Lettera aperta
alla dr.sa Di Segni

?antisemitismo?

Lettera aperta inviata alla dr.sa Di Segni, con allegato citato nella lettera,

dall'avvocato Ugo Giannangeli successivamente al 25 aprile 2023


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Gentile dr.sa Di Segni,

ero anch’io a Milano, come ogni anno, il 25 aprile per la manifestazione

commemorativa della Resistenza. Ho letto la sua intervista al Corriere della Sera di

quel giorno. Mi ha fatto piacere leggere la parola “palestinesi” che dimostra

l’acquisita consapevolezza dell’esistenza di questo popolo, esistenza a suo tempo

negata (lei ben conosce una delle più grandi bugie: la terra senza popolo per un

popolo senza terra).

Ho letto invece con dispiacere la consueta accusa di antisemitismo rivolta ai

contestatori della Brigata ebraica. Sono l’autore del volantino che allego e che è

stato diffuso a suo tempo a spiegazione della contestazione. Le concedo il beneficio

del dubbio e posso credere che lei non lo abbia mai letto. Ovviamente non pretendo

che lei condivida i miei argomenti; sarebbe troppo per una persona col suo ruolo,

nata a Gerusalemme e che ha prestato servizio militare in Israele. Mi limito a una

domanda: veramente ritiene che quel volantino sia stato scritto da un antisemita?

Ridurre a questa inflazionata e offensiva accusa le pur possibili critiche al testo

sminuisce la serietà degli argomenti contrari.

Lei nell’articolo parla di Israele come di una democrazia. Non crede che,

quantomeno dopo la legge sullo Stato-nazione, ci sia qualche problema ad usare

ancora questa definizione? Se vogliamo ignorare i non ebrei discriminati ora anche

per legge, pensiamo alla discriminazione interreligiosa: mizrahi, etiopi, ebrei di

colore etc. Una supremazia askenazita bianca scende in piazza per difendere non

tanto la democrazia quanto i propri privilegi. Non posso considerarmi un esperto

delle dinamiche della società israeliana ma ho letto recentemente una interessante

intervista fatta da Smadar Lavie a Ben Lorher da cui emerge un quadro

preoccupante dei conflitti di classe all’interno della società israeliana.

Per quanto riguarda l’accostamento di Israele al nazismo personalmente non lo

condivido ma intravedo qualche rischio. Zev Sternhell ha detto che in Israele cresce

non solo un fascismo locale ma anche un razzismo vicino al nazismo ai suoi esordi.

Con l’attuale governo le voci che si alzano preoccupate sono aumentate. Lavie ha

detto “Il fascismo è insito nel sionismo fin dalle sue origini e nel corso della sua

storia” nell’intervista sopra citata del 28 marzo 2023 pubblicata dalla Associazione di

amicizia italo-palestinese. Non debbo certo ricordare a lei la figura di Marek

Edelmann e il programma del Bund che nel suo programma definiva il sionismo “ un

movimento reazionario capitalista e colonialista al servizio dell’imperialismo”.


Insomma, valutazioni e posizioni ben lontane da quelle espresse dalla associazione

“Amici di Israele” quando nel 2004 propose di sfilare il 25 aprile con le bandiere

della Brigata ebraica e di Israele:” Crediamo importante spiegare agli italiani che il

sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”.

Per il ruolo pubblico che lei ricopre e per il tema accennato in queste righe non

credo di dovere considerare riservata questa lettera. La considero di interesse

pubblico, se non altro per l’attualità dell’argomento, e quindi la diffondo , lieto di

ricevere una risposta che mi impegno a diffondere.

Confortato dalla vicinanza di tanti ebrei antisionisti che prendono le distanze da

Israele al grido di “ Not in my name”, cordialmente la saluto.

27 aprile 2023 Ugo Giannangeli


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allegato.


CONTESTARE LA PRESENZA DELLA BRIGATA EBRAICA NELLA

FESTA DELLA LIBERAZIONE NON E’ UN DIRITTO, E’ UN DOVERE!

Le insegne della Brigata ebraica sfilano per la prima volta nel corteo del 25 Aprile

2004. Le motivazioni di questa decisione sono dichiarate ed esplicite. Nel sito degli

Amici di Israele si legge che sono costoro a decidere di sfilare sotto le insegne della

Brigata ebraica perché “stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi……e

per non farci annoverare tra la massa dei manifestanti antiamericani o

antiisraeliani”. La stessa associazione dichiara che la decisione di sfilare con la

Brigata ebraica è solo un passaggio di un percorso che deve portare a “ lo

sdoganamento del sionismo” ( testuale). Si legge: “ Crediamo, infatti, importante

spiegare agli italiani che il sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”.

E’ quindi espressamente dichiarato che la sfilata della Brigata ebraica è

un’operazione di propaganda del sionismo ed è organizzata dalla associazione

“Amici di Israele”.

Il sionismo ha portato alla creazione dello Stato di Israele attraverso la Nakba, cioè la

distruzione di oltre 500 villaggi palestinesi e l’espulsione di oltre 750.000 Palestinesi

dalle loro case e dalle loro terre. Israele prosegue ininterrottamente da allora nella

sua politica espansionistica, occupando e colonizzando ulteriori territori palestinesi,

destinati dall’ ONU a quello che sarebbe dovuto essere lo Stato di Palestina. Israele,

che si compiace di presentarsi come l’unica democrazia del Medio Oriente, uccide,

imprigiona, tortura, ruba risorse, pratica un sistema di apartheid, assedia e

bombarda Gaza, porta avanti una vera e propria pulizia etnica.

Israele si sta configurando sempre più come stato etnocratico, teocratico, razzista.

La totale impunità di cui gode per i suoi crimini ( ampiamente documentati da

Commissioni ONU (1), Human Rights Watch (2), Amnesty International per citare

fonti internazionali ma non mancano fonti interne israeliane come B’Tselem e

Breaking the silence) ha fatto perdere al diritto internazionale e all’ONU ruolo ed

autorevolezza.

Per tentare di mascherare questa realtà è necessaria una capillare opera di

propaganda. Chi non ha avuto remore a creare attorno alla tragedia della Shoah una

vera e propria industria propagandistica (3), non si è certo fermato dinanzi alla

speculazione su una quarantina di morti (tanti sono stati i caduti della Brigata).


Anche perché la Brigata già nasce, alla fine della guerra, come operazione di

propaganda. Gli ebrei già combattevano contro i nazifascisti dall’Agosto 1942

inquadrati nel Palestine Regiment insieme ai Palestinesi. Altri ebrei già

combattevano nelle formazioni partigiane, soprattutto “ Giustizia e Libertà” e

“Garibaldi”. Oltre 1000 ebrei ebbero il certificato di “ partigiano combattente”, oltre

100 furono i caduti.

A tutti questi ebrei combattenti per la libertà va il nostro plauso e la nostra

gratitudine !!

Ben diversa la realtà della Brigata ebraica. Churchill ne annuncia la creazione nel

Settembre 1944. Inquadrata nella 8° Armata britannica, la Brigata attende due mesi

prima di sbarcare a Taranto ed attende altri quattro mesi prima di partecipare ad

alcuni scontri nella zona di Ravenna. Siamo ormai a ridosso della Liberazione:

marzo/aprile 1945. A Maggio inizia la smobilitazione e i reduci si dedicano in gran

parte a sostenere l’immigrazione in Palestina.

Non si può dire che il ruolo della Brigata nella lotta di Liberazione sia stato rilevante.

Eppure c’è chi è giunto a scrivere che “ la Brigata ebraica è stata in prima fila nella

liberazione d’Europa” (4) !!

Noi siamo contro l’uso della Festa del 25 Aprile per bieche operazioni

propagandistiche a favore di uno Stato i cui principi fondanti sono antitetici ai valori

dell’ANPI e della Resistenza.

L’art. 2 dello Statuto dell’ANPI prevede l’obbligo di appoggiare tutti coloro che si

battono per la libertà e la democrazia. Questi oggi sono i Palestinesi. Lo dice Marek

Edelman, vice comandante della rivolta degli ebrei del ghetto di Varsavia (5); lo dice

Stephane Hessel, ebreo partigiano coautore della Dichiarazione universale dei diritti

dell’uomo (6) ; lo dice Chavka Fulman Raban, superstite del Ghetto di Varsavia, che

scrive: “ E’ vietato per noi governare un altro popolo, opprimere un altro popolo”(7).

Lo dicono gli ebrei della Rete ECO, quelli di Not in my name, quelli che,

vergognandosi delle politiche di Israele, chiedono di cancellare il nome dei loro

congiunti dallo Yad Vashem.

Come scrive l’israeliano Michael Warschawsky. “ Noi non siamo “ un’altra voce

ebrea”, ma invece l’unica voce ebrea capace di parlare a nome dei martiri torturati

del popolo ebreo. La vostra voce è nient’altro che i vecchi clamori bestiali degli


assassini dei nostri antenati”. La lettera è indirizzata ai governanti israeliani ed

equipara Gaza al Ghetto di Varsavia (8).

E come non ricordare che dentro la Brigata ebraica operava una struttura parallela

al comando dell’Haganà, la principale organizzazione armata clandestina in

Palestina, corresponsabile, tra l’altro, insieme alle truppe inglesi, della repressione

della rivolta araba del 1936/39?

Queste formazioni, insieme alle altre bande terroristiche Irgun e Stern, confluiranno

in Zahal, l’esercito di Israele, responsabile, insieme a poliziotti e coloni, della pulizia

etnica in corso.

E chi oggi ricorda il tributo di sangue dei Palestinesi nella lotta contro il nazismo? I

morti palestinesi non fanno notizia, ora ed allora. Eppure 12.446 sono i Palestinesi

arruolati dal 1939 al 1945 nell’esercito inglese e 701 furono i caduti (9).

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Per questi motivi, e per tanti altri che non possono trovare qui spazio, diciamo NO

alla presenza della Brigata ebraica che contamina i valori della Resistenza : pace,

libertà, uguaglianza, giustizia.

Come diceva Nelson Mandela: NON C’E’ LIBERTA’ SENZA LA LIBERTA’ DELLA

PALESTINA.

W LA LOTTA DI LIBERAZIONE DI TUTTI I POPOLI !!

W LA LOTTA DI LIBERAZIONE DEI PALESTINESI !!


25 Aprile 2016 Ugo Giannangeli


Note.

1) Rapporto Goldstone per il Consiglio per i diritti umani dell’ONU, edizioni

Zambon,2011

2) L’apartheid in Palestina,il rapporto Human Rights Watch sui territori arabi

occupati da Israele, Mimesis edizioni, 2012


3) Norman G. Finkelstein, L’industria dell’Olocausto, lo sfruttamento della sofferenza

degli ebrei, Rizzoli, 2002

4) Maria Grazia Meriggi, Il Manifesto, 22 Aprile 2015

5) Lettera alle organizzazioni combattenti palestinesi del 10 Agosto 2002

6) Stephane Hessel, Indignatevi!, Indigene editions, 2010

7) Chavka Fulman-Raban, in “frammentivocalimo.blogspot.it/2013/04”

8) Michael Warschawsky, Alternative Information Center, 24/1/2009

9) Colonial Office Archive, Document nr. 537/1819 ( 1946)

I dati sulla Brigata ebraica sono tratti da “ La brigata ebraica”, Soldiershop

publishing, 2012, di Samuel Rocca e Luca S. Cristini