GIARDINO SEGRETO

36 ANNI DOPO: UN PROGETTO RITROVATO DELLO STUDIO ALCHIMIA, A CURA DI BRUNO GREGORY

Ricostruzione in laboratorio del Progetto di Arredo Sonoro del Parco del Museo di Arte Orientale Edoardo Chiossone Villetta di Negro a Genova in occasione degli eventi di “Giappone avanguardia del futuro, arti visive, teatro, musica e cinema” promosso dal Comune di Genova nel 1985


"(...)Fu un intenso via vai di comunicazioni, plichi, foto, fax, telefonate, nel triangolo Genova, Tokyo, Milano, come documentai nel testo per il catalogo dell’Evento (ed Electa, 1985). E fu un successo. Innanzitutto di pubblico, con i giardini del Museo Chiossone frequentati come mai prima, per via di quei Suoni che abitano la natura in risonanza con l’ambiente fisico, uccelli, rane, stormir di fronde, insetti, auto, grida, bambini. E successo anche di stampa. Oltre ai servizi su varie testate italiane, ne uscirono parecchi in Giappone. E parecchio lo spazio dedicato a quell’installazione all'interno delle monografie Alchimia a cura di Kazuko Sato (ed Taco, 1985) e Guia Sambonet (ed. Allemandi,1986). Erano previsti successivi passaggi, in altre città e giardini. Ma una volta concluso l’evento di Genova le manifestazioni d’interesse non si concretizzarono subito e neppure dopo, e tutte quelle tredici creature, anzi sculture, vere e proprie opere di creativa collettività che ormai erano diventate patrimonio comune, parte del paesaggio per la città di Genova, finirono in qualche deposito chissà dove, e dobbiamo considerarle perdute."


Daniela Bezzi, Curatrice per "Il Gergo Inquieto", Genova 1985



Bruno Gregory. Conosciuto fino dagli anni '80 sotto forma di binomio “Bruno Gregori / Alchimia” (Ancona, 7 luglio 1954), ha dato il suo contributo ai tanti progetti del famoso studio di avantgarde design nei dieci anni trascorsi insieme dal 1979 all'89, come coautore di varie collezioni di design d'arte e di eventi. Dal 1985 intraprende un percorso di ricerca personale che lo porterà alla scissione dal gruppo. Il progetto, ora “ritrovato” per la Galleria Arrivada, sviluppato nel “clima” Alchimia, ne rappresenta il punto di svolta verso le nuove visioni dell'immaginario tecnologico che saranno poi ricorrenti nella sua produzione artistica.


Haruomi Hosono. Nato a Tokyo, il 9 luglio 1947, è un musicista e produttore discografico giapponese. Nel 1978, formò la Yellow Magic Orchestra con il batterista Yukihiro Takahashi e il tastierista Ryūichi Sakamoto. La band, tra i pionieri della musica elettropop, ottenne un grande successo sia in patria che all'estero grazie a singoli come Rydeen e Behind the Mask, contenuti nel loro secondo album Solid State Survivor. Dopo lo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1984, Hosono, così come gli altri membri, intraprese una carriera solista, pubblicando musica d'ambiente. Gli è stata anche attribuita l'invenzione della cosiddetta "videogame music", che divenne un sottogenere popolare in Giappone. nei primi anni 2000 si è riunito ai suoi vecchi colleghi della Yellow Magic Orchestra con cui ha ripreso a suonare dal vivo e in studio.


The Endless Talking Music. Nel 1985 Hosono produce un trio di album su Monad Records. Ognuno è uno sforzo collaborativo, che rappresenta più sfaccettature delle sue ricerche. The Endless Talking, il meno consequenziale, è stato composto per la mostra d'arte italiana intitolata "Japan, Avant Garde of the Future". Hosono ha improvvisato i suoi 13 brevi brani guardando le fotografie delle sculture create per la mostra che sarebbero stati suonati in loop. Le tracce sono progettate per “parlare all'infinito”, ma non tra di loro come in una sinfonia.


"La memoria è vaga, ma ricordo di essere stato felice di poter partecipare all'installazione, nella storica Genova...

Nel momento in cui ho visto gli schizzi di Alchimia, ho sentito una sorta di suono. Ecco perché le 13 canzoni sono nate così bene, e sono stato in grado di improvvisarle in un solo giorno. È stato un compito molto sperimentale, eccitante e divertente!

Se ricordo bene, le immagini inviatemi erano fotografie. Ogni pezzo doveva essere riprodotto su audiocassette, quindi ho deciso di utilizzare un nastro a loop per la riproduzione. Il loop aveva un limite di tre minuti, quindi mi sono divertito a rendere questo il mio limite musicale. È stato divertente immaginare che il lavoro risultante si sarebbe svolto in un giardino, all'esterno, invece che in uno spazio interno. (...)" Haruomi Hosono, compositore


L'ipotesi di fare una mostra alla Galleria Arrivada

Bruno Gregory

“Ho cominciato con delle videosimulazioni sul mio profilo Instagram. La modellazione 3d delle 13 sculture non era un problema perchè avevo conservato i disegni originali e i capitolati per la realizzazione, ma la difficoltà era rintracciare gli artisti che parteciparono alla pittura collettiva che avrebbe rivestito come un tessuto i vari modelli; alcuni degli artisti erano irrintracciabili, alcuni non disponibili, altri purtroppo deceduti. L'idea di riportare in vita quella lontana esperienza di creazione anche plurale, è scaturita da una conversazione con Andrea Crosa, uno degli artisti coinvolti, che mi ha fornito informazioni utili per ricostruire la sua opera e il suo vestito pittorico; la prima di questa nuova serie di pezzi molto più piccoli degli originali e quindi un po’ fetali: tutti bianchi, nel filo di nylon della stampa tridimensionale dell’era digitale, e tutti resuscitati nelle immagini virtuali contenute negli schermi dei piccoli tablet, come fiori o piante sparse sul pavimento grigio della Galleria Arrivada”


"(..)Nella mostra in Galleria Arrivada il progetto del 1985 rivive e si trasforma, partendo dalla documentazione esistente ed ampliandosi inglobando nuove tecniche di riproduzione delle immagini e degli oggetti, come il render e la stampa 3D. Lo spazio espositivo diviene giardino in cui perdersi tra forme, suoni e colori, e dove poter dialogare con questi strani oggetti insieme organici e meccanici, reali e virtuali."

Andrea Lacarpia, Curatore per Galleria Arrivada


Due dei sette modelli in scala ridotta delle 13 strutture originali installate nel Parco della Villetta di Negro a Genova nel 1985. Stampati in resina bianca, realizzazione ABPrint 3D Milano.

Le videoanimazioni presentate su ciascuno dei 13 tablets installati nelle tre sale della Galleria Arrivada. Ogni filmato è impostato in loop di 48 secondi

HOSONOSFERA

Live Set eseguito in occasione dell'apertura della mostra il 21 marzo, nel quale il performer e musicista milanese Bentos interpreta le sonorità di Haruomi Hosono producendo un continuum sonoro in site specific, della durata di un'ora, utilizzando vari devices elettronici.