"Non si può ottenere nulla di veramente prezioso se non con
la cooperazione disinteressata di molti individui"
Albert Einstein
Gli Ambiti Territoriali (AT) di Varese e Como, osservando in visione diacronica i dati raccolti in merito agli alunni con DSA e altri Bisogni Educativi Speciali, hanno individuato da una parte la complessità del fenomeno, dall’altra l’aumento esponenziale dello stesso durante gli anni, soprattutto con un incremento abnorme nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado. Ciò ha indotto a cercare una possibile risposta al problema ed in collaborazione con le neuropsichiatrie infantili del territorio, si è focalizzata l’attenzione sulla necessità di attivare azioni di prevenzione, secondo i dettami della stessa Legge 170/2010, con specifico riferimento ad attività di individuazione precoce e potenziamento.
La scuola recupera la propria visione pedagogica, metodologica e didattica, di fronte alle difficoltà e criticità di apprendimento ed interviene attraverso un percorso di potenziamento che offre un supporto articolato, tempi di recupero e presa in carico di fragilità che, in buona parte, vengono superate. Solo la permanenza di criticità che segnala un serio rischio viene sottoposta allo sguardo clinico presso le neuropsichiatrie infantili.
In ogni scuola è stato formato almeno un docente come Case manager, figura di coordinamento del progetto nelle scuole e di interlocuzione e mediazione con famiglie e NPI. La formazione di circa 30 ore è stata registrata ed è a disposizione delle scuole che aderiscono per la prima volta al progetto; inoltre ogni territorio ha come figure di correlazione e coordinamento dei supervisori territoriali che coincidono con i referenti dei CTI (Centri territoriali per l’inclusione).
Il progetto è coordinato da un tavolo di lavoro tecnico scientifico intersettoriale promosso dagli stessi AT e coordinato dal prof. Cristiano Termine, con il compito di supportare, raccordare ed estendere le pratiche in essere, predisporre e sperimentare procedure e strumenti per l’individuazione precoce e il trattamento scolastico di disturbi specifici dell'apprendimento e/o del neurosviluppo e definire e redigere un protocollo di collaborazione sulla materia.
Negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019, negli AT di Varese e Como è stata condotta una sperimentazione che ha coinvolto – nel primo anno - 23 scuole, 31 sezioni/classi, 676 alunni (ultimo anno scuole dell’infanzia e primo anno scuola primaria) e 74 docenti, mentre nel secondo anno 32 scuole, 50 sezioni/classi, 1005 alunni (ultimo anno scuole dell’infanzia e primo e secondo anno scuola primaria) e 128 docenti.
I risultati ottenuti nei primi anni di sperimentazione, hanno indotto il tavolo tecnico scientifico ad estendere il progetto a tutte le scuole del territorio e l’adesione è stata di circa il 73% delle scuole. Infatti, nell’anno scolastico 2019/2020 hanno aderito al progetto 208 scuole, 1012 sezioni/classi e sono stati osservati 16.465 alunni nella prima fase del lavoro. La pandemia ha bloccato nelle fasi iniziali il progetto.
Dopo la pandemia il progetto si è attivato con un crescendo di partecipazione, sia nelle province di Varese e Como, sia a livello regionale, come illustrato nel grafico. Ad oggi le scuole coinvolte sul territorio regionale sono più di 159 con un totale di circa 18000 alunni coinvolti.
Il progetto propone un modello di presa in carico innovativo in quanto mette in rete attori appartenenti al mondo scolastico ed a quello sanitario che, per i ruoli specifici che rivestono, hanno sempre agito in maniera indipendente tra di loro, svolgendo le attività volte a dare risposte specifiche ai bisogni di educazione o di salute.
Il nuovo approccio organizzativo ha come obiettivo quello di stabilire dei rapporti stabili tra i vari soggetti chiamati ad intervenire nel percorso di “cura” dei casi in cui viene intercettato un deficit nell’apprendimento, attribuendo all’istituzione scolastica, ovvero a quella in cui il bambino trascorre una parte significativa della giornata, la funzione “osservazionale” attraverso la quale si possono evidenziare le tipologie di deficit, e coinvolgendo la parte sanitaria solo qualora i deficit osservati siano compatibili con disturbi del neurosviluppo.
Per favorire quest’integrazione nel corso dell’anno scolastico 2020-21 è stato redatto un protocollo tra gli Uffici scolastici territoriali e le UONPIA delle ASST che gravitano sul territorio dell’ATS Insubria nel quale sono stati definiti gli strumenti ed i percorsi da utilizzare per segnalare i casi che meritano un approfondimento clinico attraverso le UONPIA delle strutture sanitarie.
Inoltre, negli ultimi mesi è stato avviato il coinvolgimento di tutti gli Uffici di Piano delle due province ai quali l’ATS ha proposto di aderire a questa progettualità in modo che i case manager presenti nelle scuole abbiano un interlocutore al quale segnalare i casi suscettibili di interventi sociali da parte dei Comuni.
Allargando la rete di presa in carico anche ai Comuni, i soggetti con deficit di apprendimento precocemente intercettati attraverso la scuola, possono trovare risposte non solo di tipo sanitario ma anche di tipo sociale, soprattutto se la causa può essere ricondotta a problematiche familiari.
Offrire ai docenti strumenti di osservazione e potenziamento di stampo prettamente pedagogico, strettamente correlati alle quotidiane attività didattiche, consentendo, in tal modo, un cambio di visione da parte dei docenti sulle fragilità che gli alunni presentano, e una modifica delle pratiche didattiche quotidiane;
Permettere alla scuola di riappropriarsi di una visione che fugga dall’immediata clinicizzazione di ogni difficoltà e/o criticità, dedicando tempo e risorse metodologiche al recupero delle stesse difficoltà ed introducendo nella fase di progettazione e programmazione una reale competenza osservativa, capace di individuare i profili di funzionamento di ogni studente su cui operare;
Introdurre nelle scuole la figura del Case manager, quale operatore in grado di sostenere i percorsi di osservazione, progettazione e potenziamento ed in grado di coordinare la raccolta di dati ed informazioni necessarie e documentate da specifiche attività, da presentare alle famiglie e comunicare alle neuropsichiatrie perché possano, a loro insindacabile giudizio, prendersene a carico dal punto di vista clinico per un eventuale percorso diagnostico;
Definire una convenzione/protocollo di intesa con ATS e/o le neuropsichiatrie pubbliche di ASST e/o convenzionate, per contenere il flusso di eventuali falsi negativi e comunque avere un canale comunicativo con la scuola, gestito dal Case manager, per sorvegliare le situazioni critiche, monitorando insieme i risultati delle attività di potenziamento;
Gestire, attraverso una controllata presa in carico, le situazioni di ansia delle famiglie cui viene comunicata la criticità manifestata dal proprio figlio, in attesa di un eventuale percorso diagnostico che, non ritenuto urgente, viene costantemente seguito e tutelato;
Avviare, in collaborazione col Politecnico di Milano, una raccolta dati ingente che, dalle osservazioni fatte dalle scuole, incrociate con i dati delle neuropsichiatrie, possa offrire una visione ed analisi nuova del fenomeno con affondi specifici anche in campo epidemiologico.
Un’immagine può esplicare sinteticamente il funzionamento degli strumenti elaborati
La rilevazione delle sospette difficoltà di apprendimento nell’ambito dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia e nel primo e secondo anno della scuola primaria avviene con l’utilizzo dei modelli di osservazione e potenziamento messi a punto dal Tavolo tecnico-scientifico.
Gli strumenti messi a punto, vengono utilizzati secondo una specifica tempistica sia in fase di attivazione del processo di osservazione mirata, sia in fase di potenziamento e valutazione.
Gli strumenti operativi elaborati, sono volti sia all’osservazione di situazioni di difficoltà ed al loro recupero, attraverso attività di potenziamento, sia all’ individuazione di situazioni che potrebbero essere meritevoli di osservazione clinica da parte dei Servizi di neuropsichiatria. Tutti gli strumenti forniti alle scuole sono di tipo pedagogico - didattico e sono utilizzabili in autonomia dai docenti, senza necessità di supporto di esperti clinici. Sono inoltre studiati per integrarsi con la normale e quotidiana attività scolastica senza costituire attività aggiuntiva e per valorizzare la professionalità docente che, proprio nella conoscenza e nell’uso degli strumenti acquisisce formazione ed ulteriori competenze professionali.
A questo proposito è stato redatto un Vademecum che costituisce una raccolta ragionata di attività mirate e graduali, realizzato nella logica dello “strumento aperto”, che i docenti possono liberamente modificare ed integrare. ll vademecum per le attività di potenziamento, sia per la scuola dell’Infanzia che per la scuola primaria, è specificatamente correlato agli items utilizzati per l’osservazione analitica degli alunni ed alle criticità emerse in fase di osservazione.
I dati raccolti oltre a sostenere l’ipotesi di una consistente diminuzione delle criticità osservate nella prima fase e prese in carico con il potenziamento, permettono una lettura diatonica e diatopica degli stessi indicatori di osservazione e dell’eventuale resistenza alle attività di potenziamento, come rappresentato dalle immagini sotto riportate:
I risultati ottenuti, grazie soprattutto all’impegno degli insegnanti ed alla passione delle scuole, con particolare riferimento a tutte le azioni attivate per il potenziamento, evidenziano:
un cambio di visione da parte dei docenti sulle fragilità che gli alunni presentano, e una modifica delle pratiche didattiche quotidiane con specifico riferimento a metodologie di osservazione e ad interventi di potenziamento su aree di fragilità;
la diminuzione significativa delle situazioni di criticità (65-70% nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, 45% nel primo anno della scuola primaria e 50% nel secondo anno) con evitamento di molti falsi positivi ed individuazione anche di altri disturbi e/o situazioni di sospetta disabilità;
la reale possibilità da parte dei docenti di utilizzare tutti gli strumenti elaborati per l’osservazione, di stampo esclusivamente pedagogico – didattico, non soltanto per un’individuazione precoce, ma come supporto nell’osservazione di profili di funzionamento e costante presa in carico delle criticità e dei rischi individuati e di possibilità di fornire alle famiglie consigli ponderati ed oggettivi per l’invio ai servizi di neuropsichiatria per una consultazione;
costituzione di una reale alleanza educativa con le famiglie, le unità di Neuropsichiatria Infantile, la scuola ed i servizi sociali, anche attraverso la formalizzazione di un protocollo di collaborazione.