Questa sezione del sito è dedicata alla fonetica (ai suoni) dell'inglese americano.
English alphabet
(Click on the title to listen.)
A a /eɪ/, /æ/
B b /biː/
C c /siː/
D d /diː/
E e /iː/
F f /ɛf/
G g /dʒiː/
H h /(h)eɪtʃ/
I i /aɪ/
J j /dʒeɪ/
K k /keɪ/
L l /ɛl/
M m /ɛm/
N n /ɛn/
O o /oʊ/
P p /piː/
Q q /kjuː/
R r /ɑːr/
S s /ɛs/
T t /tiː/
U u /juː/
V v /viː/
W w /ˈdʌbəl.juː/
X x /ɛks/
Y y /waɪ/
Z z /zi/
VOCALI E DITTONGHI
ʌ (come, luck, function)
æ (wrap, attract, laugh)
ɛ (bed, said, execute)
i (cheap, cookie, hourly)
ɪ (chip, sick, distribute)
ɑ (hot, wrong, want)
ɔ (toilet, annoying, on)
ʊ (good, pull, understood)
u (group, chew, blue)
ə Lo schwa è il possibile prodotto di qualsiasi vocale a cui il suono viene ridotto in una sillaba non accentata (again, vitamin, petition, celebrate, president, experiment, occur, condition, campus, support).
aɪ (might, try, advice)
aʊ (cow, towel, amount)
eɪ (ate, make, base)
ɔɪ (boy, choice, oyster)
oʊ (ghost, go, bone)
CONSONANTI
b (buy, verb, about)
d (doubt, add, mind)
t̬ quando una T:
- si trova tra due vocali o un dittongo in una sillaba non accentata (beautiful)
- si trova dopo una R prima di una vocale o di un dittongo (party) diventa una "flap T", o una "soft D". La parola water (acqua), ad esempio, verrà pronunciata “wah-der” /ˈwɑːdɚ/.
dʒ (jail, challenge, wager)
ʒ (usually, measure, massage)
f (fine, safe, painful)
ɡ (go, dialogue, flag)
h (have, Manhattan, hopeful)
k (kind, occupy, back)
l (like, fall, please)
m (maybe, form, impossible)
n (woman, nose, know)
ŋ (bring, finger, drank)
p (power, trap, apartment)
ɹ (real, store, third)
ɝ quando una R segue una vocale che si trova nella stessa sillaba, la vocale diventa una "R-colored vowel", cioè una vocale a cui si fonde il suono della R (world, shirt, sir)
kw (question, quiz, acquire)
s (same, except, mice)
ʃ (shop, issue, motion)
t (too, attract, skirt)
tʃ (close, watch, change)
θ (thanks, bath, nothing)
ð (the, either, breathe)
v (very, leave, favorite)
w (way, switch, awhile)
j (use, yesterday, yield)
x (expensive, exercise, axis)
z (close, exactly, zoo)
SILENT LETTERS (LETTERE MUTE)
A: non si pronuncia in parole come logically, typically, radically.
Regola: nelle parole terminanti nel suffisso -ically, la A non ha suono.
B: non si pronuncia in parole come climb, comb, crumbs, debt, doubt, numb, subtle, thumb, tomb.
Regola: la B è muta dopo la M e prima della T, a meno che non si trovino in sillabe diverse.
C: non si pronuncia in parole come acquire, muscle, scissors, acquaintance, acknowledge.
Regola: La lettera C è muta in varie parole in cui è preceduta da S o seguita da K o Q.
D: non si pronuncia in parole come Wednesday, sandwich, handsome, grandpa.
Regola: La lettera D è muta in varie parole in cui precede una consonante.
E: non si pronuncia in parole come hate, name, like, breathe
Regola: La lettera E è muta alla fine delle parole, ma il suo ruolo grafico è importante. Cambia il significato di una parola e il modo in cui viene pronunciata nel complesso (poiché rende la vocale prima della consonante finale una vocale lunga). Per esempio, them è pronunciato diversamente da theme.
La E finale muta può anche cambiare la pronuncia delle consonanti C, G e TH. Dopo C o G conferisce loro una pronuncia dolce, per esempio: ice e age (diversamente dal suono duro in car o gum). Aggiunta dopo il digrafo TH, che in finale di parola crea un suono sordo /θ/ (per esempio breath), lo trasforma in una pronuncia sonora /ð/ (breathe), oltre a indicare ovviamente una differenza di significato (respiro, respirare).
Rimanendo fedeli alla solita difformità della lingua inglese, le regole della E muta finale hanno alcune eccezioni:
- non tutte le vocali che precedono una E muta diventano lunghe, per esempio in love o give.
- ci sono alcune parole in cui la E finale non è affatto muta, per esempio apostrophe /əˈpɑstrəfi/ (apostrofo), recipe /ˈrɛsəpi/ (ricetta), simile /ˈsɪməli/ (similitudine).
G: non si pronuncia in parole come sign, champagne, cologne, gnome, high, reign, though, through, eight.
Regola: la G è muta se precede N, nel trigrafo GNE, nel digrafo GN a fine parola, e nel digrafo GH dopo vocale o dittongo. Per quanto riguarda GH, ci sono delle eccezioni come: cough, rough, tough in cui la G non è muta ma crea il suono /f/ inaspettatamente!
H: è muta (non si pronuncia aspirata) in parole come honest, hour, honor, heir, herb, what, whether, ghost.
Regola: nella maggioranza delle parole che iniziano per H, l'H è aspirata, ma ci sono alcune eccezioni in cui l'H iniziale è muta. Nelle parole che iniziano per WH, l'H è muta, ma nel parlato ci sono nativi che tendono ad aspirarla. Non va di base aspirata anche in parole che la vedono come lettera "mediana", come ghost, choir, echo, chaos, rhyme, rhythm. Quest'ultima regola non vale però in parole composte, in cui i suoni sono in due sillabe separate, come overheard, perhaps, bearhug.
K: non si pronuncia in parole come knead, knife, knight, knock, knot, know.
Regola: la lettera K è muta davanti a N. La regola non vale in (rare) parole composte, in cui i suoni sono in due sillabe separate, come in breakneck (a rotta di collo, a velocità folle).
L: non si pronuncia in parole come should, could, would, calf, half, salmon, talk, walk, stalk, yolk, colonel*.
Regola: la lettera L è muta in alcune parole (tendenzialmente sono parole in cui precede una consonante ed è a sua volta preceduta da vocale, ma non può essere descritta come regola generale).
N: non si pronuncia in parole come autumn, column, condemn, damn, hymn, solemn.
Regola: la N è muta dopo la M alla fine di una parola. Se non è alla fine di una parola, la regola non si applica, cioè va pronunciata in parole come alumni o chimney.
P: non si pronuncia in parole come psalm, pseudo, psychology, psychic, psyche, pneumonia, pneumatic, consumption, receipt, raspberry e in corps e coup (due prestiti francesi).
Regola: la P può essere muta se è seguita da S o N all'inizio della parola, in alcune parole in cui è una lettera "mediana" e in parole che sono prestiti del francese.
S: non si pronuncia in parole come aisle, island e in debris, apropos, bourgeois (tre prestiti dal francese).
Regola: la S non si pronuncia in alcune parole in cui è una lettera "mediana" e in parole che sono prestiti del francese.
T: non si pronuncia in parole come castle, fasten, listen, moisten, whistle, wrestle, soften, mortgage, chestnut, asthma e ballet, bouquet, gourmet, rapport, ricochet, beret, Chevrolet (sette prestiti francesi).
Regola: la T è muta nei suffissi -sten, -stle, -sten e -ften (tranne per la T della parola often in varie cadenze americane in cui ha subito un ripristino), in alcune parole in cui è una lettera "mediana" e in parole che sono prestiti del francese (in cui se la T segue E, la E acquista il suono di ei: bouquet sarà /buˈkeɪ/).
NB: in molteplici cadenze americane la T non viene pronunciata anche in casi in cui sarebbe corretto farlo, per esempio i nativi tendono a renderla muta dopo la lettera N (in parole come internet, center, international) o persino quando è la lettera finale di una parola e la successiva inizia per consonante (just now suonerà come /ʤʌs naʊ/ e non /ʤʌst naʊ/).
U: non si pronuncia in parole come colleague, guess, guard, guide, guilt, guitar, tongue, busy
Regola: la U non ha tipicamente suono dopo la G. Nella parola busy la U non si pronuncia, ma acquista il suono di I.
W: non si pronuncia in parole come answer, sword, two, whole,write, wreck, wrist, who
Regola: la W è muta solitamente nel digrafo WR a inizio parola e in altri casi (che non seguono una logica precisa) in cui è una lettera o iniziale o "mediana".
Casi anomali: è muta in alcune cadenze americane la lettera F nella parola fifth (quinto); è muta la lettera I nella parola business; è muta la lettera M in rarissime parole che iniziano per MN come mnemonic (mnemonico); è muta la seconda O nella parola sophomore (studente del secondo anno) e la seconda O nella parola colonel (colonnello), questa parola è inusuale anche perché la prima L*: si trasforma inaspettatamente in R, risultando in una pronuncia molto particolare /ˈkɜːrnl/; sono mute le lettere X e Z rispettivamente nella parola faux (fasullo, finto) e rendezvous (appuntamento, ritrovo) essendo due prestiti francesi; è muta la prima R della parola Worcestershire sauce (salsa Worcestershire, dal nome di una contea inglese), che è in generale un caso particolare di pronuncia: /ˈwʊstərʃər/.