I Novissimi
LA MORTE
Secondo la fede della Chiesa e la testimonianza dei Santi
Secondo la fede della Chiesa e la testimonianza dei Santi
Gli ultimi momenti dei peccatori, degl’imperfetti e dei perfetti.
Parole di Dio a S. Caterina da Siena: «I demonii sono ministri incaricati di tormentare i dannati nell’inferno e di esercitare e provare la virtù delle anime in questa vita. La loro intenzione non è certamente di provare la virtù, perchè non hanno la carità; essi vogliono distruggerla in voi, ma non lo potranno mai fare, se voi non volete consentirvi.
« Ora considera la pazzia dell’uomo che si rende debole per il mezzo appunto ch’io gli avevo dato per esser forte, e che si abbandona da se stesso nelle mani del demonio. Perciò voglio che tu sappia ciò che accade nel momento della morte a quelli che, durante la loro vita, hanno volontariamente accettato il giogo del demonio, il quale non poteva costringerveli.
« I peccatori che muoiono nel loro peccato, non hanno altri giudici che se stessi; il giudizio della loro coscienza basta, ed essi si precipitano con disperazione nell’eterna dannazione. Prima di passarne la soglia, essi l’accettano per odio della virtù, scelgono l’inferno coi demonii, loro signori.
« All’opposto i giusti, che vissero nella carità, muoiono nell’amore. Quando viene il loro ultimo istante, se hanno praticata perfettamente la virtù, illuminati dal lume della fede e sostenuti dalla speranza del sangue dell’Agnello; veggono il bene che io ho loro apparecchiato, e colle braccia dell’amore lo abbracciano stringendo con strette d’amore me sommo ed eterno bene nell’ultima estremità della morte. E così gustano vita eterna prima che abbiano lasciato il corpo mortale, cioè prima che sia separata l’anima dal corpo.
« Per quelli che passarono la loro vita in una carità comune senza aver raggiunta quella gran perfezione, quando arrivano alla morte, essi si gettano nelle braccia della mia misericordia col medesimo lume della fede e colla medesima speranza ch’ebbero in un grado inferiore. Essendo stati imperfetti, essi abbracciano la mia misericordia, perchè la trovano più grande delle loro colpe. I peccatori fanno il contrario: essi veggono con disperazione il posto che li attende e con odio l’accettano.
« Gli uni e gli altri non attendono di essere giudicati, ma partonsi di questa vita, e riceve ognuno il luogo suo. Lo gustano e lo posseggono prima che si partano dal corpo, nell’estremità della morte. I dannati seguono l’odio e la disperazione; i perfetti seguono l’amore, il lume della fede, la speranza del sangue dell’Agnello; gl’imperfetti si affidano alla mia misericordia e vanno in purgatorio » (Dialogo, c. XLII).
Pace delle anime sante nel momento della morte.
« Quant’è felice l’anima dei giusti quando essi arrivano al momento della morte… A costoro non nuoce la visione dei demonii, perchè veggono me per la fede e mi posseggono per l’amore e perchè in loro non è veleno di peccato. La oscurità e terribilezza loro ad essi non dà noia nè alcun timore, perchè il loro timore non è servile, ma santo. Onde non temono i loro inganni; perchè col lume soprannaturale e col lume della Sacra Scrittura ne conoscono gl’inganni; sicchè non ricevono tenebre nè turbazione di mente. Essi muoiono gloriosamente bagnati nel sangue del mio Figliuolo, colla fame della salute delle anime e, tutti affocati nella carità del prossimo, passano per la porta del Verbo divino, entrano in me e dalla mia bontà sono collocati ciascuno nello stato suo, e vien misurato loro secondo la misura che hanno recata a me dell’affetto della carità » (Dialogo, caplt. CXXXI).
« Quanto spaventosa e terribile è la morte dei peccatori! Nei loro ultimi momenti, il demonio li accusa e li spaventa apparendo loro. Tu sai che la sua figura è tanto orribile, che la creatura eleggerebbe ogni pena, che in questa vita si potesse sostenere, anzichè vedere il demonio nella visione sua.
« E tanto si rinfresca al peccatore lo stimolo della coscienza, che miserabilmente lo rode nella coscienza sua.- Le disordinate delizie e la propria sensualità, la quale si fece signora e la ragione fece serva, l’accusano miserabilmente, perchè egli allora conosce la verità di quello che prima non conosceva. Onde viene a gran confusione dell’errore suo; perchè nella vita sua visse come infedele e non fedele a me; perchè l’amor proprio gli velò la pupilla del lume della santissima fede. Onde il demonio lo molesta d’infedeltà, per farlo venire a disperazione…. In questo gran combattimento egli si trova nudo e senza alcuna virtù; e da qualunque lato si volti, non ode altro che rimproveri con grande confusione » (Dialogo, csaxu) (1).
(1) Le anime dei dannati, all’uscire dal loro corpo, sono invase dalle tenebre, dall’orrore, dal fetore, dall’amarezza, da una pena intollerabile, da una tristezza indicibile, dalla disperazione e da un’angoscia infinita. Sono in se stesse così devastate e destituite di tutto che, quand’anche non cadessero nell’inferno e in potere dei demonii, i mali di cui sono ripiene sarebbero per loro una tortura sufficiente (S. Matilde, P. V, c. xxi).
Come si fa per gli amici di Gesù il viaggio dalla terra al cielo.
Nella sua ultima malattia, Geltrude, preparandosi alla morte, disse al Signore: qual sarà il carro che mi porterà quando mi troverò in quella regia via che deve condurmi a voi, mio unico Diletto? — « La forza potente del desiderio divino, che partirà dal mio amore intimo, verrà a prenderti e a condurti fino a me », le rispose il Signore. – Su che potrò io sedermi? – « Sulla piena fiducia, la quale, facendoti sperare ogni bene dalla mia liberale bontà, sarà il sedile su cui siederai in questo passaggio ».
Con quali redini dirigerò io la mia corsa ? – « L’amore ardente che ti fa sospirare dall’intimo delle viscere ai miei amplessi ti servirà di redini. » La Santa soggiunse: siccome ignoro quello che è più necessario per viaggiare così, io non m’informerò di quello che ancora mi occorre per compire questo viaggio desiderabile. Il Signore rispose: «Per quanto grandi siano i tuoi desideri, avrai la gioia di trovare infinitamente di più, e la mia delizia è vedere lo spirito umano impotente a immaginarsi tutto quello ch’io ordinariamente preparo a miei eletti» (Lib. V, c. YXIVV).
« Quando l’anima tua uscirà dal tuo corpo, io ti metterò come all’ombra della mia protezione paterna, così come una madre tiene stretto al suo petto e nascosto sotto le sue vesti l’amato frutto delle viscere sue, allorchè attraversa un mare burrascoso. E poi, quand’avrai pagato il tuo debito alla morte, io ti prenderò meco per farti gustare le delizie incantevoli dei celesti spazi verdeggianti, come una madre che vuole che anche il suo bambino abbia parte alla gioia che si prova allo sbarcar sicuramente in porto, dopo averlo preservato dalle noie e dai pericoli del mare. (lib. V, c. xxv).