Amiamoci o cadiamo insieme sotto la lama
di un coltello

In una vita governata dalla legge dell'onore,
come esprimono il loro amore e il loro desiderio le donne afgane?


In una società gravata da tradizioni e costumi, il suo amore è proibito e alla fine condannato nella vita pashtun governata dalla legge dell'onore.

Le giovani donne amano condividere ogni cosa, ed anche le canzoni come gridi d'amore o di addio. Quanto alla grande originalità di questa poesia popolare, sta nella presenza attiva della donna, che si impone come innovatrice, da qui il "Landai", che significa "riassunto", ed è una brevissima poesia che stimola la competizione.

Nel pomeriggio, quando le ragazze del villaggio vanno a prendere l'acqua alla sorgente, o quando ballano e cantano a una festa o a un matrimonio, improvvisano nuovi "landai", i migliori dei quali si imprimono immediatamente nella memoria collettiva. Come spiega il poeta afgano Bhu al-Din Majroh, un brano "landai" è composto da due versi, il primo verso contiene 9 sillabe, mentre il secondo verso contiene 13 sillabe.

Il "Landai" differisce dalla poesia persiana Dari, in quanto non glorifica l'amore mistico, né si dedica alla lode divina, ma piuttosto porta una feroce critica alla società patriarcale, che vede nelle donne nient'altro che una merce. Il poeta afgano Saeed Bhu al-Din Majroh raccolse “Il Landai” in un libro, tradotto in diverse lingue, compreso l'arabo, e nell'introduzione del libro disse: “La poesia del Landai è senza un modello da imitare, e senza riferimenti poetici da emulare, e la dimensione degli autori della letteratura orale pashtun è molto distante dai libri, in generale.

Majroh aggiunge che questa improvvisazione popolare ha saputo sviluppare forme di grande diversità, con regole speciali nei sistemi poetici, non lontane dal canto.

La storia della poetessa Landai Rahila Moska ci racconta uno dei dettagli della vita segreta di questa poesia: una volta Rahila ascoltava alla radio delle poesie chiamate “Mirman Bahir”, che è il nome di un'organizzazione che organizza telefonate per i poeti pashtun, in cui ogni donna può dire una poesia. Quando i suoi due fratelli sentirono quello che stava dicendo, pensarono che lei stesse parlando al suo amante, quindi l'hanno picchiata, e indotta in seguito ad uccidersi. Dalle sue poesie immortali e memorabili, una volta disse al telefono:


"Ho chiamato. Ero una pietra"

Un giorno guarderai e io me ne sarò andata".


Ciò che è anche interessante della sua poesia, è che viene menzionata ma non per nome la sua autrice, nascosta dietro l'eroismo del suo amore.


Lo amo, lo amo, non lo nascondo, non lo nego

Anche se hanno tagliato tutti i miei nei con un coltello".


un'altra:

"Dammi la mano, amore mio, e va' nei campi".

Amiamoci o cadiamo insieme sotto la lama di un coltello".


una terza:

"Sono come una campana nel cuore della notte"

Con tutti i miei braccialetti e gioielli

Suono tra le sue braccia"


Dice il poeta Bhu al-Din Majroh: "Questi toni, che per il gioco dell'amore sono come la chiamata a uccidere nell'arte della guerra, annullano chiaramente i valori osservati nella società pashtun. Alimentano il tumulto e l'ansia nella coscienza del maschio, e distruggono i suoi diritti e il suo orgoglio, perché la vita della tribù dipende principalmente dall'onore della legge, e l'istigazione diventa una terribile trappola.

Il traduttore palestinese-giordano, Abdullah Abu Shmeis, ha tradotto queste poesie dalla lingua inglese e ha detto nell'introduzione al libro, che è stato pubblicato da "Azmina" nel 2018, "In effetti, non avevo nessun altro scopo nel tradurre questo gruppo se non il piacere artistico e il desiderio di presentare questa arte poetica al lettore arabo in modo accattivante, ma a conclusione del lavoro, credo che sia possibile pensare che ne deriveranno potenziali benefici."

Abu Shmeis menziona alcuni di questi vantaggi, in particolare "presentare poesie che esprimono in vario modo le donne arabe", così che la differenza tra la sofferenza della donna afgana e la sofferenza della donna araba sia solo una differenza di sfumature. Ne consegue che la poesia araba si arricchisce di un nuovo breve stile poetico", il quale va ad aggiungersi agli altri due: "Il Quartetto" e "L'Haiku" tipi di poesia popolare araba simili al Landai.

"Landai" e "Altbraà"

Abu Shmeis spiega che ci sono studi che confrontano il " landai " pashtun con l'arte mauritana del "dare", e stima che scavare a fondo nei poemi popolari e nei canti femminili sia proficuo per rivelare tesori nascosti che meritano attenzione.

Altbraà” è uno stile letterario prodotto dalle donne in Mauritania e Marocco, e nella comunità di Bidhan in generale. La “Tabri’a” è composta da due parti, ciascuna delle quali è chiamata “tafloit”. La prima strofa è composta da 5 vocali e la seconda da 8. A differenza del "landai", la "tira'a" è vincolata ad una rima tra la prima e la seconda strofa, che lascia una dolce risonanza musicale nell'orecchio dell'ascoltatore .

E poiché la donna mauritana è una padrona nella sua casa, e non è soggetta a gravi violenze come nella comunità pashtun, il "dare" è tutt'altro che una divulgazione aperta o una semplice dichiarazione.

Somiglianze tra le due letterature sono l'accuratezza della descrizione e la brevità, poiché la lunghezza di un testo non supera le poche parole con cui la donna esprime i suoi pensieri. Le accomuna anche il segreto che le circonda, poiché l'associazione di una donna pashtun con la sua letteratura può costarle la vita, e la donna mauritana preferisce che il suo nome non sia associato alla letteratura, in virtù della sua appartenenza a una società conservatrice. Pertanto, "landai" e "donazione" sono solitamente formulati come speciali consigli femminili, e poi diffusi tra le donne, senza che la donna che li ha creati sia resa nota.

La quartina femminile di Fez

Nel suo libro "Le quartine delle donne di Fez", Muhammad al-Fassi afferma che queste quartine "ruotano tutte attorno all'emozione dell'amore, ed esprimono in modo sincero i sentimenti profondi che aleggiano nel cuore degli amanti, con un velo di tenerezza e di bellezza".

La ricercatrice marocchina, Alia Maa El-Aynain, afferma che queste quartine sono "pure poesie femminili, soprattutto per le donne nella città marocchina di Fez".

I Rubaiyat, detti anche gli Arabi, venivano cantati in particolare nelle gite che le famiglie Fassy tenevano nelle giornate primaverili, nei frutteti che circondavano la città.

Maa Al-Aynin spiega che "i temi di queste poesie ruotano tutti attorno alle emozioni e ai sentimenti delle donne". La raccolta di poesie di Muhammad al-Fassi ha salvato questa creatività dall'estinzione.

Sebbene questi poemi popolari siano chiamati "quartine", erano più di quattro versi, e non rispettavano rima o narrazione, perché seguivano l'ispirazione, e la poesia delle donne di Fez è principalmente espressione d'amore per un persona sconosciuta, rimprovero per la separazione o espressione del desiderio.


Come dice una donna:

"Oh, mio amato, ogni giorno diciamo oggi

Avvicìnati, i giorni dell'amore mi sfuggono".


"Il Landai" e la morte

Non vi è alcun verso nel Landai che esprima la paura dell'altro mondo, ma piuttosto il motivo dei sentimenti di disperazione tra i poeti del Landai è che non abbiano vissuto abbastanza. È così che una donna pashtun si trasforma in una tragica eroina. Il suo destino era scritto da sé, imbrigliata nei tabù della legge degli uomini. Ma perché le donne pashtun dovrebbero rischiare la morte per una poesia?

Forse uno dei motivi che le porta a dimenticare il pericolo che circonda il loro destino è che questa poesia è segreta e che il nome dell'autrice rimane segreto.

"La parola è una spada", afferma Sohaira Sharif, fondatrice di Mirman Buhair - The Poetry Circle of Kabul Women. Suheira non è una poetessa, ma membro del Parlamento. Spiega in una conferenza inglese che "la letteratura è una battaglia per i diritti molto potente, forse paragonabile alle manifestazioni politiche".

“La poesia è il movimento interiore delle donne”, spiega Safiya Siddiqui, poetessa pashtun ed ex parlamentare.

Weda Sagri, un'attivista afghana per i diritti delle donne, afferma:

"Come donne, negli ultimi 20 anni, abbiamo imparato a bere come i cervi da uno stagno pieno di coccodrilli".


di Taghreed Abdel Aal

Scrittore e poeta palestinese residente in Libano

Traduzione Fares-Grasso


Fonte: https://mdn.tv/6rRZ