23 aprile 2021

EUROVISION: TRA MUSICA E QUESTIONI SOCIOPOLITICHE



L’Eurovision song contest, conosciuto a livello internazionale, è un festival musicale finanziato dall’EBU (European Broadcasting Union) che si tiene ogni anno dal 1956, ad eccezione del 2020 anno in cui è stato annullato a causa della pandemia di covid-19. L’idea nacque dal drammaturgo e giornalista italiano Sergio Pugliese che propose una gara musicale su modello del festival di Sanremo, nato nel 1951. L’Eurovision voleva essere tra l’altro simbolo di rinascita e riconciliazione tra Paesi del nostro continente dopo la Seconda guerra mondiale. Alla prima edizione parteciparono Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Germania Ovest, Francia e Lussemburgo; con gli anni si sono aggiunti (e ritirati) diversi Stati, non solo europei, ognuno dei quali deve scegliere, con criteri variabili, un candidato (l’Italia manda il vincitore di Sanremo), mentre la nazione vincitrice ha il diritto di ospitare la competizione l’anno successivo.

Con il passare del tempo, il contest è mutato insieme alla situazione socioeconomica dell’Europa: nei primi anni notiamo performance pulite, tipiche di programmi televisivi di metà Novecento, recentemente, invece, sono diventate sempre più significative, sono studiate e costruite mettendo alla base concetti anche politici. Costumi, sceneggiature e temi delle canzoni in gara sono diventati sempre più variabili: nel 1979 la Germania portò una canzone su Gengis Khan, la Russia nel 2012 fece una performance basata su un gruppo di signore che infornavano del pane, nel 2016 giocò con le ombre per creare delle ali al cantante Sergey Lazarev. In alcuni casi, si cercò di promuovere l’inclusione e l’accettazione del mondo lgbtq+: nel 2014 il cantante austriaco Thomas Neuwirth, drag queen il cui nome d’arte è Conchita Wurst, vinse il festival e fece molto parlare.

Al di là di questo aspetto, spesso il festival ha suscitato scalpore e tensioni per questioni politiche, per fare qualche esempio: nel 1969 l’Austria si ritirò perché la competizione doveva tenersi in Spagna, allora sotto il dittatore Francisco Franco, nel 1975 la Grecia non partecipò perché in conflitto con la Turchia a causa dell’invasione di Cipro (e l’anno dopo la Turchia fece lo stesso), nel 2009 fu la Georgia a rinunciare perché ostile alla Russia, nazione ospitante e così via fino al 2019. L’ultimo Eurovision si è tenuto in Israele, nazione vincitrice nel 2018, e molti sono stati i momenti che sono sfociati nel politico, in primis l’esibizione di Madonna, in cui vediamo due ballerini, lui con la bandiera israeliana sulla schiena lei con quella palestinese, prendersi per mano, mentre la band islandese Hatari ha mostrato la bandiera d’Israele.

Il festival del 2021 non è ancora iniziato ma ha già fatto parlare, soprattutto per quanto riguarda Armenia, Russia e Bielorussia. Il 5 marzo 2021 l’Armenia ha ritirato la sua partecipazione a causa della Guerra nell’Artsakh, iniziata nel settembre scorso, che ha visto lo scontro con l’Azerbaigian per il controllo della regione del Nagorno Karabakh (nel Caucaso meridionale). Il conflitto ha visto la vincita degli azeri e ha lasciato l’Armenia distrutta e per questo la Public Television Company of Armenia ha decretato il ritiro della nazione dall’Eurovision. Per quanto riguarda la Russia, per gareggiare è stata scelta Manizha Sangin con la canzone “Russian woman”. La canzone però è stata aspramente criticata dai conservatori russi perché promuove la forza delle donne incitandole a diventare indipendenti dagli uomini e non uniformarsi agli stereotipi sessisti di bellezza. La cantante ventinovenne, attivista per i diritti di donne e rifugiati, è stata presa di mira e accusata di promuovere la misandria e di compromettere la famiglia tradizionale. È stato richiesto al comitato investigativo del festival di valutare la partecipazione di Manizha e la portavoce Svetlana Petrenko ha assicurato che la questione sarà presa in considerazione, ma fino ad ora non è stato fatto nulla di concreto. Il comitato, tuttavia, si è mosso nei confronti della Bielorussia: inizialmente, avrebbe dovuto partecipare il gruppo VAL ma in seguito ad alcune dichiarazione dei membri l’ente radiotelevisivo BTRC aveva rimpiazzato i cantanti con la band Galasy ZMesta, con la canzone “I’ll teach you”, con un messaggio filogovernativo. Le scorse elezioni presidenziali in Bielorussia, tenutesi lo scorso agosto, hanno visto la vittoria di Aljaksandr Lukasenka dando il via a numerose proteste da parte delle opposizioni, represse aspramente e in modo violento (anche con il supporto della Russia), portando all’arresto di migliaia di persone e al processo ai capi dell’opposizione. I Galasy ZMesta sono stati con una canzone che intendeva prendersi gioco dei protestanti. Il verso “I’ll teach you to toe the line”, “ti insegnerò a rigare dritto”, è esempio di questa retorica filogovernativa. Di fronte a questo testo la EBU ha definito il testo inappropriato, e alla fine la Bielorussia non è stata accettata tra i partecipanti della prossima elezione.

L’Eurovision Song Contest 2021, che si terrà a Ahoy Rotterdam il prossimo 18, 20 e 22 maggio, conterà quindi 39 partecipanti, tra cui Bulgaria e Ucraina, non presenti la scorsa edizione.



Carolina Broll




https://www.youtube.com/watch?v=3yKUC27jfQg&ab_channel=BreakingItaly

https://www.eurofestivalnews.com/2021/03/05/armenia-gara-eurovision-song-contest-2021/

https://www.theguardian.com/world/2021/mar/18/russias-eurovision-entry-to-be-investigated-for-lyrcs

https://www.bbc.com/news/world-europe-56540236

https://eurovoix.com/2020/09/25/belarus-val-will-not-go-to-eurovision-2021-btrc/




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