Gallena - Foto archivio GEB
L'Anello delle Bellezze Abbandonate è un percorso di trekking che collega i borghi di Motrano, Gallena e Simignano, situati nella Montagnola Senese. Questo itinerario offre un'esperienza unica, poiché attraversa antichi villaggi, eremi e chiese storiche, immerse in paesaggi naturali suggestivi.
Appena fuori dal paese di Pievescola prendiamo il sentiero 111 per circa 400 m dal punto di ritrovo, giriamo a sinistra e prendiamo un sentiero in salita che conduce al sentiero 109 per arrivare all'eremo di Motrano; dopo aver visto l'eremo torniamo indietro per circa 400 m.
Lasciamo così il 109 e scendiamo per un sentiero a sinistra che ci porta di nuovo al sentiero 111. Da qui attraversiamo un ponte e cominciamo a salire verso il borgo di Gallena. Dopo una breve visita a Gallena riprendiamo sempre il sentiero 111 e, salendo gradualmente, percorriamo dei tratti di crinale dai quali sarà possibile vedere una cava e dei bei panorami.
Giunti all'incrocio del sentiero C1 scendiamo verso il borgo di Simignano dove visiteremo il borgo e la chiesa di San Magno, all'interno della quale sono stati recentemente recuperati degli affreschi bellissimi.
Attraversiamo il caseggiato di località La Villa e da qui, per un sentiero in discesa che ci riporta al sentiero 111, torniamo al punto di partenza.
Motrano è conosciuto per il suo eremo e la stalattite a forma di mammella che richiama antichi culti dell'acqua. Gallena uno storico borgo che nel Medioevo era conosciuto come Piscina Nigra e apparteneva ai signori Lombardi di Staggia e Simignano è un borgo medievale con la chiesa di San Magno, recentemente restaurata .
Si tratta di un anello di 14 chilometri, in un ambiente straordinario e pieno di fascino, classificato E, Escursionistico, con un dislivello di circa 500 m.
È previsto il pranzo al sacco.
L’escursione è gratuita per i soci FIE; agli ospiti, correttamente equipaggiati, sarà attivata una polizza giornaliera al costo di 5,00 euro.
È necessario prenotarsi all'escursione collegandosi al seguente link: Prenota percorso della Settimana
Abbiamo ormai imparato la procedura per il tesseramento Elettronico F.I.E. che dovrà essere fatto con un congruo anticipo rispetto alla data dell'escursione.
Riportiamo i passaggi fondamentali:
1. accedere al sito del Gruppo Escursionisti Berardenga e cliccare su "Associarsi"
(dal telefono cliccare sulle tre righe orizzontali in alto a sinistra)
2. accedere al “Form Tesseramento On Line” (raggiungibile anche cliccando sul presente link)
3. riempire il form di iscrizione in ogni campo
4. effettuare il bonifico della quota sul conto corrente dell’associazione, che ha il seguente IBAN IT62Z0103071800000000522892, con causale Tesseramento 2024 - Socio ......
5. inviare la ricevuta del bonifico per posta elettronica all'indirizzo info.gebsiena@gmail.com con oggetto “Tesseramento 2024 – Socio ...”
Sarà nostra cura attivare la tessera FIE per l'escursione, dopo il riscontro del pagamento della quota tramite bonifico bancario.
Ad insindacabile giudizio del coordinatore il percorso potrà essere variato o l’escursione annullata in base ad eventuali cambiamenti del fondo dei sentieri o per esigenze dettate dalla sicurezza.
A presto camminando
Il gruppo comunicazione
Scheda tecnica dell'escursione
Percorso Escursionistico
Giornata intera con pranzo al sacco
Anello di 14 km
Ascesa 530 m
Discesa 525 m
Almeno 2 lt di Acqua, Spuntino e pranzo al sacco
Scarponcini comodi con suola ben scolpita, bastoncini, cappello parasole, crema solare, repellente per insetti, occorrente per la pioggia
Coordinatore Tecnico:
A.E.N. Giovanni Guerrini - Tel. 3358105796, il quale comunicherà sul posto la squadra di accompagnamento. Tutti gli A.E. presenti saranno comunque a disposizione.
Prenotazione:
È necessario prenotarsi all'escursione entro Sabato 8 Giugno tramite il form: Prenota percorso della settimana
Ritrovo e costi:
ore 8:00 Castelnuovo Berardenga - parcheggio scuola elementare - partenza ore 8:15 (53 km - 45 minuti - 22,00 euro per ogni auto)
ore 8:15 Siena - parcheggio davanti a Tigotà - partenza ore 8:30 (37 km - 35 minuti - 16,00 euro a equipaggio)
ore 9:10 Pievescola - coordinate 43.3039587N, 11.1358233E (link Google Maps) - partenza escursione 9:15-9:30
L’escursione è gratuita per i soci FIE; agli ospiti, correttamente equipaggiati, sarà attivata una polizza giornaliera al costo di 5,00 euro.
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni
Attrezzatura
Strade bianche con fondo sconnesso, sono dunque obbligatori scarponcini con suola ben scolpita e bastoncini secondo le proprie abitudini. Cappello parasole, crema solare repellente per insetti. Occorrente per coprirsi dalla pioggia.
Alle persone con calzature non idonee non sarà permessa la partecipazione in gruppo
Acqua in abbondanza e pranzo al sacco
Raccomandazioni particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc)
In questa escursione sarà presente il nostro defibrillatore portatile
Notizie storiche
Eremo di Motrano da SienaNews - (https://sienanews.it)
(si trova nel folto bosco vicino all’omonima località della Montagnola Senese) è un luogo suggestivo, unico nel suo genere. Unico perché come tutti i luoghi dove cercavano rifugio (pace?) per meditazione e preghiera i mistici del passato vi lasciano, anche per chi li visiterà dopo secoli, un’aurea di suggestione e misticismo.
Un’energia. La dimora eremitica è di fatto addossata ad un’ampia cavità naturale di una rupe calcarea, cui si inserisce e adatta con un sistema di muri e porticati. All’interno, in una parete intonacata, si notano numerose iscrizioni di epoche diverse segno che questo luogo venne abitato da vari personaggi nel corso del tempo e, non a caso, le iscrizioni arrivano fino al XIXesimo secolo. A ulteriore riprova di ciò, intorno al romitorio, si diramano anche una serie di terrazzamenti e di muri a secco che fanno presumere lo sfruttamento collettivo del terreno per la sussistenza di chi vi abitava, e talvolta, viste le dimensioni, erano non una sola persona ma una comunità eremitica.
Il documento più antico che menziona l’esistenza del romitorio di Motrano è una lettera del 1593 in cui si espone la necessità di fra’ Girolamo Savelli da Montalcino, eremita di Motrano, di attestare la sua condizione. Ma in un punto della labirintica costruzione si apre un piccolo caratteristico portale architravato che stilisticamente è databile al XII° secolo, dunque la struttura è ampiamente antecedente.
Dicevamo che Motrano è unico nel suo genere. Lo è, intanto, perché è il solo eremo in Toscana ad avere una fisonomia rupestre. E lo è, unico, per il modo particolare con il quale, chi vi viveva, si riforniva dell’elemento essenziale per la sopravvivenza: l’acqua. Non a caso spesso gli eremi, infatti, sovrastano un fiume, un torrente, un pozzo, oppure vi avevano creato, i costruttori, geniali sistemi idraulici capaci di far scorrere in luoghi impensabili come questo.
A Motrano una parete ingloba una grossa concrezione, una particolare stalattite a forma di mammella che stilla gocce d’acqua. Da qui si è voluto vedere anche un richiamo al culto galattoforo. La sacralità dell’acqua, del resto, è presente in tutte le culture, dagli inizi ai giorni nostri: “l’acqua è considerata fonte e origine d’ogni forma di vita, simbolo di rinascita e rigenerazione, elemento fecondante, sostanza magica e terapeutica”, recita l’Eliade. Unendo a questa un’altra fonte di vita, quella del latte materno, l’immaginario popolare magico aveva originato un numero incalcolabile di sorgenti ritenute galattofore, cioè “portatrici di latte”.
In Toscana il nome più comune è ”Pocce lattaie” sia per la forma della stalattite che ricorda vagamente il seno, sia per il liquido lattescente (per la grande quantità di carbonato di calcio) che il più delle volte scivola lungo la stessa e si deposita all’interno della concavità originata dalla caduta della stessa goccia che erode lentamente la pietra sottostante. Alcune credenze popolari affermano, inoltre, che se la goccia non si limita a scendere lungo la stalattite ma scivolando forma una serpentina seguendo un percorso di rotazione intorno alla stessa, l’acqua risulta efficace non solo per l’allattamento ma anche per curare varie patologie. E le “Pocce lattaie” (che con il Cristianesimo saranno associate alla madre per eccellenza: Maria che nutre Gesù) si trovano in molti luoghi tra cui Lucignano (Santuario della Madonna delle Querce), a Pastina, presso Monte San Savino, a Cetona (la Tomba lattaia), oppure a Monticchiello nelle Buche del Beato Benincasa.
Gallena - borgo pittoresco di antichissime origini. Il toponimo "Gallena" appare per la prima volta in un documento del 994, attestando l'antichità del borgo. Durante il Medioevo, Gallena era conosciuta con il nome di "Piscina Nigra". Questo nome potrebbe derivare dalla presenza di antiche sorgenti o specchi d'acqua nella zona. Costituiva un feudo appartenente ai signori Lombardi di Staggia, una famiglia nobile che possedeva numerosi altri castelli e terre nella regione della Montagnola Senese.
Simignano - Nel XIII secolo, Simignano apparteneva ai signori della Suvera, castello vicino a Pievescola. Nel 1248 era sotto lo Stato senese, situato lungo una strada importante che collegava Siena con la Val d’Elsa. La chiesa di San Magno, suffraganea della pieve di Pievescola, è menzionata per la prima volta in un documento del 1254. Il villaggio ha conservato antiche case raccolte intorno a una piazzetta suggestiva e una chiesa con una torre campanaria decorata da lesene angolari e arcatelle pensili.
da InToscana.it
Gli affreschi di San Magno a Simignano tornano a risplendere. Merito del progetto di restauro realizzato dal Comune di Sovicille e dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Vald’Elsa, Montalcino. Fondamentale il contributo del Gruppo Acea, che ha coperto l’intero costo dell’intervento. Gli affreschi appena restaurati, testimonianze artistiche senesi del Quattrocento, sono stati svelati nel corso di una cerimonia.
L’attività ha riguardato il restauro di alcune testimonianze artistiche senesi del Quattrocento. Si trovano nella medievale chiesetta di San Magno a Simignano. E’ un piccolo borgo medievale situato su un altopiano della Montagnola senese, nel comune di Sovicille. Qui, si spiega in una nota, le scrostature degli scialbi e maldestri tentativi di scopertura avevano segnalato la presenza di colori e figure. Ora sono in gran parte riaffiorati grazie a un restauro di carattere scientifico diretto da Alessandro Bagnoli e condotto da Massimo Gavazzi.