Parliamo anzitutto della FM 97.350, unica frequenza dal 1982 al 1992.
L'idea di una emittente nacque da un gruppo di laici dopo avere sentito bestemmie e ingiurie su una radio locale contro le quale fu sporta denuncia. Nel contempo da Febbio casualmente venne captata Radio Pace Verona; si constatò che poteva essere ascoltata anche da Reggio E.
Il vescovo Mons. Baroni
Nel 1979 si decise di installare un ripetitore in un locale presso la parrocchia di S. Stefano in città. Nel 1980 la postazione venne trasferita nei locali dell’antica canonica di Albinea. Il Vescovo Baroni subito incoraggiò l’iniziativa con un sostegno economico personale e in data 28 maggio 1982, inviò una lettera storica al direttore dell’emittente veronese Don Guido Todeschini, e per conoscenza alla Curia Vescovile di Verona. La lettera venne pure inviata per conoscenza anche ai due principali operatori dell’iniziativa reggiana: il giornalista Dr Sergio Vecchia unitamente al tecnico Lino Simonazzi. E anche a Don Giuseppe Bassissi parroco di Albinea, dove era installata l’antenna di quell’unica frequenza.
La lettera di Baroni informava il direttore di Radio Pace Verona Don Guido Todeschini che nell’antica canonica della chiesa di Albinea era stato installato un ripetitore per rendere possibile, con collegamento in diretta, l’ascolto dei viaggi del Papa anche all’estero. E commentava: “la cosa mi va molto bene.”
Ma mons. Gilberto Baroni non si limitò a chiedere che fosse possibile l’ascolto di alcuni programmi di Radio Pace Verona. Aggiunse: “Mi auguro che al più presto, attraverso lo stesso canale (97. 350), sia periodicamente possibile ascoltare un breve notiziario della Chiesa reggiana”
Era l’inizio delle trasmissioni locali di Radio Pace reggiana.
Ma chi erano i soggetti di questa intesa? Nella stessa lettera Baroni precisa che le due parti sono “la chiesa di Reggio e la direzione di Radio Telepace” Verona.
“ Mi auguro, proseguiva il vescovo Gilberto, che “appena possibile attraverso lo stesso canale (97.350), sia periodicamente possibile ascoltare un breve notiziario della Chiesa reggiana”.
La richiesta, pur espressa in termini pacati, rivelava la ferma determinazione di Mons. Baroni, il quale nella stessa lettera del 1982 chiedeva a Radio Telepace Verona di “assumersi la responsabilità giuridica, ad ogni effetto presente e futuro del ripetitore di Radio Pace che così diventa davanti all’autorità civile puro e semplice ripetitore di Radio Pace, la cui direzione ne risponde a tutti gli effetti, per quanto concerne sia il contenuto delle emissioni, sia il rapporto con i Ministeri competenti...”
Realizzato l'impianto, venne informato Don Todeschini sulla intenzione di mandare in onda il programma di Radio Pace Verona, con possibilità di trasmissioni locali. Tutto fu fatto inizialmente a spese dei pionieri, Dr. Vecchia, Gianni Grasselli e altri. Don Camillo Ruini, tenuto a conoscenza della iniziativa dal dott. Sergio Vecchia membro attivo del Centro Giovanni XXIII, appoggiò l'iniziativa.
Nasce una domanda: quale era l’autonomia di programmazione della “redazione reggiana? Nel decennio 1982-1992, la programmazione si limitava alla trasmissione di discorsi del Papa soprattutto nei viaggi apostolici. A livello diocesano si facevano trasmissioni in diretta dalla cattedrale di Reggio con commenti del compianto don Domenico Felici, fiancheggiato dalla cronista Giulia Bassi. Tutto questo sotto la consulenza di un gruppo di laici.
Sandro Panizzi, presidente dell'associazione e speaker della radio nei primi 12 anni
Ci si rese conto subito che non poteva essere solo il vescovo in prima persona a firmare ogni operazione economica e burocratica. Fu così che il 19 marzo 1990, su suggerimento dello stesso Don Guido Todeschini, venne costituita la “Associazione Reggiana Amici di Radiotelepace”, soggetto riconosciuto anche a livello giuridico civile. Gli otto firmatari nello studio reggiano del notaio Luigi Govoni furono: Manghi Ernestina, Manfredi don Emilio, Morani Lorenzo, Ferrari Gian Andrea, Imovilli Silvano, Ruini Ivanoe, Zaccaro Alberto, Pavarini Guglielmo. Sette laici dunque e un sacerdote, don Manfredi, il quale aveva acconsentito alla installazione di una antenna sul campanile della sua parrocchia di Paullo Casina.
L’Associazione reggiana subito si orientò a diventare una emittente diocesana autonoma. Pertanto in data 12 ottobre 1990 inoltrò presso il Ministero delle Poste Telecomunicazioni la domanda di concessione di emittente radio a carattere comunitario per l’esercizio di impianti radiofonici in ambito locale. Era l’inizio ufficiale di una emittente diocesana autonoma.
La svolta decisiva avvenne nel 1993 durante l’episcopato di Mons. Paolo Gibertini sotto la pressione della legge Mammì, che per le trasmissioni radio esigeva la “concessione “ rilasciata dal ministero delle Comunicazioni. Occorreva pertanto prendere una decisione tra emittente autonoma oppure emittente incorporata con Radio Pace Verona, con la facoltà di una differenziazione reggiana dei programmi, prevista dalla nuova legislazione.
Menozzi Agostino, giornalista e commentatore delle dirette. Qui, davanti al microfono, nella postazione del Duomo
La questione venne discussa nel Consiglio presbiterale il 10 febbraio 1993. Saggiamente l’assemblea non osò imbarcarsi per una emittente radio autonoma. La scelta unanime fu per una radio incorporata nella concessione ministeriale di Radio Pace Verona con la richiesta al Ministero delle Comunicazioni, inoltrata dalla emittente veronese, di potere differenziare la programmazione mandando in onda programmi reggiani.
La risposta favorevole del Ministero alla differenziazione di programma arrivò in data 27 marzo 1998.
Si ottenne così l’attuale condizione assolutamente privilegiata. Infatti in qualunque momento, premendo un pulsante si può prendere la linea per mandare in onda trasmissioni reggiane e alla fine della trasmissione reggiana, premendo nuovamente il pulsante, si rimettono in onda i programmi di Radio Pace Verona.
Con la collocazione degli studi e della regia nel seminterrato, come pure con l’installazione nel 1993 delle antenne sul terrazzo, il seminario di Viale Timavo, 93, divenne il punto di forza e il pilastro fondamentale dell’emittente.
Un sacerdote e due collaboratori durante una trasmissione per la comunità cristiana ghanese
Ad esempio nell’incontro con il Vescovo e il Consiglio episcopale allargato, svoltosi in Curia il 18 ottobre 2018, è stato detto che in un prossimo futuro nuove tecnologie Web sostituiranno le funzioni della radio. L’opinione può essere facilmente contestata per il fatto che molti continuano a investire enormi risorse per consolidare una emittente radio. In realtà più che la sparizione di ascoltatori radio, si può prevedere per ora un loro allargamento su nuove tecnologie di ascolto.
In altre parole gli smartphone consentono di ascoltare programmi radiofonici senza un apparecchio radio, però si continueranno a seguire le loro trasmissioni in viaggio soprattutto in auto e in altre occasioni per molto tempo.
L’amica radio resterà ancora a fare compagnia. Questo vale per Radio Vaticana, per Radio Rai, per le grandi emittenti radiofoniche, e anche per le piccole.
Il colpo decisivo è venuto dallo “sfratto” comunicato con lettera in data 7 novembre 2018, a firma del vicario generale Mons. Alberto Nicelli, il quale precisava che i locali del seminario di viale Timavo a Reggio contenenti le apparecchiature della radio dovevano essere liberati entro il 30 giugno 2019 per la cessione di tutto il seminario all’università di Modena e Reggio. La data è pienamente rispettata dal momento che l’emittente farà l’ultima trasmissione domenica 16 giugno prossimo, festa della SS. Trinità.
Don Giovanni Rossi con Lorenzo Morani, coordinatore tecnico della radio, durante una diretta dal Festincontro
Viene così a mancare il centro di irradiazione delle cinque frequenze, come pur il locale per la regia.
Che si intendesse spegnere Radio Pace redazione reggiana, apparve chiaro dalla decisione, comunicata dal vicario generale, in data 19 ottobre 2018, di stornare l’unico contributo annuale, peraltro derivante dai contributi della CEI, al Centro diocesano comunicazioni sociali. Finiva così il “patrocinio della diocesi”, anzi finiva il consenso e il sostegno della diocesi che non si preoccupò di tentare il salvataggio delle cinque frequenze di rilevante valore commerciale. E’ chiaro dunque l’intento di spegnere la redazione reggiana di Radio Pace, pur sorta nella condizione attuale a seguito di unanime pronunciamento del consiglio presbiterale in seduta del 10 febbraio 1993.
Le frequenze, se lasciate inattive a seguito dello “sfratto”, sarebbero state dichiarate inesistenti dal Ministero delle Comunicazioni, diventato Ministero dello sviluppo economico.
Don Emilio Landini, Direttore di Radiopace Redazione Reggiana, con alcuni collaboratori
Dai cenni fatti risulta chiaramente che Radio Pace reggiana non è sorta come emittente privata di un laico o di un sacerdote, ma come emittente comunitaria. Don Emilio Landini è entrato in scena soltanto nel 1993, quando, essendo vicario episcopale delle Comunicazioni sociali, venne nominato dal vescovo Paolo Gibertini “direttore” di Radio Pace reggiana.
Resta chiaro comunque che l’emittente Radio Pace reggiana ha una precisa connotazione come emittente diocesana. Pertanto nessuno ha la facoltà di continuare le trasmissioni senza il riconoscimento e il sostegno della diocesi stessa.
A seguito di una intesa formulata prima verbalmente a Cerna (Verona), nella sede di Radio Telepace, il 9 gennaio 2019 la proprietà delle cinque frequenze passa alla Associazione veronese e le frequenze, pur salvate tutte, saranno gestite unicamente dalla Associazione veronese per l’annuncio cristiano della pace.
Cessano quindi tutte le trasmissioni prodotte dalla redazione reggiana. Cessano gli ampi Notiziari settimanali, cessano gli appuntamenti quotidiani, come il Mattutino delle 6,45 con informazioni quotidiane su eventi locali civili e religiosi. Cessano le lodi e i Vespri nella forma propria del calendario liturgico reggiano. Cessano, e questa è la carenza in un certo senso più grave, le dirette dalla Cattedrale, dalla Ghiara, da San Prospero città e da parrocchie.
Don Emilio Landini, durante una Messa con i collaboratori della radio nella cripta del seminario
Finisce ovviamente anche la presenza di don Emilio Landini, che a seguito della cessione di tutto il seminario all’Università ritorna felicemente nella parrocchia natale di Sant’Ilario d’Enza, ove potrà svolgere un servizio pastorale. È accolto in canonica dal parroco Don Fernando Borciani, secondo quanto già concordato, unitamente al compianto grande amico don Franco Ruffini, la scorsa estate nella festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Non v’è dubbio che lo spegnimento della redazione reggiana è un colpo durissimo per Radio Pace, che non potrà più mandare in onda trasmissioni reggiane in diretta.
Non è tuttavia il peggio, come sarebbe stata la perdita delle frequenze o la loro vendita che avrebbe spento ovunque e per sempre il segnale.
Nel futuro un vescovo della diocesi reggiana, qualora, sulla scia del vescovo Baroni, fosse interessato a trasmettere eventi diocesani in diretta, potrebbe tentare la riattivazione della redazione reggiana rivolgendosi direttamente a RadioTelepace Verona per una nuova intesa.
L’ultima parola di questa “memoria” è GRAZIE!
Anzitutto al Seminario diocesano di viale Timavo 93, che fin dal 1993 ha concesso gratuitamente ospitalità compreso il riscaldamento e l’energia elettrica per la regia.
Grazie ai numerosi volontari tecnici, speaker e giornalisti, come pure ai tanti sacerdoti e laici che, soprattutto dal 1993, con generose donazioni hanno reso possibili le trasmissioni di Radio Pace reggiana per quasi 26 anni. Grazie infine ai tenaci ascoltatori che ci hanno incoraggiato e sostenuto in questa piccola straordinaria avventura.
NB Il testo integrale di questa “Memoria” permane nel sito della Associazione Reggiana Amici di RadioTelepace: www.radiopace.it
Eventuali commenti sono possibili con la posta elettronica: radiopace@libero.it
Firmato
Don Emilio Landini a nome del Consiglio della Associazione Reggiana Amici di Radiotelepace
Il Vescovo Lorenzo Ghizzoni e Don Emilio Landini con i collaboratori e gli amici di Radiopace Redazione Reggiana nell'incontro annuale del dicembre 2007
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