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note critiche e pubblicazioni

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Carlos Franqui (1921-2010)

Visita allo studio di un giovane pittore (1989)*

di Carlos Franqui

LorenzoTaddei è un giovane di molte inquitudini, ossessionato dalla musica, quella che si esprime con passione. Ha studiato pittura all' Accademia di Firenze, fra le sue chimere la più importante è quella di dare rigore e contemporaneità alla "Accademia d'arte Dino Scalabrino" di Montecatini Terme (Museo d'Arte) della quale è segretario. Come pittore ha esposto in numerose esposizioni individuali e collettive. Un mondo grottesco appare nelle sue tele, visioni ossessive nelle quali appare come costante un enorme piede, con la sua potenza che minaccia, schiaccia e colpisce la superfice. C'è da chiersi da quale recondita zona della memoria incoscente viene questo gesto aggressivo, a volte sommerso in un bacino dove l'acqua non corre, acqua che non cade, sospeso nello spazio di una non pioggia, luogo della cerimonia frustrata, inquietante musa del luogo assente delle acque. Un atmosfera di Humor grottesco si estende e prende corpo davanti agli occhi dello spettatore, correndo sulla tela, come se il gigante dal piede enorme minacciasse, incubo, vuoto, la siccità, la acqua assente, il bacino che annuncia la sua non desiderata presenza. Colori violenti, gesti essenziali, furia del corpo o dell'oggetto disabitato e vuoto, assente la faccia, lo sguardo, soppressi dal pittore, piedi protagonisti, minaccianti e grotteschi, eseguendo una coreografia in cui la musica assente marca il passo e segnala il gesto. Non è l'impronta dell'orma, il corpo del piede, le dita del gigante che possono vedersi in certi quadri di Van Gogh, Picasso o Mirò, nei quali il piede, l'impronta o l'orma vuota, come in Tapies, del piede o della scarpa significano la presenza o assenza umana, il registro fisico o metafisico di colui che cammina; il piede gigante di Taddei colpisce onnipresente, come se fosse un giocatore di football o un ballerino moderno o anche una figura uscita dai personaggi di Omero o dalla antica mitologia, un piede deità, che reclama la sua presenza nella memoria e vive nella tela. Che dire a un giovane pittore in giorni difficili come questi? Che la pittura è si bella, ma anche pericolosa come l'amore, perseguirla ma con la piena coscienza di poterla anche non raggiungere; che in un mondo impazzito da una proliferazione di immagini, in un epoca di enorme confusione fra la libertà inevitabile e veritiera e la frode mascherata e travestita, con il prevalere non più di mecenati e principi o mercanti audaci che guardino più al quadro che alla firma, confrontatori di firme più che di opere che rendono ben difficile la vita al pittore che ha bisogno di molta passione, volontà e valore e anche di due colpi di dadi che cambiano il corso del suo destino. Penso che a un giovane pittore bisogna dire: dipingi, dipingi, guarda e guarda di nuovo ciò che dipingi; anche la pittura di oggi, ieri e sempre e se la mano, gli occhi e la testa saranno tuoi alleati e non tuoi nemici, un giorno sarai pittore.

*Inedito di Carlos Franqui scritto nel 1989 a Montecatini Terme

* Foto fonte: Wikipedia

Alcune immagini della mia mostra personale Barricate Misteriose nel 1991 alle Terme Tamerici di Montecatini

nelle foto gli amici: Carlos Franqui, Dott.Aldo Pazzaglia, Galeazzo Nardini

Catalogo della mostra personale di dipinti e sculture "intra et extra" svolta presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo nel dicembre 1992 curato da Tommaso Paloscia, composto da 50 pagine, edito da Edizioni Luchi Monsummano Terme, Pistoia

Impaginazione grafica: Stefano Romani


La mostra personale al Parlamento Europeo di Strasburgo nel dicembre 1992 su invito dei parlamentari toscani: Roberto Barzanti all'epoca Vice Presidente de Parlamento Europeo, Carlo Casini, Gerardo Gaibisso, Lelio Lagorio.

Alcune immagini dell'innagurazione della mia mostra personale al Parlamento Europeo di Strasburgo nel 1992 con i parlamentari: Egon Klepsch presidente di turno del parlamento in quegli anni, e l’onorevole Gerardo Gaibisso

Tommaso Paloscia (1918 - 2005)

Il recupero paradossale del mito*

di Tommaso Paloscia

Da un espressionismo formale di base alla penetrazione e all’approfondimento psicologico degli eventi, seguendo comunque la via delle deformazioni dall’immagine umana: quest’indirizzo, che non ripudia le origini, ma anzi ne sviluppa le impostazioni figurali con coraggiosi interventi, è il motivo dominate, e la guida, della pittura di Lorenzo Taddei. E’ una scelta sempre rinascente sulla via dell’evoluzione che con gradualità trasferisce nel mondo dell’immaginario i fatti poetici dell’artista, con tutto il peso delle drammatiche realtà della vita in cui sono incentrati: per un universo fantastico, cioè, che condisca di dubbi sapienti quelle realtà “vere” trasformandole in episodi appena verosimili. Così le figure umane, tante volte ridisegnate negli studi di taccuino, interessantissimi, e infine riproposte sulla tela con cromie ora molto accese ora pacate e trasparenti come affreschi rinascimentali, vanno acquistando proporzioni gigantesche. E l’elefantiasi degli arti inferiori (nei piedi in particolare) conferisce alle immagini il valore di simboli paradossali derivati dal mito; vale a dire, alla maniera degli eroi di quel processo per cui avvenimenti illogici e fantastici d’epoche remote si ritrovano collegati dal filo logico della narrativa popolare. Ad ogni modo quella di Taddei è una simbologia che si ripresenta per cicli conclusi intorno a temi determinanti nei quali certe influenze filosofiche e letterarie d’autori attentamente letti e culturalmente digeriti assumono spesso un ruolo primario. Così la compresenza del gioco illusivo interno-esterno diventa un gioco ripetitivo nel quale l’alternanza di quelle influenze si esercita senza esaurirsi nei fatti formali della rappresentazione ma, penetrando il racconto, ne informa in tal modo lo spirito con dialettici rimandi a situazioni metafisiche, più che surreali, questi riferimenti Taddei va accentuandoli nelle invenzioni recenti dove, per una sorta d’avvincente incantesimo, l’aria si fa attonita nelle campiture luminose; e i personaggi invadono remote aree di memoria, come ripescarvi un ruolo che li aveva esaltati chissà quando, per decantarlo tuttavia nel museo del quale essi, ex eroi, sono “ombre luminose” svuotate della carica che n’aveva alimentato il mito. Un modo di far pittura, dunque, quello di Taddei, fantasticamente interpretativo in un’episodica tramandata dalle leggende talvolta recuperate dai testi classici =antichi e moderni= in cui la pioggia pesante o anche la piscina rappresentano momenti investiti di quella simbologia della quale la stessa rappresentazione vive. E le vicende più recentemente rivissute sono lo sviluppo di un ennesimo ciclo tematico che a sua volta conclude quello ben più ampio dove si ritrovano gli esiti di un lungo travaglio protrattosi dagli anni Sessanta fino ad oggi; vale a dire, al momento in cui l’artista tira le somme delle proprie esperienze di poeta fantastico, irrazionale. In un certo senso, la mostra odierna ospitata in un prestigioso ambiente internazionale vuole essere la cartina di tornasole, la prova inrefutabile della giustezza delle scelte via via assommatesi lungo un itinerario breve ma stracarico d’esperienze, affrontato sin dal compimento degli studi nell’Accademia di belle arti di Firenze.

*Nota introduttiva di Tommaso Paloscia nel catalogo della mostra "intra et extra" Parlamento Europeo di Strasburgo 1992

Andrea

Andrea B. Del Guercio

Sito ufficiale

andreadelguercio.com/info/ 

Una nota critica di Andrea B. Del Guercio

tratta dalla dal catalogo della mostra collettiva:

Dell’arte e della vita generazioni a confronto 

Pistoia luglio 1984


Il giovanissimo Lorenzo Taddei, ancora studente dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, vive il rapporto con la storia visiva attraverso lo sconfinamento, memore della lezione dechiri-chiana, in una condizione originaria e di istintiva solarità mediterranea; scultoree figure umane, appesantite da una carica ironica relatrice di umori antichi, sessualità e virilità, ed emblematizzabile oggi nei

bronzi di Riace, moderni sex-simbol, campeggiano e predominano sulla superficie pittorica, avvolte da paesaggi marini e distese volte celesti, e tramonti nel clima di Eden sospeso in un non-tempo.

Un rapporto con la storia è pure quello che caratterizza la pittura di Lorenzo Taddei per il quale interviene la mediazione di una diffusa esperienza postmoderna che nella specificazione

trans-avanguardia ha firmato a livello di gusto diffuso e collettivo una svolta nell'espressione visiva contemporanea.



Il catalogo delle opere in permanenza nella collezione civica "Il Renatico" nel Museo d'arte contemporanea e del Novecento a Monsummano Terme (PT)

anno 2013

295 pagine

Editore Pacini Pisa

a cura di 

Paola Cassinelli

Marco Giori


in collezioni pubbliche permaneti

Museo d'arte Contemporanea e del '900 Monsummano Terme (PT)

Il mio volontariato su Wikipedia Italia

Illustrazione di CD musicali per la Deutsche Grammophon

 (Universal Music Group)*

Illustrazione di un mio dipinto per la Deutsche Grammophon

anno 1987

dipinto: Per Apollinaire "Merlino e la vecchia"


Illustrazione di un mio dipinto per la Deutsche Grammophon

anno 1993

dipinto: Il flauto caduto

*Per gentile concessione della Deutsche Grammophon (Universal music Group)

Illustrazione di una mia scultura per "Les Baricades Mistérieuses" libro del musicologo Francesco Stumpo

Edizioni Erom 2018 (Roma)

Pagina dedicata alla composizione musicale "Les Baricades Mistérieuses" di François Couperin interpretata attraverso le arti visive, sito del Prof. Simon Evnine dell'Università di Miami (Florida USA) con una mia scultura