Domenica 3 aprile vi portiamo verso il mare, alla Feniglia nel comune di Orbetello, in una passeggiata che unisce la bellezza del luogo alla storia e all'archeologia.
La Feniglia è un tombolo (ovvero, un cordone di sabbia) che collega la collina di Ansedonia a oriente e il Monte Argentario a occidente.
Si sviluppa per circa 6 km di lunghezza per una superficie totale di 474 ettari.
La riserva è attraversata da una strada sterrata costruita tra il 1928 e il 1940, chiusa al traffico degli autoveicoli e dei motocicli, percorribile unicamente a piedi e in bicicletta; ulteriori strade la incrociano perpendicolarmente, a intervalli di circa 1 km.
Il reticolo formato da queste strade concorre a dividere la foresta in comparti, e consente ai visitatori di accedere al mare sulla spiaggia omonima.
In questo luogo nel 1610 il celeberrimo pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio, detto il Caravaggio, in fuga per problemi con la giustizia, si rifugiò tra i malsani acquitrini e i tomboli di cespugli della Feniglia e vi trovò la morte, sopravvenuta per stenti e febbri malariche.
La passeggiata parte dal parcheggio e percorre la strada pianeggiante nella pineta fino ad arrivare ad Ansedonia da dove inizia l'ascesa verso la città romana di Cosa dove potremo ammirare le rovine di un antico insediamento romano in cima a una collina, con un foro, un tempio e un museo dei reperti e da dove godremo della strepitosa vista sulla spiaggia della Feniglia come da foto introduttiva.
Al ritorno, dopo aver pranzato al sacco, l'anello proseguirà lungo la laguna per tornare al luogo di partenza.
Il percorso ha una lunghezza di 16,5 chilometri, l'ascesa è di soli 195 metri così come la discesa ma, a causa della lunghezza, è classificato E - Escursionistico.
È obbligatorio prenotarsi all'escursione collegandosi al seguente link: Prenota Percorso della settimana
Ci riserviamo di informarvi sulle prescrizioni anticovid se dovesse essere ancora prorogato lo stato di emergenza.
Saranno stipulate polizze temporanee per i non soci.
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare.
Il ritrovo è fissato alle 7:30 a Siena in Via Massetana Romana, davanti al negozio Tigotà (Coordinate 43°18'21.45"N / 11°19'26.98"E) e a Castelnuovo Berardenga in via delle Crete Senesi al parcheggio della casina dell'acqua alla scuola elementare, per partire insieme entro le ore 7:45. Ai luoghi di ritrovo saranno composti gli equipaggi secondo la disponibilità delle auto, e le spese da suddividere tra i componenti, per il viaggio andata e ritorno, sono indicate in 30,00 euro da Siena e 33,00 euro da Castelnuovo Berardenga.
Ci impiegheremo circa un'ora e trenta per raggiungere il parcheggio gratuito della Feniglia, Coordinate 42°24'52.32"N 11°12'44.78"E.
Abbiamo ormai imparato la procedura per il tesseramento Elettronico F.I.E. che dovrà essere fatto almeno entro il giovedì antecedente l'escursione in quanto non sarà più possibile tesserarsi al mattino prima della partenza.
Riportiamo i passaggi fondamentali:
1. accedere al sito del Gruppo Escursionisti Berardenga e cliccare su "Associarsi" (dal telefono cliccare sulle tre righe orizzontali in alto a sinistra)
2. accedere al “Form Tesseramento On Line”
3. riempire il form di iscrizione in ogni campo
4. effettuare il bonifico della quota sul conto corrente dell’associazione, che ha il seguente IBAN IT62Z0103071800000000522892, con causale "Tesseramento 2022 - Socio ...."
5. inviare la ricevuta del bonifico per posta elettronica all'indirizzo info.gebsiena@gmail.com con oggetto “Tesseramento 2022 – Socio ...”
Sarà nostra cura attivare la tessera F.I.E per l'escursione, dopo il riscontro del pagamento della quota tramite bonifico bancario.
Ai non tesserati, o ai tesserati in ritardo, attiveremo la consueta polizza temporanea, al costo di 5 euro.
Ad insindacabile giudizio del coordinatore l'escursione potrebbe essere annullata o subire modifiche per ciò che concerne il percorso o gli orari.
A presto Camminando.
Il Gruppo Comunicazione
195 m di dislivello
È obbligatorio prenotarsi entro sabato 2 aprile collegandosi al seguente link: Prenota Percorso della settimana
Ritrovo e costi
Ritrovo ore 7:30
- a Siena in Via Massetana Romana, davanti al negozio Tigotà (Coordinate 43°18'21.45"N / 11°19'26.98"E)
- a Castelnuovo Berardenga in via delle Crete Senesi al parcheggio della casina dell'acqua alla scuola elementare
partenza entro le ore 7:45.
Ci impiegheremo circa un'ora e trenta per raggiungere il parcheggio gratuito della Feniglia, Coordinate 42°24'52.32"N 11°12'44.78"E partenza dell'escursione 9:40
Rientro alle auto per le ore 17:30 circa
L’escursione è gratuita per i soci F.I.E., agli ospiti correttamente equipaggiati sarà attivata polizza temporanea al costo di 5,00 euro a persona.
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni e delle linee guida della FIE per la ripresa delle attività sociali (vedi documento)
Attrezzatura
scarponcini con suola ben scolpita, bastoncini secondo le proprie abitudini (comunque consigliati) ed è consigliato un cappellino parasoleRaccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc).
In questa escursione sarà presente il nostro Defibrillatore portatile
Notizie Storiche
BREVE CENNO SULLA STORIA DI COSA
Sorge su un promontorio roccioso collegato tramite la spiaggia delle Feniglia all’antica isola dell’Argentario.
La colonia di Cosa fu fondata nel 273 a.c. , esattamente 7 anni dopo la conquista della città etrusca di Vulci. Il nome deriva da quello più antico di Cusi o Cusia, con riferimento ad un piccolo centro etrusco posto nella zona.
La colonia romana fu dotata di imponenti mura (tipologia ciclopica), motivate dal fatto che i romani dopo la conquista del territorio, si trovarono all’interno di un’area ostile e non ancora definitivamente sottomessa, con lo scopo di difendersi non solo da terra ma anche dal mare. Infatti, le navi Cartaginesi rappresentavano per Roma un grave minaccia (la prima guerra punica iniziò nel 264 a.c.)
L’area urbana fu edificata in vari decenni, dando la precedenza alle opere di fortificazione e agli edifici pubblici. Il centro urbano si presentò fin da subito con un impianto costituito da una fitta griglia di strade che si incrociavano ad angolo retto, determinando lunghi isolati per le case dei coloni, sia aree più ampie destinate ad ospitare gli edifici pubblici.
Le aree più importanti della città sono due, l’acropoli con funzione sacrale e posta nel punto più alto della città, e il foro sede dell’attività politica della comunità. Nell’acropoli era posto il Capitolium, tempio dedicato alla triade Giove-Minerva – Giunone e simbolo della religione di Stato. In basso invece la piazza del foro, avevano sede le strutture dell’attività politica (il Comitium, la curia, la piazza stessa, un tempio dedicato alla Concordia) e altri edifici commerciali (basilica e atria).
Le case dei coloni invece erano standardizzate, poste longitudinalmente alle strade, con impianto modulare. Ciascuna casa, di proporzioni allungate, era divisa in due parti, abitazione e orto, potendo inoltre disporre di una cisterna per la raccolta delle acque.
Ai piedi della città, fu costruito il Portus Cosanus, dotato di grandi infrastrutture commerciali, per la conservazione delle merci. Per risolvere il problema dell’insabbiamento del porto fu costruito l’imponente Spacco della Regina, mettendo in comunicazione il retrostante lago di Burano con il mare.
Grandi mutazioni sociali, e soprattutto la guerra civile fra Mario e Silla, crearono per la città (circa l’80 a.c.) grande devastazione, ulteriormente aggravata dalla conquista della città (70 a.c. ) per opera dei pirati, che la saccheggiarono e la distrussero quasi completamente. Per un lungo periodo fu disabitata e nel tempo perse importanza. Nel 3° secolo d.c. risulta praticamente spopolata. Si cercò tramite un intervento statale di istituirvi un centro amministrativo, ma con scarsi risultati. Solo nel V vi fu installata una guarnigione militare che venne fortificata nel VI secolo.
Nel X secolo fu occupata da un insediamento fortificato, posto sull’altura della città, di proprietà della potente abbazia delle Tre Fontane.
Tra il XII e XIV scolo passò in proprietà agli Aldobrandeschi, della Repubblica di Orvieto e poi infine alla Repubblica di Siena, che la distrusse completamente nel 1329.
Gianni Panerati
CARAVAGGIO
Nella storia dell’arte esistono alcune figure di artisti “geniali” che imprimono una specie di accelerazione alla storia, poiché vengono introdotte innovazioni e raggiunte conquiste nella tecnica artistica e nella cultura del tempo. Tra questi abbiamo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, per il suo paese natio. L’intero corso della pittura occidentale ne rimane profondamente segnato.
La sua produzione inizia nell’ultimo decennio del Cinquecento a Roma, ai tempi del Manierismo, ma la sua pittura esce dalle convenzioni di questo stile per intraprendere un percorso nuovo, improntato sul naturalismo, sul realismo lombardo, sempre in connessione con lo studio dei maestri del passato. Nelle opere di Caravaggio si evidenzia un particolare rapporto tra la luce e le cose raffigurate, la loro struttura, la definizione del colore, il virtuosismo nella resa della materia e della trasparenza dei liquidi nelle brocche, l’immediatezza del momento rappresentato e la modernità nella scelta dell’inquadratura che si raggiungerà più tardi con la fotografia.
La sua affermazione creativa si scontra però con episodi censurabili dovuti al suo carattere rissoso ed attaccabrighe. A partire dal 1600 spesso mette a repentaglio la sua vita con fatti di violenza e di sangue, per cui viene imprigionato per diffamazione. Uscito dal carcere è coinvolto in una rissa ed uccide Ranuccio Tommassoni da Terni, si rifugia nei feudi amici dei Colonna e poi a Napoli. Di qui, per la sua profonda irrequietezza, si sposta a Malta e poi in Sicilia, lasciando anche in questi luoghi pregevoli capolavori. Quando si imbarcò per ritornare a Roma, in attesa di un condono delle sue colpe, morì solitario in preda della febbre sul litorale di Porto Ercole nel 1610.
Marta Parmggiani