Comunicazione Marsupiale: informazioni e figure della comunicazione in architettura

Thomas Kuhn è un epistemologo, studioso delle strutture cognitive della scienza, scrive "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" dove spiega in cosa consiste un cambio di paradigma, questo avviene dopo un processo più o meno lungo con una rivoluzione scientifica.

Anche nella tecnologia c'è stato un salto di paradigma che ha portato semplici lavori manuali ad essere affidati a delle macchine, ovviamente ciò non porta ad un nuovo modo di fare architettura, ma semplicemente ad un nuovo approccio.

Importante è ricordare che anche l'architettura informa e, quindi, partecipa attivamente al discorso comunicando (esisto in quanto informo).

Inoltre la comunicazione si dice essere marsupiale, proprio perché, come un marsupio, vi è un dentro ed un fuori che porta a dover analizzare più profondamente la cosa.


Durante l'epoca industriale questo discorso viene a mancare a favore di una produzione standardizzata, ad una migliore funzionalità e poca retorica, concetto che si riflette passivamente anche sull'Architettura Moderna. 

Si pensa a vendere un prodotto e questo va fatto nella maniera più oggettiva possibile, anche se, pensando alle pubblicità, non sempre il punto di vista era neutrale.

In questa pubblicità, ad esempio, l'uso della retorica è tra il velato e l'esplicito. 

Inizialmente non evidente, possiamo notare la donna stesa a terra con una mela tra le mani, un chiaro richiamo alla letteratura fiabesca che ci porta al collegamento tra la mela e la morte. 

In questo scenario al centro dell'inquadratura vi è una borsa, il soggetto principale che si cerca di pubblicizzare.

Non è immediato e chiaro il messaggio e ciò porta il compratore a dover decriptare ciò che sta vedendo arrivando a conclusioni personali.

Anche in architettura ad un certo punto abbiamo il cosiddetto salto di paradigma.

Quando venne proposto il progetto di Jørn Utzon per l'Opera House di Sidney, poi approvato e realizzato, vi era molto malcontento tra i grandi dell'architettura. Non venne minimamente apprezzato proprio per la poca funzionalità delle sue forme articolate, non vi è logica funzionale, vi è solo una rottura dei tabù e una liberazione della forma.

Un altro esempio è il progetto per il Museo Ebraico di Daniel Libenskind a Berlino (1999) che è esemplare per questo passaggio tra l'architettura moderna e quella contemporanea.

L'ampliamento del museo da lui realizzato ha un forte richiamo evocativo che porta alla mente ricordi atroci della seconda guerra mondiale, tutto ciò reso possibile dal tipo di comunicazione con cui l'architetto adopera.

In questo scenario famoso è il Museo Guggenheim di Bilbao realizzato da Ghery, in cui vi è un divincolamento da quell'architettura oggettiva e un completo abbandono alla forma libera. Di quest'opera è rilevante riconoscere un'importanza di tipo collettivo in quanto è diventato il simbolo della collettività.

Nella storia dell'architettura c'è sempre stata una ricerca formale che ha portato la fabbrica ad essere associata a dei simboli. Questa lettura può avvenire sia rispetto all'aspetto formale dell'edificio, sia rispetto al contenuto dell'opera stessa.


Un tipo di rapporto tra forma e simbolo è probabilmente la tipologia come simbolo della società:


Forse sono questi i luoghi da risaltare e da attivare all'interno della città per ricreare il senso di collettività

Non a caso si chiamano opere pubbliche.