Acconti Irpef 2025? Si è evitata in tempo la più classica delle tempeste perfette dovuta al continuo modificarsi della norme fiscali. Con la riforma del Fisco voluta dal Governo Meloni, l'IRPEF è passata da una struttura basata su 4 aliquote a una nuova con soli 3 scaglioni, con il proposito di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio già martoriato da inflazione e salari stagnanti. Tuttavia già nella fase di transizione si era verificato un potenziale disallineamento: il meccanismo di calcolo degli acconti, se applicato secondo il vecchio criterio, avrebbe potuto determinare importi superiori a quelli effettivamente dovuti in base alla nuova struttura. Per evitare che i contribuenti, in particolare dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi, dovessero anticipare somme non dovute – con conseguenti buste paga più leggere del previsto – il Governo ha deciso di metterci una pezza approvando il "decreto salva 730". Grazie a questo provvedimento in extremis varato il 22 aprile, per il 2025 gli acconti IRPEF verranno calcolati applicando il nuovo sistema a 3 scaglioni, eliminando il rischio di aumenti ingiustificati. In pratica, chi possiede redditi derivanti esclusivamente da lavoro dipendente o pensione (senza altre fonti di reddito come affitti o attività di lavoro con Partita IVA) non si dovrà versare alcun acconto aggiuntivo IRPEF per il 2025.
Insomma è stato sicuramente lodevole il tentativo del Governo di alleggerire la situazione per lavoratori e famiglie, ma la fretta di cambiare le norme senza però prevedere gli impatti concreti ed immediati per il contribuente ha creato stress e preoccupazioni fra addetti ai lavori e famiglie.
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