QUARTA NOTIZIA

4. La novità più significativa nella Cei, in materia di abusi sui minori, è l’obbligo “morale” per i vescovi italiani di denuncia all’autorità giudiziaria. Dopo il “motu proprio” di papa Francesco sulla tutela dei minori e sugli abusi e violenze compiuti da uomini di Chiesa, la Conferenza Episcopale italiana ha approvato, nell’ultima assemblea, le “Linee guida” da seguire in Italia. Il documento è frutto di un lavoro di quasi tre anni del Servizio nazionale Protezione minori guidato dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, il reggiano Lorenzo Ghizzoni.

Due sono le novità di queste Linee, spiega l’arcivescovo. Anzitutto, appunto, l’introduzione dell’obbligo morale, da parte del vescovo, di denunciare all’autorità giudiziaria gli abusi compiuti da uomini di Chiesa (ovviamente dopo averne vagliato la verosimiglianza). La prima attenzione, spiega Ghizzoni, è la tutela dei minori, e quindi l’ascolto e l’accoglienza delle vittime, il dare loro credibilità, non di proteggere il chierico colpevole. Le conseguenze fisiche, psichiche, morali e spirituali di questi abusi sono troppo gravi; i segni restano per sempre, anche in chi riesce a rielaborarli e a parlarne.

La seconda novità riguarda l’avvio di una vera pastorale per la tutela dei minori. Per questo le Linee guida prevedono che in ogni diocesi si individui un referente diocesano, magari affiancato da una piccola equipe, che affianchi il vescovo nell’ascolto di questa difficilissima realtà.

Ma poi l’azione deve svolgersi soprattutto nel campo della prevenzione. E qui, spiega Ghizzoni, sono stati individuati tre livelli: il primo è quello delle parrocchie e dei loro sacerdoti, catechisti ed educatori, per i quali vanno approntati percorsi di formazione e informazione specifici.

Il secondo livello è quello dei ragazzi stessi. Occorre ricordare che il 70% dei ragazzi a 11 anni hanno già in mano il cellulare e quindi hanno accesso ai social e ai siti che possono essere veicolo di varie forme di abuso, con conseguenze di dipendenza e di veri danni emotivi, affettivi, neurologici.

Il terzo livello, spiega ancora l’arcivescovo Ghizzoni, è quello delle famiglie, tanto più che una percentuale altissima di abusi avviene in famiglia. Possono essere di aiuto, per le famiglie, iniziative che le aiutino a seguire i figli nell’uso dei nuovi mezzi on line (smartphone, tablet, pc…), ma anche a prevenire il bullismo, che molto spesso è a sfondo sessuale e che si va dimostrando sempre più precoce.