29 gennaio 2020

La giornata della memoria

29 gennaio 2021

Caro Cardellino,

Il 27 gennaio è una data tragicamente importante, così opportuna che ha carattere internazionale, così indispensabile che fu istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1 novembre 2005.

A riguardo sono stati scritti libri, realizzati film in tutto il mondo e messi in musica testi che sconvolgono, scandalizzano, ma non esagerano mai nel raccontare quanto accaduto. Ricordo a proposito che quando ero a scuola alle elementari, durante la lezione di storia la nostra maestra di italiano storia e geografia, la maestra Rita, ci fece vedere in classe sulla vecchia e ingombrante televisione La Vita è bella, un film di Roberto Benigni che racconta con la sua raffinata e comunque rispettosa ironia la vita di una famiglia spezzata dall'odio e la pazzia, motrici di questa assurdità. La lezione era poi stata affiancata da testimonianze e fotografie scandalizzanti. Quello che ricordo con lucidità di quella giornata e di quelle a seguire è il terrore nel vedere un indumento a strisce quando andavo in città, le notti insonni dovute al fatto che quando chiudevo gli occhi l'unica cosa che riuscivo a vedere in risalto al nero delle palpebre chiuse erano ammassi di scheletri ricoperti da pelle impilati a spina di pesce per sfruttare al meglio lo spazio disponibile, che era troppo poco per il prodotto strabordante di quella fabbrica di morte. Ricordo poi che tra compagne di classe ci confrontavamo perché lo scandalo suscitato era generale, e mi sentii in parte sollevata quando scoprii che non ero l'unica che aveva paura a fare la doccia. E questo riaccadde in modo decisamente più potente quando, prima di andare a trovare gli zii in Germania, con la mia famiglia visitammo il campo di concentramento di Dachau. Ovviamente, caro Cardellino, alla base di queste fantasie e di questi incubi si cela l'ingenuità di una bambina di dieci anni, anche se, a dire il vero, ancora oggi la mia frequente e quotidiana insonnia si fa molto più difficile da sconfiggere quando si avvicina il 25 gennaio, e comunque ogni volta che si parla di Shoah. Non voglio farti sconcertare o spaventare con quanto appena scritto; quello invece che vorrei farti capire è che se delle fotografie in bianco e nero e un film hanno suscitato in una classe un malessere tale, è impossibile solamente provare ad immaginare la sofferenza reale che le tutte le vittime furono costrette a patire.

Immagino che tu ti stia chiedendo di cosa sto parlando precisamente, e come mai questa data è così fondamentale ... Cosa accadde a queste vittime? Perché? La persona adatta a raccontarti questa tragica verità naturalmente non sono io, ma sono le vite di quei pochi, pochissimi superstiti che hanno avuto e hanno ancora oggi il coraggio, la forza e l'altruismo immenso di trasmettere a tutti noi i loro pensieri, le loro vite e i loro terrori. In particolare c'è un discorso tra i tanti che vorrei tu ascoltassi con attenzione. Vorrei condividerlo con te perché è un messaggio talmente potente, vero e al contempo così trasparente, nudo e semplice che ha, secondo me, valenza universale e scavalca qualsiasi recinto diventando un messaggio di vita. Le parole sono di Liliana Segre, oggi un'attivista e politica italiana, senatrice a vita, sopravvissuta all'Olocausto e testimone per oltre trent'anni della Shoah. Quello che sentirai è l'ultima testimonianza dell'Olocausto che Segre ha deciso di tenere pubblicamente, a Rondine, in Toscana.

Ascolta bene Cardellino, afferra il testimone ma non tenerlo soltanto per te, ricordandoti che "La memoria è l'unico vaccino contro l'indifferenza". Liliana Segre

Grazie

Per vedere il video clicca sopra questo link, del sito VareseNews.it

https://www.varesenews.it/video/discorso-integrale-liliana-segre/

Questo invece è il link di youtube dello stesso video, dello stesso sito, VareseNews:

https://www.youtube.com/watch?v=ARwx3MxyzZc&t=3850s



Beatrice Hentschel

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