TERZA PAGINA

Si conclude l’anno scolastico 2018-2019 e giunge a conclusione anche il concorso scolastico promosso dall’Associazione Nonni 2.0 e dalla rivista Tempi col titolo “Io e i miei nonni; riflessioni ed esperienze”. Martedì 4 giugno, alle 11, avverrà a Roma, presso il Senato, la premiazione finale alla presenza della Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.

L’iniziativa ha avuto un sorprendente successo: vi hanno preso parte 2.414 allievi di circa duecento scuole – oltre 60 elementari, oltre 80 medie, circa 40 superiori – di ogni regione italiana. La giuria, presieduta dal poeta Davide Rondoni (fra i componenti c’è anche la giornalista e scrittrice Marina Corradi), si è trovata di fronte a una quantità di testimonianze ben scritte e non di rado commoventi, che confermano l’intuizione da cui nel 2014 nacque a Milano Nonni 2.0.

In un incontro con l’associazione, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che la apprezza al punto di averla segnalata nel suo opuscolo Regola di vita per i nonni, del novembre 2018, ha ricordato e raccomandato che la testimonianza e la comunicazione dei nonni ai nipoti tanto più è efficace quanto più si rifà a ciò che egli definisce “il simbolico, il narrativo e il devoto”. Quanto più cioè è gestuale, esperienziale e quanto meno quindi è predicatoria nel senso più ristretto della parola. Ebbene, è proprio questo che risulta dai temi del concorso, dei quali si sta valutando di pubblicare un’antologia.

I premiati giungeranno da tutta Italia: il primo classificato per le scuole elementari (Dario La Russa) proviene da Trapani, la vincitrice per le scuole medie (Sofia Nelem Singh) proviene da Lodi e la vincitrice per le scuole superiori (Angelica Ippolito) proviene da Udine. Altri premi saranno assegnati ai primi tre classificati di ciascun grado scolastico e alle scuole dei primi classificati, mentre menzioni speciali saranno consegnate ad allievi, insegnanti e scuole, che si sono particolarmente distinti. I premi, con relativo diploma, consistono in buoni acquisto.

Leggiamo qualche breve stralcio di questi componimenti.

“Cara nonna Nice”, scrive Dario, IV elementare, di Trapani, “mi hai conosciuto così poco e mi hai donato così tanto (…). Dicono che non ci sei più, ma io sento che non è così! Certo prima mi bastava scendere due piani di scale per venirti a trovare, invece ora la tua porta resta chiusa. Se mi avvicino posso quasi sentire il tuo profumo di acqua di rose. Lo sai, una volta ho pure bussato e con la mente sono entrato (…). ‘A matinata fa a iurnata’ (‘il mattino fa il giorno’), lo dicevi spesso. Allora io alla mattina quando mi sveglio me lo ripeto. Ricambio il tuo sorriso del buongiorno e mi alzo, promettendo di fare sempre del mio meglio come tu mi hai insegnato con il tuo esempio”.

“Chi sono per me i nonni?”, scrive a sua volta Maristella, III media, di San Mauro Torinese. “Per rispondere a questa domanda potrei fare una similitudine con gli alberi. Se paragono me stessa ad un giovane albero che si affaccia alla vita, i miei nonni potrebbero rappresentare le radici (…). I miei nonni paterni erano dei coltivatori di agrumi in Sicilia: mio nonno paterno non l’ho mai conosciuto e questo ha sempre rappresentato per me un grande vuoto (…). Tuttavia, attraverso i racconti di mia nonna paterna, posso trovare in loro l’esempio di una vita spesa per il lavoro, senza spazio per agi, lussi o frivolezze. Da essi ho imparato che nella vita occorre concentrarsi su ciò che è veramente essenziale (…). Mia nonna materna rappresenta perfettamente l’immagine della nonna che ogni bambino, ma anche chi bambino non è più, vorrebbe avere: una nonna dolce, premurosa, altruista, gentile, creativa”.