Faggeta di Pietraporciana - Foto archivio GEB
Domenica 28 Aprile il GEB propone un Trekking nelle Riserve Naturali Senesi e Comunità Montana del Cetona.
Sarà un percorso ad anello con inizio dalla Villa la Foce (551 m slm) struttura risalente alla fine del 1400, nominata Sito UNESCO nel 2004, al cui interno è presente un bellissimo giardino all’Italiana.
Si comincia a salire su una strada bianca in mezzo a un bosco non molto fitto. Arrivati al podere di Pietraporciana (790 m slm), comando partigiano nella seconda guerra mondiale, ora struttura ricettiva e rifugio escursionistico, svoltiamo a sinistra per entrare in un bellissimo itinerario all'interno di una Faggeta con un percorso pedonale in mezzo a rocce di calcare e sabbia.
In cima al Poggio di Pietraporciana (847 m slm) potremo godere di un bellissimo panorama sia della Valdichiana che della Valdorcia, visitare la grotta del Bruco e il vicino parco attrezzato. Sempre su strada bianca arriveremo al piccolo castello medioevale di Chiarentana oggi tenuta privata della figlia della Marchesa Origo.
Il rientro a Villa La Foce è previsto entro le ore 13:00
Ad insindacabile giudizio del coordinatore il percorso potrà essere variato o l'escursione annullata in base ad eventuali condizioni meteo avverse o per altre esigenze dettate dalla sicurezza.
A Presto camminando
Il Gruppo Comunicazione
Riportiamo i passaggi fondamentali per associarsi al GEB:
1. accedere al sito del Gruppo Escursionisti Berardenga e cliccare su "Associarsi"
(dal telefono cliccare sulle tre righe orizzontali in alto a sinistra)
2. accedere al “Form Tesseramento On Line” (raggiungibile anche cliccando sul seguente link)
3. riempire il form di iscrizione in ogni campo
4. effettuare il bonifico della quota sul conto corrente dell’associazione, che ha il seguente IBAN IT62Z0103071800000000522892, con causale "Tesseramento 2024 - Socio ...."
5. inviare la ricevuta del bonifico per posta elettronica all'indirizzo info.gebsiena@gmail.com con oggetto “Tesseramento 2024 – Socio ...”
Sarà nostra cura attivare la tessera F.I.E per l'escursione, dopo il riscontro del pagamento della quota tramite bonifico bancario.
Scheda tecnica dell'escursione
Percorso Escursionistico
Mezza giornata
Anello di 10 km
Dislivello: 300 m
Q minima 551 m
Q massima 847 m
Almeno 1,5 lt di Acqua, Spuntino
Strada sterrata e di bosco a tratti sconnessa, sono necessari scarponcini con suola ben scolpita, bastoncini da trekking, mantella parapioggia.
Coordinatore Tecnico:
A.E. Roberta Caldesi
la quale costituirà la squadra di accompagnatori, che sarà presentata alla partenza dell’escursione
Prenotazione:
Per partecipare all’escursione è necessario prenotarsi entro Sabato 27 Aprile compilando il form di prenotazione Prenota percorso della settimana.
L’escursione è aperta ai soci GEB e FIE per l’anno 2024. Ai non soci sarà attivata una polizza giornaliera al costo di 5,00 Euro
Ritrovo e costi:
- Per chi parte da Castelnuovo Berardenga: ritrovo alla Casina dell'acqua alle ore 7:50
- Per chi parte da Siena: ritrovo al parcheggio di fronte a Tigotà ore 7:50
Fatto car sharing, ci trasferiremo presso la riserva naturale di Pietraporciana (link Google Maps) per iniziare l'escursione alle 9:15.
Il rientro alle auto è previsto entro le ore 13:00
Il costo da suddividere fra i componenti dell'auto A/R è di 15,00 Euro
Pranzo libero
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni
Attrezzatura
Scarponi alti da trekking
Bastoncini secondo le proprie abitudini
Kit per la pioggia
Spuntino energetico
Acqua in abbondanza (1,5 L)
Alle persone con calzature non idonee non sarà permessa la partecipazione in gruppo
Raccomandazioni particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc)
In questa escursione sarà presente il nostro defibrillatore portatile
Note storiche e culturali
Villa-Fattoria La Foce
"Fu un tempestoso pomeriggio d'ottobre del 1923 che vedemmo per la prima volta la Val d'Orcia e quella che sarebbe stata la nostra casa. (....)La Foce: 1400 ettari di terra (...) quelle catene corrugate, prive di alberi e di cespugli, salvo qualche ciuffo di ginestra, costituivano un paesaggio lunare, sbiancato a sud si stagliavano i massi neri e la torre quadrata di Radicofani...A ovest la vetta di un enorme vulcano dominava e rimpiccioliva l'intero territorio circostante...il monte Amiata. (...) un paesaggio in cui ci trovavamo per anni nascondiglio di fuorilegge e fuggiaschi e non potevamo prevedere che sarebbe diventato di nuovo un rifugio per fuggitivi, questa volta partigiani antifascisti e prigionieri di guerra alleati".
Pizzicando dal testo di "Immagini e ombre", di Iris Origo, si coglie la descrizione che la marchesa fa de La Foce, al suo primo sguardo che le fece decidere di comprarla.
Il luogo è segnato oggi nei migliori libri di viaggio al mondo. La villa della Foce col suo giardino all'italiana è opera dell'architetto inglese Cecil Pinsent, chiamato da Antonio e Iris Origo per ristrutturare gli edifici principali e creare appunto un ampio giardino. Pinsent (1884-1963) si era stabilito a Firenze da giovane, lavorando tra l’altro alla Villa Medici di Fiesole (acquistata nel 1910 dalla madre di Iris) e alla Villa I Tatti di Bernard Berenson.
Il dialogo tra edifici, giardino e natura pone La Foce al centro di una testimonianza storica dell’evoluzione architettonico-culturale della Toscana. Il giardino viene realizzato in quattro fasi, tra il 1925 e il 1939, in modo formale all’italiana, diviso in geometriche 'stanze' da siepi di bosso, si stende dalla casa verso la val d’Orcia e il monte Amiata. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra ginestra selvatica, timo e rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero di travertino sotto un pergolato di glicine arriva al bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent.
La guerra in val d'Orcia
il 16 giugno del 1944, contemporaneamente alla battaglia della Nuta in Val d'Orcia e quella del monte Cetona, un altro grave scontro accadeva tra Castiglioncello del Trinoro e Pietraporciana...qui i tedeschi che si ritiravano e i partigiani imbastirono più di uno scontro a fuoco: tedeschi, partigiani e alleati si scontrarono per diversi giorni tra Castiglionecello, Chiarentana, Pietraporciana e la Foce dove la marchesa, aveva dato ospitalità ad alleati e rifugio in talune occasioni a partigiani.
"Alcuni partigiani vengono a prendere del vino nella nostra cantina - racconta nel suo diario Guerra in Valdorcia nella giornata del 14 giugno - e si portano via le damigiane proprio sotto al naso dei tedeschi che stanno seduti nel cortile vicino ai loro autocarri, venti metri più in là"
Podere di Pietraporciana
Il podere di Pietraporciana faceva parte della vasta tenuta “La Foce”, di proprietà dei marchesi Origo. Dopo l’armistizio, nel 1943 i marchesi misero a disposizione della lotta partigiana alcuni poderi come basi logistiche e Pietraporciana divenne sede del comando partigiano della zona. il 27 giugno 1944, Pietraporciana fu luogo di battaglia che portò alla liberazione di Chianciano.
Nel 1985 la marchesa Iris Origo dona al comune di Chianciano il podere. Dal 1996, l’area in cui è inserita la struttura (all’interno del comune di sarteano) entra a far parte del sistema delle Riserve Naturali Senesi e nello stesso anno il podere viene ristrutturato dal comune di Chianciano. Attualmente quindi il Podere è utilizzabile come struttura ricettiva alberghiera (Rifugio Escursionistico) capace di ospitare fino a 24 persone.
All’interno della ex casa poderale ha anche sede il Centro Visite della Riserva Naturale di Pietraporciana. Lungo i sentieri della riserva è possibile ammirare diverse grotte naturali usate dai partigiani come nascondigli durante la resistenza. Tra queste spicca per importanza la grotta di “bruco” situata nella parte più alta della riserva e da cui è possibile scorgere un meraviglioso panorama sulle valli circostanti.
Riserva Naturale di Pietraporciana
La Riserva Naturale di Pietraporciana occupa la sommità, il versante settentrionale e parte del pendio meridionale dell'omonimo poggio (847 m), facente parte del crinale che, tra Chianciano Terme e Sarteano, separa la Val d'Orcia dalla Val di Chiana, raccordandosi più a sud con il Monte Cetona. Poco più a occidente, subito alla base di questi rilievi, si estendono le Crete della Val d'Orcia e la Riserva Naturale Lucciola Bella.
Nella Riserva cresce una inconsueta faggeta di bassa quota, che approfitta della frescura e dell'umidità dominanti nella parte alta del versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, ombreggiato dalle rupi calcaree che affiorano sulla vetta.
L'aspetto più interessante della vegetazione della Riserva è la faggeta che si sviluppa sul ripido versante settentrionale del Poggio di Pietraporciana, fra i 750 e gli 850 m di quota, dove l'esposizione a nord la posizione riparata dalle correnti calde mantengono un microclima fresco e umido. Si tratta di un bellissimo esempio di faggeta relitta, un residuo cioè dei più estesi boschi di faggio che, qualche migliaio di anni fa, popolavano quote molto minori delle attuali, in conseguenza dei mutamenti climatici legati alle glaciazioni.
Alberi secolari si abbarbicano sullo scosceso versante del Poggio, spesso ricoperti di muschio alla base del tronco. Sebbene il faggio sia la specie dominante, ad esso si accompagnano più o meno numerosi esemplari di cerro, carpino bianco, acero montano, acero opalo, carpino nero e ciavardello.
La fitta ombra proiettata dai faggi impedisce la crescita di un folto sottobosco, per cui gli arbusti sono piuttosto radi e tipici di ambienti freschi e umidi, con nocciolo, corniolo e berretta da prete.
La faggeta di Pietraporciana ospita, fra le altre, due specie arbustive particolarmente rare in tutta Italia. Oltre alla belladonna, un cespuglio con bacche blu velenose segnalato anche per la Riserva Naturale Pigelleto, cresce sotto ai faggi anche la fusaggine maggiore, un parente della più diffusa berretta da prete, da cui si distingue per il frutto suddiviso in cinque lobi piuttosto che in quattro. In provincia di Siena la fusaggine maggiore, specie tipica della zona mediterraneo-montana, oltre che nella Riserva Naturale Pietraporciana è presente solo nell'abetina del Vivo d'Orcia, presso il Monte Amiata.
Il sottobosco é ricco di specie erbacee dalla vistosa fioritura. Oltre ad anemoni, epatiche, bucaneve e primule la Riserva é una delle poche località della provincia in cui cresce il rarissimo giglio martagone, una liliacea divenuta rarissima a causa dell'intensa raccolta.
Gran parte delle piante erbacee che crescono nella faggeta hanno la caratteristica comune di approfittare dei primissimi mesi primaverili per portare a termine il loro ciclo riproduttivo, quando i faggi non hanno ancora le nuove foglie.
I primi a comparire, spesso già in febbraio, sono i candidi fiori del bucaneve.
Qualche tempo dopo, a partire da aprile, compaiono le numerose fioriture bianche dell'asperula. Ad esse si aggiunge il sigillo di Salomone, dal cui lungo fusto ricurvo pendono gruppi di fiori bianchi a forma di campana.
Infine, tra le ultime piante a fiorire nella faggeta, verso giugno, ci sono due specie divenute molto rare nei boschi italiani, quali il giglio rosso e il giglio martagone, due grandi e bellissime liliacee intensamente raccolte in passato ed oggi protette dalla legge. In particolare la presenza del giglio martagone a Pietraporciana è degna di nota, poiché questa specie, spiccatamente montana, è rarissima in provincia di Siena.
Le specie animali più rappresentative della Riserva sono legate alla faggeta e alla cerreta. Chi ne approfitta sono moltissimi animali, dai più piccoli invertebrati del suolo ai coleotteri del legno fino agli uccelli e ai mammiferi.
Il cervo volante è fra i coleotteri, probabilmente, quello maggiormente conosciuto e ammirato; si tratta infatti del più grosso coleottero d'Europa (lungo fino a 8 cm) ed i maschi di questa specie sono dotati di vistosissime mandibole simili ai palchi di un cervo, utilizzate nei combattimenti rituali per la conquista delle femmine.
Citiamo, per gli appassionati di entomologia, il recente rinvenimento di un bellissimo e raro coleottero cerambicide, la Rosalia Alpina, segnalato fino ad ora sull’arco alpino e poche altre zone montuose.
Nella Riserva vivono diverse specie di uccelli: il picchio rosso maggiore, il picchio verde e il picchio torcicollo. Lo sparviere, il biancone, il falco pecchiaiolo e il lodolaio, l’assiolo, il barbagianni, la poiana e altre specie di uccelli residenti o migratori.
Per la famiglia dei mammiferi troviamo: topo selvatico collo giallo, scoiattolo, istrice, volpe, faina, martora (piuttosto raro in italia), tasso, capriolo, daino e cinghiale.
Chiarentana
Del Castello di Chiarentana si hanno notizie almeno dal 1226. Comune indipendente nel XIV secolo sotto la Signoria dei Salimbeni, in questo periodo fu emanato uno Statuto autonomo in lingua volgare. Vari i passaggi fino al 1487 quando Girolamo Scotti donò il castello all'Ospedale della Scala di Siena che lo ha gestito insieme al Castelluccio e alla Foce per 3 secoli. Nel 1778 fu ceduto al nobile Dei che lo rivendette nel 1837 alla famiglia Mieli, dal 1924 è di proprietà della famiglia Origo. Dopo la II guerra mondiale sono stati fatti vari lavori di consolidamento e riparazione per portarlo all'attuale stato. Attualmente l'azienda agraria si estende per 480 ettari in Val d'Orcia. Tutti i terreni, escluso le crete, sono coltivati a cereali, olivi e prati la parte adiacente la casa, compreso l'oliveto, è a coltura biologica.