La Penna. Periodico umoristico illustrato

Prima pagina, 1° Maggio 1901. Vignetta umoristica sul Primo Maggio. Nel riquadro superiore due signori (uno di "condizione civile", un altro vestito in maniera più popolare) sembrano discutere. Nel riquadro inferiore, il cartiglio associato al "capo popolare" sembra alludere a una sua presunta origine altolocata.

La Penna. Periodico umoristico illustrato

5 Maggio 1901, pagina 2. L'articolo "Sempre avanti!" (il primo da sinistra) risponde alle critiche del periodico "Il Risveglio" sorte dopo la pubblicazione della vignetta umoristica. Nella concezione de "La Penna", l'amministrazione comunale pistoiese è già impegnata nel promuovere il benessere dei lavoratori, che pertanto non avrebbero bisogno di sostenere le rivendicazioni socialiste con il 1° Maggio.



l'Avvenire. Giornale socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 27 aprile 1902. Nato nell'estate del 1901, il nuovo giornale socialista locale affronta il suo primo 1° maggio pubblicando un appello della Camera del Lavoro. Interessante è la chiara espressione di una prospettiva riformista, prospettiva che proprio in quegli anni aveva raggiunto il suo acme di maggior consenso. L'accento infatti non è sul Primo Maggio come "giorno di lotta", ma sul Primo Maggio come giorno di festa.

l'Avvenire. Giornale socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1906. Al centro troviamo il componimento «Canto delle plebi». Dal 1906 al 1916 il settimanale della sezione locale della Camera del Lavoro dedica un’uscita speciale al primo Maggio. I numeri speciali sono quasi sempre arricchiti da fregi, poesie e, talvolta, disegni.


l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1908. Al centro il componimento «1° Maggio».

l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1910. Al centro il componimento «Aurora», mentre il fondo «Primo Maggio», firmato con la sigla I. T., è presumibilmente opera di Idalberto Targioni, poliedrica e contrastata figura di poeta e agitatore sindacale. Direttore de «L’Avvenire» fino al 1912 e primo sindaco socialista di Lamporecchio dal 1914 al 1915, quando venne arrestato per la sua opposizione all’entrata in guerra. Successivamente, assunse posizioni interventiste e, dopo la guerra, si avvicinò al fascismo. Per un approfondimento: R. Bianchi, Una storia, un archivio. Idalberto Targioni nell’Italia tra Ottocento e Novecento, FUP, 2018.


ll popolo pistoiese

Prima pagina, 30 Aprile 1911. Diversamente dai periodici pistoiesi di orientamento cattolico, il periodico liberale «Il Popolo Pistoiese», pubblicato ininterrottamente dal 1881 al 1926, tende a ignorare la festa del Lavoro. Una delle eccezioni è costituita dalla prima pagina del 30 Aprile 1911, in cui, polemicamente, il settimanale lamenta lo scarso coinvolgimento della cittadinanza nei festeggiamenti per il 27 Aprile, giorno in cui era commemorata la cacciata del Granduca (e quindi, in prospettiva, l’annessione della Toscana al Regno d’Italia). Il fondo dedicato al Primo Maggio, invece, sottolinea la necessità di non considerare la ricorrenza come una “proprietà” socialista, e annuncia contestualmente l’inaugurazione per quel giorno della Società Cooperativa per le Case popolari.

l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1911. Al centro il componimento «La canzone del 1° Maggio». Si noti a destra il fondo intitolato «La Pasqua proletaria», con un richiamo ma al tempo stesso una forte contrapposizione agli orientamenti cattolico-sociali.


l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1912. Al centro, una forte presa di posizione contro la guerra in Libia nel componimento «Maggio tripolino».


l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1913. Al centro il componimento «Maggio 1913» di Idalberto Targioni.


l'Avvenire. Organo socialista settimanale del circondario di Pistoia

Prima pagina, 1° maggio 1914. A latere, un’incisione separa dal corpo della pagina l’appello «Al popolo». Il fabbro, che sta per essere incoronato da un’imprecisata figura femminile, è circondato da due teschi e da un voluminoso libro – simbolo della necessità di istruirsi e di educarsi.


La difesa religiosa e sociale

Prima pagina, 28 aprile 1917. «La Difesa religiosa e sociale», periodico di ispirazione cattolica attivo dal 1896 al 1919 (anno in cui verrà sostituito da «La bandiera del popolo»), dagli anni ’10 del ‘900 dedica quasi sempre un fondo di prima pagina alla festa del lavoro. In queste occasioni, non è raro che si rivolga direttamente ai lavoratori con appelli e proclami diretti a insistere sull’importanza della pace sociale e sulla necessità di dedicarsi alle proprie attività con la speranza di ottenere, in futuro, più diritti. Questo discorso viene particolarmente accentuato durante la Grande Guerra, nell’ambito della mobilitazione del “fronte interno”. Molto interessante l’articolo dedicato alle vicende della fase liberale della “rivoluzione russa”, dove l’articolista paventa una radicalizzazione delle rivendicazioni (siamo a pochi mesi dalla rivoluzione d’ottobre).


La Bandiera del popolo

Prima pagina, 29 Aprile 1920. «La bandiera del popolo» nasce come organo della sezione locale del Partito Popolare Italiano di don Sturzo; si configura quindi come il naturale sostituto del suo predecessore «La Difesa religiosa e sociale». Come quest’ultimo, dedica un fondo al primo maggio. Secondo l’articolista, la festa del lavoro potrà essere adeguatamente celebrata solo all’interno di una società cristiana e al di fuori della lotta di classe. Interessante il trafiletto di notizie estere, dove si afferma che nella Russia sovietica il 1° maggio è stato una giornata di lavoro.


Iconoclasta!

Prima pagina, 1° Maggio 1920. Giornale degli anarchici pistoiesi. L’articolo si scaglia contro le feste e i cortei socialisti, auspicando un Primo Maggio «di affermazione rivoluzionaria». Quasi al centro della pagina, con uno stilema che ricorda molto i numeri speciali de «L’Avvenire» pubblicati nei primi anni del Novecento, troviamo il «Canto degl’Iconoclasti».


l'Avvenire. Edizione Pistoiese de "L'Azione comunista"

Prima pagina, 30 Aprile 1921. Siamo a pochi mesi dal Congresso di Livorno, che ha sancito la scissione del Partito Comunista (PCd’I, Partito Comunista d’Italia) dal Partito socialista. La sezione di Pistoia è stata una delle poche ad aver votato per l’adesione al PCd’I: perciò anche il settimanale L’Avvenire, precedentemente organo del PSI, migra nel nuovo partito. Il fondo del primo maggio è dedicato, nel 1921, al dilagare delle violenze squadriste e alla necessità di resistere al fascismo, con un richiamo ai moti popolari avvenuti durante la stretta repressiva del 1898-99.