27 luglio 2021

Tempi difficilissimi

E c’è di più: il motivo per cui avere fiducia nella nostra ragione sarebbe insufficiente se essa, in uno dei punti più importanti del nostro desiderio di sapere, non solo ci abbandonasse, ma ci tenesse a bada con della illusioni, e alla fine ci ingannasse!

(I. Kant, seconda prefazione alla Critica della ragion pura)


Dire che stiamo attraversando un periodo difficile è quanto mai banale. A nostra discolpa c'è da dire che un pensiero così è stato prerogativa di praticamente chiunque abbia parlato del suo secolo, a parte qualche sparuto esaltato.

Tornando a noi, come è noto, stiamo attraversando una pandemia ormai da un anno e mezzo, ma non solo per questo sono tempi difficili. Ciò che qui vorremmo trattare e che tanto ci preoccupa sono tutti i movimenti di complottisti, negazionisti, bufalari che sono usciti alla ribalta con l’arrivo del Covid.

Vogliamo essere chiari: non sono nati l’altro ieri i complottisti e questo lo si sa. Probabilmente il complotto va a braccetto con la mente razionale, come una sua (necessaria?) degenerazione. Si pensi al facciamo finta che che certuni utilizzano per tirare fuori dalla Bibbia gli alieni ed altre amenità fantastiche: è un incredibile sforzo razionale, ma è provare a volare senza ali, un sostanziale errore di metodo. Alla fin fine la scienza principia dalla stesso sentiero ma con esiti palesemente diversi grazie, appunto, alla sua metodologia.

Pasolini sosteneva che: “Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice.” Il complotto crea un mondo a suo modo semplice, dove tutto è intenzionale, il caso non esiste, c’è un colpevole (Bill Gates) e io ne sono vittima (quindi eroe).

Nell’epoca contemporanea il fenomeno è brutalmente alimentato grazie ai social media, strumenti che hanno tutti gli interessi di alimentare certe dinamiche (come la polarizzazione) da cui traggono incredibili benefici economici. Fungono anche da fonti di informazioni non convenzionali, quindi non al soldo di qualche miliardario o delle Big Farm, come se chi combatte il sistema non fosse interessato a mangiare, e quindi alla luce di chi se ne serve più veritiere. Grazie ai social si avvera la profezia di Goebbels (ministro della propaganda nazista) “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Una qualunque scempiaggine può diventare, se alimentata dal grido insistente e onnipervasivo del web, una verità, o comunque qualcosa a cui una grande quantità di persone crede. Come è stato per i teorici cospirazionisti di Qanon, grazie al quale milioni di individui credono in un gigantesco complotto di pedofili satanisti (ed è solo l’inizio…).

La cosa tragica è che queste assurdità nate nel digitale hanno risultati terribilmente reali, come ci dimostra l’assalto a Capitol Hill parlando di Qanon. Così anche tutti i movimenti negazionisti o simili che qui per semplicità mettiamo vicini (no mask, no vax, e i novelli no pass), hanno effetti sulla realtà molto importanti. Al di là del rischio per la salute di tutti, problema assolutamente serio, il risultato comune che questi movimenti portano è la pressoché totale sfiducia versa il “discorso ufficiale” in particolare quello scientifico.

Ed è questo in verità il discorso che più mi interessa: abbiamo bisogno di fiducia (non fede, si noti) nella scienza. Il futuro che ci aspetta è complicato, abbiamo creato un mondo che ha bisogno della scienza, perché la scienza ha creato immensi danni che solo lei può sanare (o almeno così si spera). Sento già le strilla di chi sostiene che la scienza non ha fatto nulla, che è solo uno strumento e la colpa è solo dell’uomo. Ovvio, quella che andiamo ad illustrare qui è una semplificazione che però restituisce con più chiarezza la situazione reale. La sfiducia nella scienza in questo periodo storico rischia di farci seri danni, e non esagero dicendo che tra questi c’è la nostra estinzione.

Abbiamo bisogno di unità, non ci si può abbandonare nelle scelte del primo politico che ci promette che risolverà tutti i problemi con le famose “risposte semplici a domande complesse”.

Esiste un complotto da scoprire e dominare, è il complotto della realtà, quell’immenso accadere che ogni giorno abbiamo davanti agli occhi, le cui leggi e segreti non riusciremo mai a contenere, ma per questo non ci si deve arrendere al primo che ci propugna soluzioni a buon mercato. “Il denaro non dà la felicità, figuriamoci la miseria” diceva Woody Allen, allo stesso modo il percorso della conoscenza non può finire ma è l’unico che ci assicura la via giusta, e quel percorso si chiama scienza.


Marco Gatti