15 gennaio 2020

Mutazioni

Mutazioni

“E nulla perisce nell'immenso universo, credete a me, ma ogni cosa cambia e assume un aspetto nuovo. E nascere noi chiamiamo cominciare a essere una cosa che non si era, e morire cessare di essere la suddetta cosa. Anche se questo si trasferisce di là e quello di qua, il totale è sempre lo stesso. Sì, io credo che nulla conservi a nulla lo stesso aspetto.” dalle Metamorfosi di Ovidio


Cambiamenti, trasformazioni, come possiamo vedere ogni giorno, ne ritroviamo in ogni contesto della realtà, seppure a volte possano sembrarci poco evidenti. Prendiamo ad esempio il concetto del sé che abbiamo di noi, noteremo che spesso questo viene inteso come qualcosa di determinato, costruito nella giovinezza e mai più soggetto a mutamento, mentre, com’è facile accorgersi, è qualcosa che costruiamo ogni giorno e infatti quante volte si è convinti che non si farebbe mai qualcosa per poi smentirsi pochi anni se non pochi mesi più tardi? E da qui si può trovare spunto per un altro tipo di trasformazione che avviene a livello psicologico, alcuni studi infatti hanno provato che i ricordi, anche quelli che pensiamo più veri, o di cui ricordiamo più dettagli, sono in realtà modificati dal nostro cervello nel tempo, al punto da divenire falsi rispetto a quello che è realmente accaduto. I cambiamenti ovviamente possono prendere un’altra strada e diventare rinnovamento, alcuni permettono infatti la crescita, come ad esempio nel caso della muta dell’epidermide dei serpenti, o dell’esoscheletro degli insetti, alcuni il rinnovamento vero e proprio, come per il piumaggio degli uccelli, alcuni ancora avvengono per motivi difensivi, causando un cambiamento di colore degli strati superficiali. “Mutazione” invece richiama quei cambiamenti che accadono a livello molecolare. Riguardo a questo la prima idea della mutazione è legata ad alterazioni casuali dell’informazione genetica in un solo organismo, apparentemente minime (come se scambiassi due lettere in una parola molto lunga), ma che portano a malattie molto gravi o mortali. La mutazione però può prendere una via diversa e diventare un miglioramento e infatti alcune di queste trasformazioni hanno determinato variabilità di caratteri in una popolazione e ancora prima hanno generato la distinzione delle specie, ovvero nuove specie a partire da un unico organismo, quindi mutazione intesa con significato di evoluzione. Ma le mutazioni si sono verificate anche come adattamento, e non solo a causa di fattori casuali, ma in risposta a modifiche dell’ambiente. Vediamo un esempio. La farfalla Biston betularia (molto diffusa in Inghilterra) presenta due varianti di colore, una variante chiara con piccole macchie scure dovuta ad un allele recessivo e una variante scura con macchie chiare, dovuta ad un allele dominante. Queste farfalle tendono ad appoggiarsi ai tronchi degli alberi, ai tronchi di betulla in particolare (da qui betularia) e ciò ha comportato che la maggior parte degli esemplari della specie fosse di colore chiaro, perché la mimetizzazione di queste fra le betulle dal tronco chiaro permetteva di sfuggire agli uccelli predatori più frequentemente rispetto alle farfalle scure e quindi provocava un più alto tasso di sopravvivenza dei primi esemplari. Tra il XVIII e il XIX secolo però con l’aumento delle industrie a carbone e quindi con la dispersione delle fuliggini nelle aree vicino alle industrie i tronchi degli alberi si annerirono progressivamente. A causa del cambiamento ambientale le farfalle scure iniziarono a sopravvivere maggiormente rispetto a quelle chiare, causando un’inversione di frequenza delle due varietà. Le farfalle chiare cominciarono a ricomparire in maggior numero quando vennero emanate leggi per contrastare l’inquinamento dell’aria, per questo i mutamenti resero evidenti l’incidenza e la velocità sia della selezione naturale che del cambiamento climatico. Questo caso di mutazione, la diminuzione della frequenza di un singolo allele di una specie, potrebbe non sembrare a prima vista molto rilevante, ma ricordiamo come si diceva che proprio l’aumento della variabilità genetica, su cui agisce la selezione naturale ha permesso l’evoluzione di nuove forme di vita sulla Terra. Oltre a questo concetto fondamentale, come si diceva fuliggini e altre sostanze che vengono disperse nell’aria e materiali come ad esempio benzene, catrame, pesticidi, metalli pesanti, producono effetti su tutti gli organismi e infatti nella seconda metà del Novecento, a seguito delle numerose scoperte riguardanti i meccanismi genetici, si è sviluppata la disciplina della mutagenesi ambientale, che studia come e in che modo agenti chimici o fisici esterni causano modificazioni della struttura molecolare, ciò appunto a seguito della scoperta della presenza di moltissime sostanze immesse nell’ambiente con effetti mutageni e la correlazione fra questi e l’insorgenza di tumori. Nei decenni successivi diverse pubblicazioni hanno appunto confermato che molte delle sostanze immesse nell’ambiente sono in grado di alterare processi come metabolismo, sintesi, secrezione e trasporto di ormoni, provocando la comparsa non solamente di tumori, ma anche di altre malattie legate appunto al sistema endocrino e non solo, ad esempio connesse al sistema immunitario e al neuro sviluppo.

Rispetto agli eventi attuali, già il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2007 aveva ipotizzato il possibile insorgere di epidemie virali a causa dei cambiamenti climatici e delle modifiche nel rapporto tra l’uomo e gli ecosistemi. Guardando il qui e ora, i cambiamenti negli ultimi mesi sono saltati all’occhio in maniera evidente, impossibili in questo caso da non notare o da negare, dimostrando che qualcosa di apparentemente minimo può portare a cambiamenti enormi, allo stesso modo in cui processi con uno sviluppo apparentemente lento non si notano finché non cambiano aspetto e modo di agire.


Ilaria Berlanda

Il rapporto dell’OMS del 2007:

https://www.who.int/whr/2007/whr07_en.pdf

Fonti:

https://www.greenpeace.org/italy/storia/7098/il-coronavirus-e-il-nostro-futuro-prossimo/

https://www.iss.it/coronavirus/-/asset_publisher/1SRKHcCJJQ7E/content/id/5271787

Genetica, Atlanti scientifici Giunti, 2007

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