Miserere
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Miserere Arc. della SS. Trinità
Miserere “verdiano” 2013 e 2014
coro “unico”
(maschile, femminile e voci bianche)
coro “unico”
(maschile, femminile e voci bianche)
Miserere “gregoriano”/G. Allegri 2018
cori alterni (maschile e femminile)
cori alterni (maschile e femminile)
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Arc. della Morte ed Orazione
Arc. della SS. Annunziata
Arc. della SS. Annunziata
Miserere Selecchy (1a strofa)
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Il Coro del Miserere accompagna da sempre le processioni penitenziali del Giovedì e Venerdì Santo.
I cantori eseguono in latino il salmo 50 scritto dal Re Davide e di cui riportiamo di seguito la storia.
“L’anno dopo, al tempo in cui i re sogliono andare in guerra, Davide mandò Joab con i suoi servitori e con tutto Israele a devastare il paese degli Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dall’alto di quella terrazza egli vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. Davide mandò a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «E’ Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l’Hittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. Essa andò da lui ed egli giacque con lei, che si era appena purificata dalla immondezza. Poi essa tornò a casa.
La donna concepì e fece sapere a Davide: «Sono incinta». Allora Davide mandò a dire a Joab: «Mandami Uria l’Hittita». Joab mandò Uria da Davide. Arrivato Uria, Davide gli chiese come stessero Joab e la truppa e come andasse la guerra. Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e làvati i piedi». Uria uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una portata della tavola del re. Ma Uria dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. La cosa fu riferita a Davide e gli fu detto: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?». Uria rispose a Davide: «L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Joab mio signore e la sua gente sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Per la tua vita e per la vita della tua anima, io non farò tal cosa!». Davide disse ad Uria: «Rimani qui anche oggi e domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il seguente. Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Joab e gliela mandò per mano di Uria. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria in prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora Joab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Joab; parecchi della truppa e fra gli ufficiali di Davide caddero, e perì anche Uria l’Hittita.
Joab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano avvenute nella battaglia e diede al messaggero quest’ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re quanto è successo nella battaglia, se il re andasse in collera e ti dicesse: Perché vi siete avvicinati così alla città per dar battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dall’alto delle mura? Chi ha ucciso Abimelech figlio di Jerub-Bàal? Non fu forse una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, così che egli morì a Tebez? Perché vi siete avvicinati così alle mura? Tu digli allora: Anche il tuo servo Uria l’Hittita è morto». Il messaggero dunque partì e, quando fu arrivato, riferì a Davide quanto Joab lo aveva incaricato di dire. Davide andò in collera contro Joab e disse al messaggero: «Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dall’alto delle mura? Chi ha ucciso Abimelech, figlio di Jerub-Bàal? Non fu forse una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, così che egli morì a Tebez? Perché vi siete avvicinati così alle mura?». Il messaggero rispose a Davide: «Perché i nemici avevano avuto vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dall’alto delle mura e parecchi della gente del re perirono. Anche il tuo servo Uria l’Hittita è morto». Allora Davide disse al messaggero: «Riferirai a Joab: Non ti affligga questa cosa, perché la spada divora or qua or là; rinforza l’attacco contro la città e distruggila. E tu stesso fagli coraggio».
La moglie di Uria, saputo che Uria suo marito era morto, fece il lamento per il suo signore. Passati i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere e l’accolse nella sua casa. Essa diventò sua moglie e gli partorì un figlio. Ma ciò che Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.”
Nel corso dei decenni si sono alternate varie melodie: il “gregoriano” con la voce intonante, il “verdiano”, ispirato a quello di Giuseppe Verdi nel “Trovatore”, quello di Mons. Angelo Castellano e quello di Selecchi.
(dal sito dell'Arciconfraternita della SS. Annunziata)