Lo scultore abruzzese Giancarlo Sciannella appartiene a quel ristretto gruppo di artisti che hanno saputo riabilitare la ceramica a medium espressivo attuale, con esiti di drammatica intensità espressiva, unendo sapientemente, nel suo caso, la memoria del patrimonio storicoculturale e della tradizione artigiana legati al genius loci (Castelli vanta circa cinque secoli di produzione ceramica) con la ferma volontà di “liberare” la materia da rigidi formalismi e attraverso il lavoro, se stesso.
La mostra espone una piccola selezione della produzione dello scultore che riguarda le carte (realizzate con tecnica mista) abbracciando un arco cronologico trentennale, dal 1986 al 2016, anno della scomparsa dell’artista, delineando un percorso artistico che è un atto di resistenza nei confronti della morte, di colui che sente l’urgenza individuale di mettere al mondo il mondo, attraverso un processo poietico che diventa viaggio interiore tra archetipo e mito.
In queste carte è evidente il conflitto agonico con cui Sciannella si confronta, da artista scultore, già a partire dalle sue prime prove come pittore negli anni Sessanta: quello aspro, irriducibile, permanente, lacerante, tra la forza della pulsione creatrice e la plasticità simbolicoimmaginaria della forma; forma da creare, da plasmare, nel suo caso, demiurgicamente, da contenere e da controllare (nel processo di cottura della terra) ricercando sempre un equilibrio compositivo, dopo lo studio sapiente delle varie materie utilizzate. A tal proposito sarà fondamentale per lui la lezione di Burri, finanche del Burri incisore, per alcuni suoi traguardi (penso alla serie delle Combustioni del 1965, dei Cretti del 1971 e delle serigrafie con foglia d’oro della serie Oro e Nero del 1993).
Il nero del bitume steso a strati sovrapposti, l’opalescenza della cera, la ruvidezza delle sabbie, il cangiantismo di alcuni rossi (come nella carta del 1986 di straordinario respiro lirico ed evocativo), spesso si fondono nella superficie della carta macerata creando un magma iletico sapientemente contenuto dall’artista attraverso il momento “freddo” della riflessione sull’equilibrio compositivo da raggiungere.
Giancarlo Sciannella
"Le Carte"
dall' 8 al 16 novembre 2025
Nelle carte di Sciannella dell’ultimo decennio iniziano a comparire delle fessure, delle porte, dei passaggi, contrappunti di luce alla nigredo informe della materia che l’artista vuole oltrepassare, vincendo il vuoto che ha sfidato e confrontandosi con l’impossibile da rappresentare. Ad accompagnarlo delle presenze, delle ombre, appartenenti a una realtà “altra”, presagio del suo precoce incontro con l’Assoluto (Presenze e Presenze riflesse, entrambe del 2016).
Il tema invece del ritratto e dell’autoritratto è presente nelle carte a partire dal 2008 (in mostra la serie delle Teste e i bozzetti ceramici del 2013), dove un grumo di bitume nero evidenzia, nel segno che ne definisce la forma, il fare plastico dello scultore). Il dialogo intrapreso da Sciannella con la materia primaria e arcaica ora si fa interrogativo, intimo, personale; un corpo a corpo che in questo caso diventa un vis à vis; l’artista cerca di intrattenere un rapporto con l’assoluto, con ciò che sfugge a ogni principio di relazione; un’invocazione senza destinatario, di colui che sta per imbarcarsi su un veliero (carta del 2010 in galleria) per un viaggio al termine della notte.
L’opera rivendica ora la sua componente drammatica, tragica ed epica che è propria solamente della grande Arte.
Simone Battiato Ottobre 2025