Metagraph

LA CRISI

Possiamo affermare che nella città di Roma, come in moltissime altre città d'Italia, uno dei grandi problemi con cui la società si scontra sono i graffiti e i loro autori, i cosiddetti writers.

Ci si ritrova molto spesso a vedere muri, vagoni delle metro, pareti di palazzi storici e anche monumenti, imbrattati da queste scritte apparentemente senza senso, che deturpano e rovinano il mondo che ci circonda e danno un senso generale di degrado.

Questo fenomeno è più accentuato nelle periferie della città, dove la necessità di sfogare un malcontento generale si fa più vivida e forte, qui gli edifici presi di mira sono i luoghi pubblici, come le stazioni metro, i municipi o le scuole.

Ma da dove viene la parola graffiti?

La Treccani la pone come derivato del verbo “graffiare”

Storicamente è associata alle incisioni come quelle conservate sui muri di Pompei. Dunque, prima che comparissero le famose scritte anni ’80 sulla metropolitana di New York, i graffiti erano già apparsi in altre forme in Italia, molti secoli prima.

Al giorno d’oggi, la parola graffiti richiama le opere a bomboletta spray, figlie del movimento americano, anche se ormai a New York di scritte, sulla metropolitana, non ne è rimasta traccia.

Sono sempre stati demonizzati?

In realtà no, fino agli anni ’90 i graffiti venivano visti come una cosa leggera, che non destava preoccupazione e che non creava grande malcontento, questo finché la situazione non è sfuggita di mano, la vernice iniziava ad accumularsi e la leggerezza della rabbia giovanile espressa con questo simbolo di ribellione iniziava ad essere vista come un atto di illegalità fine a sé stessa.

Venne lanciata una campagna di sensibilizzazione, che dipingeva i graffitari come criminali aggressivi.

“Chi imbratta Roma ha Roma contro”

Questo si leggeva sui manifesti che tappezzavano la città, accanto all’immagine di un busto romano imbrattato. L’obiettivo? Concentrare l’opinione pubblica interamente contro i writers. Una tattica che riuscì non bene, benissimo.

Arrivando ai giorni nostri il graffito, inteso come opera avente una grande componente di dissenso, è una vera e propria attività illegale di vandalismo, che viene punita con multe e nei casi più gravi anche con la reclusione.

COS’È METAGRAPH?

Metagraph è la risposta del metaverso a questa crisi.

Volendo togliere i graffiti dalle strade abbiamo immaginato questo luogo di sperimentazione, in cui gli writers si sentono all’interno di una società libera e democratica, in cui esprimere le proprie emozioni mediante una forma di comunicazione nuova e priva di regole.

Dove le tele rimangono gli edifici presi di mira nella realtà, ma spostati e messi a disposizione nel metaverso.

IL LUOGO

Per il nostro progetto abbiamo individuato un capannone industriale attualmente sfitto, che si trova in una zona caratterizzata da una forte componente artistica, ospitando anche lo Studio Nemesi, il Lanificio e anche la galleria d’arte Atelier Montez.

Ci troviamo nel tratto di Aniene Flows 9 che segue l’andamento del fiume in corrispondenza di Via di Pietralata e Via del Casale Rocchi.

COSA FA METAGRAPH?

Metagraph è un luogo dove qualunque persona, dal writer al comune cittadino, potrà recarsi, e prenotando la sua postazione, lavorare al suo “graffito”. Si parla di graffiti digitali, creati sempre su edifici, ma anche questi trasposti al mondo del metaverso.

Avremo quindi una selezione di edifici, costruiti e caricati nel metaverso, tra cui il fruitore potrà scegliere, saranno edifici aventi una forte componente di interesse per gli writers nella realtà, e soprattutto inerenti al luogo in cui si trova il centro. Parlando della nostra zona di interesse, potremo trovare magari la Caserma Gandin, il Ponte Nomentano, le chiese e le scuole della zona, come tutti gli edifici a valenza pubblica.

Una volta scelto l’edificio si entrerà nella propria postazione e tramite l’uso di strumenti come Oculus e/o tute tattili si potrà iniziare a creare la propria opera. Una volta terminata l’esperienza, il muro dell’edificio scelto verrà “ripulito” e il graffito realizzato verrà tramutato in un NFT.

Gli NFT ricavati verranno poi messi in esposizione sia sul sito che, fisicamente, su schermi collocati nelle aree di esposizione all’interno del centro, saranno quindi messi in vendita. Parte del ricavato sarà composto da royalties di proprietà del writer.

COME FUNZIONA IL MONDO DEGLI NFT?

Il mondo degli NFT (Non-Fungible Token) è una tecnologia innovativa che permette di acquistare certificati “di proprietà” su opere digitali o reali. La tecnologia NFT è una delle grandi opportunità fornite dalla blockchain, che in questo caso gioca un ruolo fondamentale sia per l’acquisto sia per la riconoscibilità dell’originalità dell’opera d’arte digitale.

Ci viene spontaneo allora chiederci cos’è una blockchain.

Letteralmente significa “catena di blocchi”,  questa sfrutta le caratteristiche di una rete informatica composta da nodi e permette di aggiornare e gestire un registro contenente dati e informazioni in modo univoco, sicuro, aperto a tutti senza che vi sia la presenza o necessità di un’entità centrale di controllo.

È infatti un sistema decentralizzato di annotazione di singoli dati, che possono riguardare non solo transazioni, ma anche moduli e processi. Questi una volta inseriti risultano immodificabili, fornendo anche la datazione e la geolocalizzazione certe dell’immissione.

COME FUNZIONA LA COMPRAVENDITA DI TERRENI VIRTUALI NEL METAVERSO?

Il Metaverso è sostanzialmente un mondo virtuale in cui gli utenti interagiscono tramite i propri avatar, ne esistono diversi, tra questi i più utilizzati sono: Decentraland, Sandbox, Somnium e Cryptovoxel.

Nei metaversi è possibile acquistare terreni per costruirvi sia abitazioni private, da tenere per sé o da affittare, sia edifici pensati per le attività commerciali più diverse, dai negozi ai musei, proprio come nel mondo reale.

Il mercato immobiliare dei metaversi è basato sui terreni virtuali che vengono messi a disposizione degli utenti, l’unità di misura fondamentale sono i parcels, si tratta di lotti o appezzamenti di terra che vengono venduti o singolarmente o in modo combinato nel caso siano previste costruzioni più grandi.

All’inizio del 2022 sulle quattro piattaforme principali erano disponibili in totale 268.645 lotti, su Sandbox, che contava circa 166.000 lotti, ognuno aveva una dimensione di 96 metri per 96 e il loro valore era di 12.700 dollari. Ovviamente il mercato immobiliare del metaverso funziona come quello nel mondo reale, quindi il valore del lotto cambia anche in base alla sua posizione e alla sua vicinanza a zone di prestigio.

POSSO COSTRUIRE UN EDIFICIO, PRESENTE NELLA REALTÀ, NEL METAVERSO?

Una volta comprato il lotto, o i lotti, necessari alla costruzione del mio edificio posso teoricamente costruirci sopra quello che voglio. Nel momento in cui, però, la costruzione riproduce fedelmente un edificio presente nella realtà, che sia un monumento o qualsiasi altra costruzione, mi trovo a dover svolgere un iter burocratico per portare a termine l’operazione. Infatti per costruire un “copia” virtuale, devo stipulare un accordo con la proprietà reale dell’edificio. Nel caso di monumenti mi dovrò rivolgere alla Sovrintendenza ai Beni Culturali, nel caso dei edifici pubblici ai Municipi e nel caso di edifici privati ai diretti proprietari.