Le nostre attività ripartono ufficialmente il 13 Gennaio 2019, con una escursione studiata per iniziare gradualmente l'anno escursionistico e senza allontanarsi troppo dallo spirito godereccio delle feste.
Faremo un percorso relativamente, semplice lungo la Via Francigena, con qualche piccola deviazione per fare un guado e incrociare i soffioni e le putizze sulfuree "dei bollori" che probabilmente hanno contribuito ai racconti sul drago di San Gimignano...e il "Sangue di drago ed Olio di scorpioni" citato da qualche speziale locale. (Cartina in allegato)
La parte godereccia ci aspetterà a fine escursione, presso la Fattoria Le vacche, che ha esteso la propria fama nelle lande Alsaziane,grazie agli amici del Club Vosgien i quali per ben due volte hanno fatto onore e decantato lo straordinario arrosto toscano di Fernando e il suo ottimo vino.
Ricordo che nel 2019, con l'avvio del tesseramento Elettronico F.I.E. non sarà più possibile tesserarsi al mattino, ma sarà necessario farlo entro il giovedì antecedente l'escursione, compilando il form Tesseramento on line 2019 sarà nostra cura attivare la tessera F.I.E per l'escursione, dopo il riscontro del pagamento della quota tramite bonifico bancario.
Ai non tesserati, o ai tesserati in ritardo, attiveremo la consueta polizza temporanea, al costo di 5 euro.
"A presto camminando".
+150 mt e -215mt di dislivello
E' necessario tesserarsi entro il giovedì antecedente l'escursione tramite il form: Tesseramento on line 2019 ai non possessori di tessera in corso di validità antecedente la data escursione sarà attivata polizza giornaliera al costo di 5 euro.
E' necessario prenotarsi all'escursione tramite il form: Prenota Percorso della Settimana
Ritrovo e Costi
L'escursione è gratuita per i soci FIE (Tessere con data emissione antecedente l'escursione) agli ospiti sarà attivata polizza giornaliera al costo di 5 euro.
Il toponimo di partenza è sulla Strada dei Luiani vicino Gambassi Terme, coordinate N 43° 30.531' E 11° 00.859' , per i tecnologici questo il
Link Google Maps , tuttavia, essendo il parcheggio limitato, sono organizzati seguenti punti di Car Sharing:
Ritrovo 7.15 partenza ore 7.30 - Casina dell'acqua Castelnuovo Berardenga
Ritrovo 7.45 partenza ore 8.00 - Parcheggio impianti sportivi Acquacalda - Siena
Da siena muoveremo verso Certaldo, dove alla prima rotonda c'è il "rendez vous" con le altre associazioni coinvolte, il rimborso spese per l'autista è di 30 euro, da dividersi tra l'equipaggio.
Si potrà pranzare a 25 euro a persona con il seguente menù fisso:
Antipasto Misto toscano con salumi locali,pecorino senese e bruschette.
Primo: Pici al ragù casalingo
Secondo: Arrosto misto con salsicce rosticciane e pollo con contorni di patate arrosto e insalatina.
Dolce: crostata e cantucci
Vino Chianti e Vernaccia, acqua e caffè
Coordinatore tecnico
A.E. Roberto Rosi +39 335 7040031 e A.E.N. Angelo M.Latorre +39 335 8710598 , i quali comunicheranno sul posto la squadra di accompagnamento
Attrezzatura obbligatoria
Asciugamano e calsini di ricambio (guadi)
Scarponi da trekking
Kit per la pioggia
Spuntino energetico
Acqua in abbondanza (1 LT)
Ai partecipanti con scarpe non ritenute adatte, sarà inibita la partecipazione in gruppo.
Raccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc)
In questa escursione sarà presente il nostro defibrillatore portatile.
Questa breve escursione segue in parte il percorso “ufficiale” della cosiddetta via Francigena, La prima riflessione che si pone è: ma cosa è la via Francigena?
Cominciamo a dire cosa NON è: non è una via assimilabile alle vie consolari Romane (Cassia, Aurelia, Emilia, Appia..), cioè mentre esiste (modificata nei secoli) una via Cassia (per esempio) NON esiste una via Francigena “fisica”. A tale proposito, si trascrive (con il permesso dell’editore) la descrizione di Alberto Conte (tratto dal sito ufficiale della via Francigena https://www.viefrancigene.org/it/storia-leggi-tutto/):
Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, i Longobardi contendevano il territorio italiano ai Bizantini. L’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerariosino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca. Da qui, per non avvicinarsi troppo alle zone in mano bizantina, il percorso proseguiva per la Valle dell’Elsa per arrivare a Siena, e quindi attraverso le valli d 'Arbia e d’Orcia, raggiungere la Val di Paglia e il territorio laziale, dove il tracciato si immetteva nell’antica Via Cassia che conduceva a Roma. Il percorso, che prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa, Mons Langobardorum, non era una vera e propria strada nel senso romano né tanto meno nel senso moderno del termine. Infatti, dopo la caduta dell'impero, le antiche tratte consolari caddero in disuso, e tranne pochi fortunati casi finirono in rovina, “rupte”, tant’è che risale a quell’epoca l’uso della parola "rotta"per definire la direzione da prendere.
I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi. Più che di strade si trattava, quindi, di “aree di strada”, il cui percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei confini dei territori attraversati e la conseguente richiesta di gabelle, per la presenza di briganti. Il fondo veniva lastricato solo in corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati, mentre nei tratti di collegamento prevaleva la terra battuta.
Appare, quindi, chiaro che la ricostruzione del “vero” tracciato della Via Francigena sarebbe oggi un’impresa impossibile, poiché questo non è mai esistito: ha invece senso ritrovare le principali mansioni e i principali luoghi toccati dai viandanti lungo la Via.
Nasce la Via Francigena
Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi. In quel periodo crebbe anche il traffico lungo la Via che si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.
Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio asunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.
Le fonti itinerarie
È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.
L’uso crescente della Francigena come via di commercio portò a un eccezionalesviluppo di molti centri lungo il percorso.
La Via divenne strategica per trasportare verso i mercati del nord Europa le merci provenienti dall’oriente (seta, spezie) e scambiarli, in genere nelle fiere della Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante. Nel XIII secolo i traffici commerciali crebbero a tal punto che si svilupparono numerosi tracciati alternativi alla Via Francigena che, quindi, perse la sua caratteristica di unicità e si frazionò in numerosi itinerari di collegamento tra il nord e Roma.
Tanto che il nome cambiò in Romea, non essendo più unica l’origine, ma la destinazione. Inoltre la crescente importanza di Firenze e dei centri della Valle dell’Arno spostò a Oriente i percorsi, fino a quando la direttrice Bologna-Firenze relegò il Passo della Cisa a una funzione puramente locale, decretando la fine dell’antico percorso.
Questa breve, chiarissima riflessione, evidenzia alcuni punti fondamentali:
la via Francigena è una direttrice che sfrutta la viabilità disponibile (vecchie strade romane, più o meno dirute, strade sterrate, mulattiere, sentieri), frequentata da mercanti, viaggiatori, ed anche pellegrini: tutti sfruttavano la viabilità esistente, con varianti determinate da variabili contingenti (condizioni meteo stagionali, alluvioni, frane, piene di fiumi, eventuali focolai di malattie varie, presenza di signorotti locali che taglieggiavano i viandanti…..)
l’attuale tracciato “ufficiale” è una ricerca/ricostruzione “filologica” delle tappe nelle “mansiones” (=ricoveri, ostelli) che si basa sul diario di RITORNO di Sigerico da Roma a Canterbury, ma la stessa direttrice era certamente un “fascio” di strade, fra le quali il mercante/pellegrino/viaggiatore (oggi diremmo l’utente) sceglieva al momento la meno rischiosa fra alcuni “caposaldi” imprescindibili lungo il percorso (pensiamo a Lucca, Altopascio, Siena, i paesi della direttrice dell’attuale Cassia a sud di Siena).
Il tratto che percorreremo è un percorso di crinale, lungo la direttrice Altopascio Fucecchio San Miniato Gambassi San Gimignano, Cole Val d’Elsa Monteriggioni Siena, parallelo ad un probabile percorso di fondovalle Fucecchio Castelfiorentino Certaldo Poggibonsi Monteriggioni.
Si tratta di un itinerario molto panoramico, con lo sguardo che spazia fino all’Appennino a NORD E Nord Ovest, avendo di fronte il profilo inconfondibile di San Gimignano verso SUD. Dopo una lunga discesa, in località Santa Teresa, di lascia òa via Francigena per una variante verso le sorgenti sulfuree dei Bollori”,area di putizze sulfuree (fig
Il fondovalle del Torrente Casciani è caratterizzato da emissioni di gas, associati a risalite di acque termali, che raggiungono la massima concentrazione in corrispondenza della sorgente ipotermale Bollori (23° C).
Le acque della sorgente sono classificabili come solfato-alcalino terrose, con prevalenza di solfato di calcio determinato dal dilavamento di rocce evaporitiche profonde. Si tratta di una polla di acqua torbida per la presenza di argilla, circondata da depositi a ossidi metallici e zolfo allo stato colloidale dovuti all'ossidazione in superficie dell'acido solfidrico (in forma gassosa) presente nell'acqua.
Le emanazioni gassose associate alla sorgente, oltre all'acido solfidrico contengono anche percentuali considerevoli di anidride carbonica e gas minori.
Vicino alla sorgente si rileva un vecchio pozzo esplorativo per la ricerca e la captazione del gas anidride carbonica. Dal suddetto pozzo fuoriescono a tutt'oggi evidenti emanazioni gassose intermittenti associate ad acque tiepide .