erogazione di una competenza, piuttosto significa lavorare ad un intero approccio alla vita in cui suonare uno strumento è, forse, la parte meno importante.
Da ragazzo, crescendo a New Orleans, mi ricordo mio padre Ellis, pianista, ed i suoi amici parlare di "sheddin". Quando si trovavano assieme, dicevano: "Hey, tu hai bisogno di andare a fare shed" oppure "Ho fatto shedding duramente".
A circa 11 anni ho capito che “shedding” significava andare nella legnaia, andare a fare la legna – esercitarsi. All'età di 16 anni ho capito cosa fosse esattamente lo "shed" - lavoro duro, concentrato. Quando io e mio fratello Branford abbiamo fatto l’audizione per la banda della scuola superiore, l’insegnante, che conosceva mio padre, era eccitato all'idea dei figli di Ellis che entravano in banda. Però la mia audizione fu così disastrosa che disse: "Sei sicuro di essere figlio di Ellis?". Al momento il suo commento non mi preoccupò più di tanto dato che ero più interessato al basket che alla banda. Negli anni seguenti però incominciai ad esercitarmi seriamente.
L’esercizio è essenziale per imparare la musica – e qualsiasi altra cosa. Mi piace ripetere che il tempo speso esercitandosi è il vero segno della virtù di un musicista. Quando vi esercitate, significa che siete disposti a sacrificarvi per suonare bene. Sebbene l’esercizio sia così importante, i ragazzi trovano difficile applicarsi perché ci sono troppe distrazioni. Perciò li incoraggio sempre ad applicarsi e gli spiego come fare.
Ho sviluppato quelli che chiamo "I 12 modi di Wynton per esercitarsi". Essi funzionano praticamente per ogni attività – dalla musica, ai compiti, allo sport.
1 - Ricercare l’insegnamento: trovate un insegnante esperto che sappia cosa dovete fare. Un buon insegnante vi aiuterà a capire lo scopo dell’esercizio e può insegnarvi metodi per rendere la pratica più facile e produttiva.
2 - Scrivere un programma: un programma vi aiuta ad organizzare il tempo. Assicuratevi di dedicare del tempo a rivedere i fondamentali perché sono la base di tutte le cose complicate che verranno dopo. Se vi esercitate a pallacanestro, per esempio, assicuratevi di dedicare del tempo alla pratica dei tiri liberi.
3 - Fissare degli obbiettivi: come un programma, l’obbiettivo vi aiuta a pianificare il vostro tempo e tracciare i vostri progressi. Gli obbiettivi fungono da sfide: qualcosa per cui impegnarsi in un determinato periodo di tempo. Se un determinato compito si rivela troppo arduo abbassate i vostri obbiettivi: la pratica non deve essere dolorosa per ottenere dei risultati.
4 - Concentratevi: potete fare di più in dieci minuti di pratica focalizzata che in un’ora di sospiri e mugugni. Questo significa nessun videogioco, televisione, radio, solo sedersi e lavorare. Iniziate concentrandovi per alcuni minuti alla volta ed incrementate il tempo un po’ alla volta. Anche sforzi concentrati richiedo pratica, specialmente per i giovani.
5 - Rilassatevi ed esercitatevi lentamente: prendete tempo; non affrettatevi nelle cose. Quando vi impegnate ad imparare qualcosa di nuovo – esercitarsi nelle scale, le tabelline, i verbi spagnoli – avete bisogno di iniziare lentamente e poi aumentare la velocità.
6 - Esercitati di più sulle cose difficili: non abbiate paura di confrontarvi con le vostre inadeguatezze, spendete più tempo per le cose che non sapete fare. Adattate il vostro programma per riflettere i vostri punti di forza e debolezze. Non perdete troppo tempo facendo quello che vi viene facile. Delle esercitazioni proficue comportano il confronto con le proprie mancanze. Non scoraggiatevi. Ci arriverete prima o poi.
7 - Esercitatevi con espressione: ogni giorno andate in giro per realizzarvi, fate quindi ogni cosa con la giusta attitudine. Mettete tutto voi stessi e cercate di fare del vostro meglio, non importa quanto insignificante possa sembrare il compito. Esprimete il vostro stile nel come fare quello che fate.
8 - Imparate dagli sbagli: nessuno è perfetto, ma non siate troppo severi con voi stessi. Se fate uno strike out alla fine della partita, non è la fine del mondo. Rialzatevi, analizzate cosa è andato storto e proseguite. Molte persone lavorano in gruppo o parte di una squadra. Se vi focalizzate sui vostri contributi allo sforzo totale i vostri sbagli personali non sembreranno così gravi.
9 - Non fate gli esibizionisti: è difficile resistere alla tentazione di esibirsi quando sai fare qualcosa bene. Alle superiori avevo imparato una tecnica di respirazione che mi permetteva di suonare un solo di tromba per 10 minuti senza fermarmi per respirare. Ma mio padre mi disse "Figliolo, chi suona per gli applausi, è tutto quello che riceverà". Quando vi scopriranno a fare trucchetti, avrete solo imbrogliato voi stessi ed il vostro pubblico.
10 - Pensa con la tua testa: il tuo successo o sconfitta in qualsiasi cosa dipende, alla fine, dalla tua capacità di risolvere dei problemi; non diventare un robot. Pensa a Dick Fosbury che ha inventato il salto omonimo. Tutti saltavano l’asta di fronte. Poi Fosbury è arrivato saltando da dietro perché riusciva a saltare più alto in quella maniera. Pensare con la propria testa aiuta a sviluppare la vostra capacità di giudizio. A volte potrete giudicare in modo sbagliato e pagarne le conseguenze; ma quando giudicherete giusto ne raccoglierete i frutti.
11 - Siate ottimisti: come vi sentite in relazione al mondo esprime chi siete. Quando siete ottimisti, le cose sono meravigliose o lo diventeranno. L’ottimismo aiuta a superare gli errori e proseguire per migliorare. Vi darà anche resistenza perché avendo un approccio positivo vi farà sempre vedere qualcosa di buono all'orizzonte.
12 - Cercate dei collegamenti: non importa cosa facciate, troverete che l’esercitarsi si collega a tutto il resto. Richiede esercizio imparare una lingua, cucinare dei buoni piatti o rapportarsi bene con le persone. Se svilupperete la disciplina necessaria per diventare bravi in qualcosa, quella disciplina vi aiuterà in qualsiasi altra cosa intraprenderete.
Capire questo tipo di connessione è importante. Più scoprirete le relazioni tra cose che a prima vista sembrano differenti, più grande diventerà il vostro mondo. In altre parole la legnaia può aprire un intero mondo di possibilità.
Studiare musica con un buon insegnante è di fondamentale importanza, ma purtroppo non sempre potrai averlo a tua completa disposizione. Sicuramente le sue lezioni ti aiuteranno a migliorare, ti incoraggeranno e ti sproneranno nel raggiungimento di determinati risultati, ma il grosso del lavoro devi continuarlo tu, a casa tua, da solo. Il maestro a lezione può darti gli strumenti giusti, giuste informazioni ed efficienti consigli, ma se vuoi davvero raggiungere importanti obiettivi devi assolutamente cercare di diventare tu stesso il tuo miglior maestro. Di seguito troverai alcuni consigli che spero ti ritorneranno molto utili nello studio giornaliero e ti aiuteranno a diventare un musicista migliore.
Informarti
Utilizza gli strumenti a tua disposizione. Considera l'ampia varietà di strumenti tecnologici che oggi abbiamo a nostra disposizione; non ci sono scuse per essere disinformati. YouTube è uno strumento meraviglioso, grazie all'ampia varietà di video nei quali si discute di tutto, dalla teoria musicale, alla manutenzione del tuo strumento, dagli esercizi ritmici agli accorgimenti tecnico-strumentali. Da aggiungere alle vostre risorse sono sicuramente le registrazioni di grandi musicisti (disponibili anche gratuitamente in giro per la rete), forum musicali, blog ed interessanti articoli sparsi per tutto il web. MA ATTENZIONE! Sebbene internet sia un potente strumento per imparare da soli, è ad esclusiva responsabilità di chi lo usa decidere se le informazioni che trova sono giuste, accurate ed utili (es. "Trumpet Tips" presente su YouTube è palesemente una satira!). Per cui confrontati sempre con qualcuno più esperto di te.
Fai domande. Non aver paura di chiedere e di relazionarti con gli altri strumentisti e musicisti in generale. Le possibilità possono essere diverse: a scuola, alla banda, in un gruppo di musicisti professionisti della tua zona, ai concerti. Questi sono dei fantastici luoghi dove iniziare a cercare dei mentori musicali o degli insegnanti di qualità. I forum che ci sono in giro per il web (molti frequentati anche da professionisti di chiara fama) hanno un clima abbastanza amichevole dove potrai chiedere curiosità e consigli, oltre che a trovare utili informazioni. Approfittane!
Esercitati
Poniti un obiettivo alla volta. Prendi un aspetto del tuo suonare e focalizzati su di esso (staccato, legato, ritmo, cantabilità, intervalli, intonazione, etc.). In generale, le cose più difficili hanno bisogno di più tempo e più attenzione per essere migliorate. Focalizza la tua attenzione e le tue energie sugli aspetti del suonare che non ti riescono con facilità, una cosa alla volta, evitando di studiare molte cose tutte insieme con risultati non proprio eccezionali.
Sviluppa un piano. Prendi la buona abitudine di avere un diario di studio. Inizia le tue sessioni con un piano dettagliato di come andrai ad impiegare il tuo tempo con lo strumento, durante l'arco della giornata o durante l'intera settimana. Ancora meglio se il piano giornaliero lo scrivi su di un foglio e lo appendi al muro della camera dove ti eserciti, in modo da poterlo vedere facilmente durante la giornata. Poniti degli obiettivi realizzabili a breve ed a lungo termine, e tieni traccia dei tuoi miglioramenti nel tempo (scrivili!), assicurandoti di raggiungere, entro una data di scadenza, gli obiettivi che ti sei posto.
Datti da fare. Dopo aver finito di preparare il tuo piano per migliorare, devi assolutamente metterlo in pratica passando all'azione! Qualità più che quantità è sempre la soluzione migliore in ogni sessione di studio e ricorda che non ci sono scorciatoie per raggiungere i risultati più importanti. Cerca di essere sempre super-concentrato; questo è l'unico segreto per ottenere velocemente risultati.
Analizza e valuta. Fai un passo indietro per analizzare i tuoi progressi. I tuoi sforzi hanno prodotto i risultati desiderati o c'è bisogno di qualche altro accorgimento per il tuo piano? Un efficiente strumento per migliorare è il registratore. Lo puoi avere sicuramente o sul tuo smartphone o sul tuo PC, oppure puoi investire qualche soldino per comprarne uno di qualità (la Zoom fa veramente ottimi prodotti). Anche se spesso può essere scoraggiante riascoltarsi, io invece lo ritengo un modo davvero utile per migliorare e per auto-valutarsi; si sa che con noi stessi siamo fin troppo critici e questo non può essere altro che un bene.
Diventare maestro di te stesso può essere davvero stimolante e gratificante. Selezionare piccoli obiettivi, sviluppare un piano dettagliato, e impegnarsi senza sosta nel raggiungimento dei propri risultati, può essere più facile e divertente con questi piccoli suggerimenti. Combinando il tutto con un giusto mix tra atteggiamento positivo ed un orecchio critico, qualsiasi studente può ottenere importanti risultati, migliorando da solo con il proprio strumento. E ricorda che il miglior maestro che tu possa avere sei soltanto TU.
Qui di seguito ho elencato alcuni utili consigli e abitudini per studiare musica anche senza strumento. Sviluppali/e più che puoi e vedrai che i miglioramenti musicali non tarderanno ad arrivare, anche quando poi ti ritroverai lo strumento tra le mani!
1. Sii curioso
Essere curioso è una delle principali qualità che un musicista deve avere. Questa ti porta a scoprire un sacco di cose: dalle performance degli artisti che più possono ispirarti, al conoscere nuovi generi musicali, nuovi repertori, sonorità e suoni che più possono piacerti ed accattivarti, e tanto altro ancora.
Ovviamente non fermarti mai; oltre a scoprire sempre nuovi artisti, divertiti a scoprire anche chi ha ispirato loro, e così via! Conosci ed informati più che puoi e ricorda: "le possibilità sono infinite per chi sa essere curioso".
2. Prendi ispirazione
Probabilmente lo strumento più importante che si possa usare per migliorare musicalmente è quello di avere degli ottimi modelli di ispirazione, idoli e punti di riferimento. Negli ultimi decenni grazie alle moderne tecnologie (youtube in primis), le nuove generazione hanno sempre più facile accesso a preziose risorse, quali performance, concerti di musicisti affermati, interviste e notizie in generale. Molti artisti girano per il nostro paese facendo praticamente concerti e molti altri li vediamo spesso in televisione. I più fortunati che vivono in grandi città, hanno addirittura la possibilità di ascoltare dal vivo i concerti di grandi orchestre sinfoniche o big band.
Lasciati quindi ispirare dai grandi artisti, di qualsiasi genere, di qualsiasi strumento, apri la tua mente e non limitarti solo a determinate correnti musicali o musicisti; la BUONA MUSICA è una ed una sola e appena puoi, mi raccomando, corri ad ascoltarli dal vivo!
3. Cercati un maestro
Un maestro è essenziale per crescere come musicista di successo; la maggior parte dei grandi musicisti ha avuto, durante il suo percorso, svariati maestri. Anche qui, apri la tua mente e non limitarti a bere da una sola fonte; generalmente diffida dagli insegnati che vietano ai propri allievi di frequentare altri maestri; chi fa bene il suo lavoro non ha paura del confronto con i propri colleghi, anzi spesso lo ricerca volutamente.
Cercati il miglior maestro possibile, perché lui sicuramente non ti seguirà soltanto su competenze tecniche, strumentali e musicali, ma ti fornirà anche preziosi spunti di riflessione che ti stimoleranno e ti incuriosiranno sempre più.
4. Sviluppa un linguaggio musicale
Un requisito fondamentale per ogni buon musicista è quello di avere l'abilità di saper ascoltare, cantare perfettamente intonato, a ritmo e con stile qualsiasi cosa prima di suonarla. Purtroppo però proprio queste abilità, o sono sottovalutate dagli studenti o vengono proprio a mancare in molti musicisti.
Impara e sviluppa al massimo queste abilità, rafforzando sempre più il tuo bagaglio musicale in modo da essere più efficiente durante le tue performance, ottenendo così sempre più risultati di successo.
É ormai risaputo che suonare uno strumento musicale procura enormi benefici, regalando felicità sia a noi che alle persone che ci stanno intorno. Gli psicologi affermano che le attività più soddisfacenti sono quelle condivise con altre persone per il raggiungimento di uno scopo comune. Allora quale miglior occasione per unire musica e collettività, se non quella della musica INSIEME?
Ogni musicista, prima o poi, vorrà unirsi ad altre persone, condividendo questa forte passione in una band, orchestra o gruppo musicale di qualsiasi genere e tipo. Chi frequenta già da tempo queste situazioni musicali è sicuramente al corrente delle capacità basilari che bisogna sviluppare per suonare bene insieme agli altri. Vorrei però aggiungere qualche mio personale consiglio per migliorare sempre più, divertirsi insieme agli altri, e diventare musicisti di successo.
1. Impara a suonare ascoltando! Presi dalla difficoltà dello spartito, dall'ansia da prestazione o da qualsiasi altra cosa, spesso ci isoliamo letteralmente dal contesto musicale che ci circonda. Non c'è cosa peggiore che suonare insieme fisicamente, ma separati musicalmente. Bisogna stare sempre con le orecchie ben aperte a ciò che suonano gli altri, iniziando ad ascoltare prima dagli strumenti più vicini a noi e poi via via sempre più lontano ad ascoltare tutto il gruppo. Solo così si può ottenere un buon risultato musicale collettivo.
2. Impara a suonare contando! E' essenziale che tutti i musicisti di qualsiasi gruppo musicale seguano lo stesso fluire della musica, lo stesso ritmo, senza perderlo mai di vista, o meglio di udito. Bisogna sempre concentrarsi durante la musica, sia quando si sta suonando, sia quando si hanno battute o movimenti di pausa, mantenendo il beat (la pulsazione) sempre ben saldo in testa, senza perdersi. E' meglio suonare una nota sbagliata al momento giusto, che non il contrario. Per esempio, se abbiamo diverse battute di pause seguite poi da un Do, e al suo posto suonassimo un'altra nota, sarebbe sicuramente meglio che suonare un giusto Do una battuta prima o dopo; l'errore sarebbe molto, ma molto più evidente.
3. Impara a gestire gli errori! Certo, non sbagliare mai sarebbe l'ideale, ma fare errori è inevitabile; prima o poi capita a tutti. Quindi la domanda sorge spontanea: cosa fare se dovesse capitare? Se stiamo suonando da soli a casa e ci viene fuori una nota sbagliata, istintivamente la correggiamo, ci fermiamo, ricominciamo da capo, e chi più ne ha più ne metta. Ma se stiamo suonando insieme agli altri, magari proprio durante un concerto, tutto ciò non è possibile e quindi dobbiamo imparare assolutamente a gestire questi errori. Sbagliare è umano, pazienza. Preoccupiamoci quindi delle note successive facendo in modo che siano giuste ed al posto giusto, senza pensare all'errore commesso in precedenza.
4. Impara a suonare al contrario! Ovvio che non intendo farti girare lo spartito al contrario, anche se per certi aspetti l'operazione potrebbe risultare molto interessante dal punto di vista dello studio e della lettura a prima vista. Ma è molto facile prendere l'abitudine, ad esempio, di iniziare una scala sempre dalla nota più bassa, o di suonarla sempre nell'ottava a noi più comoda. Purtroppo però nella musica non sempre troviamo frammenti di scale e/o passaggi che iniziano dalla nota più bassa o nell'estensione più agevole dello strumento; e quando sullo spartito ce li ritroviamo davanti nascono le difficoltà. Risolvile preparandoti bene a casa, studiando con intelligenza, evitando le monotone e noiose routine di studio. Usa la fantasia, suonando ad esempio lo stesso passaggio in una diversa ottava o semplicemente ripercorrendolo al contrario o con una diversa velocità metronomica, o perché no, anche diversa articolazione. Ricorda che stai studiando, ma allo stesso tempo devi divertirti!
5. Impara a suonare scomponendo! Di fronte ad un passaggio difficile si è tentati di correre e farlo fin quando viene alla meno peggio, ripetendolo più volte dall'inizio alla fine, sempre con la speranza che qualcosa di buono alla fine esca. Così facendo però la tua fiducia diminuirà sempre più oltre al fatto che ti stancherai inutilmente. Suona il primo quarto, la prima battuta o la prima frase anche a velocità ridotta se necessario. Quando sarai padrone di questo frammento aggiungi il secondo, poi il terzo e così via. Otterrai così due vantaggi: primo, la maggior parte dei tuoi tentativi andranno a buon fine, non ti demoralizzerai e suonare passaggi difficili sarà sempre più divertente e soddisfacente; secondo, a furia di rifare il passaggio più volte lo imparerai quasi a memoria e lo padroneggerai alla perfezione così che, quando lo eseguirai in concerto, sarai molto più tranquillo e rilassato (il che non guasta mai).
Suonare uno strumento musicale è un enorme divertimento, reso ancora migliore dal suonare in gruppo con altri musicisti.
Provaci!
Saper suonare la tromba in sezione è una componente fondamentale per ogni trombettista, ma in generale per qualsiasi strumentista. Infatti, per diventare un bravo musicista, è di vitale importanza imparare a suonare con gli altri, in qualsiasi formazione strumentale, dal duo tromba e pianoforte fino alla grande orchestra. L'arte del suonare in sezione è impegnativa e deve essere studiata e praticata il più possibile.
Sono tanti i sacrifici che si fanno per vincere un'audizione in un’importante orchestra. La nostra formazione musicale e il nostro studio sono spesso orientati verso la conquista di una prima parte, e suonare la seconda o la terza tromba, il più delle volte, è visto come una sconfitta. Ma assolutamente non è così: tutte le orchestre sono formate da varie e differenti parti; esistono i primi e i secondi violini, esistono i primi e i secondi clarinetti (compreso il clarinetto basso, o addirittura il clarinetto contrabbasso). E così esistono anche le parti di prima, seconda, terza e a volta anche quarta e quinta tromba! È lavoro anche quello, con i suoi compiti e le sue responsabilità. Citando qualche grande compositore come ad esempio Gustav Mahler, nelle sue sinfonie troviamo diverse parti di tromba; che senso avrebbe una sua sinfonia con la sola parte di prima tromba? O peggio ancora suonarla soltanto con le parti dei primi strumenti. Non sarebbe più la stessa. In big band ad esempio la parte di prima tromba è quella che suona nel registro più acuto, ma i solisti sono in genere la seconda e la quarta tromba.
Nel campo della musica commerciale (pop, jazz, rock, etc.) le occasioni di lavoro vengono spesso guadagnate in base alla reputazione del musicista stesso, attraverso audizioni informali o tramite un'agenzia, o il più delle volte, tramite la segnalazione da parte di un altro collega.
La maggior parte dei lavori disponibili, per noi musicisti, sono incarichi di sezione (basta pensare a quante bande musicali suonano e lavorano nel nostro territorio). Il problema è che il musicista, durante il suo percorso di formazione, studia principalmente per eseguire le prime parti di tromba e il suo repertorio solistico. Con la sua bravura può vincere un concorso da prima, seconda o terza tromba, ma difficilmente può mantenere quel ruolo con ottimi risultati se non è abituato a farlo; soprattutto quello di seconda e terza parte!
Vincent Cichowicz, ex seconda tromba della Chicago Symphony Orchestra, parlando del suo lavoro, raccontò che la sua responsabilità da seconda tromba era quella di far suonare alla grande sia la prima tromba che tutto il resto della sezione. Era molto orgoglioso di farlo e di condividere queste abilità con i suoi studenti, insegnando loro il mestiere.
Molti studenti, tuttavia, non ricevono una formazione su come ricoprire al meglio un ruolo di sezione, come ottenere un buon suono complessivo, come dare la giusta articolazione o come creare un buon bilanciamento generale. Riuscire a lavorare bene con gli altri sembra semplice, ma non lo è affatto. La maggior parte di noi si troverà in situazioni e circostanze in cui bisognerà collaborare con personalità forti e che non sempre si mescolano bene con il resto del gruppo. Da ciò può scaturire un'esperienza musicale poco piacevole e poco gratificante, ma purtroppo bisogna sapersi adattare; è il nostro lavoro.
Quando suoniamo in sezione dobbiamo sapere che non stiamo “recitando” una prima parte, percui il nostro ego va tenuto sotto controllo. Dobbiamo capire che il nostro compito è quello di far suonare alla grande l’intera sezione, senza voler essere i protagonisti a tutti i costi. Non sempre ci ritroveremo a suonare con i nostri amici, ma soprattutto, per far bene il nostro lavoro, non è obbligatorio che i nostri colleghi ci stiano simpatici! Un vecchio maestro disse: "Entra, tieni la bocca chiusa, suona e vattene". Sono parole piuttosto chiare e forti, ma in realtà significano che prima di dare un giudizio sulle persone o sul loro modo di suonare, ascolta e osserva le loro interazioni sia con te che con il resto del gruppo, ma soprattutto come si pongono nei confronti della musica. Molte volte si impara di più osservando che facendo domande.
Quando lavori in sezione con i colleghi, sii una persona positiva; quando formuli delle domande, pontile in un modo positivo e disponibile, senza giudizio. Se senti articolazioni o fraseggi incoerenti con la musica o fra i componente della sezione, chiedi sempre al capo della sezione (la prima tromba, leader) o al direttore: "Come lo suoniamo?" o "Come vuoi che lo articoliamo?" Anche se la risposta non è quella che ti aspetti, prendi un appunto sullo spartito e suona come ti è stato detto. Se sviluppi un buon rapporto con il direttore, con il capo sezione e con tutti gli altri tuoi colleghi, potresti essere in grado di suggerire valide alternative; ma quando lo fai, esprimiti sempre in modo chiaro e positivo. Riceverai una risposta molto migliore e sarai sulla strada giusta per ottenere un eccellente rapporto professionale con tutti.
Essere consapevoli del ruolo ricoperto in sezione non richiede una mentalità tanto diversa dal suonare come leader, ma necessita di alcune capacità decisionali diverse e talvolta anche più difficili.
Per suonare insieme intonati, dobbiamo prima di tutto sapere perfettamente dove si trova l’intonazione del nostro strumento rispetto ad un accordatore con il LA a 440 Hz. Personalmente credo molto nell’utilità dell'accordatore; è anche vero che l’intonazione debba venire soprattutto dall’ascolto di sé in riferimento al suono degli altri. Ma come fa uno studente alle prime armi e senza esperienza ad imparare a suonare con una buona intonazione? Un modo per farlo è quello di registrarsi, suonando una nota lunga e ferma, come ad esempio la tonica di un accordo. Riprodurla successivamente con il registratore e suonare altre note di quell’accordo. Al giorno d’oggi la tecnologia ci viene in aiuto, e certamente non mancano applicazioni simili sul tuo cellulare! Dobbiamo iniziare con un’intonazione ferma e solida e continuare a lavorare da lì. In un mondo “ideale”, il nostro Do all'inizio di una composizione dovrebbe essere lo stesso Do che ritroviamo alla fine del brano, ma sfortunatamente, anche in gruppi molto bravi, l’intonazione può oscillare su e giù a seconda di diversi fattori: il caldo, la fatica, l'eccitazione, etc. Un buon musicista dovrebbe essere subito in grado di reagire e adattarsi a questi cambiamenti, mettendo le note al posto giusto all'interno di un accordo, o meglio ancora, dell’intera composizione.
Padroneggiare l'arte del suonare in sezione significa conoscere le tendenze e le abitudini di tutti i tuoi colleghi di sezione. La prima tromba è costantemente crescente nel registro acuto? Il primo trombone suona crescente con la prima tromba? Come membro della sezione, potresti trovarti davanti ad una difficile scelta: accordare la tua nota sull'intonazione generale dell'ensemble o con quella della prima tromba? Come fai a sapere su chi sintonizzarti?
In realtà dipende dalla posizione della tua nota all'interno dell'intero accordo. Se suono a distanza di ottava con la prima tromba, è con lei che devo essere intonato. Le ottave tra trombe sono dannatamente fastidiose quando sono stonate, specialmente nel registro superiore. In alternativa, se ho una nota all'interno dell'accordo, come ad esempio la terza, le mie orecchie devono adattarsi alla migliore posizione di intonazione di questa nota, all'interno dell'accordo stesso. Quinte, settime, undicesime e tredicesime hanno tutte una loro posizione ottimale in un dato accordo. La terza dovrebbe essere leggermente calante, circa da tredici a venti centesimi, a seconda del riferimento utilizzato. Ovviamente, il miglior riferimento è sempre il nostro orecchio, ma sapere dove direzionare l’intonazione è molto utile, soprattutto se sei alle prime armi. Però un musicista che ha la terza di un accordo potrebbe non trovare la posizione ottimale della sua nota perché tale slot non esiste se, ad esempio, la prima tromba e il primo trombone non suonano intonati in ottava. La posizione migliore è spesso un compromesso e i musicisti di sezione, durante una esibizione, devono prendere decisioni difficili come questa all’istante.
La matita è il modo migliore per segnarsi tutto, comprese le tendenze di intonazione. Segna con delle frecce gli aggiustamenti che devi fare per centrare le note dove sono più intonate. Questo non significa che avrai sempre bisogno di fare tutti gli aggiustamenti, ma almeno così conoscerai la tendenza dell’intonazione in particolari punti del brano, e questo ti aiuterà ad essere più preciso.
Abbinare ritmo, articolazione e stile richiede un livello di attenzione e concentrazione che sia allo stesso tempo deciso e reattivo. È necessario suonare in modo deciso come la prima tromba per evitare di suonare in ritardo o fuori sincrono, ma allo stesso tempo bisogna suonare in modo reattivo per cogliere eventuali e piccole deviazioni nell'articolazione, nello stile o nell’intonazione del momento. Segna nella tua parte qualsiasi sfumatura usata dal leader, come ad esempio la lunghezza delle note, lo stile, l’articolazione o le dinamiche. Più informazioni avrai sulla tua parte, più sarai preparato a suonare esattamente con la stessa interpretazione della prima tromba. Essere reattivi in una sezione significa ascoltare attentamente e apportare le modifiche necessarie man mano che ne senti la necessità. Detto ciò, è normale che non si può essere completamente reattivi all’istante. Ecco perché tutte le questioni riguardanti l’interpretazione musicale, l’articolazione, le dinamiche, le note giuste, etc. devono essere segnate con precisione sui nostri spartiti. Ed ecco perché le prove sono così importanti; servono a questo! Se sai già come suona la prima tromba e tutti gli altri colleghi di sezione, puoi concentrarti meglio sulla la tua parte in modo da essere più deciso e reattivo.
Il bilanciamento e la fusione all'interno della sezione e dell'insieme sono importanti quanto qualsiasi altro aspetto musicale. Come musicisti di sezione, non possiamo metterci davanti alla musica o all'ensemble, senza aver prima studiato singolarmente la nostra parte, e successivamente aver segnato sui nostri spartiti tutto il necessario.
La chiave per un buon risultato è conoscere il contesto e i nostri colleghi. Facciamo alcuni esempi: una dinamica forte non è uguale in tutte le situazioni e i tipi di musica. Un forte di Mahler non è identico ad un forte di Mozart, e la gamma dinamica di una big band non è la stessa di quella di un'orchestra da camera o di un duo con accompagnamento pianistico. Inoltre, quando si suona in un'opera o in un musical, è necessario prestare particolare attenzione al bilanciamento dell'ensemble con le voci sul palco. Il tipo di ensemble e il tipo di ambiente dove suoniamo sono molto importanti. La buca per l’orchestra è aperta e larga o stretta e troppo giù rispetto al palco? Stiamo suonando in un teatro o su un palco in una piazza gremita di gente? Suoniamo amplificati da microfoni o stiamo suonando in acustico? Questi fattori determinano tutto il contesto e un musicista deve esserne consapevole per prendere le giuste decisioni e bilanciarsi con tutto l'insieme.
Come abbiamo già detto, uno dei compiti più importanti della sezione è avere in primis l'equilibrio con il leader. Se sto suonando come seconda o terza tromba, chiedo sempre alla prima come vuole che io suoni. Ad alcune prime trombe piace sentire il suono della seconda o della terza mescolato all'interno dei suoi suoni. Non vogliono sentire il suono della sezione ad un volume superiore al loro. Ad altre prime trombe, invece, piace sentire il suono della seconda un po più forte, e ancor di più quello della terza, come una piramide di suoni, con meno in alto e più in basso.
Ma bilanciarsi e fondersi con il primo strumento è solo una parte di tutto il lavoro; dobbiamo anche essere costantemente consapevoli dell'equilibrio all'interno dell’intera sezione, dell'equilibrio con l'intero gruppo e delle esigenze dello stile musicale da suonare. Un buon musicista capisce subito il tipo di suono più adatto ad ogni situazione. Inoltre, la scelta dell'attrezzatura adatta è una considerazione importante quando si pensa all’amalgama della sezione. Potrebbe essere necessario suonare con strumenti uguali (magari lo stesso modello della stessa marca) o con caratteristiche molto simili a quelle della prima tromba, se vogliamo veramente mescolare bene il tutto. I tipi di bocchino e tromba aiutano a produrre determinate caratteristiche sonore, come un suono più scuro o più brillante, e l'attrezzatura influisce anche sulla chiarezza delle articolazioni, sulla velocità di risposta dello strumento e sulle tendenze di intonazione. Spetta a ciascun musicista scegliere gli strumenti più efficienti ed efficaci per un determinato lavoro.
Poiché la maggior parte delle opportunità lavorative sono posti di sezione, è importante fornire agli studenti gli strumenti e le competenze di cui hanno bisogno per svolgere al meglio quel lavoro. Purtroppo mancherà una parte importante della loro formazione se gli insegniamo a suonare solo parti da prima tromba. Se insegniamo loro come essere dei buoni musicisti di sezione, come abbinare e mantenere l’intonazione della sezione, come essere consapevoli delle giuste articolazioni da usare, e come ottenere un buon bilanciamento generale e amalgamarsi in qualsiasi condizione, saranno già pronti per qualsiasi situazione, anche le più difficoltose. Molti studenti purtroppo non colgono l'importanza di suonare in sezione o non sanno cosa serve per essere un valido elemento di sezione. È molto importante insegnargli queste abilità.
L’elemento più importante di una buona sezione è il legame interpersonale che si instaura fra i suoi componenti. Avere un buon rapporto con tutti è già il primo passo verso il successo. Generalmente, in una sezione orchestrale con un nutrito organico, ci sono quattro parti di tromba: prima tromba, seconda tromba, terza tromba (chiamata anche assistant o associate) e quarta tromba (utility), ciascuna con i propri ruoli e i propri compiti. Suonare in sezione è davvero un gioco di squadra! Da studenti, di solito studiamo solo le prime parti di tromba o concerti per tromba solista, ma durante la nostra carriera non sempre ci ritroveremo a svolgere ruoli principali. Per cui è necessario, se non fondamentale, sapere quali sono le particolari sfide da affrontare e i doveri di ogni singola parte/posizione.
Prima tromba
La prima tromba deve essere prima di tutto coerente e comunicare con gli altri colleghi in modo chiaro, aiutandoli a capire cosa fare esattamente e come farlo. Questa abilità di leadership richiede la conoscenza e l'uso del linguaggio del corpo, oltre che ad una chiara e comunicativa respirazione, soprattutto dal punto di vista musicale. Avere un leader abile a guidare empaticamente la sezione in questo modo, in unione ad un'alta sensibilità ricettiva dei suoi colleghi, aiuterà l’intera sezione a funzionare alla perfezione come un unico corpo. Un’altra responsabilità della prima parte è quella di trasmettere in modo chiaro lo stile e il giusto carattere musicale del brano, oltre che alla qualità del suono, dell'equilibrio generale, dell'articolazione, della durata delle note, delle dinamiche, dell'intonazione e alla scelta delle sordine. Ovviamente tutte queste decisioni devono essere in linea con il pensiero musicale del direttore d’orchestra, lasciando da parte il proprio spirito di intraprendenza. L'integrazione della sezione di trombe nell'intera trama orchestrale è una delle responsabilità principali della prima tromba; è lei la responsabile del suono generale di tutte le trombe. Il suono generale della sezione e il modo in cui esso si adatta al resto dell'orchestra determina quali strumenti dovrebbero essere usati per ogni parte. Queste scelte si basano sull'epoca del brano, sul genere, sullo stile del compositore, sulla strumentazione, etc. Anche l’ambiente acustico gioca un ruolo importante su decisioni di questo genere. Un altro fattore può essere lo stile o la tradizione di una determinata orchestra; ad esempio le orchestre tedesche usano tutte la tromba a cilindri, con un suono più rotondo e caldo rispetto alla tromba con i pistoni. È fondamentale tenere conto di tutti questi elementi e evitando di fare scelte basate esclusivamente su quello che potrebbe essere lo strumento più facile da suonare.
Seconda tromba
La seconda tromba, in particolare, ha un ruolo importantissimo per il suono generale della sezione. Molte volte, soprattutto nelle opere di compositori classici come Beethoven, Brahms o Schumann, la sezione (fatta solamente da due parti, prima e seconda tromba) suona in ottava, con la prima parte “seduta” comodamente su una solida ottava inferiore suonata dalla seconda tromba. Una valida seconda tromba deve essere come un camaleonte, non solo adattandosi al leader (come la sua ombra), ma anche fungendo da ponte tra le trombe e i corni (o tromboni, a seconda del repertorio). È importante sapere quando essere di supporto alla prima tromba o quando suonare al suo stesso modo e con le sue stesse intenzioni. Il compito principale della seconda tromba è quello di dare più possibile comodità alla prima. Inoltre, conoscere la struttura armonica di un brano lo aiuta a valutare meglio dove essere di supporto al leader e dove agire da ponte con il resto della sezione. Con l’esperienza, un’esperta seconda tromba può addirittura anticipare l’intenzione musicale della prima e restare istintivamente al suo fianco.
Terza tromba
La terza tromba (assistant, associate) è un ibrido di tutte le posizioni della sezione. Il suo compito principale è quello di essere come una sorta di sollievo alla prima tromba. Per svolgere al meglio questo ruolo, è importante sintonizzarsi sulla stessa mentalità del leader al fine di entrare efficacemente in azione quando necessario. Oltre a questo, l’assistant deve essere in grado di suonare in modo efficace tutte le parti interne a lui assegnate. In molte opere, specialmente quelle di Bruckner, Strauss e Mahler, la terza tromba suona parti completamente diverse dal resto della sezione. Questa particolare esigenza richiede al musicista di creare un efficace equilibrio tra lavoro individuale (a volte anche solistico) e lavoro di supporto all’intera sezione.
Quarta tromba
La quarta tromba suona spesso le parti più basse della sezione. Non è un ruolo semplice perché richiede un suono presente, uniformità sonora in tutti i registri e maggiore flessibilità e controllo, soprattutto nel registro basso. Suonare come quarta tromba è anche un ottimo allenamento nel lavoro di squadra dato che bisogna sempre stare attenti a tutto ciò che accade nelle altre parti. Bisogna imparare a fare tutti gli opportuni aggiustamenti (dinamica, stile, intonazione, etc.) e acquisire l'abilità di interpretare il sottile linguaggio del corpo e gli spunti musicali della tromba principale, spesso seduta ad un posto più distante.
In conclusione, la sezione di trombe non è altro che un intricato sodalizio fra quattro individui (in realtà a seconda del brano), dove ognuno dei quali gioca un ruolo unico e fondamentale per il raggiungimento di uno scopo comune. La preparazione è un dovere e una responsabilità di tutto il gruppo. Arrivando al lavoro preparato, sei libero di concentrarti sull'integrazione più adeguata della tua parte in un contesto più ampio. Per molti versi, essere membro di una sezione è come suonare musica da camera e richiede la stessa abilità e sensibilità di un grande quartetto (o quintetto). Il lavoro è impegnativo, ma ne vale la pena; i risultati saranno nelle orecchie di tutti.
È ormai risaputo che all'aumentare della temperatura, l’intonazione di tutti gli ottoni (ma in generale di tutti gli strumenti a fiato) diventa più alta. La causa di ciò è spesso fraintesa, anche da musicisti professionisti o più esperti. In effetti, è controintuitivo che lo strumento diventi crescente man mano che si riscalda, poiché sappiamo che il metallo si espande quando si riscalda, e l’allungamento dello strumento dovrebbe abbassare l’intonazione naturale, non alzarla. Basta pensare al funzionamento del trombone; più si fa scendere la coulisse e più avremo suoni gravi. Per capire perché la tromba diventa crescente mentre si riscalda, bisogna iniziare a definire esattamente che cosa è il suono, ma in particolare, cos'è il suono musicale.
Tutti i suoni derivano da un cambiamento di pressione nell'aria intorno a noi. Se non ci fosse atmosfera, non ci sarebbe suono. Contrariamente a quanto si vede nei film, le esplosioni nello spazio non producono alcun suono. Sentiamo il suono perché la variazione della pressione atmosferica fa sì che il nostro timpano si muova in modo molto simile alla vibrazione della pelle di un tamburo. La velocità con cui si muove il nostro timpano è molto importante. Quando si viaggia in aereo, la pressione dell’aria cambia molto lentamente; sicuramente è possibile avvertire questo cambiamento di pressione, ma certamente non classifichiamo questa sensazione come suono. Invece se il timpano si muove avanti e indietro con un movimento dolce e regolare, la risultante di questa sensazione sarà per noi un suono. Ad esempio, un suono C4 (do centrale) fa muovere il timpano avanti e indietro in modo fluido 262 volte al secondo. Il suono è caratterizzato dal numero di volte in cui la pressione dell'aria (e quindi anche il nostro timpano) subisce un aumento e una diminuzione in un preciso secondo; questo movimento è chiamato frequenza del suono.
Cerchiamo ora di capire cose si muove il suono. Ovviamente ci vuole del tempo prima che la variazione di pressione (ossia il suono) si sposti da un punto all'altro dello spazio. Nell'aria il suono viaggia a circa 330 m/s a 0°C (190 km/h circa) e a 344 m/s con una temperatura di 20°C (235 km/h circa). Anche se di solito non ci pensiamo, la velocità del suono gioca un ruolo importante in molti aspetti del suonare la tromba; uno di questi è appunto il cambio di intonazione al variare della temperatura.
Quando la temperatura è di circa 10°C e l'umidità relativa è del 50%, sono necessari circa 0,0039 secondi affinché il suono prodotto dalle tue labbra sul bocchino raggiunga la campana di una tromba in si bemolle (la lunghezza di una tromba in sib è di circa 133 cm). Naturalmente, con trombe di tagli più piccoli, e quindi più corte come ad esempio la do o la mib, ci vuole ancora meno tempo. Se la temperatura aumenta a 20°C, aumenta anche la velocità del suono a 344 m/s. A questa temperatura, il tempo impiegato dal suono per percorrere lo spazio che va dalle labbra alla campana è leggermente diverso: circa 0,0038 secondi. Questo piccola variazione di tempo impiegata dal suono per raggiungere la fine della tromba ha esattamente lo stesso effetto dell'accorciamento dello strumento (circa l’1%). Per una tromba in si bemolle, questo cambiamento di temperatura da 10°C a 20°C ha lo stesso effetto che se si ha accorciando la tromba di circa 1,3 cm. Pertanto, per rimanere intonati, è necessario allungare lo strumento tirando fuori la pompa di intonazione di circa 1,3 cm.
Comprendere gli effetti della velocità del suono sulle prestazioni dello strumento porta ad alcune riflessioni interessanti. Anche l'umidità influisce notevolmente sulla velocità del suono, infatti all'aumentare dell'umidità il suono viaggia più velocemente.
Infine, cosa succederebbe se respirassi elio prima di suonare la tromba? Naturalmente lo strumento suonerà in maniera diversa; la velocità del suono nell'elio è circa tre volte superiore a quella nell'aria. Pertanto, ipotizzando di riempire la tromba con solo elio, l'effetto sarà simile a quello dell’accorciamento dello strumento, da 133 cm a 44/45 cm; ciò innalzerà il registro di circa un’ottava e mezzo. Ma tieni presente che respirare elio non è per niente salutare, per cui ti conviene studiare il registro superiore della tromba con altri metodi.
La tromba esiste da migliaia di anni; esistono testimonianze di questo strumento, o di strumenti "simili alla tromba", in quasi tutte le culture primitive. Solo a metà del XIX secolo, però, i costruttori di strumenti hanno iniziato a sperimentare la creazione di una tromba che fosse in grado di suonare una scala cromatica, o almeno uno strumento che fosse in grado di riempire, in qualche modo, i salti che si verificano nella sequenza naturale degli armonici. Lo strumento che utilizziamo oggi non esisteva fino all'inizio del XX secolo. Questo è uno dei motivi per cui la tromba non gode dello stesso vasto repertorio del violino o del pianoforte; e se consideriamo il fatto che la tromba è uno strumento monofonico, fondamentalmente in grado di produrre una sola nota alla volta, scopriamo che il repertorio per tromba sola diventa ancora più scarno.
Ma ciò non significa che il repertorio per tromba sola sia insignificante o di scarso valore. Le opere “non accompagnate” hanno avuto un ruolo importante nella storia della tromba, a partire dalle sue origini. La tromba è stata inizialmente utilizzata, nella sua versione senza pistoni, come strumento di segnalazione, eseguendo richiami e fanfare senza accompagnamento, per una varietà di funzioni e scopi. La Fanfara Abblasen, composta da Gottfried Reiche, è un buon esempio di fanfara senza accompagnamento di epoca barocca. Ludwig van Beethoven scelse di utilizzare uno squillo per tromba sola nel mezzo delle sue Ouverture Leonore n. 2 e n. 3, mentre Gustav Mahler scelse una tromba solitaria per iniziare la sua solenne Sinfonia n. 5. Attualmente, la tromba solista gode di una certa popolarità in molte colonne sonore di film contemporanei, spesso in grado di trasmettere l'equivalente musicale di un attore che presenta un soliloquio.
Ogni strumento musicale ha le sue difficoltà di esecuzione in un modo o nell'altro, ma la tromba è generalmente considerata uno degli strumenti più impegnativi dal punto di vista atletico/muscolare, in parte a causa della resistenza o della contropressione sperimentata durante l'esecuzione, ma anche a causa della forza necessaria ai muscoli facciali per formare la giusta imboccatura utilizzata per produrre i suoni. Pertanto, uno dei problemi tecnici principali nell'esecuzione di opere per tromba sola è quello della resistenza. Il compositore deve creare un'opera in cui l'uso di salti ampi, suoni lunghi e registro acuto siano impiegati con cura; l'esecutore invece deve, attraverso un'attenta pratica, imparare a ritmare il suo modo di suonare in modo da ottenere un'esecuzione piacevole e di successo.
Una caratteristica comune a tutti i brani per strumento solo è la potenziale monotonia timbrica: l'attenzione dell'ascoltatore può venir meno se esposto allo stesso timbro per un periodo di tempo prolungato. Per ovviare a questo problema, alcuni compositori richiedono l'uso di sordine; gli esecutori invece, possono anche scegliere di utilizzare strumenti diversi come la cornetta, il flicorno o la tromba a cilindri per variare il timbro. Probabilmente, a causa di questa uniformità timbrica, i brani per strumento solo sono spesso più brevi delle sonate o dei concerti per strumento solista e orchestra.
Un'altra sfida da affrontare quando ci si approccia ad un brano per tromba sola è la gamma delle dinamiche. Il motivo per cui un'orchestra sinfonica è capace di comunicarci diverse emozioni è perché è in grado di produrre sia suoni straordinariamente morbidi (sezione di archi in pianissimo), che suoni terribilmente forti (basta pensare ad alcuni passi del Sacre du Printemps di Stravinsky). È normale che quando si esegue un'opera con un solo strumento, la gamma delle dinamiche si riduce. Quando eseguiamo brani per tromba sola dobbiamo assolutamente prestare particolare attenzione a sviluppare e trasmettere con successo tutte le dinamiche indicate. Anche il silenzio svolge un ruolo molto importante: in molte opere non accompagnate, esso viene utilizzato per controbilanciare le parti suonate (uso di corone poste sopra le pause o annotando periodi di tempo specifici, solitamente in secondi). L’andamento metronomico è un'altra questione tecnica da tenere in considerazione nell'esecuzione di tutte le opere non accompagnate. L'esecutore deve essere in grado di eseguire la musica a tempo adeguatamente veloce in modo da contrastare efficacemente con i movimenti più lenti e larghi. La musica con tempi più lenti deve essere eseguita con una lentezza sufficiente a trasmettere il contenuto emotivo e, così facendo, spesso "prepara" o crea un contrasto efficace con la musica più veloce.
La programmazione del repertorio non accompagnato presenta dei vantaggi: uno dei principali è la possibilità che l’esecutore ha di esprimersi liberamente. Poiché non è previsto alcun accompagnamento, non è necessario mantenere una rigida coerenza tra un'esecuzione e l'altra. Se l'esecutore desidera prendersi delle libertà con il tempo o cambiare un passaggio con il rubato in reazione a come si sente al momento, o magari in reazione a un particolare pubblico, è libero di farlo senza la necessità di allinearsi con qualsiasi tipo di accompagnamento. I brani per strumento solo offrono sufficienti variazioni timbriche per diversificare adeguatamente il suono di un intero recital. Inoltre possono essere inseriti anche all’interno di un programma dove ci sono sia brani per tromba e pianoforte, che brani per quintetto di ottoni o altri ensemble. La varietà è il segreto per mantenere alta l’attenzione del pubblico. Inoltre, il repertorio non accompagnato può essere eseguito ovunque. Questo può offrire agli esecutori una maggiore flessibilità in termini di luoghi in cui eseguire i recital e può anche offrire una novità interessante per il pubblico, come ad esempio ascoltare un assolo da una balconata o da un'area del backstage, piuttosto che dal palcoscenico. Dal punto di vista logistico, il repertorio non accompagnato può essere imparato ed eseguito molto facilmente, poiché non coinvolge altri musicisti; tutte le prove sono a disposizione dell'unico esecutore. Alcuni brani per strumento solo possono essere degli ottimi pezzi da bis.
Nello studio didattico, l'uso del repertorio senza accompagnamento presenta vantaggi e svantaggi. Lo svantaggio principale è che lo studente non può esercitare la capacità di creare musica con un'altra persona, un'abilità vitale per lo sviluppo di un musicista. Al contrario, i vantaggi possono essere diversi. Uno dei principali è che l'insegnante può monitorare accuratamente le capacità dello studente di sapersi gestire, eseguire tempi e dinamiche contrastanti, suonare il tutto con una buona intonazione ed esprimere il suo pensiero musicale, in maniera indipendente. Questo è un vantaggio che può essere particolarmente prezioso per gli studenti. La maggior parte dei trombettisti impara a suonare in ambienti scolastici, dove le esecuzioni di musica di insieme sono prevalenti. Di conseguenza, molti studenti imparano a suonare seguendo o gli altri o un direttore d'orchestra. Se da un lato questo può essere interpretato come un vantaggio per l'apprendimento della musica, dall'altro potrebbe essere uno svantaggio. Potrebbe capitare che alcuni studenti non siano in grado di esprimere il proprio pensiero musicale al di fuori di un ensemble o senza la direzione di un direttore. La musica da camera e le esperienze solistiche sono fondamentali per contrastare questo inconveniente e sviluppare un musicista completo. Il repertorio non accompagnato, che mette a nudo le debolezze esecutive dello studente, può essere particolarmente efficace per centrare questo obiettivo. Un altro vantaggio dell'esecuzione di un'opera non accompagnata è che l'esperienza esecutiva sul palco è molto diversa rispetto all'esecuzione con altri musicisti. Una volta raggiunto un certo grado di confidenza e tranquillità con l'idea di esibirsi da soli sul palcoscenico, alcuni musicisti scoprono che il legame tra loro e il pubblico può essere forte e divertente, ottenendo così un’esecuzione più piacevole e gratificante.
Di seguito è riportato un breve elenco di brani per tromba sola che potrebbero essere utili per costruire un proprio repertorio in tal senso:
Adler, Samuel - Canto I
Arnold, Malcolm - Fantasy, Op. 100
Benterfa, Maurice - Tonalities
Borishansky, Elliot - Intensity III
Bozza, Eugene - Graphismes
Burrel, Howard - Five Concert Studies
Cheetham, John - Concoctions
Coleman, Dan - Liquid Prelude
De Luca, Rosario - Studio n. 1
Dlugoszewski, Lucia - Space is a Diamond
Erickson, Robert - Kryl
Fedele, Ivan - High
Frackenpohl, Arthur - Statements
Friedman, Stan - Poem for a Fallen Hero; Solus
Gallagher, Jack - Sonata for Unaccompanied Trumpet
Hailstork, Adolphus - Variations
Henderson, Robert - Variation Movements
Henze, Hans Werner - Sonatina for Solo Trumpet
Hvoslef, Ketil - Tromba Solo
Ketting, Otto - Intrada
Korf, Anthony - The Living Daylights
Kupferman, Meyer - Five Predictions
Larsen, Libby - Fanfare for the Women
Lewis, Robert Hall - Monophony VII
Morril, Dexter - Nine Pieces for Solo Trumpet
Persichetti, Vincent - Parable XIV
Plog, Anthony - Postcard, Miniatures
Ponzo, Mark - Realizations for Solo Trumpet
Presser, William - Suite for Solo Trumpet
Renwick, Wilke - Encore Piece
Sampson, David - Litany of Breath; Notes from Faraway Places; Solo
Sehyung, Kim - Sijo_170213
Schuman, William - 25 Opera Snatches
Takemitsu, Toru - Paths
Thomas, Augusta Read - Sonata for Solo Trumpet
Tull, Fisher - Eight Profiles for Solo Trumpet
Vizzutti, Allen - Cascades
Whittenberg, Charles - Polyphony
Wilson, Dana - I Remember …
Wolpe, Stefan - Solo Piece for Trumpet
Tutti gli allievi all’inizio sono molto entusiasti di intraprendere lo studio di uno strumento musicale. Durante le prime lezioni o le prime settimane di scuola spendono tantissime energie nell’affrontare un mondo nuovo ai loro occhi. Dopo un po’ però, può capitare che alcuni di loro perdano entusiasmo e voglia di imparare sempre cose nuove. Quando arrivano le prime difficoltà, alcuni di loro possono davvero scoraggiarsi, e abbandonare lo studio dello strumento. Ecco alcune idee che possono riaccendere la voglia di imparare a suonare, con grande grinta e divertimento.
Aiutali a ritrovare la scintilla originale che li ha portati a suonare la tromba. Non dimenticate che l'amore per la musica li ha portati da voi. Forse sono venuti nella vostra scuola proprio per studiare con voi. Suonare per loro e con loro in ogni lezione. Fate da modello per un buon suono. Utilizzare durante le lezioni una sorta di "call and response", ovvero un approccio del tipo "io lo suono e tu lo suoni". Mostrate loro come fraseggiare, articolare e respirare non solo durante le lezioni, ma anche durante le esibizioni. Certo, vedranno che alcune volte commetterete degli errori; meglio! Mostrate la vostra umanità (con tutti i difetti), ma alla fine riuscite a ottenere una grande performance. Questo li aiuterà a capire che non devono essere perfetti per dei buoni risultati. Cercate di ispirarli il più possibile con il vostro modo di suonare.
Ascoltate le registrazioni con loro e assegnate loro dei compiti di ascolto. Confrontare diverse esecuzioni dello stesso brano attraverso le registrazioni è sempre stata una delle mie strategie preferite. Con tutte le fonti online e la tecnologia disponibile, oggi è molto facile farlo. Si ottengono ottimi risultati nel mostrare diverse interpretazioni dello stesso brano attraverso supporti video e audio. Tuttavia non bisogna dare per scontato che i ragazzi sappiano da soli cosa ascoltare per migliorare la loro performance, solo perché hanno accesso a tanta tecnologia. Anzi, non date nulla per scontato! Bisogna dare loro delle dritte e condividere la nostra ammirazione per i grandi interpreti e le loro performance.
Fate sapere loro quando stanno facendo progressi. Dire continuamente a uno studente quali sono le sue carenze raramente porterà benefici. In tutti gli studenti c’è sempre qualcosa di corretto; basatevi sui loro punti di forza. I più grandi insegnanti sono tutte persone fantastiche, positive e disposte a condividere ciò che sanno. Bisogna essere dei "gentiluomi" in tutte le lezioni.
Fare qualcosa a modo loro. Raccogliete recensioni dai vostri alunni, oltre che a farvi suggerire attività e repertorio da suonare. Abbiamo il compito di insegnare e guidare le nostre lezioni e le nostre classi anche in direzione dei loro gusti. Siamo i depositari dell'esperienza e delle conoscenze che guidano questi giovani verso i loro obiettivi. Tuttavia, quando è possibile, lasciamo che abbiano voce in capitolo. Ad esempio, credo sia importante dare agli studenti la possibilità di decidere quali brani suonare nel nostro ensemble di trombe. Molti di loro sanno arrangiare brani; perché non presentarli in qualche concerto?. Allo stesso modo, a volte, quando si sceglie il repertorio un determinato repertorio solistico. Le scelte sono tante: ascoltiamo insieme le registrazioni dei brani e prendiamo in considerazione le scelte e le idee dei nostri allievi.
Individuare i loro interessi. Non è detto che alla fine tutti diventeranno dei trombettisti di professione. Bisogna conoscere i loro interessi, e cercare dei punti di collegamento con i programmi di studio dello strumento e con la musica in generale.
Portateli a una conferenza o coinvolgete artisti ospiti. È sempre bello sentire un altro insegnante, soprattutto se di fama mondiale, dire agli studenti esattamente quello che abbiamo detto noi. Tuttavia è altrettanto bello per gli studenti trovare qualcosa di nuovo e stimolante nelle performance o nell'insegnamento di altri insegnanti. Non siate mai gelosi o avidi di conoscenza. Il segreto è rimanere sempre studenti.
Utilizzare le tabelle per lo studio. Alcuni studenti potrebbero essere poco sinceri nell’ammettere quanto tempo dedicano allo studio a casa. Chi ottiene risultati, conosce bene il valore e l’importanza della pratica. Solo così l'attività sarà proficua e lo studente sarà motivato a migliorare.
Fare domande prima di commentare il rendimento di uno studente. Chiedete l'opinione e l’autovalutazione dello studente. Spesso vi dirà quali errori ha commesso, pensando che voi cerchiate solamente gli errori. Questo è un ottimo momento per fargli capire che invece ha fatto alcune cose correttamente! Questo aiuta anche l'insegnante a sapere cosa sente lo studente e se entrambi sono concentrati sugli stessi obiettivi.
Scoraggiare i confronti. Ogni studente ha aspetti positivi unici nel suo modo di suonare; di conseguenza, possono imparare qualcosa gli uni dagli altri. Siamo trombettisti, e in genere amiamo competere e vincere. Tuttavia, per quanto agli studenti piaccia essere "re (o regina) della collina" e debbano valorizzare i propri talenti unici, devono anche rispettare quelli dei loro compagni. Non tutti i musicisti d'orchestra pretendono di essere grandi solisti jazz e viceversa; nel mondo della tromba c'è posto per tutti.
Concentratevi sulle basi. Concentrarsi su una serie di nozioni di base costringe gli studenti a incanalare le loro energie in modo più efficiente, distogliendo l'attenzione da un solo "problema" e consentendo loro di lavorare in modo più uniforme su tutti gli aspetti del loro modo di suonare. Questa attività aiuterà gli studenti a ritrovare la fiducia in se stessi e ad andare avanti.