Domenica 16 Maggio la nostra meta è un magnifico castello fortificato della Val di Chiana aretina, nei pressi di Monte San Savino, il Castello di Gargonza.
Di origini antichissime, questo luogo è stato teatro di lotte e rivendicazioni che hanno coinvolto anche il nostro caro Dante, che era un fervente sostenitore della fazione Guelfa in perpetua lotta con la fazione Ghibellina.
Noi però andremo in pace godendoci il bel cammino e questo luogo magico allietati da un panorama mozzafiato. La vista delle sue mura, oltre che allietarci per la sua bellezza, ci parlerà di storia, di vittorie e sconfitte, di violenza e sete di controllo di un punto strategico per le città limitrofe.
Sarà davvero un'emozione calpestare le stesse pietre, gli stessi sentieri dei tanti, famosi e non, che ci hanno preceduto in questo splendido cammino che è la vita.
Il percorso ad anello avrà una lunghezza di circa 10 km con un dislivello di 317 m.
Il raduno è fissato per le ore 8.00 a Colonna del Grillo, da dove con le auto partiremo tutti insieme alle 8.15 verso il Castello di Gargonza che dista circa 15 chilometri. Alle ore 9.00 inizieremo l'escursione procedendo in direzione del Borgo di Verniana per poi tornare verso Gargonza. Il rientro alle auto è previsto entro le ore 12.30 - 12.45.
Si forniscono di seguito dei contatti per eventuali prenotazioni personali in zona per colazioni o pranzo non convenzionati e non tramite GEB:
Castello di Gargonza 0575 847021
Ristorante il Cacciatore (bivio del Calcione distanza circa 2 km) 0575 847020 847055
Ristorante Bar La Scuderia (Palazzuolo) 0575 847014
Ricordiamo brevemente quelle che sono le prescrizioni dettate dalle Linee Guida FIE per il contenimento del contagio da Covid19 che purtroppo non ci lascia ancora tranquilli: l'evento sarà a numero chiuso per un massimo di 15 partecipanti oltre agli accompagnatori (1 ogni 5 camminatori). I soci del Gruppo Escursionisti Berardenga avranno la priorità e la partecipazione ai soci degli altri gruppi FIE sarà consentita solo in caso di posti disponibili.
Durante l'escursione la distanza interpersonale dovrà essere di almeno 2 metri e nelle situazioni che non permettono il mantenimento della distanza di sicurezza si dovrà indossare la mascherina.
Occorre prenotarsi obbligatoriamente entro sabato 15 Maggio alle ore 14:00 collegandosi al seguente link: Prenota percorso della settimana
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare con allegato il modulo di autocertificazione da compilare e consegnare alla partenza.
A presto Camminando.
Il Gruppo Comunicazione
Dislivello 317 m
E' necessario prenotarsi all'escursione entro Sabato 15 Maggio alle ore 14:00 tramite il form: Prenota Percorso della settimana
Ritrovo
Il raduno è fissato per le ore 8.00 a Colonna del Grillo, da dove con le auto partiremo tutti insieme alle 8.15 verso il Castello di Gargonza che dista circa 15 chilometri.
Il rientro alle auto è previsto entro le ore 12.30 - 12.45
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni e delle linee guida della FIE per la ripresa delle attività sociali (vedi documento)
Attrezzatura
Scarponi da trekking con suola scolpita, (alle persone con calzature non idonee sarà inibita la partecipazione in gruppo)
Acqua in abbondanza (1,5 LT) e spuntino ricordando che non è consentita la condivisione di cibo o bevande
mascherina, soluzione/gel disinfettante, sacchetto per smaltimento DPI, Autodichiarazione CoViD19 già compilata
Raccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc).
In questa escursione sarà presente il nostro Defibrillatore portatile
Gargonza, il borgo antico dei Guelfi e Ghibellini mt. 543
Il suo nome pare che derivi da un nome Etrusco di persona, (Carcusa?), latinizzato in Gargossa, così il Pieri nella sua opera "Toponomastica della Valle dell'Arno".
Le prime notizie del Borgo Castellano di Gargonza, di origine medievale, sono del 1150, quando viene citato un castello fortificato sulla strada che da Arezzo porta a Siena.
Per la sua posizione strategica, il borgo fortificato di Gargonza fu a lungo al centro di conflitti tra guelfi e ghibellini.
Fu uno dei castelli che fece parte del sistema difensivo impenetrabile del territorio, insieme ai castelli di Civitella, Palazzuolo, Oliveto e Turi, meglio conosciuto con il nome di “TERRA UBERDENGA” importante feudo degli Ubertini, Famiglia di origine longobarda che nel 1280 furono cacciati da Firenze.
Nel 1281, il primo nucleo di Gargonza, su questo appartato colle appenninico prospiciente la Val di Chiana, fu conquistata dagli Aretini, uniti ai fuoriusciti Ghibelllini di Siena sotto il comando del vescovo di Arezzo Guglielmino, degno rappresentante del fronte ghibellino, che, dopo pochi anni, nella battaglia di Campaldino (11 Giugno 1289), con la presenza di Dante Alighieri e Cecco Angiolieri, fu sconfitto e ucciso dai Guelfi con prevalente presenza fiorentina.
Fra il 1302 e il 1304 a Gargonza si consuma l’ansia di riscatto politico-militare di Dante Alighieri, esule e condannato a morte, tutta inscritta nel suo primo disegno ideologico antibonifaciano per rientrare a Firenze, dove frattanto Carlo di Valois agiva pesantemente negli interessi del Caetani e dei Neri fiorentini.
Nel borgo fortificato di Gargonza si riunirono dunque in assemblea permanente i fuoriusciti guelfi, con tutto lo stato maggiore dei Bianchi, Vieri de’ Cerchi, Lapo degli Uberti e altri esponenti della consorteria degli Ubertini, in un’ibrida alleanza coi ghibellini aretini e quelli banditi da Firenze molto tempo prima, che tuttavia garantivano assoluta lealtà e sostegno.
In quell’ambiguità di un “accozzamento” opportunistico ci si spinse fino a “fare i conti avanti all’oste”, cioè a far piani un po’ avventati sulla conduzione di una guerra ancora tutta da intraprendere, e che si sarebbe rivelata lunga e rovinosa.
Nel variegato quartier generale di Gargonza furono perfino preordinate «le modalità di resa dei Neri dopo una sconfitta data per certa, e infine un’eventuale riconciliazione, una volta ristabilito il circuito delle libertà democratiche in città»
Nonostante i primi successi nel recupero dei castelli di Piantravigne, Serravalle, Gaville e Ganghereto, i Neri riescono a recuperare alacremente terreno non solo grazie al voltafaccia di Carlino de’ Pazzi, che si vendette per una corruzione di 400 fiorini d’oro al neo-podestà fiorentino Gherardino da Gambara, ma anche per i timori in diversi municipi di un possibile rientro a Firenze dei vecchi ghibellini, oltre al sostanziale attendismo di quella strana intesa gargonziana, circostanze che permisero ai Neri di impadronirsi e occupare, già nel giugno del 1304, di tutte le cariche pubbliche fiorentine.
Forti delle vittorie riportate, le armate fiorentine capitanate dal podestà Ferratino dei Malatesti nel 1307 attaccarono nuovamente il castello di Gargonza, ma gli assediati sarebbero caduti ma grazie al Cardinale Napoleone Orsini, legato pontificio e capo della guerra contro Firenze, con uno stratagemma evitò la capitolazione solo grazie alla diffusione della notizia, falsa, dell’arrivo improvviso, da Roma verso Firenze, dell'esercito, riuscirono ad evitare la capitolazione facendo in modo che le milizie fiorentine abbandonassero l'assedio.
E rimase ancora nella situazione di sostanziale legame con Arezzo fino al 1381, il castellano Giovanni del fu Azzone degli Ubertini, anche a nome della conserteria vendette Gargonza, il suo distretto e il vicino castello di Palazzolo alla Repubblica di Siena per 4000 fiorini d'oro.
Finì così, nella liquidazione monetaria, come succedeva anche ai conti Guidi per altri loro castelli casentinesi e pistoiesi, il dominio di un’antica famiglia feudataria su uno dei castelli più importanti della Val di Chiana.
Quattro anni più tardi, nel 1385, i Fiorentini, abilissimi nelle transazioni finanziarie per l’acquisto dei fondi toscani, si annetterono Gargonza definitivamente, che rimase d’ora in avanti legata alla città del Giglio.
Per circa mezzo secolo, la nuova situazione politica a Gargonza permise un considerevole sviluppo economico e un cospicuo inurbamento del borgo, finché la popolazione, forse troppo incline a simpatie senesi, insorse nel 1433 contro l’insoddisfacente conduzione fiorentina del feudo.
L’intervento militare di Firenze fu durissimo fino al punto di distruggere quasi del tutto il castello, radendolo al suolo in gran parte delle abitazioni e delle mura, per non lasciare in piedi altro che il cassero e la torre merlata.
Nel XV secolo Gargonza è una comunità che sfrutta i boschi e produce la lana, secondo uno statuto datato 1440.
Nel 1546, in pieno periodo signorile, dalla Signoria di Firenze i ruderi di Gargonza, insieme al suo edificio rimasto ed il suo distretto, è acquistata dal Marchese Giovanni Lotteringhi della Stufa, un ceppo gentilizio di provenienza germanica (Lotharingen) inurbatosi a Firenze nell’XI secolo, denominato così perché “proprietario” della stufa della chiesa di San Lorenzo a Firenze, di fronte alla quale si apre appunto via della Stufa e il bel palazzo bugnato omonimo con un censuo annuo di £ 2 da pagarsi alla comunità di Monte San Savino.
Nel 1727 i Lotteringhi la venderono ai concittadini Corsi, altro ricco casato fiorentino che nel frattempo a Napoli aveva acquistato il titolo di marchesi, predecessori degli attuali proprietari Guicciardini-Corsi-Salviati, che lo trasformarono in tenuta agricola.
Nel XVIII° secolo la politica granducale di bonifica della Val di Chiana si estende anche alle zone collinari della fattoria, ed è interessante osservare come il suo attuale territorio mantiene, con le sue case sparse intorno al Borgo, l'impronta di questo importante intervento di bonifica.
Nonostante i Corsi dessero impulso alla trasformazione di Gargonza in una florida proprietà fondiaria, del tutto in linea con la caratteristica politica di bonifica e sviluppo agricolo del dispotismo illuminato granducale toscano, non fu evitato al castello una sostanziale decadenza e perifericità urbana.
La torre venne in parte modificata e rialzata nel 1836; venne rifatto anche in coronamento con piombatoi e merli.
Ma il periodo agricolo del Castello di Gargonza finì dopo la seconda Guerra Mondiale quando la Riforma Agraria pose fine della mezzadria.
Nella prima metà del XIX secolo il borgo ospitava oltre 500 persone.
Ma il periodo agricolo del Castello di Gargonza finì dopo la seconda Guerra Mondiale quando la Riforma Agraria con i Patti agrari del 1950 e la fine del sistema mezzadrile in Toscana, causando l'esodo generale dal paese, Gargonza entra ulteriormente in stallo rimanendo pressoché disabitata ed in rovina.
Negli anni Settanta il Conte Roberto Guicciardini Corsi Salviati intraprese un lavoro di restauro conservativo, di recupero e trasformazione, con il desiderio di non vederla morire, al fine di mantenere i valori architettonici di antico borgo medievale in modo genuino recuperando gli annessi agricoli e trasformandolo in un borgo-residence costituito da appartamenti, bed and breakfast e strutture turistiche dotate di ogni comfort di medio ed alto livello, collegato altresì in circuito a marchi storico-turistici di livello anche europeo con sale meeting e sale per concerti ed eventi.
Il tutto contornato, per giunta, da uno scenario “medievale” immerso nel verde sempiterno dei cipressi, degli olivi, dei lecci e del bussolo e costituito fra l’altro dai resti delle mura, dal bel portale d’ingresso, dal cassero, nonché dalla torre merlata che domina la pianta ogivale del borgo di Gargonza.
“Trasformare per conservare” fu l’animo che condusse il restauro in questi anni per rispondere ad un turismo sia individuale che congressuale.
Si è trattato di un recupero che ha privilegiato la conservazione delle strutture lasciando intatto quel valore aggiunto di genuinità custodito nelle case di Gargonza.
Il Castelletto di Gargonza, ora restaurato e trasformato in Residence di lusso, è situato nel comune di Monte San Savino, posto sopra un rialzo di poggio alle falde orientali del monte di Palazzolo.
Immerso nel bosco, con una vista mozzafiato sulla valle, in posizione strategica tra Arezzo e Siena,
Oggi è una delle opere fortificate 'non-colte' meglio conservate del territorio aretino.
Il silenzio avvolge l’atmosfera di pace, i cipressi sembrano allungarsi verso il cielo e le antiche pietre riportano alla mente il passato.
Tutto è tranquillo, serafico, proprio qui dove si svolsero lotte, dispute e congiure nel Medioevo.
Il Castello di Gargonza, con il suo piccolo Borgo agricolo fortificato toscano a forma ovoidale circondato da mura, composto da una ventina di case in pietra, affacciate sui suoi stretti vicoli con le facciate delle case a fare da muraglia, ci si aspetta che faccia capolino Dante Alighieri, o almeno il suo fantasma, con possibilità di poter passeggiare tra di esse su una prominente formazione rocciosa, con, a difesa dell’ingresso, una porta duecentesca con accanto la sua torre merlata a pianta rettangolare, che permette di accedere alla piazza principale, nei pressi della quale, oltre il pozzo, sorge la chiesa romanica del XIII° secolo con campanile a vela e bifora dei Santi Tiburzio e Susanna (restaurata nel 1928 da Giuseppe Castellucci).