Storie

Il moscerino curioso


Racconto tratto dalla raccolta di storie


STORIE DI ANIMALI di

Cristina Coletta

Tanto tempo fa, in una vasta palude, ai margini di una grandissima foresta, successe un fatto veramente strano: un piccolo moscerino di nome Zip, volle uscire dalla fitta e rigogliosa vegetazione, per vedere la grande e temuta rana che terrorizzava tutti gli insetti della zona.

A nulla valsero le ripetute raccomandazioni della madre che lo aveva avvertito della pericolosità della sua gita solitaria: se avesse incontrato l’avido ed affamato animale, sicuramente sarebbe stato inghiottito in un sol boccone.

Ma il moscerino desiderava tanto vedere la grossa rana perché era estremamente curioso di conoscere la sua faccia, che da molti era stata definita orribile e spaventosa, così, mentre la mamma parlava con la vecchia zanzara, del piano superiore, ne approfittò per uscire in silenzio.

Zip, aprendosi un varco tra le foglie, cominciò ad inoltrarsi nella palude, volando sulla superficie dell’acqua. Ogni tanto si voltava per controllare che non vi fossero predatori in agguato, quindi riprendeva a volare più velocemente, pensando che tutto fosse tranquillo e che non sarebbe potuto accadere nulla di strano ad un viaggiatore così abile ed accorto come lui.

Tuttavia, proprio mentre stava per uscire dal folto gruppo di piante acquatiche, punteggiate di candide ninfee, udì alle sue spalle degli strani rumori. Il moscerino si fermò, si fece coraggio e tornò indietro, si avvicinò sempre di più al ciuffo di piante . Osservava incuriosito e allo stesso tempo impaurito, le larghe foglie turgide e verdi, quando all’improvviso, si trovò di fronte la faccia enorme di una rana gigante che lo stava scrutando con sospetto, mentre gonfiava le grandi sacche laterali. Zip immediatamente dovette convenire che l’appellativo che i suoi amici avevano dato all’animale, non era per niente esagerato, poiché la rana sembrava una gigantesca montagna verde bitorzoluta. Ai lati della tozza testa, sporgevano due grossi occhi neri che lo fissavano con uno sguardo veramente minaccioso.

Il piccolo insetto, mentre rimpiangeva amaramente di non essere rimasto a casa, magari a giocare con gli amici, capì subito che il mostro, doveva avere una gran fame, da come spalancava l’enorme bocca. Così, raccolse tutte le sue forze per spiccare il volo, sperando di sfuggire al terribile predatore, ma, proprio quando sperava di essersi salvato, si sentì avvolgere da una sostanza densa ed appiccicosa. Era stato afferrato dalla lunga lingua viscida e ruvida della rana. Velocemente si trovò nello stomaco dell’animale .

Nell’oscurità non riusciva a distinguere niente, dopo un po’, percepì dei suoni che assomigliavano a flebili vocine; finalmente riuscì a scorgere, in un angolino della grande sacca, sottile ed elastica, un gruppo di moscerini della sua stessa specie, i quali, fortunatamente, erano riusciti a sopravvivere ai potenti e distruttivi succhi gastrici della rana. Dopo essersi conosciuti, gli insetti, confabularono tra di loro sottovoce, infine decisero di fuggire.

Si misero in fila, si arrampicarono lungo l’esofago e cominciarono a ballare freneticamente, attorno all’ugola della rana, la quale, pur sforzandosi terribilmente, non potè trattenersi dal ridere a crepapelle. I moscerini, così, uscirono dallo stomaco della rana sani e salvi.

Il moscerino curioso tornò a casa dalla madre, verso sera. Dopo aver ascoltato i rimproveri dei genitori, preoccupatissimi, fece un bel bagno per togliersi dalle ali la sostanza appiccicosa che gli si era attaccata sul corpo; fece un bel sorriso ai genitori per scusarsi e promise, da quel giorno, di ascoltare i consigli degli adulti prima di avventurarsi in situazioni pericolose.

TRASCINA LE PAROLE

LA STRANA AVVENTURA DI NICY

Una mattina la bella gatta selvatica Nicy, dal folto pelo grigio striato di nero, si svegliò di buon’ora, per fare, come ogni giorno la solita passeggiata per la campagna, ma appena mise il musetto roseo, fuori dall’apertura della sua tana, rimase per qualche attimo immobile ed incantata ad osservare il paesaggio che la circondava. Il cielo era carico di grosse nubi bianche e grigie, faceva molto freddo e per terra, una spessa coltre di neve candida e soffice ricopriva il terreno circostante. La gatta, tuttavia, non sentiva freddo perché il suo folto e morbido pelo la riscaldava a sufficienza, perciò decise di mettersi in cammino ugualmente.

Procedeva lentamente per ammirare lo straordinario panorama innevato, quando ad un tratto, un rumore improvviso di passi, attirò la sua attenzione.

Poco dopo, un grosso cane di razza maremmana, dall’aspetto poco rassicurante, uscì fuori da un folto cespuglio di pungitopo, ai piedi di un gigantesco abete. La gatta, immediatamente, si dette alla fuga, cercando di nascondersi dietro un enorme masso ma il cane, grazie al suo potente fiuto la individuò, la raggiunse e le saltò addosso inferocito.

Intanto un topolino di nome Mike,

che aveva assistito all’intera scena, decise di aiutare la povera gatta: uscì dalla sua piccola dimora, spiccò un grosso salto che lo fece atterrare sulla parte inferiore della groppa del cane, infine con i suoi piccoli denti taglienti ed aguzzi, cercò di mordergli più volte la coda ma, invano, poiché l’animale, inferocito, lo morsicò , facendolo cadere a terra stordito.

Due topolini, amici di Mike, avendo osservato l’accaduto, nascosti dietro al tronco del vecchio abete, si fecero coraggio, saltarono sulle orecchie della bestia e cominciarono a mordicchiarle per cercare di mettere in fuga il cane, il quale tuttavia, nonostante avvertisse un certo fastidio, non si decideva a lasciare in pace la povera gattina. Nicy cercava di difendersi con tutte le proprie forze, sferrando poderosi colpi, con i suoi artigli lunghi ed affilati, al muso del suo avversario, ma inutilmente.

Uscì, infine dalla sua tana il Grande capo dei Topolini, che riuscì a morsicare così forte il naso del cane il quale, cominciò a correre così velocemente da sparire in pochi secondi.

Fortunatamente Nicy non aveva riportato ferite gravi ma solo qualche graffietto e, nonostante si sentisse molto stanca aiutò i topolini a riportare Mike che era un po’ stordito, a riposare nella tana.

La gatta ringraziò il Capo dei Topolini . I due divennero buoni amici e da quel giorno Nicy non cacciò più i topolini, ma mangiò solo la carne in scatola che lasciavano i bambini, quando andavano a trovarla in campagna.

GUARDA LA PRESENTAZIONE DELLA STORIA

La strana avventura di Nicy

CORSA DI CAVALLI