22 maggio 2020

Semplicemente troppo bono


Leggevo della sua leggendaria carriera qualche tempo fa, e pensavo che per diventare una personalità di tale rilievo a livello mondiale bisogna non essere proprio del tutto normali. Era solo un'idea. Poi mille conferme.

Si dice che la famiglia lo chiamasse "l'Anticristo". La famiglia. "Cominciamo bene", mi sono detto. Segnato fin dall'inizio. Abituato a vivere in un ambiente ricco di dualità, di diversità. Madre protestante, padre cattolico, fatto non certo inusuale in Irlanda. Con una simile base familiare e un Anticristo a condire il tutto, il risultato non può essere che una cosa splendida.

Comprende presto, forse troppo presto, perché gli adulti dicano che la vita sia dura. La perdita in pochi giorni di nonno e madre è un colpo tremendo. Ma come aveva cantato qualche anno prima un altro illustrissimo, "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior". Sarà tutta benzina su un fuoco che già arde potente. Un fuoco che viene da dentro. Quello della musica, dell'arte, della ribellione, dell'impegno umanitario. Da questo montante al corpo tiratogli dalla vita nasceranno alcuni dei suoi testi più carichi di emozioni. I Will Follow e Tomorrow i più famosi.

Andare controcorrente è la sua missione. I Lipton Village sono il suo habitat naturale, le leggi e le regole i suoi antagonisti. Ogni membro del gruppo deve avere un soprannome, un titolo che lo presenti a dovere senza bisogno di dilungarsi in chiacchiere. L'idea viene da un negozio di apparecchi acustici a Dublino. Inizialmente non gli va troppo a genio essere chiamato così, ma quando scopre cosa significhi quell'espressione in latino se la cuce letteralmente addosso. Viene espulso dal primo anno alla St.Patrick School per aver scagliato escrementi di cane contro la sua professoressa di spagnolo. E menomale, dico io, perchè finisce alla Mount Temple, dove la musica è parte integrante dell'esperienza educativa. Affina la sua tecnica vocale e i suoi gusti musicali. E conosce Ali, la donna della sua vita, che male non fa.

Ma in particolare, ed è qui che viene il bello, è proprio sulla bacheca della Mount Temple che, un giorno, risponde, con Adam Clayton e Dave Evans, ad un annuncio di tale Larry Mullen Jr, in cerca di musicisti per una band. Da lì in poi è tutta Storia. Una storia meravigliosa. 14 Album in studio, quasi 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, l'inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2005, 22 Grammy Awards, 2 Golden Globe e 2 nomination agli Oscar. Record su record frantumati, tra cui il più alto numero di spettatori e di incassi per un singolo tour, con il loro U2 360o Tour del 2011.

Per non parlare dei progetti da solista, in ambito musicale, letterario e religioso. Collaborazioni con i più diversi esponenti del mondo musicale internazionale, da Zucchero Fornaciari a Luciano Pavarotti, a Bob Marley, Sting e Bob Geldof. Pubblicazioni su testate giornalistiche di tutto il mondo. La stesura dell'introduzione al "Libro dei Salmi" per una collana di tascabili del Cantonato di Edimburgo. Eletto personalità più influente dal punto di vista politico della storia dal "National Journal", nonché inserito nei cento esseri umani più influenti svariate volte e nominato "Persona dell'anno" del 2005 da quella rivistucola di poco conto a titolo "Time". Questi sono solo alcuni dei suoi sigilli nel panorama culturale degli ultimi anni. La lista è molto, molto più lunga, e in continuo aggiornamento.

In tutto questo però quello che davvero passa alla storia è il costante, incessante, spesso indebitamente nascosto impegno per la comunità chiamata Mondo. Per i più deboli, e i meno considerati, i perseguitati e i discriminati, con gli U2 come da solo. Basta vedere una sola delle innumerevoli apparizioni in televisione del gruppo, ospiti dei più famosi programmi di conversazione, per capire come non sia la musica che scrivono il punto su cui vogliono far concentrare l'attenzione di chi ascolta. E' sempre lo scopo umanitario la loro, e la sua, più importante preoccupazione. Prima, che passi il messaggio, poi la destinazione di buona parte degli incassi in quella direzione.

In prima linea per anni sulla sensibilizzazione sulla condizione economica del Terzo Mondo, sulla diffusione delle conoscenze scientifiche su AIDS e numerose altre malattie dalla contrazione prevenibile, sulla lotta alle carestie dei Paesi del Corno d'Africa. Sempre in contatto con le massime cariche politiche del Mondo, George W. Bush e Papa Giovanni Paolo II su tutti, con i quali lavorò al progetto Jubilee 2000 per la cancellazione del debito pubblico di 23 paesi in difficoltà finanziarie. Pioniere del confronto con le aziende private, e collezionista di sponsorizzazioni di aziende rinomate dai più diversi settori economici, per promuovere le sue attività benefiche e filantropiche. Attento osservatore della condizione femminile e dei bambini nelle più difficili realtà sociali. E infine, ma di certo non meno importante, voce e occhi d'Irlanda, della sua storia e dei suoi conflitti, dei suoi quadrifogli come delle sue domeniche sanguinose.

Il 10 maggio Paul David Hewson ha compiuto 60 anni. Un piccolissimo spazio gli andava tributato. Credo che sia una di quelle persone per cui tanto più si conosce ciò che ha fatto, tanto più si sa che molto ancora deve arrivare. Credo che sia una di quelle persone che passa la vita a raccontare, in musica e a voce. Parla a fan, uditori importanti, ma anche a gente che non può capirlo. Ogni tanto ci vuole anche qualcuno che parli di lui. Anche perchè, possiamo dircelo chiaro e tondo, avrà anche 60 anni, ma è ancora piuttosto Bono.


Tommaso Nista

tommaso.nista.ilcardellino@gmail.com