Medianità Cristiana
Una possibile via moderna di Misticismo Cristiano
Medianità Cristiana
Una possibile via moderna di Misticismo Cristiano
Introduzione
Questa raccolta è il contenuto concettuale emerso da un insieme di incontri, avvenuti negli anni 70', caratterizzati da sedute medianiche realizzate con la tecnica della scrittura autonoma.
La medium e il gruppo appartenevano ad una cultura di stampo cristiano.
Le copie degli scritti emersi dagli incontri mi furono date da un membro di quel gruppo.
Si rendono disponibili, per coloro che fossero interessati, quali spunto di riflessione sulla Teologia Cristiana.
(Questi testi sono patrimonio dell'umanità, chiunque può pubblicarli parzialmente o integralmente a condizione che non ne alteri il contenuto)
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14 Luglio 1977
Entità: "Salve. Benvenuti nella mia casa.
E' bello vedere che un nuovo cerchio si forma.
Tutte le forze presenti sono positivamente tese verso la luce.
Ora dite, ed iniziamo il nostro colloquio cercando che esso serva per un comune avanzamento. Dite".
Domanda: Vorrei sapere se vedi mio marito.
Io non sono A., Mia casa è questa, come qualsiasi luogo ove si cerchi la luce.
Per il momento le vostre forze non sono così amalgamate da poter prendere contatto con creature non sufficientemente affinate senza correre pericoli. Per questo vi chiedo di portare i vostri pensieri in alto e cercare di avanzare su un terreno più spirituale.
Domanda: Che devo fare per affinarmi?
E' una domanda che indica come in te si stia svegliando una luce che però non è ancora piena tanto da farti vedere con chiarezza la via da seguire.
Una cosa, però posso dirti e cioè che solo da te stessa verrà la risposta, ma perchè essa giunga con chiarezza è necessario che tu ti distenda interiormente.
Troppa tensione c'è in te, e questo genera confusione.
Lavorare non sempre, vuol dire affaticarsi ed anzi troverai un grande sollievo il giorno in cui il raggiunto equilibrio consentirà alle forze che sono in te di liberarsi positivamente.
D: A chi si riferiva il primo cenno di comunicazione?
Non ha importanza perchè non dobbiamo lasciare spazio a basse onde non in grado di controllare se stesse, visto che per ora non siete in grado di farlo voi.
D: Visto che siamo sotto la tua ''tutela” come potremo riconoscerti per evitare "Basse onde"?
Tu chiami tutela quello che non lo è, almeno nel senso da te inteso. Ho già detto che questo potrà essere un cammino fatto insieme, quindi il nostro impegno..
A I U T A T E M I CON LA VOSTRA APERTURA, dicevo che il nostro impegno e le nostre responsabilità sono pari, ma certo non è uguale la nostra vista. Io, come leale compagno di viaggio, vi segnalerò i pericoli della strada a portata dei miei occhi. A voi in ogni momento la libertà di accettare i miei avvertimenti o proseguire in altra compagnia.
Ora vi lascio con la speranza che dentro di voi nasca il desiderio di darmi la vostra mano per quando potrete nuovamente riunirvi con continuità.
D: Chi sei?
Sono luce, e se faremo la strada insieme avremo tempo di imparare a conoscerci. Pace.
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3 Agosto 1977
Pace a voi. Sono qui per riprendere la conversazione.
Proverò a dire qualcosa e in ogni momento potrete chiedere.
Una domanda che spesso sorge é come mai vi sia bisogno di ripetere più o meno sempre le stesse cose. E' intuitivo rispondere che fin quando il messaggio non viene assimilato vi é necessità di ripeterlo. Ma vi é anche un altro motivo. Poiché le azioni di ciascuno sono il risultato della scelta operate dal proprio libero arbitrio e dall'influenza esercitata da altri fattori esterni, a volte vi sono delle incertezze contingenti che possono essere superate sentendo la parola giusta al momento giusto. La necessità di ascoltare questa giusta parola dall'esterno deriva unicamente dalla confusione che é in voi così spesso, e che non vi fa rendere conto di avere già "dentro" la risposta.
Queste forme di contatto, quindi dovrebbero ottenere lo scopo non di creare una attesa in voi verso qualcosa che giunge dall'esterno, ma di risvegliare progressivamente la vostra capacità di ascolto interiore.
L’unica forma possibile di armonia e equilibrio che voi riduttivamente siete abituati a chiamare 'giustizia’ é quella che commisura le possibilità con le capacità individuali.
Per capacità diverse intendo non diverse nella qualità né tanto meno nella quantità, ma solo nel grado di coscienza di sé. Intendimi con un esempio: ogni creatura nata fisicamente sana ha materialmente in sé la possibilità di apprendere ad usare i propri mezzi fisici in relazione ad una attività particolare, per esempio ad usare le mani per fare il falegname.
Ma quelle stesse mani possono essere condotte a scoprire la capacità di usare l’ago, oppure il pennello. Generalmente - sempre dal punto di vista fisico - si usano le proprie capacità solo sviluppandole e padroneggiandole in un verso. Ma questo non vuol dire che non potrebbero essere utilizzata per altro. Questo per dirti che non vi è, a livello spirituale, una creatura che abbia più di un’altra, ma solo una creatura che ha preso maggiore coscienza dell'immensità di sé, rispetto all'altra. Ora chiedi, se vuoi
D: Perchè ti sei rivolto a me?
In questo periodo,come tu stessa dici, vi é una grande attività dentro il tuo animo.
Le parole che ti ho rivolto vogliono aiutarti a comprendere che dentro di te, come in ogni creatura, vi é tutta la forza e la chiarezza che stai cercando altrove. E’ per dare fiducia a quello che man mano vai scoprendo da sola che ti parlo. C’è una sola regola da tenere a mente come stella polare, tutto quello che troveremo in noi sarà giusto fino a che non limita l'espansione della coscienza altrui. Ho detto espansione non a caso, perchè implica un concetto di rapporto con le altre luci che non abbia la pretesa di volerle uguali a sè.
Di questo potremo parlare in seguito, quando ciascuno di voi avrà confrontato dentro di sè quello che abbiamo appena accennato.
D: Mi puoi dire qualcosa per la persona che ha chiesto?
Credo che la cosa migliore, anche dato il soggetto così portato all’introspezione, sia di fargli leggere il messaggio precedente; troverà in sè la soluzione rapportata al suo equilibrio personale. Puoi rassicurarla dal punto di vista fisico, purché venga fatto tutto quello che è materialmente necessario.
D: Per i miei figli è ugualmente giusto quello che hai detto prima?
Va bene come contenuto, ma non come veicolo. Non sono nel momento di accettare "testi sacri", perchè è solo così che li interpreterebbero, rifiutandoli. Cerca di trasmettere il messaggio.
D: Per A.?
Non ha ancora accettato il cambio di manifestazione delle possibilità di questo suo ciclo. Si ostina a sentirsi limitato perchè le sue possibilità materiali sono divenute limitate.
Deve raggiungere una maggiore serenità.
D: Ma cos'è dal punto di vista fisico?
E’ il desiderio di trovare una motivazione materiale a quello che materiale non è. Naturalmente se continuerà ad abbandonarsi, fisicamente potrà essere anche pericoloso.
Ora basta con i casi personali. Riprenderemo il nostro discorso.
Ora salve.
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31 Agosto 1977
Salve, riprendiamo da dove abbiamo interrotto.
La varietà delle esperienze umane lascia spesso degli interrogativi; vi sembra quasi che non possa essere rispettata una forma di giustizia generale. Ma la giustizia non è in effetti "generale” e non potrà mai esserlo: essa infatti è universale.
Quel concetto che voi definite giustizia rende solo poveramente e freddamente quello che in realtà è il principio regolatore del tutto e che possiamo cercare di comprendere sommando il concetto di "Amore" a quello di "Equilibrio" , a quello di "Costanza" e a quello di "Evoluzione".
Tenteremo di prendere in esame successivamente questi aspetti del tutto, con l'avvertenza che separandoli l’uno dall'altro necessariamente se ne limita la portata. Potrete chiedere di volta in volta su casi che riguardano l'argomento.
Il primo è "amore" e non a caso, ma in quanto forza creatrice.
Senza amore non vi sarebbe stata necessità della creazione universale e qualunque teoria elaborata nei secoli rispetta questa traccia essenziale, sia che fornisca l'immagine di un Padre barbuto o che contempli l'attrazione reciproca di corpi celesti.
Amore come forza creatrice, quindi, vuol dire forza che si contrae in sè e che distendendosi, dà origine a qualcosa di separato da sè. E questo è un ciclo obbligatorio in qualsiasi forma o espressione di vita.
Ora dite.
D: Perchè la creazione è un atto di amore?
Creazione è atto di amore in quanto richiede di staccare una parte di sé per darle vita propria non più dipendente da noi che l'abbiamo generata. E' implicito quindi il donare oltre che se stessi, anche la libertà di essere diversi. Quando manca questo ultimo aspetto ecco che l'amore non é più forza creatrice ma forza che vuole perpetuare se stessa. Creare vuol dire donare non per ciò che a chi ha creato potrà derivare ma per consentire a qualcun'altro o a qualcos’altro di avere la piena possibilità di una libera espressione di evoluzione.
In questo è consistito l'atto d'amore e il dono del Padre verso le sue creature.
D: Questo è comprensibile a livello umano?
Il principio creatore, e il principio regolatore, sia a livello cosmico che umano e di qualsiasi livello di evoluzione, è sempre lo stesso; solo che a livello cosmico i termini dell'equazione sono allo stato puro e non subiscono tutta quella serie di influenze ed interferenze che si manifestano invece col mutare del livello.
E' grande lo sforzo che dovete compiere per predisporre la vostra mente alla retta comprensione, perchè siete abituati a credere che "grande" sia sinonimo di complicato e la vostra mente, abituata a porsi dei limiti rassicuranti rifugge gli spazi sconfinati originari. Forse per non ricadere in questo meccanismo, possiamo tentare di inserire le domande su questi temi una volta che li avrete almeno in parte macinati serenamente dentro di voi.
Salve.
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1° Settembre 1977
Proseguiamo. Ripeto che gran parte della difficoltà di comprendere il messaggio deriva dal dover esaminare in aspetti separati quello che in realtà è il Tutto.
Infatti il secondo aspetto conferisce già alla visione una profondità maggiore, "Equilibrio, è il termine che introduciamo nell'equazione per intendere che ogni elemento deve essere - in corretto rapporto e mantenerlo con gli altri elementi.
E questo anche a livello cosmico, perchè non si deve credere che aumentando le dosi ci si possano consentire variabili maggiori, al contrario tutto si spoglia per rivestire una purezza adamantina.
Quello che era un elemento originariamente puro a livello cosmico, e cioè l'equilibrio, diviene negli altri livelli un elemento la cui purezza deve essere faticosamente riconquistata. In questo processo è indispensabile che ciascuno scopra dentro di sè quella fiammella di cui tante volte si è parlato e che contiene in dose infinitesimale le proporzioni alle quali dovremo tornare.
Introducendo il termine costanza intendiamo riflettere su come questo processo sia continuo ed incessante. Questo a livello umano deve suggerire che la coerenza in ogni nostra manifestazione deve essere aggiornata e comprendere ogni nuovo elemento di cui prendiamo Coscienza. Non si può avanzare nell’evoluzione se non si rende parte integrante e permanente di noi stessi ogni acquisizione compiuta.
In caso contrario, infatti, si avanza solo nel tempo.
Collegato a questo aspetto vi è l’ultimo termine e cioè l'evoluzione che, se riflettete, vedrete che consiste nel riacquistare pienamente la capacità originaria di amare in modo tale da dare parte di sè per l'inizio di un nuovo ciclo.
Ora salve
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7 Settembre 1977
D: Perchè tra i giovani vi è questo sbandamento generale? E' forse per la conclusione del ciclo?
La risposta l'hai in parte data tu. Ci sono due elementi da introdurre: il primo è che non solo tra i giovani esiste questo fenomeno; il secondo che non è la prima volta, benché nella tua esperienza umana, che questo si verifica. Questi due elementi devono aiutare a comprendere che il fattore evolutivo è sempre presente, contemporaneamente, nei suoi due aspetti: quello individuale e quello collettivo. Tu e altre creature del tuo ciclo umano avete tratto una serie di conclusioni dalle esperienze vissute; altre non lo hanno fatto; altre non sono ancora passate per quelle stesse esperienze. Indubbiamente, a livello collettivo, questo è un ciclo che si avvia alla conclusine.
D: Parli del nastro ciclo?
Per ciclo in conclusione non intendevo solamente quello di creature della vostra età umana, ma al ciclo collettivo di cui, nella fase finale si troveranno a far parte anche delle creature che non potranno chiudere il proprio ciclo individuale. L' acquisizione del processo evolutivo, infatti, è anch'essa sempre contemporaneamente presente su due livelli: quello individuale, che potrà eventualmente essere proseguito in un ciclo collettivo successivo, e quello collettivo, che riguarda le fasi dell'evoluzione dell'umanità nel suo insieme.
D: Perchè vi è il caos a conclusione del ciclo?
Sempre e comunque un ciclo successivo rappresenta un passo avanti nell'evoluzione, poiché altrimenti il ciclo precedente non avrebbe motivo di chiudersi. Ora resta da spiegare un aspetto che ragionevolmente vi disorienta e cioè il cosiddetto CAOS che accompagna immancabilmente la chiusura di un ciclo. La spiegazione è molto semplice e risiede in uno degli elementi dell'evoluzione che abbiamo preso in esame precedentemente, e cioè la COSTANZA.
Un ciclo collettivo, infatti, si chiude quando per la maggior parte di coloro che vi hanno umanamente preso parte risultano ormai acquisiti determinati nuovi elementi di coscienza. Ma acquisizione sappiamo che, non necessariamente, è sinonimo di costanza o coerenza nell'applicazione degli elementi acquisiti. A livello collettivo, dunque, si verifica la necessità di rinnovare la schiera delle creature che, avanzate a livello interiore collettivo, sono ormai esaurite nelle loro energie per garantire, sempre a livello collettivo, la messa in opera costante del livello raggiunto. Immaginate una corsa a staffetta, dove ogni individuo rappresenti un ciclo collettivo umano che passa il testimonio al nuovo compagno, fresco di energie, che inizierà a sua volta e si avvantaggerà del percorso compiuto dal primo; troppo sarebbe chiedere al primo di portare a termine la corsa. Tutto questo, a livello individuale, viene corretto dall'andamento dei singoli cicli dove quello che è stato "compiuto" (in più o in meno rispetto il contemporaneo livello collettivo) rimane; e se si fa parte del numero di creature che non potranno portare a termine il proprio ciclo individuale, si potrà iniziare nel successivo .
D: Non ci è chiaro perchè un ciclo, anziché chiudersi in armonia per la raggiunta maturità, termini con il caos.
La spiegazione è nell'aspetto che ho già anticipato, e cioè che la conclusione, e quindi il passaggio, avviene quando le acquisizioni collettive di coscienza non trovano riscontro nella capacità di messa in opera coerente. Questo vuol dire che ciò che si trasmette è solo ciò che si è compreso ma non "raggiunto". Mi spiego ancora. Per comprendere, riferitevi alla vostra situazione individuale. (Parlo a te in particolare, G.) Dovreste ben conoscere il senso di frustrazione che sopravviene quando si ha la netta sicurezza di aver fatto tesoro di esperienze vissute, di averne tratto delle conclusioni che dovrebbero servire come regola di vita e si deve, invece, constatare che quello che voi siete nel frattempo divenuti non vi consente che un adeguamento minimo ad esse. La frustrazione è una sensazione terribile, che neutralizza le rimanenti energie e che fa compiere dei passi falsi anche sul terreno che ci era familiare. Tornando al livello collettivo e alla manifestazione della sua conclusione ciclica, dovrebbe essere comprensibile che le manifestazioni generali che l’accompagnano non sono tali (e cioè negative) perchè si verificano in quel preciso momento, ma sono le creature che vivono quel momento particolare che tendono, nella loro frustrazione collettiva di esaurimento di energie vitali, ad attribuire loro una portata catastrofica, non rendendosi conto che quegli stessi avvenimenti si sono verificati tante altre volte in precedenza. Il baratro verso il quale l’umanità corre è quello che ha vissuto altre volte nel corso della sua lenta, evoluzione. Chiamarvi a raccolta contro il pericolo di questo baratro significa dirvi:
FIGLI ATTENTI PERCHE' SE ANCHE VOI FATE PARTE DI UN CICLO COLLETTIVO CHE STA PER CHIUDERSI SEGNANDO UN AVANZAMENTO GENERALE, E' ANCHE VERO CHE PER QUESTO NON SI INTERROMPONO I VOSTRI CICLI INDIVIDUALI E QUINDI VI TROVERETE A FAR PARTE DI QUELLA MASSA ONDEGGIANTE DI CREATURE CHE, NEL LORO SBANDAMENTO, POTREBBERO COINVOLGERVI IN AZIONI NEGATIVE PER IL VOSTRO CICLO INDIVIDUALE. E' QUESTO IL MOMENTO IN CUI CHI PIU' HA RACCOLTO PIU’ DEVE DARE, E DOVRA' RISPONDERE A SE STESSO SE NON AVRA' DATO SECONDO LE SUE CAPACITA'. DICO A SE STESSO PERCHE', CONCLUSO IL CICLO INDIVIDUALE, IL GIUDICE PIU’ SEVERO CHE IL PADRE NEL SUO AMORE CI HA ASSEGNATO, SIAMO NOI STESSI.
Ora basta. Salve
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22 Settembre 1977
Salve . Parleremo oggi di un altro elemento fondamentale per lo svolgimento di ciascun ciclo sia individuale che collettivo: il libero arbitrio. Il primo chiarimento da fare è che il termine "arbitrio" non designa qualcosa di negativo, come la parola presa a potrebbe far intendere; questa parola indica infatti che a ciascuna creatura viene lasciato un margine entro il quale essa rimane arbitro delle proprie scelte. Ho detto un margine e solo un margine perché, essendo questa facoltà concessa a tutte le creature, ne deriva una sovrapposizione e influenza reciproca.
La domanda che sorge spontanea in questo caso è come posso io essere responsabile di quello che non deriva dalla mia volontà? Credo che ciascuno di noi nella propria esperienza umana si sia posto questo interrogativo; ma la risposta è semplice.
Ciascuno svolge, in ogni momento della propria esperienza, una duplice funzione che scaturisce, a sua volta, dalla duplicità dei cicli. Mi spiego: abbiamo detto in precedenza che esiste un ciclo individuale ed uno collettivo. Ogni creatura agisce quindi, per la parte sotto il controllo del proprio libero arbitrio, in funzione del ciclo individuale; per la parte che le deriva dal libero arbitrio altrui in funzione di una frazione del ciclo collettivo. Dico una frazione perchè alla globalità del ciclo collettivo contribuiscono tutte le creature nel loro insieme.
Ora dite.
D: Esiste e in che forma un equilibrio tra queste forme di libero arbitrio?
L’equilibrio non à sempre presente tra la parte propria e quella altrui di libero arbitrio. Dico che tale equilibrio non è presente solo riferendomi ad un aspetto quantitativo, cioè varia frequentemente la predominanza di uno o dell'altro. Ma l'equilibrio viene ristabilito da un altro fattore. Infatti tutto ciò che, nonostante il proprio impegno cosciente, non è possibile indirizzare secondo le proprie scelte rientra in quello che come complesso di prove irrimandabili, si era scelto di attraversare prima dell'inizio di ciascun ciclo individuale.
Il motivo per cui questo tipo di prove viene scelto e determinato prima dell’inizio di ogni ciclo individuale risiede nel fatto che solo in quel momento ciascuna creatura è libera dall'influenza dell'altrui arbitrio, e quindi può - nella pienezza della propria coscienza e volontà, decidere le tappe che, come pietre miliari segneranno il suo camino. Il sentiero che poi snoderà pian piano lungo queste pietre miliari potrà essere diritto oppure tortuoso, e comunque terrà conto dell'influenza che la parte del proprio libero arbitrio umano riterrà di esercitare. E questo perchè lo scopo di queste esperienze cicliche è quello di portare il livello di coscienza umana fino alla luce della coscienza universale. Il segno che ho tracciato è quello della spirale, che è il simbolo dell'evoluzione.
Ora basta. Salve
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17 settembre 1977
Salve. Questa casa è un tempio. Tante sono le presenze che si affollano, ma il mezzo richiede un filtro. Parliamo dunque tra noi, anche se è più esatto dire preghiamo visto che in voi il momento delle spiegazioni non è più così bruciante.
(Segno della spirale) Questo è l'amore che si espande e nel suo pulsare ritmico dà origine alle varie forme e stadi della evoluzione. Ogni contrazione riporta tutta l'energia accumulata al proprio nucleo centrale, raggiunto il quale, e cioè al momento della piena conoscenza e consapevolezza, si concentra una tale carica di amore da avere il bisogno di donare se stesso espandendosi e diffondendosi a beneficio di nuove forme.
L'intera creazione è quindi come un immenso cuore pulsante. La strada percorsa nel tempo e nelle prove da ciascuna creatura e la spinta necessaria a provocare quella contrazione e concentrazione dei valori in modo tale da giungere al dibattito che nuovamente espande l'energia raccolta donandola e distribuendola intorno a sé. Ecco questo è il ritmo maestoso della creazione(segno della spirale si avvita e si espande), che assicura la presenza vitale in ogni attimo dell'esistenza di ciascuna creatura, del Padre.
Per questo anche un profondo significato il rispetto per il ciclo vitale di qualsiasi forma di vita, nessuna esclusa. È come se riprendessimo una buona esecuzione da un'immensa orchestra e, nello stesso tempo, spezzassimo per gioco o per curiosità ora l'uno ora l'altro degli strumenti. Anche un sasso, anche un fiore hanno il proprio motivo di esistere.
Riconoscere di appartenere alla stessa creazione vuol dire imparare ad entrare interiormente in contatto con tutto quello che ci circonda, a qualsiasi livello di consapevolezza esso sia, senza per questo invadere o spezzare i singoli a solo di ciascuna forma di vita. Tutto questo naturalmente entro i limiti di ciò che è possibile.
Salve.
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26 Settembre 1977
Dite.
D : Il vero libero arbitrio quindi, è solo quello che si esercita prima della discesa?
Non esiste una differenza di qualità ma solo di quantità. Nella fase umana, la possibilità di esercitare il proprio libero arbitrio - come abbiamo detto precedentemente - è limitata dalle influenze esterne provenienti dal libero arbitrio delle altre creature. Prima della discesa, quindi, vi è l’unica occasione di esercitare con pienezza questa facoltà.
D: Si possono subire delle prove "irrimandabili" non derivanti dalle proprie scelte?
E’ una domanda alla quale, per ora, non ritengo di poter fornire una risposta adeguata alle vostre esigenze.
D: Perchè hai detto in precedenza "nostra esperienza umana" tutte le creature passano per questa esperienza?
Certo, quanto meno le creature che restano in contatto con le luci che stanno seguendo la stessa evoluzione.
Non è solo questo il processo evolutivo, ma uno dei tanti. Variano le forme attraverso le quali il processo evolutivo si può manifestare ma, sempre per quel Principio Regolatore di cui abbiamo parlato, il contenuto é corrispondente.
Cercare di conoscere maggiori dettagli, anche se è comprensibile come spinta umana, non è cosa ragionevolmente fondata. Questi che noi ci scambiamo sono solo degli accenni che devono servire a fornirvi delle indicazioni in base alle quali possiate procedere autonomamente lungo il cammino della conoscenza; cammino che deve essere il più adatto per ciascuno di Voi. E questo margine di rispondenza viene assicurato proprio dalla capacità individuale di approfondire e assimilare.
Oggi vorrei parlare brevemente di quelle che mi sembra potrebbero essere le condizioni migliori affinché queste nostre conversazioni siano fruttuose.
Cercate di abbandonare sia la veste scherzosa che quella troppo indagatrice, e di predisporvi a questi incontri con animo sereno e rilassato. Cercate di non portare (in modo cosciente, intendo) entro questo recinto i vostri affanni. Dico questo perchè i vostri affanni restano comunque in voi, e generalmente orientano la scelta degli argomenti di volta in volta trattati. Lasciate quindi che sia il vostro compagno di strada a toccare con dita lievi i punti dolenti,offrendo a ciascuno di voi la possibilità di riflettere nel proprio intimo.
Questo naturalmente solo fino a quando tutto ciò non comporti la repressione di una specifica esigenza di aiuto. In questi casi potrete sempre e liberamente parlare: le risposte giungeranno fino a dove lo consentirà sia il grado di conoscenza del vostro compagno di strada, sia la capacità di ricezione del vostro gruppo.
D: Possiamo allargare il gruppo?
E’ molto importante che possiate contare su una maggioranza di elementi ormai stagionati ma sereni ; aggiungendo alcuni elementi che non creino disarmonia.
Non crediate che il rifiutare la partecipazione a questo gruppo debba essere necessariamente una preclusione assoluta. Infatti, l'elemento che può non essere adatto a questo nucleo potrà trovarne un altro più idoneo alle proprie vibrazioni, solo che lo voglia tanto da cercarlo.
D: Ho in mente che questa entità che ci guida sia vissuta molto tempo fa e sia stato un letterato; è vero?
Anche l’altra creatura desiderava porre questa domanda la risposte é la stessa: se proseguiremo il cammino insieme potranno aspettarci momenti di comunione . Rimandiamo quindi questo elemento.
Ora basta. Salve.
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30 settembre 1977
Salve. Proseguiamo il nostro cammino. Ora che abbiamo toccato separatamente tutti i passaggi principali, vediamo di rifare insieme l'intero discorso in modo che possibilmente si fissi in voi una immagine complessiva. Datemi tutta la vostra attenzione e aprite gli occhi della mente. All'inizio di tutto vi è un immenso amore pulsante che proprio perché vero amore lascia che parti di sé si distacchino e prendano vita propria. Il concetto di vita chiama quello di evoluzione e cioè ogni nuova parte deve, attraverso gli stadi che abbiamo esaminato, arrivare ad essere cosciente di sé e traboccare talmente di amore da dare nuovamente parte di se in dono. Tutto questo cammino si svolge lungo percorso a spirale.
Cercate di comprendere come queste immagini che vi fornisco siano solo per aiutarvi a visualizzare qualcosa che altrimenti, sarebbe oltre la portata della vostra mente.
La spirale è sinonimo di evoluzione perché partendo da un punto, attraverso continui ed innumerevoli cerchi concentrici, allarga man mano il proprio raggio. Infinite volte chi segue questa spirale, si trova percorrere lo stesso tragitto ma sempre, a livelli differenti e con un raggio via via più ampio, che può comprendere al proprio interno una maggiore parte di verità.
È una visione meravigliosa quella che, sia pure in termini umani, potete arrivare ad avere davanti agli occhi della vostra mente, se solo proverete con costanza a cercare di assimilare questi concetti e a contemplare le immagini interiori che possono risvegliare in voi. Pieni di affanni ed incertezze come siete, se vi lasciate travolgere dalle contrastanti ondate della marcia dell'esistenza, dovreste pian piano insegnare a noi stessi a concedergli uno spazio entro il quale cominciare ad intravedere la luce.
Non crediate che questo sia al di fuori della vostra possibilità, forse richiederà tempi diversi per ciascuno di voi, ma l'importante iniziare. Sarà, all'inizio, come quando da bambini si apprende non aver timore del buio, ci si accorge allora che il buio non solo non è ostile, ma è ricco di presenze e di immagini che piano piano emergono. Imparate a trovare ogni giorno, o quanto meno tentati in ogni giorno di trovare, questo spazio per voi. Presto diventerà un'esigenza che non sottrarrà tempo alle vostre occupazioni umane ma anzi, vi darà tanta energia. Questo dico a ciascuno di voi, ricordandoli c'è qualcosa da tentare con costanza ma senza sforzo.
Ora ci sono alcune luci che desiderano comunicare con voi, saper accettare questo con serenità.
Salve.
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7 ottobre 1977
Sempre qualcosa turba il vostro animo. Vi chiedo di ripensare con attenzione a quanto vi ho esortato a compiere dentro di voi, in modo che quando ancora ci incontreremo, senza che dentro di voi vi sia una opportuna predisposizione, sia perché ancora non si è riusciti ad ottenerla e non, perché non avete provato a cercarla.
Fate che questo incontro non richieda affanno, cosicché possiate giungervi con la mente serena. Può sembrare difficile, ma dipende solo dall'intensità del vostro desiderio, il poter organizzare questo momento in modo più idoneo, idoneo alle vostre esigenze.
Sento dentro ciascuno di noi un ribollire di mute domande, mute perché non le rivolgete apertamente e sentitamente nemmeno a voi stessi. Avvertire con disagio la morsa degli avvenimenti intorno a voi e vi chiedete perché, quasi che fosse una realtà completamente esterna, nella quale non vi sia possibile far giungere la vostra influenza.
Questa la posizione mentale errata. Nulla esiste intorno a noi che non veda la nostra partecipazione. La chiave per cercare di comprendere ed entrare in sintonia con quel che accade fuori di noi, e arrivare a comprendere che non si debba giudicare sulla base del giusto o sbagliato, del buono cattivo, perché questi elementi contrapposti sono sempre presenti in ogni circostanza, e in modo diverso per la stessa circostanza, se riferiti a creature diverse.
Si deve cercare di capire che la manifestazione con la quale ciascuna creatura si esterna e quella corrispondente allo stato di quella specifica luce in quel momento, in quanto tale nè giusta né sbagliata, ma solo aderente alla alla sua situazione. Ricordate quando vi dissi che non sempre il motivo dichiarato e quello che spinge a rivolgerle una richiesta?
L'equilibrio verso il quale si vuol umanamente tendere consiste nel non cercare di attribuire senso assoluto e torto o la ragione contentandosi della sentenza emessa, ma cercare di comprendere i motivi che determinano le varie situazioni, per tentare di neutralizzare quelle che legano la integrità del vostro esistere, integrità di esistenza di tutte le creature. Immagino pensiate che questo sia un compito troppo grande per la vostra responsabilità, ma rassicuratevi, perché non si chiede che ogni singola luce riesca a bilanciare individualmente quanto di negativo ancora esiste, ma si chiede invece che ogni luce, là dove non può arrivare con la sua azione diretta, disponga il proprio essere in apertura e sintonia con tutte le altre luci, così da formare una catena di energia dove ciascuno possa attingere per vedere con chiarezza quanto ricade sotto la propria possibilità di intervento, dalla parte, e dall'altra contribuisca con questo flusso su un piano più generale.
L'indifferenza la peggiore forma di negatività, e in differenze anche credere che vi siano problemi che riguardano solo gli altri. Ora salve e un'esortazione ancora cercare di creare le condizioni idonee perché questi incontri possano continuare a svolgersi a un livello spirituale. Il livello degli incontri non dipende da altri se non da voi. Qui ci sono compagni adatti a qualsiasi strada, scegliete la vostra.
Salve.
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20 ottobre 1977
Salve. Cosa vuol dire esistere?
La risposta alla vostra perplessità e contenuto in questa domanda o più esattamente la sua spiegazione. Come abbiamo esaminato precedentemente il concetto di vita è racchiuso nel concetto di evoluzione, quindi vivere, cioè esistere, udire progredire, evolversi.
Quando ambivano singola o di massa, si creano le condizioni perché le creature svolgano semplicemente il proprio ciclo naturale, compreso tra quelle tappe che voi chiamate nascita e morte, non vuol dire che abbiano per questo vissuto.
Esse hanno prevalentemente vegetato. Vivere significa poter esercitare il proprio libero arbitrio per poter progredire e quindi evolvere.
Quando le condizioni che negano questa possibilità si riferiscono una singola creatura è possibile, anche se non per questo facile, che si possa svolgere un'azione diretta ed equilibrata per tentare di ristabilire l'armonia.
Quando tali condizioni riguardano invece una situazione di massa, diviene indispensabile quella catena di pensiero a cui accennavo precedentemente, perché il singolo con maggiore difficoltà riesce in tali circostanze ad avere una visione d'insieme.
Salve
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4 novembre 1977
Guardate questi fiori? E' una caraffa con degli anemoni essi rappresentano solo una delle forme di vita; eppure, anche al suo interno, quante altre forme e colori.. Ogni forma risponde a particolari condizioni; ogni colore ha un diverso modo di reagire alla luce; ogni profumo, anche quando inavvertito, è un diverso, modo di reagire all'aria che pure circonda tutti i fiori. L'osservazione di questi piccoli aspetti della vita può essere un utile riflessione.
Pensate a quanto spesso sulle vostre labbra o nelle vostre menti affiora la domanda "dateci una legge che sia giusto seguire". Il punto che segna un avanzamento di evoluzione è quello di arriva re a comprendere come questa sia una domanda da rivolgere non verso l'esterno ma al proprio interno Anche da queste nostre conversazioni sapete che potete attendervi solo degli spunti di riflessione e non delle leggi. Anche quegli aspetti che abbiamo inizialmente esaminato distintamente per cercare di interpretare il 'principio cosmico', erano anch'essi già presenti in voi ed insieme abbiamo compiuto un'opera di collegamento.
Se un fiore ha la possibilità ed il diritto di essere differente per colore, profumo e forma da tutti gli altri fiori, perchè non accettare o meravigliarci (in senso negativo) delle diversità tra le creature umane soggette a ben altre possibili forme di influenza? Ma è pur vero che esiste un collegamento tra tutte queste creature diverse, ed è quello della evoluzione collettiva oltre che individuale. Questa non è una legge che viene dall'esterno, nè che prevede un' applicazione uguale per tutti sia come tempi che come modi.
Nel vostro continuo contatto ed incrocio con altre luci tenete a mente la presenza contemporanea di questa comunione e di questa diversità. Avete domande?
D: Puoi spiegare il perchè del dolore?
La tua esigenza umana di comprensione, così come ami definirla, anche se non sempre - ricopre una esigenza più profonda che ti accomuna a tante altre creature, e cioè quella di non accettare qualcosa se questo qualcosa non ti viene adeguatamente giustificato dall'esterno. E questa tua avversione è comprensibile, perchè dimostra come la tua natura - se così vogliamo chiamarla - si renda perfettamente conto che le risposte a livello di principio debbano venire dall'interno, e non viceversa come la tua ragione si ostina a pretendere. Questo conflitto è un meccanismo abbastanza infantile, in termini di evoluzione intendo, per tentare di non affrontare, determinate realtà. Per quanto riguarda specificamente il dolore ricordo di averne già accennato forse implicitamente sotto il termine di 'prove irrimandabili - in precedenti incontri. Cerca di elaborare dei tuoi pensieri rileggendo quella nostra conversazione e se vorrai, cercheremo di riflettere insieme prossimamente. Questo, proprio perchè ritengo che il nostro debba essere più un confronto che un rapporto passivo.
Salve
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11 novembre 1977
D: Ci può spiegare il perché del sacrificio cruento presente in quasi tutte le religioni antiche?
Cos'è che vi meraviglia? Non è la religione, o meglio il senso religioso dell'uomo, ad aver dettato simili pratiche. È vero che alla loro base vi è un'esigenza in comune, che è quella di offrire qualcosa di profondo valore a quel principio che veniva identificato come divinità. La casa di maggior valore è incontestabilmente la vita, e in questo non vi era errore. L'errore, voluto subito a seconda dei casi, può invece quello di credere che l'offerta della vita si potesse compiere spegnendola. È come quando un bambino per mostrare di aver riconosciuto la bellezza della farfalla, la afferra per mostrarla e così le strappa le ali. Se questo inizialmente è potuto accadere con questo spirito, in seguito ha mutato segno ed è divenuto strumento nelle mani di chi diceva di amministrare la religione nei confronti di chi accettava di essere privato della propria spiritualità individuale.
D: ma ci sono persone in condizioni tali da non considerare la vita come un bene prezioso, tanto da disfarsene?
Se per vita intendiamo il principio vitale, è diversa la valutazione che se ne può andare rispetto alla vita intesa come arco di esperienze tra la nascita la morte. Certo, esistono creature che per la sequenza di esperienze che si trovavano a passare senza un'adeguata coscienza di sé vengono accolte dalla disperazione, disperazione che deriva proprio dal avvertire questa duplicità, da una parte sentirsi centro del mondo, dall'altra quella di non riuscire a vivere se non in balia degli eventi. Riesco forse a spiegare meglio questo concetto con un esempio: a volte la disperazione nasce dal avvertire una potenzialità che non trova riscontro agli eventi vissuti, così come un uomo che sappia cosa vuol dir camminare e non riesce a farlo. In tali casi l'interruzione del ciclo da parte della creatura ha il senso di non voler prolungare tale situazione di dualità.
D: è molto grave togliersi la vita?
Dipende da cosa intendete con grave, non esistono sanzioni né per questo né per altro. È grave nel senso che si interrompe, prolungandola, la propria evoluzione.
D: cosa significa allora quel buio di cui c'è stato parlato il riferimento ai suicidi?
Gran parte della confusione e della coloritura a forti tinte deriva come sempre, dal cercare di rendere in termini comprensibili attraverso la vostra esperienza esterna, dei concetti sui quali dovremmo tentare di comunicare attraverso la vostra conoscenza interna. Cercate quindi di afferrare i concetti e non di fissarmi in particolari.
D: trovi il mezzo più disposto ad affrontare i nuovi cicli?
Questi non sono ancora i nuovi cicli di cui parlavo, ma solo utile intervallo in attesa che tempi maturino.
D: matureranno?
Non sono né io a decidere né io potrei fare la strada per vostro conto. Salve
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18 novembre 1977
Salve.
Vi è grande attesa in voi, è bene parlare quindi di quello che tanto occupa le vostre menti, anche perché in tutti i voi è vicino il momento delicato della riscoperta di questa facoltà che giace inerte in ciascuna creatura.
Vediamo inizialmente di definire questa facoltà. Avete un chiaro punto di riferimento nei vostri sensi fisici, che possono essere definiti i canali attraverso i quali comunicati con ciò che vi circonda. Questa, ed altre facoltà che giacciono sopite entro ciascuna creatura, sono invece i canali che rendono possibile la comunicazione con ciò che è dentro di voi.
La delicatezza del momento della scoperta consapevole di questa facoltà cercherò di mostrarvela con un esempio. Immaginate che essa sia una sorgente di acqua purissima che sgorga dentro di voi e che il passare del tempo abbia insabbiato tanto da non sapere più dove si trova, e di cui sia stata solo tramandata l'esistenza.
Quando il filtrare di perle di acqua attraverso il terreno indica il luogo della fonte sepolta, è giunto il momento di esercitare quella delicatezza di cui parlavo. Infatti un desiderio incontrollato di scavare potrebbe far franare il terreno ed oscurare od intorbidare l'acqua. L'intensità del desiderio di raggiungere la sorgente deve essere invece utilizzata per trovare in essa la costanza necessaria per proseguire il lavoro delicatamente.
Quindi, creature, torno a dirvi quanto sia importante ed imprescindibile che voi iniziate a trovare uno spazio tutto vostro ogni giorno, anche se per pochi attimi, entro il quale maturare quello stato d'animo che vi consenta di procedere anche per questa strada. Inoltre per chi tra voi già avverte il trasudare dell'acqua, è bene che senza forzature e sempre nelle condizioni di maggiore serenità possibile, inizi un tirocinio secondo le forme più congeniali a ciascuno. Per te se sarà in grado di crearti queste condizioni idonee preliminari, suggerirei di tentare con la scrittura autonoma che ti consentirebbe di non risentire della mancanza di un nucleo intorno. Ripeto però che in tal caso tanto Più importante è il lavoro di crescita individuale. In ogni caso invece, è importante che si stabilisca un ponte mentale tra le creature o il nucleo che sta avanzando su questa strada e quella massa pulsante di energia vitale che vi attornia e di cui fanno parte anche luci a voi note.
Prova con l'altra creatura.(Forti ripetute spirali si avvolgono e si aprono) ora in te vi è una apertura maggiore, dalla quale si è sprigionata parte della forza accumulata che premeva in te. Ora continua con serenità e con la mia benedizione.
Ora salve
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25 novembre 1977.
Dite.
Domanda: ci puoi chiarire quello che è stato detto stamane sulla figura al fianco che ce l'hanno tutti?
Ricordate quello che in altra occasione vi dissi a proposito della confusione che può essere generata nel tentativo di spiegarvi, in immagini, dei concetti di ben altra natura che fisica. Questo accade in modo particolare quando ci si dispone all'ascolto esterno più che a quello interiore. Inoltre la proiezione mentale individuale di cui desidera interpretare le parole ascoltate può creare delle difficoltà al mezzo che percepisce differenti richieste provenienti da ogni creatura. Questo però, ripeto, perché è prevalentemente con l'udito fisico che si cerca di raccogliere il messaggio. Non ha alcuna importanza che diverse creature ascoltando il medesimo messaggio sentano toccata in loro una diversa corda, anzi invito voi a diffidare di un appiattimento di questo tipo. Ogni messaggio, ogni testimonianza, contiene in sé un nucleo centrale di verità che ciascuna luce, se si porrà nel corretto rapporto di sintonia, sarà in grado di ricevere nel modo più rispondente alle riposte pieghe del proprio animo.
Il messaggio da voi udito oggi voleva trasmettere una sensazione di calore, serenità e sicurezza. In quanto sapere che vi è accanto ciascuno una presenza che potremmo definire riduttivamente amica, può essere di aiuto. Ma questa che è una realtà è comunque una realtà che può e deve essere diversa a seconda della creatura coinvolta ed del suo grado di consapevolezza raggiunta. C'è la creatura per la quale questo scopo può essere raggiunto avvertendo accanto a sé una particolare persona, c'è invece la creatura che trae conforto dall' avvertire accanto a sé delle vibrazioni che non necessariamente appartengono o sono appartenute a una specifica creatura. C'è anche chi continua a percepire l'influsso dei rapporti di sintonia stabilitisi in altri cicli e così via. Il discorso, o meglio, il nucleo centrale di verità di questo discorso figurato è che, come detto in precedenza, esiste attorno a voi una massa vitale pulsante alla quale ciascuna creatura in ogni momento può solo che la voglia consapevolmente, attingere secondo le proprie possibilità di assorbimento.
Lo specchio è in altre immagine in riflesso del vostro volto quando vi chiederete a bere nella sorgente. Ora un breve contatto con ciascuno di voi. Ripeteremo questo spesso, proprio per stringere i contatti tra noi in modo da avere meno bisogno di parole.
Salve
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2 dicembre 1977
Anche questo intervallo di tempo è trascorso senza un approfondimento individuale, il pericolo è che l'apertura iniziale prodottasi si richiuda.
Non verranno proposti altri argomenti fin quando non avrete chiarito se stessi il vostro interesse ma anche il vostro reale impegno. Ora dite.
Domanda: perché dedichiamo troppo poco tempo questo? Dobbiamo rileggere?
Il come sta a voi. Certo occorre anche una quantità, ma è soprattutto la qualità del tempo che vorrete dedicare voi stessi. È un equilibrio elementare: finché la qualità non si affina deve cercare di supplire la quantità.
Domanda: oggi come campione, essere nelle situazioni per capirle e dare un proprio contributo.
Finché ci sarà in te e in chi ti è accanto la convinzione più o meno latente che si tratti di due valori antagonisti, non è effettivamente possibile risolvere lo squilibrio. Visto da qui questo squilibrio potenzialmente non può esistere. Quella cui tende questa forma di contatto e i contenuti che vengono sollevati è l'acquisizione e l'approfondimento della consapevolezza sul valore di base per così dire. L'uso che di questa consapevolezza viene fatto è libero e tanto più, o meglio esclusivamente libero in quanto consapevole. Non è la mansuetudine come regola quella che viene proposta perché regole un termine come tanti altri, che nasconde in sé un significato profondo che se non è scoperto, rischia di comunicare un significato opposto. Regola come nucleo di verità è sinonimo di equilibrio e di armonia, quindi di un qualcosa cui si può giungere ma che non può essere imposto dall'esterno.
Verità è sinonimo di equilibrio e di armonia, quindi di un qualcosa a cui si possono aggiungere ma che non può essere imposto dall'esterno. Non che si chiede quindi di fare da eremiti o di astrarsi, ma di dedicare con continuità nel tempo a se stessi per seguire una strada oltre quelle già praticate per arrivare alla consapevolezza che è necessaria per le scelte a cui tu accennavi.
Salve
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17 febbraio 1978
Salve.
Lungo il periodo trascorso. Non è stato tempo dedicato a quell'appuntamento quotidiano di cui avevo ravvisato l'utilità. Ma il lavoro è stato in parte compiuto ugualmente. Il non aver diluito il reso giornaliero questo lavoro fa sì che chi oggi siate chi disorientato chi dubbioso delle riflessioni compiute nel vostro intimo sotto l'incalzare di avvenimenti.
Il cammino è il tema che tratteremo. Ogni creatura e la favilla di un unico grande fuoco. La piccola scintilla a intere in sé le proprietà del fuoco generatore è una fiamma inestinguibile che di ciclo in ciclo muta aspetto a seconda della legna che si trova a mordere: quanto più questa è verde tanto più sarà maggiore fumo del calore prodotto.
Tanto più è stagionata maggiore rapidità con la quale il processo si esaurisce modo compiuto. Ora se la favilla e la luce della vostra coscienza individuale, la legna sulla quale essa si trova di volta in volta ad operare è la realtà collettiva del genere umano, quindi differente nell'esito a seconda che ci si trovi a percorrere il proprio cammino in una fase iniziale del ciclo umano, che potremmo paragonare alla legna verde, o in altra fase del ciclo stesso.
Il disorientamento che in taluni periodi coinvolge a livello generale le creature, dipende anche dal fumo, per così dire, prodotto dalla non omogeneità delle condizioni iniziali di apertura di un ciclo. Man mano che le conquiste individuali divengono patrimonio comune di una forte spinta, un progredire rapido che sembra quasi di divorare le tappe.
A questa fase succede l'ultima, che è quella che state attraversando, ove la fiammata si esaurisce per mancanza di legna. Il disagio che si prova allora dipende proprio da tale sensazione di esaurimento e oscurità incombente, ma bisogna sapere e tenere presente che lo scopo di un tale ciclo è proprio quello di formare una spessa coltre di braci che daranno vita ad una diversa fiamma quando nuove diversa legna verrà su di essa posata.
Il cammino da percorrere è pertanto mutevole. Punto costante di riferimento resta l'emanazione di luce e calore. Soffiate di tanto intanto per ravvivare le vostre piccole braci quotidiane e traete da esse il chiarore per iniziare un nuovo giorno.
Salve
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3 marzo 1978
Salve.
Il vostro cerchio debole, quindi concentratevi rilassando la mente. Non chiamate mentalmente creature a voi care. Se si stabilirà la giusta sintonia esse comunicheranno.
La strada che le letture da voi iniziate tracciano è di altissima tessitura e può offrire quella occasione di intima riflessione di cui avevamo parlato. Richiede umiltà e serenità avulsa da ogni pressione esterna di tipo anche temporale.
Rappresenta per voi un possibile approdo fruttuoso e per la creatura che vi ha aperto il cuore e la dimora, un avanzamento nel segno del dare.
Ora chiedete se qualcosa per voi necessità di un aiuto di luce.
Domanda: la questione del Cristo.
L'unico modo per avvicinarsi ad una luce immensa senza restarne accecati e quello di dischiudere gli occhi molto lentamente. In voi è già la certezza che quello che conoscete sotto il nome di unto è una fonte di luce inarrestabile. Nulla di quanto potrei comunicarvi con questo mezzo potrebbe offrirvi elementi per una più profonda percezione di questa fonte radiante.
La progressione nella conoscenza deve avvenire in voi al di là dei requisiti storici, mettendoli nella condizione spirituale di contemplazione della parte di verità che è in voi. Essa pian piano fugherà le zone d'ombra della vostra ignoranza nel pieno rispetto dei ritmi di apprendimento.
Salve
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1 marzo 1978.
Salve.
Questo mezzo non è particolare. ( cambio di tabella)
Questo mezzo non è idoneo.
Che ciascuno segua la strada che gli si dischiude dinanzi, gran parte del lavoro precedentemente svolto assumerà un significato ora, e darà i suoi frutti.
Diverse sono le strade tracciate ma uguale è il processo perché di avanzamento verso la luce.
Ciascuno si raccolga attento la propria voce interiore e tragga poi conforto dalla vicinanza di creature in sintonia con la propria missione, nulla è troppo piccolo per essere compiuto.
Salve
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10 marzo 1978
Salve.
Se qualcosa delle nostre precedenti conversazioni ha in voi bisogno di un maggior chiarimento o di una conferma, questo il momento per chiedere, tenendo presente l'opportunità di rivolgere domande che servono a meglio comprendere lo spirito degli argomenti trattati e non per ora, i loro dettagli.
Domanda: perché l'enormità del dolore delle calamità naturali?
Chiariamo nuovamente il concetto di evoluzione che è alla base di questo interrogativo. Una luce del vostro passato intuì questa verità, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Questo per ribadire l'unico corretto punto di partenza sul discorso dell'evoluzione, cioè non è che all'origine vi sia un'essenza negativa che col procedere di cicli cambi la propria natura sino a divenire positiva, ma l'origine di un'essenza positiva che, proprio in quanto tale, può compiere l'atto di amore di donare parte di se stessa. Non vi sarebbe dono di amore se non fosse dato con libertà, libertà che significa: poter ripercorrere con tempi e modi propri per ciascuna creatura il cammino che porta all'acquisizione di conoscenze e coscienza. Evoluzione pertanto vuol dire recupero cosciente di ciò che si è. Lungo questo cammino, sia le singole luci che l'espressione collettiva di un determinato ciclo umano sono soggette agli errori dovuti a null'altro che alla parziale conoscenza e quindi coscienza assimilate. Il problema di un intervento esterno quindi, non si pone perché l'acquisizione è tale solo se intima. Per quanto riguarda poi le sofferenze umanamente negative di fenomeni naturali o altro, esse rientrano tra le scelte di prova.
Domanda: qual è il perché della lentezza dell'evoluzione?
Lenta, riferita alla vostra valutazione del tempo, pensate quanto importante è che ci si possa intrattenere relativamente al lungo su questo argomento. È una piccolissima dimostrazione di come i concetti abbiano valore per noi solo se assimilati, altrimenti averli trattati anche per 100 anni e cosa priva di significato.
Per tornare alla domanda di esorto a fare bene attenzione a non commettere un notevole errore di valutazione e cioè pensare che le prove scelte siano tali solo se riguardano avvenimenti giudicati umanamente negativi. E' ugualmente una prova scegliere di nascere in condizioni di potenza, o di trovarsi usare strumenti di influenza su altre creature, o semplicemente condurre un'esistenza giudicabile umanamente mediocre senza per questo, opacizzare la propria capacità di vedere con gli occhi dello spirito. Proprio nel momento in cui ci lamentiamo o diciamo di temere solo un certo tipo di avvenimenti ci troviamo nella condizione di voler quasi celare a noi stessi la grande ma naturale verità che in ogni attimo della nostra esistenza umana siamo di fronte a scelte non rimandabili ma solo ripetibili. Ricordate quanto detto poco fa: nulla È troppo piccolo per essere compiuto in queste brevi limitate parole c'è una vastità di impegno che umanamente potrebbe sgomentare.
Ora basta salve.
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17 marzo 1978
Il cammino è una parte del discorso che viene completato dalla direzione. Non sempre camminare vuol dire avanzare. Molti sono gli ostacoli che possono sbarrare il passo, ma più insidiosi sono quegli ostacoli minuti, come dimensioni, ma capace di confondere la nostra attenzione portandoci su sentieri devianti, ne è sempre di sicuro aiuto osservare la natura del sentiero.
A volte esso liscio e ben battuto ma non per questo conduce nella direzione desiderata, strade sconnesse ed impervie sono a volte, scorciatoie. Qual è dunque l'elemento a cui fare riferimento per essere sicuri della rotta?
Anzitutto dobbiamo chiarire a noi stessi quale sia la destinazione che ci prefiggiamo, successivamente occorre scegliere quel percorso che si è quanto più direttamente possibile rivolto verso tale meta. Approfondiamo ora alcuni elementi.
La meta a cui per la nostra natura tendiamo, e siamo destinati, e quello precedentemente indicata e cioè, della totale riconquista del proprio essere che solo nella propria totalità può raggiungere la coscienza e quindi dare a sua volta inizio di un altro ciclo.
Quando diciamo invece la meta che ci prefiggiamo, intendiamo riferirci alla scelta parziale propria di ciascun tratto di cui è composto il nostro cammino. Tale scelta dovrà essere opportunamente adeguata alle capacità emerse lungo il tratto precedente.
Ora basta salve
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24 marzo 1978
Salve.
Giusto osservare una regola se la scelta è stata libera. Può sembrare voi inutile il rito (della Pasqua) che si svolge in questi giorni, ma inutile non è. Vuote sono le messe in scena ma, per chi abbia la capacità della volontà di cercare il significato delle cose, questi momenti rituali possono essere il canale che consente un contatto fuori del tempo con avvenimenti e continuano ad esistere come realtà, anche se non il senso storico.
Cercate quindi di dedicare la vostra pausa di riflessione a quello che in voi rievoca il messaggio della grande luce da voi conosciuta come Cristo. Sarà forse una parte di verità differente in ciascuno di voi, ma pur sempre una tessera di un immenso mosaico.
La pace sia con voi. Salve
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31 marzo 1978
Salve. Il cammino, la direzione, ed infine alla meta.
Adesso abbiamo accennato in precedenza, vediamo ora di collegare, chiarendo, questo concetto con i precedenti.
Il nostro stesso essere determina la nostra meta, che è tale non come variazione di natura ma solo di coscienza.
Ogni piccola favilla inizialmente tende credersi fuoco, ma è solo imparando a conoscere se stessa che potrà riconoscere la parte di verità contenuta in questo suo credo.
In effetti partecipa alla natura del fuoco, rimanendo in ogni istante qualcosa di autonomo che acquista piena ragione d'essere solo insieme a tutte le altre faville.
Se questa è la meta, in senso evolutivo, e anche il principio di vi deve guidare nell'arco di cicli più brevi o addirittura giornalieri. Infatti sono l'acquisizione di coscienza che ciascuna azione ha un valore individuale o collettivo e che il ciclo collettivo, o meglio la capacità di influire collettivamente sulla base di conquiste individuali, è l'elemento prevalente è determinante anche sull'individuale.
Da ciò dipende il fenomeno cui accennavate poco fa, e cioè nel riscontrare come nuovo quello che si presenta voi per la prima volta.
Fino a che l'acquisizione individuale non diviene per nostra volontà, patrimonio collettivo o quanto meno non viene comunicata e testimoniata in modo tale perché lo possa diventare, tale acquisizione non fa parte della propria coscienza, cioè di quella parte del nostro essere capace di vivere ciò che conosce.
Torna quindi l'emergere l'opportunità che le braci di ogni vostra giornata servano ad illuminarvi in una pausa di riflessione che sola può condurvi ad assimilare le minute conquiste.
Ora formate una catena e serenamente rivolgete il vostro pensiero la favilla che si è distaccata prendendo spunto da questo avvenimento per progredire sulla accettazione di questa verità che è in voi e vi è comune in ogni istante del vostro ciclo a tutte le faville ancora vicine voi umanamente che si sono già distaccate.
Salve.
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7 aprile 1978
Salve.
Innanzitutto domandatevi se la vostra vita è testimonianza almeno nei momenti di coscienza.
A volte infatti, il nostro comportamento umano è dettato dall'abitudine più ancora che dalla convenienza, mentre il tornaconto egoistico ha una propria spiegazione d'essere, se riferito al grado di evoluzione cui appartiene, l'abitudine qualcosa di diverso.
Una creatura che raggiunto un determinato gradino di acquisizione di coscienza può trovarsi a non godere delle conquiste che tale coscienza potrebbe portarla vivere solo perché non trasporta nella propria vita di tutti i giorni tale ampliamento spirituale.
E sotto questo aspetto che nei tempi lontani hanno trovato ragione di pratica alcune formule ripetitive tra quelle preghiere: esse erano il tentativo di rammentare costantemente alla creatura ciò che essendo stato conquistato come conoscenza doveva rimanere come pratica costante.
Ma anche questo, come tutti i mezzi, non è sufficiente a garantire un risultato prescindendo dalla partecipazione.
Cercate quindi, quando il nuovo frammento di verità illumina il vostro pensiero, di non osservarlo passivamente, sia pure con gioia, così come guarderesti una cometa sfrecciare rapida nel cielo, ma fate che quella luce conquisti il vostro sguardo e metta il vostro essere in condizione di muoversi nelle proprie azioni per procedere più spedito lungo il cammino reso più visibile.
Se qualcosa di quanto trattato finora ha bisogno in voi di un chiarimento parlate. Altrimenti lasciate che sia la vostra mente a parlare intimamente con la luce che in voi. Il vostro riscontro deve essere costante perché abbia un valore.
Ora basta salve.
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14 aprile 1978
Salve.
Quale sia l'atteggiamento mentale nei confronti di queste comunicazioni, è l'argomento che tratteremo.
Diverse possono essere le condizioni in cui una creatura si accosta, vanno compresi accettate tutte quelle condizioni che sono determinate dalla necessità.
La valutazione di quali siano le domande a cui dare risposta sia lasciata a chi la risposta può dare. Voi, per il vostro comportamento umano, accettate gli altri possano trovarsi in situazione diversa dalla vostra. Esiste poi un rapporto più continuato che dipende dalla libertà della scelta di ogni creatura.
Nell'ambito di tale rapporto diviene importante seguire un atteggiamento, predisporsi in modo da essere coerenti con il fine che spinge a instaurare questo rapporto. Ci si deve quindi chiedere quale sia questo fine. Il fine non è altro che quello di seguire una strada che si ritiene più idonea di altre in rapporto alla propria evoluzione. Si sgombra quindi il campo da un primo malinteso che è quello di ritenere occasioni destinate privilegiati.
Non è un messaggero che seleziona l'ascoltatore ma l'ascoltatore che ha orecchie solo, o in modo più chiaro, per alcuni messaggi anziché per altri. C'è quindi chi la propria strada da percorrere traendo stimoli per le proprie riflessioni interiori dal contatto con la natura e chi è maggiormente portato ad ascoltare altri stimoli. In realtà trova solo chi cerca.
Per chi dunque ha sentito come idonea alle proprie esigenze questa strada che passa attraverso questi messaggi ora io dico: una volta chiarito a voi stessi qual è il fine che vi conduce su questo sentiero, abbandonate ogni forma di restrizione mentale perché anche con questo atteggiamento sarete, per condizionamenti umani, in grado di raccogliere solo parte di quello che viene dato.
Fate quindi che ciò che raccoglierete non sia ulteriormente ridotto dalla vostra rigidezza, ma soprattutto ricordate e ripetere a voi stessi le cose, gli elementi, i frammenti di verità che riuscite a raccogliere col pensiero fin quando non riusciate a trovare il rapporto con essi tale di diventare voi parte loro e loro parte vostra.
La vita umana in quanto tale, è un susseguirsi di continue morti che sono la capacità insita in voi di mutare il vostro essere dinanzi a ogni nuova acquisizione. Non può esserci qualcosa di nuovo che sia vita se qualcosa di vecchio non muore.
Ora basta salve.
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21 aprile 1978
Parlare di un comportamento implica un chiarimento per ciò che concerne il rapporto tra forma e sostanza. Si tratta di due aspetti di una medesima realtà, o meglio della realtà, tale coincidenza di valori esiste solo in condizioni di puro spirito.
Nella condizione umana essi debbono essere nuovamente unificati attraverso un processo di assimilazione di ciascun valore che arrivi a far comprendere e quindi coincidere i due stessi valori. Pertanto finché essi rimangano separati vanno visti come occasioni di approccio alla verità.
Poiché la sostanza delle cose non è sempre direttamente percepita dalle creature umane ecco l'uso strumentale che la forma può essere chiamata a svolgere, cioè rappresenta un gradino più semplice per una creatura in uno stadio iniziale di evoluzione poté percepire le manifestazioni della sostanza delle cose.
Tali manifestazioni avvengono mediante forme. La semplicità di questo gradino relativamente iniziale può generare confusione nel caso che le creature tendono a interpretare come sostanza quella che a livello umano sono una manifestazione idonea alle capacità di ricezione delle creature stesse e, in quanto manifestazione a tale livello, necessariamente parziale rispetto alla realtà da cui promana.
D'altra parte, sempre a livello di evoluzione umana iniziale, gli strumenti per percepire direttamente la sostanza non sono ancora sufficientemente affinati. Cerco di spiegarmi un esempio. Considerate un neonato: esso inizialmente dipenderà completamente da quello degli proviene dall'esterno al di fuori della possibilità di un proprio intervento.
Successivamente, man mano che si svilupperanno secondo un certo ordine dettato dalla sua stessa struttura, i vari sensi, sarà in grado di vedere quindi interessarsi ad un oggetto, dirigere la propria mano nella direzione voluta, afferrare l'oggetto portarlo alla bocca, stabilire così un nuovo contatto, e così via.
L'uso quindi che si compie di qualsiasi strumento e sono relativamente importante poiché certamente esistono modalità d'uso che consentono una minore dispersione e quindi un più completo e rapido raggiungimento dello scopo.
È prioritariamente importante avere sempre presente che di strumenti si tratta, cioè avere coscienza dello scopo del proprio progredire è quello di non farsi rendere schiavi dagli strumenti ma scoprire una parte di verità in essi insita e verso un processo di elaborazione e assimilazione, giungere ad una sempre più globale sintesi.
È pertanto ugualmente riduttivo dare soverchia importanza alla modalità quando queste contrastino eventualmente con l'inclinazione della serratura, o rifiutare l'aiuto che modalità idonee possono concedere il progredire.
In genere l'elemento per distinguere l'idoneità di un comportamento o modalità consiste da una parte nel vedere che esso ci metta in condizione di sintonia con lo scopo che vogliamo raggiungere e con le eventuali creature che con noi compiono contemporaneamente lo stesso sentiero, e dall'altro che una tale sintonia non ci faccia segnare il passo sempre dello stesso, ma anche a scapito della omogeneità, ci sia sempre un progredire verso la meta. Il termine usato va inteso nel senso che così come non si possono forzare le altre creature ad essere uguali a sè, così non si può forzare se stessi ad essere uguale agli altri, nella sicurezza che il progredire è comune anche se con mezzi tempi diversi.
Quello che è compito di qualsiasi luce che abbia iniziato da acquisire coscienza è comunque partecipare agli altri le proprie conquiste, lasciando alle altre creature la scelta di attingere ad esse.
Ora basta salve.
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5 maggio 1978
Salve. Riprendiamo a tessere questo nostro filo di luce. Non è facile per voi, creature di luce si ma umane, comprendere la spinta inesauribile che verso di voi hanno le luci che vi sovrastano. Tale spinta è data, oltre che dalla capacità di amare, anche dal desiderio di aiutarvi in ogni modo a vivere coscientemente la vostra esperienza umana.
Sapeste che stato di profondo coinvolgimento provoca, soprattutto nelle luci che vi furono recentemente vicine, il vedervi come attraverso un vetro compiere senza riflessione passi di azioni non volute veramente e profondamente da voi ma che egualmente porteranno il loro carico di conseguenze: ed in voi esiste la possibilità alla capacità di vivere coscientemente.
È qualcosa che prima di tutto va desiderato. Solo un effettivo desiderio in tal senso, può condurvi a raccogliere le energie spirituali presenti in voi e a iniziare il processo di affinamento che mette in grado ciascuna creatura, a qualsiasi livello di produzione si trovi, di esprimere pienamente se stessa.
E questo vetro che tante volte vi separa da noi, è da voi eretto, perché il nostro messaggio di giungere in continuazione ma solo alcuni, e alcune volte, prestano orecchio. Non è per indirizzare i vostri passi che il nostro messaggio esiste, ma per farvi comprendere, o meglio ricordare, che in voi è la possibilità di non essere una vela sospinta da venti incontrollati.
Dovete accorgervi che avete le ali, piuttosto e con un paziente lavoro di amorevole irrobustimento essere in grado di spiccare il volo. Questo è il senso delle parole che vengono a voi rivolte in varie occasioni e su diversi argomenti, suscitare cioè in voi un'eco profondo, una riflessione intima che tramuti in parte di voi stessi quello che come stimolo viene proposto.
A voi indirizzare umanamente vostri passi, a voi compiere le scelte tra le infinite possibili.
Sappiate però, e siate coscienti, che ogni istante del vostro ciclo umano perché sia vita deve essere cosciente, ogni istante deve trasformarsi da abitudine pesante scoperta di vita.
Se solo pensaste più spesso quante circostanze diverse devono coincidere perché anche il più semplice dei vostri atti quotidiani possa compiersi, sareste presi da meraviglia e da entusiasmo. L'accettazione in voi deve essere presente ma con altra natura e altro segno che l'abitudine e la rassegnazione.
Salve
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12 maggio 1978
Salve.
Qualcosa è nato dentro di voi e a riconoscimento di questa nuova realtà è mutato il segno tra noi.
Il simbolo della croce e un simbolo ben più antico di quanto da voi conosciuto, ma oltre che simbolo ha in sé la possibilità di essere una realtà ogni qualvolta serve a stimolare un attimo di contatto spirituale.
Se in quello che è stato seminato da voi stessi mediante il porgere orecchio ad un messaggio verrà custodito coltivato vedrete che si tratta di una pianta diversa da ogni altra. Essa, infatti, è esile all'inizio e si irrobustisce man mano verso l'alto espandendosi vibrante verso la luce.
Perché questo filo tenue abbia la forza di innalzarsi deve trovare la possibilità di penetrare sempre più profondamente in voi. È dentro di voi infatti che può trovare l'alimento iniziale. Diversamente dalle altre piante questa, al momento in cui verranno recise le radici troverà la sua piena manifestazione.
È qualcosa che nasce da ciò che umanamente siete per proiettarsi e proiettarvi in quello che umano più non è. Curate allora la vostra interiorità. Fate che ogni giorno veda un sereno inventario di ciò che è da conservare e ciò che è da osservare amorevolmente, per quello che ci ha dato ma da riporre. In questo modo creerete in voi gli spazi perché quella è esile radice affondi sempre più e tragga alimento per la propria crescita.
Ora salve.
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16 giugno 1978
Salve.
Non rivolgete ora pensieri individuali a luci da poco distaccatesi. Il lavoro di gruppo fa sì che se la disposizione di ciascuno è sentita si possa non accusare la mancanza fisica di alcuni componenti. Mantenete tra di voi, quando vi siano motivi che impediscono la partecipazione diretta, un ponte mentale di profondo raccoglimento.
Tra poco un intervallo di fatto vivere separati: fate che non sia un'interruzione nè vostro rapporto collettivo né dell'approfondimento individuale che vi siete proposti. Ora dite.
Domanda: c'è un limite numerico sotto il quale non scendere per la buona riuscita degli incontri?
Opportuno è che venga fatto da ciascuno quello che maggiormente lo mette in condizione di lavorare. Se quelli tra voi vicini desiderano riunirsi per compiere insieme il raccoglimento è bene che così si regolino. Sarà la forza della vostra guida della chiarezza di disposizione vostra a decidere di volta in volta se vi potranno essere comunicazioni.
Importante è mantenere aperto questo varco che in questa fase ha anche necessità di regolarità di condizioni.
Domanda: contatto mentale a distanza: può essere utile stabilire un'ora?
Mantenete in tutto, le consuetudini che vi siete liberamente dati. Esse sono quelle che, per essere più radicate, vi consentiranno una maggiore facilità di mantenimento.
Ripassando al setaccio la farina fino ad ora macinata vedrete quanti riscontri con la vita vostra quotidiana emergeranno, importante è cogliere queste aperture perché da esse potrete trarre una nuova chiarezza su cui basare una vostra variazione di comportamento, fate cioè in modo che le vostre azioni si liberino dalle scorie pesanti di vecchie abitudini e siano in grado di manifestare la vostra nuova consapevolezza. Nulla è troppo piccolo per essere compiuto.
Rivolgete ora in raccoglimento il vostro pensiero e compagni assenti. Cercate profondamente un contatto spirituale con loro. Ora rivolgete tutti in comune un pensiero di luce alle creature che da poco si sono allontanate e che devono aprire i loro occhi spirituali alla nuova realtà. Un pensiero di luce di amore.
Ora salve.
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23 giugno 1978
Salve.
Dipende dalla vostra costanza riuscire a mantenere l'acqua che goccia a goccia si è raccolta nel cavo delle vostre mani. Fate che il momento della separazione non significhi nuova sete per il vostro spirito. L'acqua nella coppa delle vostre mani calmerà questa sete e sarà una superficie nella quale cominciare ad intravedere i lineamenti riflessi del vostro volto spirituale.
E' acqua che insieme avete raccolto ma ciascuna con le proprie mani dà ad essa una forma propria. Non meravigliatevi quindi delle diverse forme che può assumere per ognuno di voi, ma ricordate che la sorgente alla quale avete attinto per la medesima.
Ora dite.
Domanda: che valore dare alle comunicazioni di scrittura automatica riguardanti notizie allarmistiche? Come evitare una creatura gravemente malata?
Le comunicazioni prevedono una fonte, un percorso ed una ricezione. Giustamente è tua premura curare le condizioni in cui la ricezione avviene. Si verificano a volte tuttavia delle distorsioni dovute ai bassi strati che tali comunicazioni devono attraversare. È bene quindi tenere presente che in mancanza di forza spirituale sufficiente non si deve tener conto delle segnalazioni preoccupanti perché a voi creature vengono dalle vostre guide indirizzati sono messaggi d'amore sulla via della conoscenza.
Non avrebbe senso fornire indicazioni materiali per eventuali situazioni di karma, mentre ha un senso profondo fornire indicazioni di tipo spirituale per aiutare la creatura ad affrontare l'eventuale situazione di karma con la giusta attitudine e consapevolezza.
Pertanto accetta se puoi con serenità anche comunicazioni di questa natura, senza sentirti da essa chiamata materialmente, o se le sue condizioni non consentono, interrompi il rapporto. La creatura da te pensata è in situazione di karma, e quindi le vostre luci non possono intervenire su di lei materialmente, a tutti voi il compito di a aiutarla spiritualmente.
Il non intervento materiale non vuol dire che non le possa essere evitato quello che pur con la stessa conclusione è inevitabile. Puoi chiedere a te stessa o agli altri di fornire l'appoggio nelle capacità specifiche di ciascuno affinché umanamente e materialmente questa creatura sia assistita nel modo migliore, ma non puoi chiedere che muti quello che è karma.
Ora staccatevi da pensieri individuali e insieme raccogliamoci in una spinta che accomuni tutte le nostre luci. Intorno a voi vi è infatti un universo stellato da luci radianti amore. Congiungiamoci mentalmente in questa immagine.
Ora basta salve
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14 luglio 1978
Sono nuovamente qui. Salve.
Pensate serenamente intensamente alle creature assenti materialmente e stabilite con un legame mentale per raggiungere forze distribuire luce. Non andremo avanti con nuovi argomenti ci scambieremo pensieri. È molto opportuno e con sistema rivediate il materiale sino ad ora raccolto e che questa rilettura sia individuale.
Proprio perché la diversa forma che l'acqua assume in ciascuna coppa. Rilettura vuol dire non solo leggere dei fogli ma compararli con una lettura altrettanto attenta interiore così da compiere quell'opera di cernita e di adeguamento delle vostre azioni ai nuovi livelli acquisiti.
Non crediate che questo possa ritenersi valido solo se produrrà mutamenti sensazionali del vostro comportamento. Iniziare la parte più difficile di qualsiasi cammino ed occorre sincerità di intenti e umiltà nell'accettare quelle che sono le proprie possibilità un meglio il grado temporaneo di manifestazione delle proprie capacità che, proprio perché affinabili vanno coltivati.
Luci sono intorno a voi. Rivolgete ad esse, anche indistintamente, pensieri di amore calore che esse ricambiano propagano. Allargate ancor più questa onda di pensieri e lasciate che incontri e si intersechi liberamente con onde analoghe.
Ora basta salve
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13 ottobre 1978
Salve.
Il ponte è stato gettato, voi ora percorrerlo di nuovo e nuova sia la vostra disposizione. Il ponte è un'immagine che si presta a illustrare molte delle circostanze della vostra vita umana e dell'evoluzione in genere.
Essa fonde il concetto del salto a quello di continuità. Il ponte unisce due sponde per varcare un ostacolo. Servono entrambe le rive, sia quella che si lascia che quella che si raggiunge e serve anche che il ponte sia costruito secondo le esigenze dettate dall'ostacolo che si deve superare. Inutile quindi impegnare gran parte del proprio tempo umano per costruire massicci archi di pietra là dove basterebbe una esile passerella.
Bisogna in tal caso riconoscere con se stessi che non si vuole lasciare una riva nella speranza che il tempo trascorra prima che l'inutile massiccio ponte sia ultimato. È però importante procedere unendo e non lasciandosi alle spalle qualcosa con un salto perché avanzare vuol dire non rifiutare il passato ma saperlo trasformare.
La vita che viene affidata è come un diamante grezzo che di volta in volta viene sbozzato per far emergere tutta la sua luce.
Ora chiedete voi stessi se questi incontri sono per voi una giustificazione e cioè il ponte massiccio o se in voi è maturato il desiderio di gettare delle aeree passerelle per un reale progredire di coerenza pur nella umiltà dei piccoli passi. In voi e tutta l'energia necessaria per compiere questo punto,
Salve.
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19 ottobre 1978
Salve.
Il segno tracciato indicato universalità e corrisponde a quella che in forma molto esemplificata conoscete come Rosa dei Venti o, come in maniera pur sempre limitata ma più aderente alla realtà conoscete come struttura atomica.
E' un richiamo ad elevare il vostro pensiero da quella che è la vista limitata del vostro orizzonte scalando un monte sotto la nostra guida. Non conoscete quale sarà la vista che si avrà dalla cima ma il chiaro che lo sguardo arriverà ad abbracciare man mano estensioni sempre più vaste.
La riflessione che vi si propone è che la realtà che voi vivete, benché nelle forme da voi sperimentabili percepibili, è molto più vasta dell'angusto limite che tendete a imporvi.
In ogni attimo di esistenza, a seconda di quale sia la vostra apertura potete accogliere in voi stimoli che tanto più vari sono, tanto più vi aiuteranno a progredire nel cammino della conoscenza.
Due sono gli aspetti che intendo sottolineare: il primo a che non si deve confondere ampiezza e varietà con dispersione, cioè dovete progressivamente modificare il vostro modo di porvi in relazione a quello che vi circonda rendendovi conto di far parte di una realtà più complessa della vostra routine quotidiana.
Il secondo è che non dovete temere che una maggiore vostra apertura comporti un pericolo per il vostro equilibrio. L'equilibrio è dato dalla qualità del rapporto che stabilite tra il vostro interno e quello che vi circonda e non dal numero degli aspetti della realtà con i quali entrare in contatto. Cercate ora di seguirmi mentalmente nella visione di un'immagine che vi propongo: pensate di uscire dalla vostra abitazione ed incamminarvi.
Vi lasciate le costruzioni alle spalle e dinnanzi avete la distesa dei terreni liberi. Proseguite il cammino incominciate ad ascendere prima una collina e poi il fianco di un monte. Pensate alla diversità di orizzonte di queste varie fasi. Eppure quello che si dischiude vostri occhi è quello che sempre mi circondava ma non vi eravate messi in condizione di poterlo osservare. Questo da un punto di vista umano in senso molto semplice.
Proseguendo il nostro viaggio immaginario di propongo di continuare a salire: man mano vedere riaffiorare i contorni della terra in cui vivete. Vedere se il mare che la circonda e poi i contorni delle terre limitrofe e poi le acque che circondano il continente e poi affiorare i contorni della sfericità del pianeta, le terre fondersi in un'unica massa e le acque altrettanto e poi la terra pian piano si allontanerebbe sullo sfondo del cielo fino a confondersi, come punto in mezzo a miriade di altri punti.
E questo sempre come sulla percezione umana. Essa vi sia però di guida per sentire la vastità del respiro che avete attorno e per sentirvi partecipi di un ciclo che oltre ad essere individuale anche collettivo, anche del vostro regno, è anche universale. Ora voi salve da tutti questi punti della realtà che vi circonda e di cui fate da sempre e per sempre parte.
Salve
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20 ottobre 1978
Parlate, salve a voi. Il cammino prosegue anche se diverso è il compagno di strada.
Il livello di comunicazione a voi aperto prescinde o meglio non è finalizzato al contatto con luci a voi note. È un vero e proprio cammino iniziato ormai da tempo e che non richiede più la vicinanza costante di figure spirituali conosciute. Ormai esiste in voi il desiderio in sé di camminare. Le luci a voi note semplicemente vi sono al fianco perché esse stesse, anche se ad alto livello, stanno percorrendo il medesimo cammino.
Mutare quindi il compagno che illustra la strada indica una certa libertà di movimento. Non crediate con questo che in voi sia necessaria e opportuna una minore spinta individuale, una minore coerenza(non siamo ancora in completa sintonia, ma è solo una questione di pazienza)
L'argomento parlando del quale percorreremo insieme questo tratto è il CREDO, cioè la caratteristica propria dell'essere umano di potere e volere avere qualcosa in cui credere. È un argomento triste di entusiasmante lo stesso tempo: triste per le mistificazioni che su di esso sono state vengono fondate, ma entusiasmante per la verità che esso contiene.
Tale verità è che a voi esseri umani, a differenza delle altre creature è stata data la facoltà di avvertire, di intravedere quello che ancora non è siete in grado di predicare. Cerco di esprimermi con una immagine: è come se voi foste ad occhi chiusi e proteste avvertire sul volto il tepore del sole che pure non vedete.
È un aiuto per chi percorrere la strada dell'evoluzione, e cioè della conoscenza, per dare conferma delle realtà di cui siete partecipi e che portati chiuso in voi. È un modo per dare la forza di proseguire lungo il cammino chi non è dato come imposizione ma è connaturato alla vostra essenza: siete degli esseri nati dall'evoluzione e capaci di evoluzione.
Poiché le traversie di qualsiasi ordine possono indurre a considerare solo il particolare che di volta in volta viene vissuto perdendo di vista l'interezza di se viene tenuto aperto questo spiraglio che consente di con serenità guardia alla giustificazione della propria esistenza di avvertire di essere nel giusto quando sente la necessità di rapportare il proprio aspetto caduco a qualcosa di immortale.
Credere quindi vuol dire mantenere l'identità di creatura che sa di partecipare ad entrambi questi aspetti della realtà e che sia attraverso qualcosa di cui si avverte l'esistenza anche se non l'ha ancora pienamente raggiunta e conosciuta.
Salve
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2 novembre 1978.
Salve a voi.
Siete come candele accese le cui tremule fiamme oscillano al soffio degli eventi eppure guardate quanta capacità di ripresa a 1 candela. Sembra che la fiamma sia spenta e riprende invece a brillare.
È difficile per voi accettare quello che sconvolge i punti di riferimento della vostra vita, ma questo avviene perché troppo spesso fate che sia punto di riferimento qualcosa di transitorio e non l'aspetto duraturo che pure fa parte della realtà da voi considerata.
Essere creature umane significa partecipare in ogni istante della vicenda terrena della natura sia transitoria e duratura.
Rivolgete quindi il vostro pensiero alle creature che vi circondano in modo da rafforzare il vostro legame spirituale con loro e non trovarvi poi disorientati quando un evento insito nella vostra natura umana fa si che l'aspetto transitorio della relazione cessa.
Sarà opportuno che le altre luci del cerchio prendano attivamente parte questi incontri poiché la capacità di vostra forza è così molto ridotta per proseguire un vero cammino.
Cercate e dite se possibile di cercare in voi stessi tutta la ricchezza di colori e suoni che il rapporto con luci che si distaccano hanno lasciato come vera traccia.
Salve
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9 novembre 1978.
Salve a voi.
È della realtà che parleremo. Diversi sono gli aspetti da considerare per facilitare la visione umana di questo concetto che come tutte le verità al tempo stesso semplice e complesso. Tratteremo separatamente alcuni di questi aspetti. Il primo contatto con quella che viene definita realtà per una creatura umana e con il proprio corpo e da lì successivamente si estende agli altri aspetti fisici del mondo di una circonda: è quella che viene conosciuta come realtà oggettiva o materiale.
L' evoluzione di una parte del pensiero umano ha fatto opacizzare una intuizione che l'uomo recava in sé e cioè che anche questo aspetto della realtà è mutevole o meglio è il solo aspetto mutevole della realtà. Anche dal punto di vista prettamente fisico avete più recentemente conosciuto come la materia sia qualcosa di meno definito è stabile di quanto ritenuto precedentemente, ma questa constatazione non è stata sufficiente a ripristinare l'antica intuizione secondo la quale la realtà materiale è un insieme di manifestazioni diverse.
Vediamo di chiarire il concetto in un altro modo. Anticamente le creature umane avevano una intuizione del divino che faceva intravedere loro come vi fosse una unità di base nella realtà fisica che li circondava che pure si manifestava in forme diverse. Successivamente il progredire del pensiero scientifico ha portato un approfondimento della conoscenza che ha perso di vista questi intuizione iniziale e ha fatto sì che anche quando, secondo la scienza umanamente costruita si è dimostrata una natura diversa della realtà oggettiva, per abitudine mentale si è proseguito a voler misurare secondo un metro fisso anche l'altro aspetto della realtà e cioè quello spirituale.
Poiché tale misurazione non è possibile si tende a negare o l'esistenza di una realtà spirituale o quanto meno la possibilità di conoscerla. Diverso dovrebbe essere il vostro modo di accostarvi alle creature alle cose che vi attorniano: godere delle manifestazioni che la realtà assume e non sezionare in continuazione nel tentativo di comprendere. È facile per voi proiettare il vostro attaccamento umano anche in queste forme di contatto che ormai dovrebbero vedervi più liberi dalla forme attente al contenuto.
La vostra guida iniziale ha ceduto il passo ad altro luce perché questa potesse accrescersi nel dare. Questa variazione non richiede una ricerca di torti o ragioni ma la disponibilità seguire un cammino indipendentemente da compagno di strada. Umanamente in voi si è verificata una piccola chiusura che unita grado di sintonia non ancora elevato crea dispersione.
È solo un aspetto diverso di una medesima realtà da voi è conosciuta. La luce, che è stata introdotta presso di voi deve poter contare sulla vostra minore necessità di forma rispetto ad altri cerchi non è in grado di accoglierla perché agli inizi di questa esperienza di scambio. Ritiene quindi valido ogni incontro indipendentemente dal capitolo che si aggiunge o meno al vostro libro della conoscenza perché lo scopo di tali incontri, come voi ben sapete, non è di analizzare ma di crescere in uno scambio di dare che solo è amore e solo è allora conoscenza.
Con serenità e recando da parte vostra i frutti raccolti preparatevi al nuovo incontro che dovrà prima di tutto vedere il contatto tra luci diverse.
Salve
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16 novembre 1978.
Crescere insieme implica un rapporto di scambio maggiore di quello maestro-alunno. Tra noi la diversità è data dal livello ma, vista la vostra necessità di adeguare continuamente quanto viene appreso con quanto viene praticato, è questo un rapporto più idoneo a non favorire un atteggiamento passivo di accettazione, che non muta il cammino.
Come veri compagni quindi percorriamo la strada. Nell'incontro precedente, anche se in modo frammentario è emerso che la realtà è composta di vari aspetti ma che è un tutto unico e pari errore di limitarla al suo aspetto fisico per quanto attiene le creature umane, come considerarla solo nel sospetto spirituale. Se non le fosse una necessità di uno di tali aspetti la vostra natura sarebbe stata diversa.
L'utilità di una considerazione del genere è duplice in voi: da una parte vi deve aiutare ad accettare e riconoscere la diversità e la transitorietà delle altre manifestazioni più propriamente fisiche. Dall'altra vi deve ricordare che non ha senso per voi lasciarvi in balia di tali mutamenti visto che in voi e in quello che vi circonda è pure presente l'aspetto spirituale che introduce un elemento di continuità. Senza la continuità non sarebbe possibile l'evoluzione.
Oltre a questi due aspetti esaminati altri ve ne sono in quella che possiamo chiamare realtà, ma riguardano forme diverse dalla vostra. Tutti concorrono però ad esprimere le manifestazioni di un'unica essenza.
Queste considerazioni devono rafforzare la predisposizione alla apertura perché riflettendo su di esse dovrebbe essere chiaro che non è possibile avanzare nella conoscenza della realtà si alcuni suoi aspetti o manifestazioni di un aspetto vengono rifiutati nella loro capacità di resistenza.
Fino a che la vostra capacità di conoscenza di quello che voi siete o di quello che vi circonda non sarà piena e completa, per quanto si riferisce alla vostra dimensione di creature umane, non sarà possibile per voi acquisire altri elementi relativi a livelli diversi.
Conoscere non vuol dire rinunciare alla propria capacità di valutazione, per cui, con un esempio, possiamo dire che non è reale non ammettere l'esistenza del male come manifestazione ma che è possibile conoscerlo per arrivare non praticarlo.
Ora alternate, scambio di forza e di dare con me per creare per noi un vincolo più profondo. Con il mezzo il contatto continuo.
Salve a voi tutti.
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21 novembre 1978
Salve.
Che ciascuno di voi porti il suo contributo di apertura per amalgamare la nuova creatura, apertura in concentrazione.
Oggi parleremo della scelta. È ricorrente in voi la sensazione di essere avvolti in veli sovrapposti che limitano la vostra vista, a volte si diventano così pesanti come lenzuoli funebri e l'angoscia cresce in voi. Questo quasi mai è dovuto alla eccessiva difficoltà del momento che state attraversando, ma è bensì dovuto ad una serie più o meno lunga, più o meno pesante di precedenti scelte non compiute che trascinate in voi.
Dire scelte non compiute va inteso nel senso un atto, un passo se non fa parte della vostra coscienza, non è compiuto non è ultimato. In nessuna occasione dell'esistenza è possibile evitare di compiere scelte (ed anzi questa è la condizione o una delle condizioni della possibilità di evoluzione in non va intesa è quindi negativamente).
Quello però che può avvenire e avviene spesso, è che azioni, passi scelte non affrontati con la serenità del proprio livello spirituale qualunque esso sia, con la chiarezza della propria coscienza, e cioè sulla base di tutto quello che forma parte di noi, azioni di questo tipo rimangano con un alone oscuro intorno a voi.
Questa è l'immagine che voi presentate, ma come ogni nebbia questo fenomeno che può disciogliersi, in qualsiasi momento della vostra esistenza voi sentiate questi veli avvilupparvi, fermatevi sostate in un momento di riflessione, e con gli occhi interiori di questo momento di coscienza esaminate tutte le azioni, le scelte, i passi iniziati non terminati, oppure iniziati non in coscienza e quindi comunque non parte voluta da voi.
Vedrete che la maggior parte di essi, anche se non vi è stato possibile viverli un tempo diversamente, il solo contemplarli oggi con gli occhi della coscienza, che sola può dare la serenità dell'accettazione, li farà finalmente dissolvere dalla loro pesantezza.
Pochi saranno quei punti oscuri che rimarranno interni a voi. E tali punti oscuri siano da voi accettati come traccia di qualcosa che prevedibilmente, richiederà un nuovo passaggio.
Questo già esula dalla vostra capacità di analisi attuale, capite quindi la prima fase di cui abbiamo parlato, e finalmente, alleggeriti di nuovo nella luce, continuate ad avanzare badando, per quanto possibile, di essere cosciente del vostro vivere, allo scopo di non caricarmi nuovamente di gravi.
Queste parole vengono dette perché una volta di più vi sia gioia in voi nel riconoscere di avere le forze per poter avanzare.
Salve
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7 dicembre 1978.
Se in voi è qualche riflessione che può essere compiuta in comune dite.
Domanda: perché malgrado le meditazioni c'è così poca chiarezza?
Abbiamo parlato del fenomeno dell'alone che spesso vi avvolge a scapito di chiarezza interiore e come ci si possa rendere conto delle catene di azioni non compiute che i rami passi. Bene capita, a volte, che chi si raccoglie riflessione e giunge quindi a scorgere queste famose catene, compiuta questa fase non voglia comunque separarsi da alcuni gravi, quasi avesse la sensazione di dover rinunciare a parte di se.
Questa è una sensazione umanamente comprensibile ma errata. È proprio non compiendo un'azione di cernita che rinuncia da parte di voi stessi. Rileggete ora le parole già dette su questo argomento e poi proseguiremo la riflessione in comune. Vediamo di procedere con ordine. Alone di oscurità, lo creano solo azioni non compiute cioè non ultimate, e su queste che quando avvertite disagio interiore dovete svolgere il vostro sguardo.
Secondo: scelta in sé è termine neutro, indica solo una volontà che può essere di accettazione di rifiuto di un qualcosa. In quanto tale non esistono quindi scelte nostre o scelte di altri. Quando si presenta alla nostra coscienza, e questo avviene in ogni istante, anche se in ordine di valori diversi, la necessità vitale di dover indirizzare la nostra azione, che lo stimolo sia venuto dall'esterno o dall'interno, nulla cambia, il momento di coinvolgimento della nostra coscienza è quello sia che si decide di agire coerentemente ad essa su un argomento nato da nostre esigenze o da quelle degli altri.
Terzo: il valore negativo di una scelta non ultimata e proprio nel non essere stata portata a compimento: qui è il significato della validità di volgere lo sguardo indietro, nel fare questo avviene spesso quella sfasatura di cui parlava inizialmente. Capita volte che la creatura raccolta in riflessione riesca a scorgere la natura dell'alone oscuro che lo circonda e non è quindi chiarezza di veduta quella che le difetta.
È invece il voler prolungare la sospensione di una scelta quello che pesa. Ha cioè la sensazione che dover modificare un proprio atteggiamento su una cosa iniziata in precedenza sia quasi un rinnegare se stesso e quindi impossibile.
Questo è il punto errato dovuto solo a presunta debolezza. Vedere con occhi nuovi quello che avete iniziato ad un diverso livello di coscienza è la cosa che vi garantisce di poter recuperare voi stessi come intima spinta e coscienza. Non uccidete parte di voi stessi se modifica del vostro comportamento, ma come avviene per il vostro fisico, sostituite con cellule nuove quelle che hanno esaurito un loro compito di esperienza.
È prevalentemente un atteggiamento emotivo quello che dà tanta incertezza nelle seguire la propria strada e non una vera mancanza di chiarezza. Siate lieti di riconoscere in voi la capacità di voler modificare parte di due stessi, questo significa vivere.
Salve
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14 dicembre 1978
Salve.
Quello che solitamente occupa la mente di creature in cerca della propria strada e la preoccupazione quasi, di essere discontinui. Questa constatazione viene spesso vissuta con disagio e ciò non è di alcun aiuto ma anzi solitamente induce a continuare a segnare il passo. In quanto abbiamo detto sino a ora sono contenuti gli elementi fondamentali che indica il corretto comportamento e definisco corretto modo di agire che corrisponde alle esigenze di avanzamento avvertite ad ogni livello. Tali elementi sono due e dalla loro unione nasce il frutto.
Il primo di essi lo abbiamo visto alla riflessione, l'esame di se stesso non come momento di personale premiazione o punizione ma comprensione delle azioni sperimentate. Deve essere infatti una riflessione che muova dalla accettazione poiché nulla di quanto abbiamo compiuto possiamo rinnegare. Accettare nella riflessione vuol dire saper trarre indicazioni di conferma o di necessità di variazione per le azioni a venire.
Il secondo elemento è dato dalla convinzione che il processo vitale significhi continuo rinnovamento, ma questo pensiero non deve creare sgomento. Rinnovamento non vuol dire sempre modifica. Può anche voler dire sostituire con cellule una nuova e uguale una che abbia manifestato la propria validità ma abbia altresì esaurito la propria spinta. Riferendolo alla vita di tutti i giorni in un ciclo umano vuol dire che anche laddove la nostra esperienza di vita ha avuto un effetto immediato di natura positiva, si deve arrivare a riscoprire ogni volta l'intensità vitale di una nostra scelta anche se dettata dall'esperienza positiva.
Vivere non è mai né mai potrà essere abitudine. Può essere conferma, e questo implica un concetto dinamico ben diverso. Il frutto che nasce dall'unione di questi due elementi è una continua espansione della coscienza che può essere continua proprio perché basata anche su frutti che si possono trarre da singole azioni di natura immediata non positiva.
Per quanto detto dovrebbe allora essere chiaro il motivo dell'errore indicato in apertura e cioè la negatività di un atteggiamento di disagio verso noi stessi per una presunta discontinuità nell'avanzare. Non si avanza ripeto solo mediante le azioni positive ma anche e soprattutto ai livelli iniziali, mediante il recupero di comprensione compiuto su azioni immediatamente negative.
È questo il principio che rende potenzialmente continua l'espansione della coscienza. Quanto detto stasera può anche se in forma estremamente semplice, aiutarvi a penetrare maggiormente quello che è l'atteggiamento del padre nei confronti delle proprie creature: giudizio non vuol dire premio o punizione, ma vuol dire occasione di comprendere per essere in grado di rinnovare.
Salve.
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21 dicembre 1978.
Il varco che utilizziamo per i nostri contatti e colloqui si è stabilizzato e potrà in futuro essere ampliato se verrà compiuto un adeguato avanzamento in comune.
Come vi è stata occasione di dire su analogo periodo (il Natale) questi sono per voi giorni carichi di potenziali spinte spirituali perché evocano o meglio, hanno la possibilità di evocare circostanze a voi note storicamente e che storia passata non sono. Abbiamo accennato ad un permanere anche se diversa forma visibile di tutto quello che rappresenta il patrimonio collettivo di cicli che si sono avvicendati sulla terra.
Sta molto a voi prestare attenzione a quegli elementi anche esterni che possono favorire riflessioni e quindi un acquisizione di coscienza. Non lasciatevi trasportare passivamente in un comportamento che deposita scorie opache su qualcosa che potete continuare ad avvertire pulsante di significato. Non dovete ritenere tale processo interiore possa avvenire solo ora perché il calendario segna rosso.
La grandezza del significato dell'esperienza del Cristo e che avete avuto in modo chiaro e manifesto quindi visibile, sul piano umano, quel processo vitale di cui abbiamo parlato, cioè continua acquisizione ed espansione della coscienza, continuo rinnovarsi. Non è che si vuole dire che voi dobbiate riuscire a ripetere del vostro singolo ciclo quello che è stato a voi trasmesso come l'ultima esperienza umana di quell'entità spirituale, ma proprio perché da voi conosciuta potete vedere l'esempio figurato di ciò che trattano i nostri discorsi necessariamente astratti.
Questo proprio per riscoprire in voi il patrimonio di conoscenze e spinte individuali che avete raggiunto ma non ancora sufficientemente baluardo della vostra dell'emotività che facilmente vi condurrebbe, se assecondata ad una visione strettamente umana nel vostro rapporto con una dimensione che ospita tali luci, ma con ben altro respiro di quello limitato ad un ciclo umano che voi tendete ad attribuire alle luci distaccatesi.
Sappiate vedere in questo un aiuto ed un riconoscimento alla vostra acquisizione di livello. Ripeto che non è per togliervi qualcosa che questo avviene, ma anzi per farvi da una parte utilizzare quanto già vi è in voi come possibilità di contatto spirituale, e dall'altra ampliare la natura del varco.
Salve
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28 dicembre 1978.
Salve. La limitazione che involontariamente ponete alla vostra capacità di comprensione su molti argomenti, e quindi anche su quello della figura del Cristo, è data dall'attitudine con la quale vi ponete dinnanzi all'argomento da approfondire. Tale limitazione quell'atteggiamento mentale cui abbiamo accennato precedentemente parlando dell'evoluzione del pensiero scientifico umano.
Vi ponete cioè dinanzi ai dati conosciuti di questa figura come colui che dopo aver infilzata una farfalla con uno spillo, nel chiuso della propria stanza vuole comprendere la vita vissuta da quell'essere. Molti sono già in voi gli elementi che possono guidarvi ad una progressiva conoscenza. Questa nuova si essere per voi un'occasione per praticare quella riflessione e rielaborazione di quanto comunicato precedentemente.
Infatti vi sono state rivolte parole per suggerire al vostro pensiero quello che esiste dietro i concetti di: amore, costanza, evoluzione, armonia, creazione. Vi sono stati comunicati quegli elementi che vi debbono anche guidare nell'approfondimento del significato della figura del Cristo e di voi stessi in quanto tutti parte del tutto. In ciascuna delle creature, proprio per il significato di tale termine che indica creazione, è presente la divinità che per divenire nuovamente forza creatrice deve procedere attraverso l'acquisizione di coscienza.
Anche l'aspetto della resurrezione va considerato in questa luce, cioè il raggiungimento del pieno recupero di sè quale sè universale che l'inizio di un nuovo atto di creazione di cui è stata data manifestazione anche umana. Non dovete porvi dinnanzi ai pensieri che scaturiscono da queste riflessioni in atteggiamento passivo, bensì ciascuno di voi deve nel suo intimo dare ascolto all'eco che tale riflessioni producono riferite al proprio modo di vivere. Arida è la più dotta disquisizione se non produce effetti nella propria acquisizione di coscienza, tali effetti non, ripeto non, derivano direttamente dal numero di elementi di conoscenza che si possiedono, ma da come ciascuno lavora rende proprie tali elementi.
Fate che non sia curiosità fine a se stessa quella che vi guida apparentemente, lasciandovi in realtà a segnare il passo, ma la spinta conoscere per rinnovare voi stessi rendendoli sempre più adeguati alle esigenze di vita che regale in voi. Accogliete ciascuno la parola dell'altro per quello che di nuovo può comunicare la visione dell'altra creatura sul medesimo argomento, ma accettate che per ciascuno possa esservi una visuale diversa. Importante che si elemento di moto non di stasi.
È una grande bella messe di riflessioni quella che potete raccogliere iniziando quello che per voi un nuovo ciclo. In concetto verso questo varco sono iniziati in quella che per voi è un'epoca di raccolto. Questo è l'augurio: che ci vede insieme per altri raccolti.
Salve
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4 gennaio 1979.
A Voi salve.
Domanda: esistono difficoltà a fissare la continuità di certi concetti.
La risposta non può essere che la medesima, già vi dissi che determinante al fine della comprensione dell'atteggiamento con il quale vi disponete ad approfondire un argomento. Forse dobbiamo partire proprio da tale termine, approfondimento. Capita volte che vi poniate con le migliori intenzioni di danza dei fogli scritti ma che risultato sia quello di un bagno temporaneo e che poi evapora.
Per usare altre parole, posso dire che siete come alunni volenterosi che studiano le regole di un'antica lingua ma che non sanno parlare. La differenza allora emerge chiara si deve cercare senza forzature controproducenti di vivere e non di approfondire. L'approfondimento, e cioè la comprensione deriva dal vissuto, dovete assorbire con i vostri pori l'acqua nella quale vi immergetevi dovete considerare l'usare la lingua antica come avvicinereste una attuale.
Quindi questo vuol dire che se il messaggio che vi giunge è quello di cui le vostre orecchie sono alla ricerca, vi è in voi la piena capacità di cogliere una spinta iniziale nei principi enunciati per cominciare ad utilizzarla come vostro elemento di variazione nelle azioni e nei pensieri di tutti i giorni.
La vita umana è composta di questo e l'errore compiuto da molti è proprio quello di ritenere di poter tenere separati i vari aspetti che la compongono. Avverrà che vi accorgiate come non su tutti gli aspetti riuscirete ad agire contemporaneamente, ma ciò è perfettamente naturale. Importante rendersi conto di questo e di utilizzare le acquisizioni che giungono per prime in favore di quegli aspetti per voi più difficoltosi la far maturare.
Non dovete quindi credere che Chiara è corretta comprensione di quello di cui parliamo significhi avere nella propria mente una serie di enunciati da ben saper riferire ad altri. Significa accostarsi di volta in volta questi incontri pronti a cogliere quegli spiragli che per ciascuno di voi si apriranno, e individualmente secondo i propri ritmi ed esigenze, procedere nella vita con questa acquisita diversa capacità di vedere.
Vi è tra voi chi troverà spinta nelle considerazioni di carattere generale perché portato a passare dal generale al particolare, vi è chi, troverà calore e significato in alcuni semplici esempi che negli consentiranno anche di abbracciare meglio il generale.
Ognuno deve seguire la propria strada. Deve porgere il proprio orecchio pronto a cogliere quelle che per sè avrà significato. Ma dovete e potete essere capaci anche nel vostro intimo, di accorgervi di avvertire interiormente quando una presunta incomprensione sia in realtà una chiusura che segue il momento di spiraglio. Non abbiate reticenze a chiedere, non sentitevi costretti o incalzati da ritmi non vostri, ma procedete con piena apertura e serenità sincerità con voi stessi.
Salve.
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11 gennaio 1979.
Salve.
L'elemento forse più importante, e che può facilmente essere sottovalutato, di queste nostre riflessione comuni e che per evolversi non è necessario astrarvi da quello che vi circonda, ma al contrario aprirvi alla vita, con tutto ciò che questo concetto implica e di cui abbiamo parlato, è arrivare ad avere una visione allargata di avvenimenti propri ed altrui come vissuto, tale da comprendere come tutto, pur nella diversità, sia comune patrimonio.
Nulla esiste che non richieda la nostra partecipazione, e nulla di nostro come singola esperienza non rifluisce all'esterno. Se desiderate affrontare qualche argomento a voi caro dite. Intendo cioè chiamarvi ad un maggiore colloquio, rispettando quelle che sono le limitazioni presenti nella nostra forma di comunicazione.
Domanda: la difficoltà di adeguare il proprio rapporto con gli altri.
La perplessità che emerge dalle vostre parole, dette e non espresse, testimonia la difficoltà che procura il tentativo di variazione, e questo è segno benefico se sentito come segnale di mutamento e non come elemento di incertezza che reclama un ritorno al superato. In realtà non si tratta quindi di una vera e propria difficoltà ma di un disagio dovuto alla sensazione di avviarsi su un sentiero o di percorrere sentieri conosciuti con una diversa capacità di osservazione.
Il disagio di cui parlo è dato prevalentemente dalla vostra constatazione che spesso chi vi circonda avverte un vostro mutamento, e reagisce adesso, prima ancora che in voi sia raggiunta la piena chiarezza e sicurezza, cioè la piena assimilazione di coscienza degli elementi che vi hanno portato al mutamento.
Questo provoca a volte uno scompenso, e qui interviene la vostra capacità di riflessione. Tanto abbiamo parlato della necessità di raccoglimento quotidiano, proprio per non rimanere distaccati da se stessi e non dover dipendere dalle valutazioni di altre creature che possono possedere altri ritmi ed altre aperture.
In ogni momento e in particolare nei momenti di disagio interiore è necessario che vi poniate allo specchio, che vi guardiate senza reticenze nella immagine riflessa dall'acqua nella quale vi immergete.
In voi dovete trovare la conferma dei passi compiuti per adeguare il vostro cammino alle sempre nuove acquisizioni. L'apertura dello scambio con altre luci è necessario e opportuno per un confronto ed arricchimento che non diviene realmente vostro se non assimilato. In questi momenti di vibrazione interiore pertanto, raccoglietevi e amichevolmente e sinceramente parlate con voi stessi, esse vi giunge la conferma che questo moto interiore che avvertite corrisponde ad una vostra variazione di acquisizione di coscienza non abbiate timore, ma sorridete ed avanzate. La sicurezza verrà.
Salve.
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18 gennaio 1979.
Salve. Nuovamente a voi dico parliamo insieme e guardate dentro di voi e non abbiate timore di esprimere cose anche semplici.
Domanda: viene fatta presente la difficoltà nei rapporti umani.
Rapporti con gli altri: quante volte di questo parlate, a volte con animosità, a volte con soggezione, a volte con indifferenza. Altre volte vi chiedete se quello che vi opprime nel rapporto con gli altri non dipende esclusivamente da voi.
È un pendolo che avanza e ritorna non facendovi trovare in rari momenti di equilibrio, l'incertezza e il dubbio o il disagio derivano da non prendere in esame contemporaneamente i due elementi del problema. Io e gli altri sono questi i due elementi e sono contrapposti, all'inizio e al termine di una linea. Si deve percorrere tale tragitto, e solo allora ci si accorge che la linea esiste ma è curva e si ritorna al punto originario.
Cioè non esiste solo una distinzione tra ciascuna creatura e le altre, ma esiste anche e contemporaneamente una sovrapposizione di ciascuna creatura con le altre. Vedere negli altri la scissione personificata delle tante parti di voi stessi, e considerare voi stessi come compendio di quello che singolarmente potete osservare in altre creature, può molto aiutare.
L'elemento di equilibrio in questo continuo moto di andare e venire tra la vostra interiorità ed unicità e gli altri, è dato dalla comprensione dell'esistenza di ritmi diversi, esigenze aperture e chiusure. Questo è un elemento che non solo dovete rispettare nel vostro cammino verso gli altri, ma che con altrettanta serena fermezza dovete richiedere per voi stessi.
Perché questo rispetto non diventi edilizia di apertura verso gli altri o egoismo e non variazione propria, è necessario che il dialogo con voi stessi sia continuo, profondo e sincero. Quello che in qualunque caso è inutile e negativo è il risentimento, verso se stessi e verso gli altri. È sterile, non solo ma distoglie la vostra attenzione e le vostre energie inducendovi a cristallizzare il vostro modo di essere.
Quando l'incontro non avviene, cercate di riflettere per individuare elementi di variazione per voi possibile, che eventualmente possono consentire tale incontro. Ma se riscontrate che si tratta probabilmente di un momentaneo non incontro di ritmi, accettate questo come qualsiasi fenomeno naturale. Non chiudetevi in voi stessi, non tentate di forzare la porta che non si apre, ma continuate a vivere.
La marea della vita è una forza pulsante e potente pur nella sua dolcezza, fa approdare su spiagge impreviste elementi che a lungo ha cullato nel suo grembo. Ed è altrettanto capace di trasportare nell'anello per granello un'intera spiaggia su un altro lido.
Ora salve.
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25 gennaio 1979.
Salve. Ripeto ancora che ciascuno raccoglie di un messaggio solo ciò di cui era in attesa, ed avverrà anche a distanza di tempo possiate trovare nuova eco in parole già ascoltate.
Mantenete quindi vivere in voi quelle parole, perché possano germogliare a seconda dei vostri tempi di maturazione.
Domanda: la necessità avvertita di fratellanza in contrasto con l'indirizzo dell'umanità.
Purtroppo bisogna partire da una osservazione non piacevole, e cioè dal concetto di coesistenza dentro ciascuno di voi dei tanti aspetti osservati esternamente in altri. È sempre ponendosi allo specchio che si può tentare di dare una risposta a questi interrogativi, proprio perché l'elemento negativo, che così frequentemente caratterizza il comportamento dei singoli tanto da divenire fattore collettivo, è quello di attendere dagli altri proprio quello che in proprio non si compie o si tenta di compiere con grande discontinuità.
È per tale motivo che l'unica parola che vi poteva giungere su questo argomento era quella di indicare l'inutilità del risentimento, la compressione delle differenze di ritmi, per raggiungere alla esortazione di vivere ciascuno per quanto la propria forza vitale consente. Solo in questo modo di vivere, ciascuno di per se stesso, è possibile attuare anche uno scambio e vivere per gli altri. Scambia infatti vuol dire che vi è un'apertura tra due o più esseri.
Anche l'essere che chiede, non è passivo ma sta vivendo secondo il proprio ritmo del momento. Non potrà avvenire scambio se vi sarà solo volontà di dare da una parte. È una forma che può in qualche modo essere non positiva se non si accompagna alla comprensione degli elementi ricordati. Lo scopo che dovete raggiungere e che avvertite in voi stessi, e quello di arrivare ad essere voi stessi. Quanto vi può giungere dall'esterno e quanto voi potete far pervenire all'esterno, sono elementi importanti e presenti in tutte le vostre giornate.
Ma l'elemento determinante è la vostra spinta individuale di andare avanti qualunque sia il fondo della strada che percorrete. Non correte inutilmente perdendo così l'occasione di vedere ed amare quello che vi circonda solo perché la strada è eventualmente liscia; ne mettetevi a sedere al bordo rifiutandovi di avanzare, perché la strada è cosparsa di ostacoli. Vivere significa avanzare secondo le possibilità, i tempi e le condizioni proprie di ciascuna creatura. Ma mai possiate voi oscurare la vostra coscienza dicendo che il vostro non agire dipende dalle altre creature. Dallo scambio, dal rapporto di apertura o chiusura con gli altri e dalle circostanze dipende effettivamente la maggiore o minore agevolazione nel procedere, ma la spinta nel procedere deve essere vostra. Né il non tener conto delle manifestazioni esterne alla vostra volontà potrà aiutarvi a forzare il cammino.
È solo comprendendo la natura dell'ostacolo che incontrate che potete regolare il vostro passo. A volte potrete riscontrare che la parvenza rigida ed acuminata di una manifestazione altrui e solo esteriore ed attendeva il vostro incontro per sbriciolarsi fertile terra; a volte dovrete anche essere capaci di comprendere che quella zolla non è destinata a voi. Non per questo non dovrete voi proseguire, perché ciascuna luce deve compiere la propria evoluzione.
Ora basta salve.
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1 febbraio 1979.
Domanda: è possibile evitare di formulare giudizi sulle altre persone?
La possibilità è insita nel concetto stesso di evoluzione. In particolare tale possibilità è strettamente connessa alla acquisizione del concetto di cui abbiamo precedentemente parlato. Mi riferisco al fatto che ciascuna creatura è contemporaneamente unica e sovrapposta alle altre, e che quindi si trova con raccolti vari elementi che, in modo distinto vede negli altri.
Questa constatazione porta ad un successivo gradino e cioè che non si può penetrare nell'intimo altrui se nel contempo non si avverte lo stesso stimolo verso se stessi. L'azione che scaturisce da questa corretta impostazione è quella di comprendere e non del giudicare. Troverete sempre in voi e quindi anche negli altri che momenti di giudizio sono sempre momenti di chiusura prima di tutto verso se stessi.
È il caso di completare il concetto di comprensione: comprendere non è un atteggiamento passivo, come può esserlo qualsiasi azione nella quale si manifesti nostro vivere. Comprendere vuol dire stabilire un rapporto che non necessariamente significa condividere l'esperienza altrui o propria. Comprendere vuol dire avere acquisito nella propria coscienza il concetto di ritmo individuale e ritmo collettivo, ed usare tale fattore come approccio verso una interiorità.
È quindi un atteggiamento mentale e spirituale prima ancora che una vera e propria capacità di penetrazione che potrà avvenire con l'evoluzione. È come dire: se vuoi vedere, prima di tutto fa che i tuoi occhi siano liberi. Se vuoi udire, fa che le tue orecchie siano libere. Tale atteggiamento interiore, verso se stessi, e verso gli altri, potrà verificarsi e dare i suoi frutti in forme e tempi differenziati tra le parti.
E comprensione verso voi stessi è quell'atteggiamento di raccoglimento e di riflessione serena che dovrebbe entrare a far parte della vostra abituale vita e che solo può consentirvi, di procedere ad acquisire nuovi elementi per la vostra coscienza fondati su vostre esperienze anche passate e che sul momento mi colpirono umanamente in senso negativo.
Medesimo è l'atteggiamento verso gli altri. Fate che il vostro sia un incontro sia pure appena sfiorato, ma mai uno scontro con altre intimità. Potrà accadere che il ricordo di quel tocco leggero consenta una maggiore rispondenza con la stessa creatura in un momento successivo. Questo vale anche per ciascuno di voi.
Non crediate che aprirsi significhi esporre ad altri il proprio contenuto, ma significa lasciare la porta aperta perché l'altro in sintonia con voi possa riconoscere quanto va cercando. Non scorgerà mai infatti, quello che non è pronta a vedere. Questo vuol dire procedere ciascuno per proprio conto, seguire cioè la propria spinta vitale di acquisizione di coscienza. Non è ciascuno di voi a dovere o potere convertire gli altri ma ogni singolo a dovere e potere evolvere se stesso.
Ora basta salve.
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8 febbraio 1979.
Domanda: attraversiamo periodi di ricerca, periodi di affanno e periodi di vista. Perché?
La risposta nella vostra vita. Non esiste una creatura che sia fatta scomparti, siano essi mentali, affettivi o di altro genere. Ciascuno è una unità, anche temporale certo senso, poiché vostro ieri è inscindibilmente legato all'oggi che genera il domani. Non si tratta quindi di periodi intesi come mari che ci si trova ad attraversare percorrendo una determinata rotta.
La natura del cosiddetto periodo, cioè Stasi o ricerca o insoddisfazione, è data dalla predominanza che voi accordate in un dato momento ad uno di questi elementi che pure sono sempre presenti in voi come possibilità o come diversa fase su diversi fronti di una stessa individualità. La ricerca è un elemento costante caratterizzante della vita, proprio perché inizio attrice di possibile evoluzione.
La stasi può essere elemento anche positivo quando serve a stabilizzare nella coscienza degli elementi acquisiti, fino a trasformarli in nuova capacità di vita. L'insoddisfazione e negativa se fine a se stessa. Deve invece essere avvertita come segnale che giunge a richiamare l'attenzione sul pericolo che la fermata sia troppo prolungata e tende a cristallizzare il livello acquisito, oscurando la spinta vitale di evoluzione.
In voi sono sufficienti strumenti ed aperture per operare quando questo segnale risuona. Non vi siete mai chiesti come mai altre creature si rivolgono a voi a volte, proprio quando avvertite un grande vuoto? Anche questa è una forma di aiuto per farvi comprendere come quello per cui qualcuno bussa alla vostra porta, giace forse inutilizzato e non amato da voi in quel momento.
Compite allora una ricerca non ansiosa dentro di voi e guidati da quello di cui altre creature colmano le proprie mani in voi, compite l'atto di vita di fondare su di esso i nuovi passi. Se in voi non vi fossero queste possibilità, non avrebbe senso neppure il rapporto. Ricordate che l'atto della creazione è concedere la piena facoltà alla entità creata di evolvere proprio livello di coscienza. Se così non fosse l'entità verrebbero sfornate già perfette.
Tante volte è stato detto che dovete muovere proprio dalla certezza della vostra capacità. Non è in discussione la possibilità di avanzare. L'origine di talune vostre incertezze deriva dal compiere spesso azioni e scelte senza immergervi dentro voi stessi, dentro la vostra coscienza, per trovare in essa l'indicazione della vostra via.
Salve.
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15 febbraio 1979.
Salve. Il filo sino ad ora dipanato parte da lontano e giunge lontano.
In voi vi è la possibilità di seguire il suo svolgimento solo con gli occhi della mente che soli possono aprire la vera vista anche agli occhi di questa vostra esperienza umana. È un filo sottile che pure cerca con il suo andirivieni un tessuto compatto. Per questo è importante che man mano che acquisite coscienza seguiate con partecipazione ogni azione ed avvenimento che cade sotto la vostra attenzione perché solo così potrete curare il tratto di tessuto a voi affidato. È una lenta tessitura, che solo con il progredire del livello di coscienza a questa sicurezza e regolarità.
I momenti di riflessione di cui in precedenza abbiamo parlato di consentono inoltre di riannodare i fili abbandonati o spezzati. Ciascuno segue la tessitura secondo le proprie capacità, ma è indispensabile che si renda conto come essa non è fine a se stessa ma è connessa ad altri tratti curati da altre creature.
A questo allora significato mantenere il lavoro ben teso. Pensate inoltre che non conoscete quando e in che punto riprenderete voi stessi la tessitura. Nasce quindi la considerazione di come ciascuna esperienza sia al tempo stesso singola e collettiva.
Domanda: esiste la difficoltà di accettare la violenza insita nella lotta che pure appare connessa con l'evoluzione.
Lotta è la trasposizione umana del concetto universale di evoluzione. In quanto trasposizione contiene in sé una deviazione dal significato originario. Tale deviazione si è radicata nel tempo a causa di pari passo con l'oscurarsi della capacità interiore di acquisizione di conoscenza a livello collettivo. In questo non vi è contrasto con quanto detto in precedenza, è vero infatti che attraverso il tempo si è venuta manifestando una variazione evolutiva dell'umanità. Ma l'elemento che era presente all'inizio si è oscurato, e pertanto va riconosciuto e riacquisito, è la capacità interiore di comunicare con le altre creature così da avvertire come un eventuale differenza di ruoli non corrisponde ad un antagonismo.
La modificazione che è intervenuta a con il passare del tempo, reso effettivo questo antagonismo ed altrettanto effettiva la necessità in taluni casi di essere coinvolti in situazioni di violenza. È questo il grande compito da portare avanti per chi come voi e da altri prima di voi sono calati in questa realtà. Rendersi cioè conto pienamente in fondo di ogni azione compiuta o comunque vissuta per far sì che l'eventuale segno umano negativo non vincoli azioni future. E questo può verificarsi solo se ciascuno si renderà conto dei limiti di talune situazioni e non proverà compiacimento fino a tramutare tali limiti in linea di condotta. Il rispetto dovrebbe essere sempre presente e nulla essere compiuto per superficialità entro i limiti della propria conoscenza e coscienza.
Salve
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22 febbraio 1979.
Salve.
Diffusamente in precedenza abbiamo parlato della opportunità o necessità individuale di svolgere un continuo lavoro di verifica su ogni azione compiuta o comunque vissuta rapportata al livello di coscienza acquistata.
Abbiamo detto come questo sia il modo a disposizione di ciascuna creatura per riappropriarsi di quelle parti del proprio cammino già percorso e che fino ad allora sono state dei vuoti da colmare e questo per due possibili motivi: o perché si è trattato di a io mi prevalentemente subite, o perché si è trattato di azioni con segno immediatamente negativo che, mediante la comprensione anche se successiva, possono elevare i livello di acquisizione di coscienza e quindi svolgersi in senso positivo.
Questo naturalmente vale, come detto, per ogni atto di vera vita, cioè di partecipazione cosciente dell'individuo che sa di sovrapporsi in ogni istante al collettivo.
Questo discorso diviene tanto più necessario quando rappresenta l'unico strumento a disposizione per fare si che azione o avvenimenti che portano in sé una enorme forza di coinvolgimento anche collettivo vengano realmente vissuti dalle figure umane in modo attivo, comprensivo e voluto proprio per adeguare fin dove è possibile la manifestazione alle esigenze.
Salve
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1 marzo 1979.
Salve. Allontanate dalle vostre menti tensioni e confusa emotività, è vostra facoltà aiutare questo processo mentale di distensione così come calmereste un respiro affannoso.
Parliamo nuovamente di questa parte di voi stessi così poco amata e conosciuta, cioè la coscienza. Attribuite generalmente a questo concetto un valore astratto e quando avvertite più direttamente il legame con essa, tendete quasi a considerarla impaccio. Questo perché nei momenti di bassa marea vi rifugiate nell'idea infantile di quanto sarebbe bello poter trascorrere il proprio tempo a cavallo dei soli desideri od istinti o tendenze emotive.
Tutto ciò produce uno spreco di energie, basato unicamente sulla incomprensione dei reali termini del problema. Infatti quello che per sovrastrutture di varia origine identificate positivamente con i desideri guidati dall'emotività o dai sentimenti, altro non è se correttamente inteso la vostra coscienza. Molte volte abbiamo detto che non vi è suono per chi è sordo e non vi sono colori per chi è cieco, quindi se qualcosa non fa parte della vostra coscienza non può nemmeno essere desiderata. Il contrasto apparente deriva dalla necessità di adeguare i desideri e la carica emotiva al sempre nuovo più elevato livello di coscienza acquisita.
Si deve comprendere come alcune manifestazioni umane quali sentimenti sono degli strumenti conoscitivi a vostra disposizione. Il bambino che avanza nella conoscenza del mondo che lo circonda, può inizialmente avere il desiderio di toccare il fuoco che lo attira. Adeguerà in seguito questo desiderio all'esperienza compiuta, ed imparerà ad amare il fuoco in un altro modo. Apprenderà a stabilire un contatto con esso tramite il calore che ne riceve.
Non deve quindi rinunciare ad avere desideri cioè spinte, verso quell'elemento, ma dovrà semplicemente naturalmente, da un punto di vista evolutivo, adeguare la manifestazione di tale tendenza e stabilire un contatto adeguato alla conoscenza acquisita.
Non si chiede pertanto di non essere più creature umane, ma anzi proprio di vivere fino in fondo le possibilità offerte dalla vostra esperienza di ciclo. Abbandonate allora la diffidenza nei confronti della vostra coscienza.
Non consideratela più come parte sia pure relativamente elevata ma separate in qualche modo da voi anzi, tuffatevi gioiosamente in essa per scoprire le molteplici occasioni di una nuova vita che essa vi dischiude. Essa sempre rappresenta un ampliamento una variazione. Scoprite allora l'estensione della musica che progressivamente potrete comporre e dei colori che potrete afferrare.
Salve.
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8 marzo 1979.
Salve. Tante luci sono a lui d'intorno. Per quanto strano possa voi sembrare, anche per esse questa è un'occasione di acquisizione di conoscenza e coscienza. Esse infatti partecipano donando la propria forza e ricevono senza le distorsioni dovute vostro mezzo di comunicazione, le vibrazioni dei pensieri espressi. Disponete quindi la vostra mente in apertura e sintonia con esse e con tutte le altre creature che partecipano interiormente all'incontro.
Domanda: vuoi dirci ancora sulla coscienza?
E' pur vero che le nostre riflessioni hanno un fondo comune o meglio sono come tanti fili di una ragnatela dove una goccia di rugiada scorre sempre verso il centro. L'argomento della coscienza in particolare rappresenta uno degli aspetti che assumono questo centro, ma come una ragnatela la vostra mente deve apprendere a vibrare sotto il tocco più leggero essere cioè pronta a rispondere con la propria struttura agli stimoli che riceve e condurli tutti al proprio nucleo centrale.
Scorrete quindi di tanto in tanto le memorie delle vostre riflessioni comuni e vedrete come in esse potrete trovare nuovi spiragli che sempre si collegano all'argomento trattato.
Domanda: la differenza di sesso tra uomo e donna implica una diversità di compiti?
Non esiste una luce senza l'ombra, il suono senza il silenzio, e non è esatto dire che uno dei due elementi svolga una funzione attiva l'altro passiva. È più adeguato dire che ciascun elemento possiede in sé entrambi gli aspetti e che un armonico vibrare reciproco fa sì che uno di tali aspetti acquisti predominanza contingente fornendo quella che può apparire una caratterizzazione distinta e permanente. Una nota che cosa è? Viene dal silenzio adesso ritorna, così come potremmo dire che il silenzio nasce dal suono. Essere quindi creatura femminile o maschile è sempre essere creatura umana, che in sé possiede l'interezza ma che la predominanza contingente di un'esperienza di ciclo apparentemente la caratterizza.
L'aspetto apparente è quello relativo alla interiorità della spinta evolutiva della creatura. Effettivo e mutevole a seconda del vostro tempo o di altre condizione umane è invece, la differenziazione che la creatura umana si trova ad affrontare. E anche per questo che vi è varietà di esperienze nei vari cicli che una luce progressivamente compie. Non è quindi possibile dare una risposta precisa relativa agli aspetti umani contingenti che ciascuna creatura affronta nella propria realtà di ciclo su connotazione fisica femminile o maschile, poiché questo dipende da una miriade di influenze.
Quello che è importante sottolineare e che la spinta cosciente di ogni creatura, adeguata al proprio livello di acquisizione raggiunto, deve essere quello di riscoprire e riconoscere in sé l'intero, raggiunto il quale anche questa forma di apparente distinzione altro non sarà che uno strumento usato e abbandonato.
Salve.
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15 marzo 1979.
Salve.
Parlate di un prossimo distacco che porterebbe come conseguenza lo scioglimento del gruppo. - (La persona sensitiva del gruppo si trasferirà dalla città degli incontri per sempre) - Questa è una decisione interamente rimessa voi tutti. Dipende sostanzialmente dal modo in cui vi preparerete al momento del cambiamento. Se in voi sarà divenuta parte della vostra serie di azioni quotidiane quella di colloquiare interiormente con il vostro essere, quella di scorrere le memorie delle precedenti riflessioni comuni, avrete creato le condizioni perché tra di voi possa essere proseguita l'opera di avanzamento comune.
Anche quando avete iniziato il ciclo di incontri avete dovuto superare una fase di assestamento e di affinamento della sintonia. Inoltre tra voi come è stato più volte detto, esistono già varchi sufficienti per procedere, sempre che la disponibilità interiore non si faccia limitare da condizioni esterne. Non ponetevi ora il problema come continuare, tanto meno di non poterlo fare, poiché questo disporrebbe il vostro animo alla chiusura. Cercate invece di continuare serenamente proficuamente a colmare la coppa delle vostre mani dell'acqua che sgorga dai nostri incontri.
Sarà essa acconsentirvi di trovare il modo per continuare a dissetarvi. Credere fin da ora che qualcuno all'esterno abbia predisposto le circostanze in modo tale che non possiate proseguire nel cammino e cosa che non potete dire nemmeno a voi stessi: in voi la forza, la capacità di cogliere le possibilità esterne di nuovi rapporti, di nuovi tentativi di comunicazione perché possiate proseguire.
Domanda: è possibile modificare il proprio karma evitando alcune prove?
Il concetto di prova è inscindibilmente legato a quello di libero arbitrio, che nella manifestazione più completa si manifesta nell'intervallo tra un ciclo di vita e l'altro. Quando cioè la luce è in grado di valutare al massimo del proprio livello di coscienza. La prova inoltre è anche finalizzata, non avrebbe scopo infatti se non fosse lo spunto, in mezzo, per verificare circostanze che possono portare ad acquisizione di coscienza. Si deve infine ricordare che ogni luce nel passaggio che compie diventando nuovamente creatura, porta con sé la propria fiamma interiore. Qualora la creatura si sia messa in condizione di assimilare profondamente i frutti di coscienza della propria esperienza umana tanto da far brillare la fiamma che già reca in sé, potrà trovarsi nella circostanza di vedere con occhi spirituali un eventuale prova programmata, ma ormai non più necessaria, perché relativa ad un livello già acquisito.
È per tale motivo che vi viene continuamente rivolto l'invito di trasformare in vita le acquisizioni spirituali rammentandovi della vostra natura, pur diversificandosi in aspetto fisico e spirituale. È un'unica entità. Vi si ricorda che nulla in voi può ritenersi assimilato se viene messo in cornice, per quanto bella questa possa essere. Dipende cioè dalla vostra volontà di trasformare il vostro spirito e riuscire a compiere quell'accrescimento che modo analogo il vostro involucro fisico compie quotidianamente.
Ora basta salve.
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22 marzo 1979
Domanda: il miracolo può intervenire solo in assenza di karma?
Non ha alcun senso, almeno per la vostra capacità di comprensione, parlare di miracolo in tali termini. Infatti vostri occhi spirituali sono pronti a scorgere tutta una serie di avvenimenti che vi circondano e si verificano in ogni attimo, e che sono miracoli per chi sa vedere, nel senso che riescono a stabilire un rapporto di penetrazione reciproca di conoscenza tra chi vede e ciò che è visto. Questo e solo questo è quello che impropriamente potrebbe essere definito miracolo: arrivare cioè al diretto contatto di conoscenza spirituale non attraverso le manifestazioni.
Ma poiché questa è la realtà verso la quale l'evoluzione chiama ciascuna luce, è quantomeno necessario riferire il termine da voi usato solo alla sfasatura temporale in cui tale fenomeno può verificarsi rispetto il livello di evoluzione circostante. In altri termini vi dico: quello che voi considerate umanamente miracolo è la vera dimensione delle vostre forze in quanto tale, dovrebbe essere umanamente definito normalità.
È un miracolo, in senso negativo, e considerato umanamente, che delle creature dotate di luce perdano totalmente la cognizione del proprio intero Essere tanto da meravigliarsi quando uno squarcio lo rivela. E di squarcio si deve in tal caso trattare, cioè di varco che fugacemente ponga la creatura a diretto contatto con penetrazione di quella immensa parte della realtà che lo circonda ma che essa ancora non vive.
È una conoscenza che non passa attraverso la ragione, la razionalità, e quindi cercare di trafiggere la farfalla sullo spillo non è di alcuna utilità. È giusto e positivo il vostro desiderio di conoscere, anzi esso è la molla della vostra evoluzione, molla ho detto, ma la chiave è il vostro spirito. Spirito in voi è coscienza e cioè, capacità di vivere ogni istante con verifica interiore.
Questa e solo questa è la chiave per entrare nella pienezza della realtà che vi circonda, e non solo di attendere la remota eventualità di esservi catapultati fugacemente attraverso un varco. Molto vi è stato rivelato di quello che in voi giace in attesa.
Salve
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29 marzo 1979.
Salve. Riscontrare che in voi si manifestano diversamente le esigenze di conoscenza non è fatto che debba creare turbamento. Sempre abbiamo detto che la coppa delle vostre mani è diversa una dall'altra. Importante è mantenere ed accrescere la capacità comune di sintonia per dare forza al varco da lui utilizzato. Non a caso dicemmo in precedenza che il messaggio raccolto, tra i tanti emessi, è quello di cui l'orecchio era in attesa.
Non meravigliatevi dunque che quello che per voi può aver rappresentato un raggio di luce possa per altri non squarciare il buio. Scambiate con le altre creature le vostre conoscenze attraverso il mezzo più diretto e cioè vivendole così che altri possano eventualmente prendere senza chiedere o chiedere perché stimolati da ciò che vedono.
Un diverso approccio quasi inevitabilmente produce delle difficoltà di rapporto. Non sentitevi limitati da quello che ancora non riuscite a scorgere, ma vivete con pienezza quello che forma oggetto della nostra coscienza. Ricordate il ponte di cui parlammo? È sufficiente una esile passerella per varcare quello che vi divide dalla realtà che mi circonda.
Il bagaglio conoscitivo di una creatura umana può facilmente diventare tale e cioè un fardello se la creatura non è pronta a riconoscere come esso sia semplicemente un insieme di tentativi compiuti per trovare il varco.
Non è la somma più o meno numerosa di tali tentativi che può da sola garantire il raggiungimento di ciò che si cerca, ma piuttosto l'approfondimento di quello tra i tanti che interiormente si avverte essere più congeniale. Vi sono creature che dovendo umanamente affrontare un viaggio si caricano di oggetti disparati tanto a volte da non riuscire poi a godere del viaggio o addirittura a rinunciare alla partenza perchè non si ritengono sufficientemente equipaggiati.
Vi sono creature che affrontano viaggi lunghissimi senza neppure un sacco in spalla. Quello che desidero sottolineare e che è determinante e la predisposizione interiore nel compiere qualsiasi azione e che per quanto riguarda la conoscenza, essa può essere raggiunta dalla più semplice creature che utilizzi armoniosamente un esile filo di sapere.
Coltivate quindi questo atteggiamento interiore rammentando che esso deve significare un riavvicinamento alla propria fonte interiore e non un allontanamento dalla realtà umana.
Ora basta salve.
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5 aprile 1979.
Salve.
Seguiamo il corso della corrente. L'evoluzione che abbiamo tentato di vedere mentalmente con i concetti fin qui espressi è il filo conduttore di tutti i nostri incontri e questo proprio perché ciascuna creatura che abbia sintonia con la propria luce ha compreso come essa sia l'unico punto di riferimento costante in una realtà di ciclo collettivo invece instabile.
Si sta avvicinando per voi uno di quei varchi periodici che consentono un assottigliamento del diaframma che vi divide dalla realtà che mi circonda. Sappiate prepararvi mediante un più o profondo contatto con l'acqua sin qui sgorgata.
Il periodo rituale prossimo segnerà anche il termine di questo ciclo di incontri. Se vorrete predisporre la vostra mente e la vostra coscienza a vivere intensamente le possibilità offerte potrete cogliere in tale circostanza il flusso di energia che individualmente e come cerchio potrà consentirvi di iniziare il nuovo ciclo su un livello più avanzato.
Già parlammo in precedenza di come si verifichino tali momenti particolari nelle condizioni consuete di comunicazione tra dimensioni diverse che pure formano oggetto di una medesima realtà. È sufficiente per il beneficio che potete trarne che voi paragoniate tale possibilità, riferendola alla sfera spirituale, a quella rappresentata dalla possibilità periodica di assistere a particolari fenomeni fisici quali eclissi o altro.
Importante sapere avvertire il momento di intensa vibrazione che nulla o quasi ha a che vedere con vuote rappresentazioni. E come se attendeste la nascita di una creatura e la felice sintonia dell'incontro dipendesse dalla predisposizione interiore da voi assunta e vissuta. Molte sono le circostanze di questo tipo che si offrono spesso inavvertite a voi.
Ma quelle che rivestono potenzialmente carattere collettivo sono quelle che offrono spiragli maggiori anche a luci ancora non molto forti individualmente. Coltivate quindi la sintonia tra voi e le creature a voi vicine spiritualmente, indipendentemente in un certo senso dalla maggiore o minore sintonia di esperienze umane quotidiane.
Domanda: le preghiere sono effettivamente utili?
Tutto quello che è rito è valido in quanto veicolo. La questione è: cosa trasporta il veicolo? Se i riti vengono celebrati con parole individualmente pronunciate senza che questo corrisponde ad un'effettiva predisposizione interiore, il veicolo giungere vuoto, o più esattamente non parte mai, poiché la guida è rappresentata proprio dal contenuto. È per tale motivo che non ha particolare importanza il mezzo scelto per mantenere il contatto spirituale con luci a voi circostanti.
Deve semplicemente essere quello più idoneo perché la creatura possa con tutta serenità e concentrazione far affluire le proprie forze di pensiero. Se la domanda invece riguarda la validità dello stabilire una tale comunicazione indipendentemente dal mezzo, la risposta è sì. E riguarda sia la forza pensiero che voi potete trasmettere che quella che potete ricevere.
Anche in tale riferimento è valido quanto abbiamo accennato precedentemente circa il varco della festività che si approssima: infatti anche uno scambio di forza con queste luci e quello di cui potete avvalervi.
Questo ciclo di incontri si chiude, possiamo ora separarci.
Salve.