L'escursione che proponiamo domenica 12 Settembre, per la ripresa della nostra attività dopo la breve pausa estiva, è un anello di 12 chilometri nella zona Nord del territorio Castelnovino.
Settembre ci ha visto fin dall'inizio coinvolti nella Festa del Luca Cava a San Gusmè e anche se quest'anno, a causa delle restrizioni anticovid, la festa viene fatta in versione ridotta, ci è piaciuto mantenere la tradizionale passeggiata che toccherà alcune tra le più belle emergenze delle colline chiantigiane.
Passeremo tra agriturismi e splendidi casali attraverso un territorio dolce ed aspro nello stesso tempo. Dolce perché il lavoro dell’uomo lo ha segnato profondamente quasi addomesticandolo, aspro perché in taluni punti il bosco morde e copre ancora il Galestro che non è stato lavorato.
Si tratta di un percorso ad anello di 12 km su strade bianche con partenza ed arrivo nel Borgo di San Gusmè a Castelnuovo Berardenga.
Un affascinante viaggio nella storia più recente, caratterizzata da mezzadria, tenute, casolari, piccole chiese e contadini, guerra e partigiani.
Il ritrovo è fissato per le ore 8:30 nell’ampio parcheggio all'ingresso di San Gusmè per partire alle ore 8:45, con rientro previsto per le ore 13:00
L'evento, a causa delle restrizioni imposte dalle normative anticovid, sarà a numero chiuso per un massimo di 30 partecipanti oltre agli accompagnatori (1 ogni 10 camminatori). Sarà possibile formare più gruppi nell'eventualità del superamento di tale limite.
Saranno stipulate polizze temporanee per i non soci.
Durante l'escursione la distanza interpersonale dovrà essere di almeno 2 metri; nelle situazioni che non permettono il mantenimento della distanza di sicurezza si dovrà indossare la mascherina.
Occorre prenotarsi obbligatoriamente entro Sabato 11 Settembre alle ore 14:00 collegandosi al seguente link: Prenota percorso della settimana
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare con allegato il modulo di autocertificazione da compilare e consegnare alla partenza.
Si avverte che per motivi di sicurezza, per le condizioni climatiche o per altri motivi, ad insindacabile giudizio del coordinatore tecnico, la passeggiata potrà essere annullata o subire variazioni per ciò che concerne il percorso e gli orari
A presto Camminando.
Il Gruppo Comunicazione
Dislivello complessivo +-410 m
È necessario prenotarsi all'escursione entro Sabato 11 Settembre alle ore 14:00 tramite il form: Prenota Percorso della settimana
Ritrovo
Il raduno è alle ore 8:30 a San Gusmè - Partenza dell'escursione ore 8:45 - Rientro alle auto per le ore 13:00 circa
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni e delle linee guida della FIE per la ripresa delle attività sociali (vedi documento)
Attrezzatura
Scarponi da trekking con suola scolpita, (alle persone con calzature non idonee sarà inibita la partecipazione in gruppo), bastoncini, Acqua in abbondanza (1 LT) e spuntino ricordando che non è consentita la condivisione di cibo o bevande
mascherina, soluzione/gel disinfettante, sacchetto per smaltimento DPI, Autodichiarazione CoViD19 già compilata
Raccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc).
In questa escursione sarà presente il nostro Defibrillatore portatile
Note
Villa Arceno
Fin dall’XI secolo si hanno tracce del villaggio di Arceno, che nel XVII secolo divenne proprietà della famiglia senese Grisaldi del Taja; nel 1833 la famiglia Piccolomini Clementini acquistò la tenuta e commissionò ad Agostino Fantastici la ristrutturazione della villa e successivamente la costruzione del grandioso parco.
Dell’antico insediamento troviamo menzione già dal 1056. Sono però assai scarne le notizie nei secoli che hanno preceduto la costruzione della villa, che comprende anche le scuderie, le cantine, i locali adibiti a fattoria e un vastissimo parco con al centro un lago artificiale. Attualmente non rimangono vestigia antiche dell’originario complesso, in quanto tutta la villa d’Arceno, come possiamo ammirarla oggi, sorse ex novo sul finire del XVIII secolo per volere del cavaliere Flaminio Del Taja.
Dopo la famiglia Del Taja, la proprietà passa ai Piccolomini Clementini, dai quali è stata dotata di un bellissimo giardino romantico progettato da Agostino Fantastici, riuscito esempio di giardino pittoresco all’inglese. Un tempo si potevano notare gli edifici del porticciolo, la casa delle barche posta al limite del lago, la grande voliera e il tempietto neoclassico con la statua di Pandora.
La villa ha pianta rettangolare, sviluppata su tre piani e conclusa da una copertura a padiglione al centro della quale si eleva la torre colombaia. I fronti nord e sud sono caratterizzati da un corpo centrale a tre arcate sovrapposte su tutti e tre i livelli. Quasi tutti gli elementi decorativi sono realizzati in stucco e creano un sapiente contrasto cromatico con le superfici a intonaco bianco.
Al piano nobile dell’edificio si trova un ampio salone sul quale aprono le porte delle varie stanze. L’ultimo piano, riservato alla servitù, è raggiungibile mediante una scala a chiocciola in pietra, che mette in comunicazione tutti i piani e termina con un lucernaio cilindrico. Sotto la villa si snoda un piano sotterraneo (il più antico) collegato ai fabbricati annessi dove sono ubicate le cantine.
L’intero complesso è stato oggetto di un intervento di restauro che ha permesso dopo molti anni di abbandono il recupero della sua funzione come centro amministrativo della vasta tenuta vinicola. Rimane tuttavia in stato di abbandono il giardino.
San Gusmè
Il toponimo San Gusmè deriva da Sancti Cosme, primo titolare della chiesa dei Santi Cosma e Damiano nel piviere di San Felice in Pincis, risalente all’età carolingia ed allora ubicata nel villaggio (poi castello) di Campi. La chiesa nell’867 apparteneva, insieme al villaggio di Campi, all’abbazia femminile della Berardenga, per donazione del conte Guinigi.
Nel 1167 il vicario di Toscana dell’imperatore Federico I diede in feudo San Gusmè a Ranieri Ricasoli. Ancora all’inizio del 1200, San Gusmè era aggregato alla comunità di Campi e alla metà del secolo era un modestissimo villaggio. Poi Campi decadde, mentre San Gusmè si sarebbe sviluppato come un importante centro di confine.
Nel 1370 gli abitanti decisero di fortificare il villaggio, che tuttavia nel 1403 venne occupato da fuoriusciti senesi. Riconsegnato alla Repubblica senese l’anno dopo, divenne una delle roccaforti principali della Repubblica.
L’11 settembre 1478 San Gusmè venne occupato dall’esercito napoletano di Alfonso d’Aragona, per poi tornare nel 1528 in possesso dei fuoriusciti senesi comandati da Giovanni Damiani. Durante l’ultima resistenza della Repubblica senese il castello fu assalito dalle truppe del Marignano, nel 1554. Sottoposta all’autorità medicea, San Gusmè mantenne tuttavia una marcata autonomia amministrativa.
Dominata dalla famiglia dei Del Taia per tutta l’età moderna, il 2 giugno 1777, in seguito alle riforme comunicative leopoldine, San Gusmè venne incorporato nel comune di Castelnuovo Berardenga.
Ancora oggi nella località, che ha conservato i caratteri dell’insediamento medievale, si possono individuare alcune parti delle mura originali. Restano inoltre le due porte originarie in pietra ad arco ribassato, poste una a Sud-Ovest e una a Nord-Est, mentre è di apertura recente quella vicino alla chiesa. A San Gusmè visse Pier Pettinaio da Campi, ricordato da Dante nel XIII canto del Purgatorio; vi ebbe inoltre i natali nel 1556 Pietro di Giulio Sorri, pittore discepolo di Arcangelo Salimbeni e di Domenico da Passignano.
Luca Cava
Si narra che nel lontano 1888 tale Giovanni Bonechi, che si dilettava di scultura, realizzò una statuina di una persona intenta nelle sue "quotidiane funzioni" e la pose all'ingresso del proprio campo, per invitare i viandanti ad espletarvi i propri bisogni, così da mantenere pulite le vie del borgo e concimare gratuitamente il terreno. LA statua fu fatta scomparire dagli abitanti del paese, intorno ai primi anni '40, stanchi delle prese in giro da parte degli abitanti dei paesi vicini.
Conosciuta la storia, agli inizi degli anni Settanta Silvio Gigli volle convincere la comunità di San Gusmè a ricostruire la statuina di Luca e a dedicarle la festa che si svolge anche in questi anni. La statua fu costruita da Marcello Neri, su disegno di Emilio Giannelli. Silvio Gigli ideò la targa, posta accanto al ritratto, che così recita: Re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sua quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi. Il Luca è diventato quindi un personaggio di graffiante umorismo, perfettamente adeguato allo spirito della festa che si svolge in suo onore. Attualmente la festa, che come in origine si tiene a Settembre, si caratterizza per diverse attività: il mercato di prodotti locali, le esposizioni con artisti locali e stranieri, gli spettacoli, la rievocazione medievale con la presenza di sbandieratori e tamburini, la messa in scena di eventi e pratiche del mondo contadino. Durante la festa del Luca si corre inoltre il Palio delle Botti, competizione che richiama il celebre Bravìo di Montepulciano e ne riprende la struttura. La competizione vede impegnate coppie di atleti che spingono una botte di legno, del peso di circa 80 chili, per le vie del paese, evento che necessita di una notevole preparazione atletica, che dura tutto l’anno.
L’Eccidio di Palazzaccio
L’eccidio di Palazzaccio, avvenuto nell’omonimo podere della fattoria di Arceno, è ricordato come l’unico massacro collettivo di civili italiani da parte di soldati tedeschi in provincia di Siena. Si tratta di un episodio la cui ricostruzione è rimasta per anni controversa.
A nord della zona di San Gusmè, in località Campi, i tedeschi avevano imbastito una linea di arresto, che arrivava fino al castello di Brolio. Il 4 luglio, il giorno dopo la liberazione di Siena da parte dei soldati francesi, alcune famiglie erano sfollate a Palazzaccio, a causa dei rastrellamenti tedeschi.
L’eccidio sarebbe stato originato da un attacco compiuto da alcuni partigiani del Gruppo comandato dal tenente Uliano Grilli, ai danni di due soldati tedeschi da un giorno nel podere Fornaci, in territorio aretino. Rientrati al comando delle Fornaci, i due militari dettero l’allarme e subito alcuni colpi di mortaio vennero indirizzati sui poderi Pancole, Casalone e Palazzaccio. Intanto gli uomini presenti al Palazzaccio, sentendosi in pericolo, fuggirono nei boschi. Accerchiata la casa colonica, i militari fecero uscire tutti i presenti e il comandante iniziò a sparare con la propria pistola. Otto persone, tra cui tre bambini, morirono sul posto; un uomo, riuscito a fuggire nel bosco, venne intercettato ed ucciso dai tedeschi che stavano rientrando al podere Fornaci. Tutti gli altri riuscirono a salvarsi fuggendo nei campi. Dei presenti al podere, sopravvissero quattro persone: tre bambini e una nonna. Nessuna inchiesta venne aperta sull’eccidio.
Dal 1964, ogni anno, la domenica più vicina al 4 luglio il Comune di Castelnuovo rievoca l’eccidio con una messa di suffragio e una cerimonia di commemorazione che si svolge nel luogo dove è stata compiuta la strage, e dove sono stati sistemati una lapide e alcuni piccoli monumenti in tempi diversi.