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Il suo primo incarico pastorale fu quello di vicario cooperatore (allora si diceva “curato”), prima nella parrocchia cittadina di Regina Pacis, fino al 1966; poi, fino al 1970, a Scandiano.

Nominato parroco di Cerreto Alpi, rimase nella comunità dell’alto Appennino per otto anni, fino al 1978, quando fu richiamato a Reggio come parroco della parrocchia cittadina dei Santi Pietro Apostolo e Prospero Vescovo, nota semplicemente come parrocchia di San Pietro. Qui rimase per 33 anni, fino al 2011, lasciando di sé il ricordo di un prete dal cuore grande, con una particolare predilezione per le persone fragili, capace di un’accoglienza aperta e convinta. Sua l’idea, quando ancora il fenomeno migratorio a Reggio Emilia era agli albori, di destinare un appartamento, denominato “Africasa”, a uomini di origine straniera appena arrivati in città e in difficoltà economica.

Sacerdote generoso, durante l’ultimo decennio di parroco in San Pietro accettò di accollarsi anche la direzione della scuola dell’infanzia parrocchiale di Santa Teresa. Negli ultimi anni e con il progressivo venir meno delle forze, non perdeva occasione per manifestare riconoscenza ai parrocchiani e ai collaboratori laici che lo aiutavano nel suo servizio.

Nella mattina di lunedì 3 giugno la salma di don Gianni Marzucchi è stata trasferita dalla Casa del Clero di Montecchio nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Reggio, dove in serata, alle ore 21, è stato recitato il santo Rosario in suo suffragio. Martedì 4 giugno alle ore 15 il vescovo Massimo Camisasca ha presieduto in San Pietro la liturgia funebre, affidando l’omelia a Don Giuseppe Dossetti. Poi don Gianni è stato sepolto nel cimitero di Montecchio, suo paese natale.