La monaca Chiyono studiò per anni, ma non fu capace di trovare l’Illuminazione. Una notte stava portando un vecchio secchio pieno d’acqua. E mentre camminava solitaria guardava la luna piena riflessa nell’acqua del secchio. Improvvisamente, la canna di bambù che sorreggeva il secchio, si ruppe, e il secchio cadde a terra. L’acqua fuggì via, il riflesso della luna scomparve e Chiyono diventò Illuminata.
E scrisse questi versi:
“In un modo e nell’altro ho cercato di sorreggere il secchio sperando che il debole bambù non si sarebbe mai spezzato. Improvvisamente il sostegno si è rotto. Non più acqua, non più luna nell’acqua, il vuoto nelle mie mani”.
“Vai col vuoto tra le mani, poiché questo è tutto. Questo è il mio dono. Se riesci a portare il vuoto tra le tue mani, allora ogni cosa diventa possibile. Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient'altro. Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell'automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell'acqua del secchio, mentre la luna vera è lì, in alto, che ti aspetta da sempre. Lascia cadere il secchio, così che l'acqua sfugga via, e con essa la luna. Solo questo ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo, ma prima devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna. Il vuoto tra le mani”.
(brani tratti da "Dieci storie Zen" di Osho ed. Mediterranee)
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