Parrocchia
Benna S. Pietro

La chiesa parrocchiale di Benna

Facciata della chiesa parrocchiale

Foto: Facciata della chiesa parrocchiale

L’attuale chiesa parrocchiale è una ricostruzione cinquecentesca di quella medievale, come confermano alcuni atti di lite del XVI secolo. Nel 1528 alcuni testimoni locali affermano che la chiesa del priorato di San Giovanni cadeva in rovina e che Sebastiano Ferrero aveva fatto ricostruire la parrocchiale di San Pietro. Giacomo Canatone, aggiunge alla sua testimonianza che i Ferrero spesero nella ricostruzione dell’epoca ben quattrocento ducati.

All’inizio del cinquecento, poiché era andata in rovina l’antica chiesa di San Giovanni, il feudatario del paese fece quindi riedificare la parrocchiale dedicandola a San Pietro Apostolo e a San Giovanni, riassorbendo in tal modo anche il titolo dell’antico priorato.

Le caratteristiche architettoniche, tipicamente rinascimentali, della parrocchiale di Benna, del tutto simili a quelle della basilica di San Sebastiano in Biella, si possono riconoscere sia nella pianta dell’edificio, con le tre navate separate da colonne in pietra, che nelle cappelle delle navate laterali. Non si conosce purtroppo il nome dell’architetto che ha progettato questa chiesa più di cinquecento anni fa, ma si sa per certo che Sebastiano Ferrero è stato il fondatore generoso che ha contribuito alle iniziali spese di costruzione di questo edificio, come è avvenuto per la basilica di San Sebastiano in Biella piano.

A partire dal 1563 i resoconti delle visite pastorali dei Vescovi biellesi forniscono svariati dettagli circa lo stato di avanzamento dei lavori; in quell’ anno risulta ancora mancante la volta della cappella della Madonna del Rosario, sostituita temporaneamente da un tavolato in legno.

Dalla descrizione della visita vescovile del 1574, come puntualmente afferma lo storico Delmo Lebole, risulta che l’altare maggiore era ornato da un’antica tela raffigurante il crocifisso, mentre quelli laterali, entro le cappelle, erano impreziositi da affreschi dipinti sui muri.

All’inizio del XVII secolo c’era una porta laterale vicino all’altare della Madonna della Misericordia, murata nel secolo successivo e sostituita da un’altra apertura collocata sulla parete opposta. All’ingresso del presbiterio si trovava anche un architrave in legno sormontato da un grande crocifisso.

La costruzione della chiesa si protrasse per circa un secolo e la scritta che ancora oggi si legge scolpita sull’architrave della porta principale (Sumptibus universitatis loci Bennae anno 1684, restaur. 1797) sta ad indicare che la facciata con le primitive decorazioni fu portata a termine in quella prima data, per venir rimaneggiata circa cento anni più tardi in stile barocco.

Il campanile attuale fu edificato probabilmente all’inizio del XVIII secolo su un basamento di pietre squadrate, mentre la restante parte della struttura, alta circa 30 metri, è tutta in mattoni. Nella primavera del 1961, durante una solenne cerimonia presieduta da S.E. il Vescovo Rossi, furono consacrate cinque nuove campane che andarono a sommarsi alle precedenti tre; suonarono per la prima volta in concerto la domenica delle Palme di quello stesso anno.

Completava la facciata della chiesa anche un piccolo portico barocco, demolito nei lavori di restauro del 1964. Quest’ultimo intervento ha consentito di riportare allo stile rinascimentale originale la facciata. Pochi anni più tardi anche le navate sono state oggetto di interventi di ripristino; privandole degli stucchi barocchi sono stati recuperati i sottostanti cornicioni in cotto e le colonne in pietra.

L'interno

Interno dell'edificio rinascimentale

Foto: Interno dell'edificio rinascimentale

Sia all’interno che all’esterno della chiesa di San Pietro della parrocchiale di Benna sono quindi chiaramente visibili diverse strutture risultanti da aggiunte ed interventi che si sono susseguiti nel corso di ben cinque secoli. La sacrestia con l’ampia stanza superiore è stata realizzata solo nel 1701 ed il coro, ampliato nelle sue forme attuali nel 1729, è stato ricavato demolendo l’abside poligonale del primitivo edificio rinascimentale.

Affreschi

Ciclo di affreschi della Caponavata di destra

Foto: Ciclo di affreschi della Caponavata di destra

Degni di nota sono gli affreschi posizionati nell’altare caponavata di destra riportati alla luce nel 1933 dal parroco D. Mario Trompetto e restaurati da Ovidio Fonti. Questi dipinti sono stati eseguiti dal pittore Gaspare da Ponderano che ha voluto rappresentare le figure di San Giovanni Battista, Santa Maria Maddalena, San Pietro e San Defendente con i loro riconoscibili attributi religiosi. Nella parte centrale della cappella l’imponente figura di Maria, Vergine della Misericordia accoglie sotto il suo manto, sorretto da quattro angeli, una folta schiera di fedeli che indossano i caratteristici abiti e monili del tempo. Presumibilmente questo ciclo di affreschi è stato realizzato nella prima metà del 500 dal pittore Gaspare da Ponderano. Nella lunetta dell’altare, ora rimosso per lasciare spazio al moderno Fonte battesimale, è rappresentato il Cristo che risorge dal Sepolcro; la figura del Redentore è confrontabile con quella, dipinta sempre dallo stesso Gaspare, nell’abside dell’oratorio di San Rocco a Gaglianico.

Nell’altare caponavata di sinistra il ciclo pittorico è stato riportato alla luce nel 1958 dall’allora parroco D. Delmo Lebole e restaurato, sempre nello stesso anno, da Guido Fiume. Attribuibili alla scuola di Defendente Ferrari questi affreschi recano la data dell’anno 1535 nell’arco della lunetta.

Ciclo di affreschi della Caponavata di sinistra

Foto: Ciclo di affreschi della Caponavata di sinistra

Sopra la mensa spicca una rara rappresentazione della Santissima Trinità nella classica iconografia precedente il Concilio di Trento, con le tre figure del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo perfettamente identiche tra loro dietro ad un tavolo con innanzi un calice, un ostia e un libro.

A lato destro di questo altare si trovano i Santi Antonio Abate, Pietro Apostolo, ed in quello sinistro le Sante Lucia e Apollonia con gli strumenti del loro martirio, in morbide vesti di abiti damascati. Nella lunetta superiore, al di sotto della data, si colloca anche una Madonna con Bambino e angeli, sempre della stessa scuola. Nella rimozione dell’ancona della SS. Trinità del precedente altare venne alla luce quello cinquecentesco ornato da un finto panneggio, identico a quello delle vesti damascate delle Sante dipinte sulla parete di destra. Un tempo anche la volta di questa cappella era completamente affrescata e recava il Cristo nell’iride con i simboli dei quattro Evangelisti. Sulla parete di sinistra troviamo altre figure di Santi: Rocco, Fabiano, Sebastiano, Nicola da Tolentino ed infine una scena dell’annunciazione della Vergine Maria. Queste ultime figure sono prive della parte inferiore ed anche di una parte centrale, andata probabilmente distrutta durante l’apertura di una porta ricavata nella parete perimetrale della chiesa.

All’innesto del coro barocco, proseguimento della parte rinascimentale, è stato collocato, durante gli ultimi restauri del 1974, un’imponente architrave ligneo con Crocifisso del 1600, proveniente dalla chiesa sconsacrata di San Germano di Tollegno. Completano la scena la statua di Maria madre di Gesù e quella di San Giovanni Evangelista.

Il pregevole pulpito in noce, oggi riconvertito ad ambone, fu scolpito da Giacomo Cagna di Candelo nel 1798, su disegno di Pietro Antonio Serpentiere. E’ formato da tre pannelli; quello centrale rappresenta la Vergine del Rosario, quello di destra S. Pietro e quello di sinistra S. Paolo.

Il coro settecentesco, anch’esso in legno di noce scolpito, accoglie al centro da più di cinquant’anni l’organo acquistato nel 1778 dalla parrocchiale di Chiavazza. Lo strumento, che anticamente era collocato sopra alla bussola dell’ingresso principale, fu ingrandito in un primo momento da Giacinto Bruna e successivamente rivisitato da Amedeo Ramasco nel 1862. Un successiva revisione dello strumento fu eseguita nel 1956 ad opera dell’organaro Giuseppe Marzi di Opaglio che inserì un motore elettrico ai mantici, riparando le canne dello strumento ormai deteriorate dal tempo e dai roditori.

Nel 1773 venne realizzato il quadro su tela, ora posizionato sopra la porta dell’ingresso principale, raffigurante il martirio di San Pietro; il dipinto è un ovale del pittore Giuseppe Maria Aureggio Termine. Nel 1797 i mastri Giacomo Cagna di Candelo e Pietro Bracco di Benna scolpivano la porta principale della chiesa e nell’anno seguente veniva predisposta anche la bussola per la porta laterale destra.

Nel 1807 si apriva un muro laterale sul lato sinistro della chiesa per realizzare una piccola cappella del battistero. Si ornarono le pareti con un gruppo scultoreo ligneo del battesimo di Gesù scolpito da Pietro Antonio Serpentiere. La cappella in stile neoclassico fu poi demolita durante i restauri del 1974, recuperando la vasca battesimale e il gruppo ligneo del battesimo di Gesù, ora collocato nella sacrestia inferiore.

Facciata della chiesa parrocchiale di Benna nei primi anni del secolo scorso

Bibliografia essenziale

  • Delmo Lebole, Storia della chiesa biellese: le Pievi di Puliaco - Gifflenga - Santhià - Ivrea - Naula, Biella, 1980.

  • Claudia Ghiraldello: l’arte a Benna Nuove indagini tra sacro e profano, Edizioni Gariazzo, 2008.

  • Bollettini Parrocchiali antecedenti il XX secolo.

Posizione

La Chiesa parrocchiale di Benna si trova al seguente indirizzo:

Piazza San Pietro 3, 13871, Benna (BI), Italy