Andare, per tornare

Intervista da Tra I Leoni, rivista degli studenti dell'Università Bocconi (ottobre 2011)


❯❯❯ Iniziamo dalla sua esperienza accademica e lavorativa all’estero. Com’è stato affrontare il sogno americano?

Il PhD alla Northwestern University prima, e il lavoro presso la Boston University dopo, mi hanno dato tanto sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle relazioni umane. Ho avuto l’occasione di lavorare a contatto con studenti e docenti provenienti da tutto il mondo e, ci tengo a sottolinearlo, all’interno dell’ambiente accademico americano non mi sono mai sentita una straniera, ma, al contrario, parte di una comunità scientifica aperta e ospitale verso i talenti che arrivano da tutte le parti del mondo. Non da ultimo, gli Stati Uniti mi hanno insegnato una rigorosa etica del lavoro.

❯❯❯ Veniamo al vivo dell’intervista: perché ha deciso di tornare qui in Italia?

E’ stata una combinazione di fattori personali e non. Ho deciso di investire sull’Italia, in quanto l’Italia ha investito molto su di me, sia in termini di ottima istruzione (dalle elementari all’università) che ho ricevuto sia di borse di studio che mi hanno permesso di proseguire gli studi all’estero. Mi è sembrato giusto restituire in parte quello che ho ricevuto. Infine, la Bocconi mi ha permesso di ritrovare un eccellente ambiente di lavoro, simile a quello americano, ma a un’ora da casa dalla mia famiglia.

❯❯❯ In una puntata di “Vieni via con me”, Renzo Piano ha detto: “Andare, per tornare”. Lei come si schiera? E’ un prin- cipio che fa suo?

È un principio in cui credo profondamente. L’Italia possiede un enorme patrimonio di talento. Sono convinta, e qui la Storia insegna, che chi va all’estero, acquisisca conoscenze e abilità e possa poi tornare in Italia e importare questi assets nella vita di tutti i giorni. La mia speranza è che se tengo delle belle lezioni ed entusiasmo gli studenti ispirandoli, si generi una catena virtuosa in cui trasmettersi valori positivi a vicenda.

❯❯❯ Chiudo l’intervista riallacciandomi al tema generale da cui è partito “Tra i leoni”: fuga di cervelli. Cosa ne pensa? Fattore totalmente negativo?

Ci tengo a dirlo. Non tutti devono rientrare in Italia. In un mondo che funziona bene, dobbiamo avere tanti bravi italiani che lavorino all’estero, che ci rendano orgogliosi e ci facciano conoscere per le numerose cose positive che abbiamo. Al con- tempo, è ovviamente fondamentale che siano tanti gli italiani bravi che decidano di lavorare in Italia.

❯❯❯ E quindi, pronti per decider di andare, per poi tornare.