La meditazione è uno stato di non-mente. La meditazione è uno stato di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua consapevolezza è sovraccarica di storie, assomiglia a uno specchio coperto di polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante flusso di pensieri, di desideri, di ricordi, di ambizioni: è un traffico inarrestabile! Giorno dopo giorno, perfino quando dormi, la mente è sempre in funzione, sogna. Continua a rimuginare, è sempre immersa in ansie e preoccupazioni. Si prepara per il domani: preparativi segreti sono in atto. Questa è una considerazione non-meditativa. La meditazione è esattamente l’opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è cessato, quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione.
E in quel silenzio si conosce la verità, mai prima. La meditazione è uno stato di non-mente.
...la parola meditazione va intesa in quanto dhyana, perché di nuovo il termine meditazione le dà una connotazione sbagliata. Infatti, ogni volta che parli di meditazione ti può essere chiesto: "su cosa mediti?" La parola stessa implica un oggetto. Puoi dire: "sto meditando sulla bellezza, sulla verità, su Dio", ma non puoi semplicemente dire: "sto meditando", la frase suonerebbe incompleta. Dhyana significa: "sono in meditazione"... ebbene, in quel "sono in meditazione" è racchiuso tutto il significato di dhyana.
Ed è impossibile giungere alla meditazione tramite la mente, perché la mente perpetua sempre se stessa. Si può giungere alla meditazione solo mettendo la mente da parte, restando calmo, indifferente, privo di identificazioni con la mente; osservando il dipanarsi del processo mentale, ma senza esservi identificato, senza credere di essere la mente. Meditazione è la consapevolezza di non essere la mente. Quando la consapevolezza scende in profondità dentro di te, lentamente, molto lentamente, giungeranno alcuni istanti: attimi di silenzio, momenti di puro spazio, momenti di trasparenza, istanti in cui nulla di te si muove e tutto è quiete. In questi istanti di quiete realizzerai chi sei e comprenderai il mistero di questa esistenza. E verrà un giorno, un giorno di profonda beatitudine, in cui la meditazione diventerà la dimensione naturale del tuo essere. La mente è una cosa innaturale, non potrà mai diventare la tua dimensione naturale. Invece la meditazione è una condizione naturale che abbiamo perso. E’ un paradiso perduto, ma il paradiso può essere riconquistato. Guarda negli occhi di un bambino, osserva e vedrai un silenzio straordinario, vedrai l’innocenza. Ogni bambino, nasce in uno stato meditativo. Ma deve essere iniziato agli schemi della società: gli si deve insegnare come pensare, come fare i suoi calcoli, come ragionare, come discutere; gli si devono insegnare le parole, il linguaggio, i concetti. E pian piano egli perde contatto con la sua innocenza. Viene contaminato, corrotto dalla società. Diventa un meccanismo efficiente: non è più un uomo. Occorre soltanto riconquistare quello spazio. L’ hai conosciuto in passato, per questo quando ti affaccerai alla meditazione per la prima volta, rimarrai sorpreso, perché in te affiora la sensazione fortissima di averlo già conosciuto. Ed è una sensazione vera: l’ hai conosciuta in passato. L’ hai dimenticato. Il diamante si è smarrito sotto un mucchio di rifiuti, lo riavrai - ti appartiene! In realtà non lo si può perdere: lo si può solo dimenticare. Siamo nati in meditazione e in seguito abbiamo appreso le vie della mente, ma la nostra vera natura rimane nascosta in un luogo profondo, simile ad un flusso sotterraneo: in un giorno qualsiasi, basta scavare un poco per ritrovare la sorgente che ancora fluisce di fresche acque. E questa riscoperta è la gioia più grande della vita.
Tre uomini stavano facendo una passeggiata di prima mattina. Su una collina videro un monaco buddhista immobile e, non avendo altro da fare, iniziarono a discutere per stabilire cosa stesse facendo. Uno disse: "a mio avviso, sta aspettando qualcuno. Forse un amico che si è fermato lungo la strada...". Il secondo disse: " non sono d'accordo. Se aspettasse qualcuno, ogni tanto si volterebbe per vedere se arriva. Ma quell'uomo si limita a stare fisso immobile. Secondo me, possiede una mucca...". In Giappone in monaci zen hanno sempre una mucca perché bevono il tè almeno cinque o sei volte al giorno: è un rituale religioso, il tè li tiene svegli, all'erta, e non possono andare a mendicare continuamente un pò di latte, per cui tengono una mucca nel monastero. Dunque, il secondo uomo disse: " ho la sensazione che la sua mucca si sia persa, e lui ora la sta cercando". E il terzo uomo disse: " non sono d'accordo, se qualcuno cerca una mucca non se ne sta immobile come una statua, andrebbe in giro, di qui e di là, e quello non muove un muscolo. Che dire del volto: ha gli occhi metà chiusi". Si stavano avvicinando al monaco, per cui potevano distinguerlo meglio. Fu il terzo che concluse: "secondo me, vi sbagliate... penso che stia meditando. Ma come possiamo stabilire che di noi tre ha ragione?" Uno di loro disse: "non ci sono problemi. Visto che gli siamo vicini, possiamo chiederlo a lui". E il primo uomo chiese al monaco: "aspetti forse un amico che si è attardato per strada?" Il monaco buddhista apri gli occhi e disse: "aspettare? Io non aspetto mai nulla, aspettare qualcosa è contro la mia religione". L'altro insistette: "lasciamo perdere quelle parole... sei in attesa di un amico che è rimasto indietro?" Il monaco: "di nuovo... Io non ho alcun amico al mondo, né ho alcun nemico, poiché essi si accompagnano. Non puoi privilegiare i primi ed escludere i secondi. Non vedi che sono un monaco buddhista? Non ho nemici, non ho amici. Ti prego, và per la tua strada e non disturbarmi!" Il secondo uomo pensò di avere delle speranze e chiese: "glielo avevo già detto che diceva cose assurde... la mia sensazione è che la tua mucca si sia persa". E il monaco replicò. " tu sembri ancora più stupido di lui. La mia mucca? Un monaco budddhista non possiede nulla. E perché mai dovrei cercare la mucca di qualcun altro? No, io non ho alcuna mucca!" Il secondo uomo ammutolì, imbarazzato, e il terzo pensò: "la mia è la sola possibilità rimasta!" E disse: " posso vedere che stai meditando." E il monaco : "assurdo! La meditazione non è attività. Uno non 'sta' mai meditando, si è meditazione. Per dirvi la verità, in modo che non fraintendiate, semplicemente non sto facendo nulla, sono qui immobile, senza fare nulla... qualcosa da ridire?" Dissero: "no, semplicemente per noi non ha senso: stare qui immobile, senza fare nulla". E il monaco concluse: "ma questo è meditazione: stare seduti senza fare nulla - né con il corpo, né con la mente".
(brani tratti da "Iniziazione alla Meditazione" di Osho ed. Mediterranee)
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