12 marzo 2021

Sono vita e senza di me morrai

A ritmo perfetto. La pulsazione costante del meritevole viaggio celeste.

Ticchettio di un orologio naturale.

Ho preso posto nella tua mente ma mi lascerai andare perché, come tutte le cose regolari, prima o poi sparisco nell’ermetico sfondo dell’indifferenza. Sono odiata dalla costante ricerca di luce, come se io non la filtrassi al mio interno in un modo del tutto singolare. Distorsione della veduta che mi rende unica e ordinaria - tutte le volte. Ti piaccio solo se mi osservi attraverso un vetro, perché sono rischiosa e indomabile, eppure, se non per qualche raro giorno estivo, la mia prevedibilità sconvolge anche me. Sei patetico se pensi di sfuggirmi con quei grandi occhi all’insù a cercare la nuvola di fumo che mi preannuncia. Però mi odi. Non ti aspetti da me che un flebile sfogo nei giorni più calmi, dove con il tuo libro o le tue lacrime insensate mi pregherai di apparire per portarti conforto. Empatica come me non c’è nessuno. Posso aiutarti a creare l’atmosfera perfetta. In baci e pianti di solitudine colletiva da sempre ti accompagno, per un bagno caldo e privilegiato, in una casa che non varrebbe la pena di manutentare.

Ma io ti salvo.

Scroscio attraverso i bacini del mondo e arriverò nella tua casa, ancora insipida, ancora pura.

Ma sto morendo.

Sono vita e morrai senza di me. Detriti di frane troppo secche, troppo sole.

Siccità del mondo che calpesti. Siccità di bocche troppo arse. Siccità di foreste ormai cadute, della tua fame di calore e di conforto che bastava braccio umano.

Umano, che mi lasci appassire, che mi getti e lasci che i microbi del tuo materiale petrolifero mi infettino per sempre.

Umano che assaggi il pianto ma ti accorgi che è diverso da me, così salato, così amaro.

Non lasciarlo sfogare per la mia mancanza, risparmiami dalla tua indifferenza ora e potrai ancora assaporarmi e contemplarmi come amante ed amato.




Partì come apologia della pioggia, così detestata da capelli di paglia e dalle genti freddolose. Poi passò ad essere altro. Il valore dell’acqua dolce per la vita, come vita. A un giorno dalla giornata mondiale della terra, un piccolo assaggio emotivo di ciò che stiamo dando per scontato, l’acqua dolce, potabile, per noi fortunati, quella della casa che ci accoglie, quando un terzo del mondo non ne ha a sufficienza. Diventa una preghiera, la richiesta di attenzione, il richiamo dell’indifferenza così rumorosa, la richiesta di un cambiamento per la reciproca salvezza.


Letizia Chesini

Scopri tutte le pubblicazioni dell'autrice