Pippo Orlando o l'insostenibile fatica dell'esistenza
Pippo Orlando o l'insostenibile fatica dell'esistenza
Ricordo di Pippo Orlando a vent'anni dalla morte (2001-2021)
Pittore, disegnatore, grafico e fotografo palermitano di talento, Pippo Orlando era il penultimo di nove figli. Nato nel 1951, è morto a soli 50 anni il 24 settembre 2001 (compiuti il giorno prima), per un cancro ai polmoni, causato da una totale dipendenza dal fumo. Figlio di quel Sessantotto, schieratosi sempre con la sinistra extraparlamentare, raramente ha accettato compromessi con il “sistema”. Dopo il diploma al liceo artistico palermitano, vinse l’ammissione all’importante Scuola di grafica di Urbino per le sue indubbie capacità ma, sempre critico nei confronti di ogni tipo di insegnamento sistematico, l’abbandonò ben presto per ritornare nella propria città. Apprezzato da tanti amici e colleghi artisti, come Giacomo e Ines Baragli, e segnalato dal noto critico Franco Grasso che lo inserì, nel 1973, tra i giovani emergenti nella Storia dell’arte siciliana del Novecento (vol. X della Storia della Sicilia, Società editrice Storia di Napoli e della Sicilia, 1981), pubblicando il suo disegno Bicicletta, proseguì la sua attività, indifferente a qualsiasi riscontro di critica, pubblico e mercato.
Per qualche anno ha collaborato come fotoreporter per il quotidiano palermitano L’Ora insieme a Letizia Battaglia, Ernesto Battaglia e Franco Zecchin. Il gruppo affittò un locale in via Velasquez vicino la sede del giornale. Quel lavoro di fotografi d’assalto negli anni di piombo a Palermo, gli consentì di esprimere il suo talento nella fotografia. Ma dopo qualche tempo abbandonò anche quel gruppo. Intanto frequentava gli amici artisti Piero Barraco, Manlio Geraci, Arturo Stabile, Mario Vitale, Toti Garraffa, Enzo Patti, tutti sessantottini.
Nel 1976 venne a Palermo il fotografo milanese, Alberto Roveri, che invitato a casa di Pippo rimase colpito dal suo book e lo esortò a trasferirsi a Milano. Era l’epoca d’oro del capoluogo lombardo: le esperienze artistiche confluivano nella grafica pubblicitaria e nel design, in un vortice di creatività che fece grande il Made in Italy. Pippo Orlando accolse il suggerimento e vi si recò con la moglie e il primo figlio, vendendo casa e comprandone una a Milano.
Il periodo milanese, gli consentì di confrontarsi con la capitale italiana della grafica editoriale e pubblicitaria lavorando con grandi agenzie pubblicitarie come Pirella e Livraghi e realizzando la copertina di un libro di Natalia Aspesi. Ma in quell’ambiente, senz’altro difficile, faticava a chiudere un contratto con le agenzie pubblicitarie che, seppur apprezzandone le capacità, gli preferivano sempre il nome in voga al momento. Pertanto fece ritorno, ancora una volta, a Palermo, rifiutando anche l’incoraggiamento del pittore siciliano Mario Bardi, operante a Milano.
Suo rifugio ideale era la casa arroccata sugli scogli dell’Addaura, realizzata nel dopoguerra dal padre, imprenditore edile. La sua asocialità era compensata dalla passione per gli animali, in particolare del suo cane, Cicu, uno spinone nero, a cui era molto affezionato (stupiva tutti perché alle manifestazioni partecipava al corteo senza guinzaglio). Con l’immancabile sigaretta accesa in una mano, mentre con l’altra si attorcigliava i baffi, Pippo esprimeva le sue critiche al vetriolo sul mondo, con cui riduceva al minimo i rapporti.
Schivo, ha svolto il lavoro di pittore e disegnatore graffiante e poetico al contempo, isolato nel suo mondo. Con un linguaggio figurativo, pop e disperato, dal segno meticoloso e preciso, sia nella grafica che nella pittura su tela, non si lascia tentare da qualsiasi incursione nell’informale. Il massimo controllo del segno o della pennellata, riflettono pertanto il desiderio profondo di un ordine “perduto” e ricercato con razionale disperazione. Dal suo segno rigoroso e spesso geometrizzante, tuttavia mai scaturisce la minima freddezza espressiva.
Il segno grafico di Pippo, preciso e attento, è comunque mirato a stravolgere i nessi consueti del reale. Spiazzanti anche i dipinti, nei quali la pennellata, completamente assorbita dalle forme, scompare per far assumere ai colori, sempre forti e decisi, un protagonismo assoluto.
Stimato per il suo stile grafico negli ultimi anni, lo fu non solo a Palermo ma anche nella provincia di Trapani, grazie all’apprezzamento del suo lavoro da parte di Giulia Adamo che, a partire dal 1993, prima in qualità di assessore alla Pubblica Istruzione della giunta di centro sinistra di Marsala, e poi di Presidente della Provincia di Trapani, gli affidò la responsabilità della comunicazione grafica dei suoi uffici. Si è trattato del suo unico impegno di lavoro nel senso pieno del termine.
La sua esperienza artistica è in parte paragonabile ai pittori della pop art italiana come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli; tuttavia Pippo Orlando non ha mai cercato la condivisione in un gruppo (sarebbe stato contrario ai suoi principi anarcoidi), eppure la vita breve, distrutta dal fumo e dalla droga, la dicono lunga sulla sintonia con gli artisti appena citati. Chi si è schierato fino in fondo contro la politica, la didattica, il sistema borghese nel suo insieme, considerandolo portatore di falsi valori, corruzione, ipocrisia, ecc. si è quasi sempre autodistrutto, difficilmente avrebbe potuto sopravvivere.
[ Maria Antonietta Spadaro]
Pippo Orlando
1951 23 settembre, nasce a Palermo da Antonia e Mario, imprenditore edile; penultimo di nove figli: Mela, Piera, Franca, Lina, Angela, Giusy, Nora, Pippo, Alfonso
1964 frequenta e si diploma al liceo artistico di Palermo
1969 supera l’esame di ammissione alla scuola di grafica a Urbino
1973 Franco Grasso lo segnala nella sua Storia dell’arte siciliana del Novecento
1976 sposa civilmente Mariolina Spadaro, architetto e pittrice; in quegli anni collabora col giornale L’Ora
1977 nasce il primo figlio, Marcello
1978 si trasferisce con la famiglia a Milano
1980 nasce il secondo figlio, Giorgio
1981 separazione dalla moglie e ritorno a Palermo
1993 conosce Giulia Adamo, allora assessore alla P. I. della giunta di centro sinistra di Marsala, iniziando un impegno lavorativo sul piano della comunicazione in campo grafico e pubblicitario che proseguirà con la successiva carica della Adamo a Presidente della Provincia di Trapani
2001 cura la realizzazione grafica del catalogo della mostra, all’ex Loggiato di San Bartolomeo a Palermo, dedicata a Henry de Toulouse Lautrec. Nello stesso anno muore a Palermo il 24 settembre
ALCUNI OLII E DISEGNI DI PIPPO ORLANDO
Lupo che abbaia alla luna, 1984, olio su tela.
Di un rigore compositivo e sintesi formale ineccepibili: il cerchio lunare, la massa verde ovale degli alberi, i tronchi e infine il lupo stilizzato con straordinaria abilità, fanno apparire il dipinto come l’illustrazione magica di una fiaba ...
Gatto in poltrona, olio su tela.
Una poltrona di vimini in cravatta accoglie tra i suoi braccioli un sornione gatto bianco e azzurro: niente di più naturale ...
Il levriero, olio su tela.
Qui la silhouette dell’animale s’impone scura di profilo sullo sfondo turchese, mentre calpesta un tessuto policromo di forme che, ambiguamente, si dispiegano alludendo a qualcosa ... forse la sagoma di Monte Pellegrino?
Il pesce, olio su tela.
Quasi visto con un grandangolo, il grande pesce sembra venirci incontro con un effetto accentuato da una falsa cornice, dipinta a vivaci motivi geometrici, da cui il pesce sembra fuoruscirne.
Mani sul seno, olio su tela.
Con l’uso di una stesura cromatica continua e piatta, molto pop art, le forme si stagliano con decisione nel taglio particolare dell’immagine. Il corpo femminile, appena suggerito, è azzurro, gli altri colori sono il rosso delle unghie e il verde scuro dello sfondo.
Volo di farfalla sul prato, olio su tela.
Un autentico capolavoro grafico al limite dell’astrazione, giocato su contrasti, oserei dire tattili, con preziosità cromatiche e formali di sicura maestria.
Banana verde, olio su tela.
Modulando infinite tonalità di verde, una mano sospesa, anch'essa verde, tiene una banana sbucciata a metà, sullo sfondo di un intreccio di fogliame di palme. Il risultato è inquietante sia per l’insistenza del verde che per il curioso soggetto.
Gioco col cane, olio su tela.
Una donna gioca con un cagnolino togliendosi la scarpetta e portandola in alto per farlo saltare. La scena si svolge in uno spazio aperto con alberi le cui tonalità vanno dal grigio al celeste al verde chiaro; non manca un volo di uccelli ... il tutto costruito con ritmi rigorosi e rispettosi di simmetrie apparentemente semplici.
Volto femminile, olio su tela.
Di forte intensità espressiva, la ragazza dai grandi occhi e dalla bocca dischiusa ci osserva dalla lignea cornice quadrata in cui sembra imprigionata per un incantesimo. L’illusione del quadro nel quadro è rafforzata dall’asta di legno che lo regge e dallo sfondo di nuvole minacciose ...
Mariangelina, 1975
Ritratto a matita di Mariolina, che poi diventerà sua moglie
Bambina con cane, disegno.
La precisione del tratto non rischia la banalità accademica per quella forzatura emotiva che rende inquietante l’immagine: mentre gli occhi del cane hanno qualcosa di umano ...
Bicicletta, 1981
Tucano sui fili, disegno.
Composizione di struggente surreale armonia
Discussione, disegno
Ring, disegno.
Due lottatori nudi, armati di falce e martello, discutono più che lottare ...
Senza titolo, 1990, disegno.
Altri siti di Maria Antonietta Spadaro
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