Domenica 7 Novembre ci sposteremo nel comune di Reggello in provincia di Firenze nel cuore del Valdarno fiorentino, per un anello di 13,5 chilometri intorno al parco e al Castello di Sammezzano. Anche se non sarà possibile accedere alle stanze del Castello potremmo ammirare lo splendido parco che circonda il Castello, rinomato per il più vasto numero di sequoie secolari presenti in Italia.
È necessario mantenere ancora molto alta l'attenzione al contenimento dei contagi perché Il virus è sempre presente per questo vogliamo ricordare brevemente quelle che sono le prescrizioni dettate dalle Linee Guida FIE per la prevenzione della diffusione del virus Covid-19 che consentono di svolgere l'attività in sicurezza: l'evento sarà a numero chiuso per un massimo di 30 partecipanti oltre agli accompagnatori (1 ogni 10 camminatori). Sarà possibile formare più gruppi nell'eventualità del superamento di tale limite.
Saranno stipulate polizze temporanee per i non soci.
Durante l'escursione la distanza interpersonale dovrà essere di almeno 2 metri e nelle situazioni che non permettono il mantenimento della distanza di sicurezza si dovrà indossare la mascherina.
Occorre prenotarsi obbligatoriamente entro Sabato 6 Novembre alle ore 14:00 collegandosi al seguente link: Prenota Percorso della settimana.
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare con allegato il modulo di autocertificazione da compilare e consegnare alla partenza.
Il raduno è alle ore ore 9.00 parcheggio Outlet The Mall (10 min di auto dopo l’uscita Casello Incisa-Reggello) - Coordinate: 43.702412, 11.465377
Partenza dalla Pieve di Santa Agata in Arfoli dove ci recheremo dopo aver lasciato un'auto necessaria per il rientro degli autisti
Rientro alle macchine previsto per le ore 15 30
Per chi parte da Castelnuovo il luogo di ritrovo è in via delle Crete Senesi al parcheggio della casina dell'acqua alle ore 7:30, per comporre gli equipaggi e partire alla volta di Reggello, passando dalla Colonna del Grillo, Bucine, prendere l'A1 ed uscire ad Incisa-Reggello. Un tragitto di circa 60 chilometri che impiegherà poco più di un'ora di viaggio.
Proviamo di nuovo a prevedere la condivisione delle auto, infatti nel form di prenotazione troverete la possibilità di mettere a disposizione l'auto o di chiedere un passaggio. Il costo del viaggio andata e ritorno da Castelnuovo è calcolato in circa 20,00 euro da suddividere tra i componenti l'equipaggio.
Ad insindacabile giudizio dei coordinatori l'escursione potrebbe essere annullata o subire modifiche per ciò che concerne il percorso o gli orari.
A presto Camminando.
Il Gruppo Comunicazione
Dislivello :
in salita 300 m
in discesa 500 m
È necessario prenotarsi all'escursione entro Sabato 6 Novembre alle ore 14:00 tramite il form: Prenota Percorso della settimana
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare con allegato il modulo di autocertificazione da compilare e consegnare alla partenza.
Ritrovo
Il raduno è alle ore ore 9.00 parcheggio Outlet The Mall (10 min di auto dopo l’uscita Casello Incisa-Reggello) - Coordinate: 43.702412, 11.465377
Rientro alle macchine previsto per le ore 15 30
Per chi parte da Castelnuovo il luogo di ritrovo è in via delle Crete Senesi al parcheggio della casina dell'acqua alle ore 7:30
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni e delle linee guida della FIE per la ripresa delle attività sociali (vedi documento)
Cani ammessi al guinzaglio
Attrezzatura
Scarponi da trekking con suola scolpita, (alle persone con calzature non idonee sarà inibita la partecipazione in gruppo), bastoncini, Acqua in abbondanza (2 LT), spuntino e pranzo al sacco ricordando che non è consentita la condivisione di cibo o bevande
mascherina, soluzione/gel disinfettante, sacchetto per smaltimento DPI, Autodichiarazione CoViD19 già compilata
Raccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc).
In questa escursione sarà presente il nostro Defibrillatore portatile
Note storiche
IL CASTELLO
Il Castello, avente un'estensione di 5.400 mq circa e fenomenale esempio di stile moresco, è il risultato di una ristrutturazione di un edificio preesistente risalente all'inizio del 1600 effettuata da Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, politico, architetto, ingegnere, botanico che tra il 1853 e il 1889. La ristrutturazione, eseguita usando esclusivamente maestranze locali (la fornace per le maioliche di ceramica era sistemata nel parco attorno al palazzo), ha dato al castello l’aspetto eclettico e orientaleggiante che si può apprezzare tutt’oggi,
Varie vicissitudini anche di carattere giudiziario in corso tutt'ora, hanno precluso l'accesso e la visita al Castello; difatti i meravigliosi interni, caratterizzati sopratutto dalla grande varietà dei colori dei mosaici in ceramica e dalla cura dei dettagli, non sono visitabili ed il Castello purtroppo versa in progressivo stato di abbandono.
Il Ministero della Pubblica Istruzione con DM del 2° settembre 1972, dichiara ai sensi della Legge n. 1089 del 1939 il Castello e l’area del Parco Storico di Sammezzano di interesse artistico e storico e viene quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela conseguenti.
Il Castello è stato inserito nella lista dei 12 luoghi culturali più in pericolo d’Europa ed al primo posto nel censimento promosso dal Fondo per l'Ambiente Italiano “I Luoghi del Cuore 2016”.
È stato spesso scelto dai registi come location per i loro film, come ad esempio Matteo Garrone che ha girato delle scene all'interno di alcune sale per il suo “Racconto dei Racconti”, film ad episodi vincitore di 7 David di Donatello.
A circa un km e mezzo dal castello sorge il Sepolcreto di Fernando Panciatichi posto all'interno del piccolo cimitero di Sociana.
IL PARCO
Il parco storico che circonda il Castello ha un’estensione di circa 65 ettari, ed è uno dei più vasti di tutta la Toscana. Si trova nel comune di Reggello (FI) nel cuore del Valdarno fiorentino, circondato dalla Riserva Naturale di Vallombrosa, la Foresta di San Antonio e l’area protetta delle Balze.
Il parco è rinomato sopratutto per il più vasto numero di sequoie secolari presenti in Italia. Esse vennero impiantate dallo stesso Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona a partire dal 1864 (proprio nel 1864 acquistò la prima sequoia al prezzo di ben 224 lire!). Ad oggi alcune di queste superano i 35 metri d’altezza ed i 5 metri circa di circonferenza; la sequoia gemella, che è la più grande del parco e forse la seconda più alta d'Italia, arriva quasi a 8 metri e mezzo di circonferenza e, nonostante sia stata colpita nel corso degli anni da un fulmine, continua a crescere. Le sequoie non sono però l'unica attrattiva del Parco, perchè qui vegetano anche altre specie arboree, prima di tutte la quercia di leccio che, grazie al clima ideale, riesce a garantirsi una riproduzione pressoché continua. Difatti i boschi di leccio qui presenti sono fra i più estesi della Toscana.
All'interno del parco sono presenti due prati, il primo è posto circa a metà della salita che porta al Castello, il secondo si trova proprio davanti al castello. Di lato si trova un bosco fitto detto “La Ragnaia” che serviva un tempo come luogo di cattura degli uccelli.
SANT'AGATA IN ARFOLI
Le sue origini si fanno risalire ai Goti, cui si dovrebbe il nome arfoli, che veneravano Agata, protettrice delle donne che allattano. Leggende popolari attribuiscono alla duchessa Matilde di Toscana un ruolo nella fondazione dell'edificio. Arricchitasi nel XIII secolo di un piccolo chiostro, fu trasformata e ampliata a croce latina nel 1643 e modificata negli anni sessanta del Novecento. Conserva una lastra di arenaria dell'VIII-IX secolo, decorata a bassorilievo con motivi di nodi e intrecci e con uccelli stilizzati.
All'interno sono collocati gli affreschi staccati dal portico esterno con Storie di Sant'Agata (XIV-XV secolo); un altro affresco, attribuito a Raffaellino del Garbo, raffigura la Madonna in trono col Bambino, i Santi Antonio Abate e Sebastiano e il committente (1497); un altro è diviso in due scene di cui la superiore raffigura l'Annunciazione (1451).
VILLA FATTORIA I BONSI (REGGELLO)
La villa fattoria di Bonsi ha lontana origine in una casa da signore dei Bonsi della Ruota, famiglia di origine reggellese (della parrocchia di S. Giusto a Ruota). L’appellativo “della Ruota” fu scelto per distinguersi da altre famiglie con lo stesso nome inserendo nello stemma familiare una ruota d’oro in campo azzurro senza cerchi.
I Bonsi possedettero case nella zona di via dei Bardi in Oltrarno. La famiglia si dedicò al commercio della lana, della seta e alla “mercatura” (attività bancaria), seguendo la strada che maggior prosperità portava ai fiorentini. Al tempo dei primi Granduchi ottennero numerose cariche onorifiche e contarono fra loro, nel sec. XVII, numerosi prelati e diplomatici. Alcuni rami si trasferirono in Francia al seguito delle Regine Francesi di casa Medici. La casa da Signore fu ceduta nel Seicento ai frati del convento del Carmine di Firenze, dai quali venne poi acquistata nell’Ottocento dai Budini Gattai, probabilmente rilevando a buon prezzo la proprietà requisita all’Ente Ecclesiastico con le soppressioni napoleoniche.
I Budini – Gattai, cognome che divenne così composto in seguito al matrimonio di Francesco Budini con Zelinda di Leopoldo Gattai, furono imprenditori che si distinsero per le opere urbanistiche intraprese a Firenze, quando la città divenne capitale d’Italia. Dopo il 1890 terminarono la loro attività di imprenditori per dare vita ad un grande patrimonio fondiario, convogliando i capitali accumulati nell’attività imprenditoriale, nelle ville di campagna. La famiglia possedeva, ed ancora possiede, un bel palazzo in Firenze e, in passato, anche il Castello di Montecchio Vesponi a sud di Castiglion Fiorentino. L’investimento ai Bonsi fu particolarmente oneroso, volendo creare un vero ambiente d’impronta neofeudale. La villa venne trasformata in castello turrito, circondato da doppio ordine di mura, terrapieni e terrazzamenti, con grande dispendio di forze e capitali. Il progetto, al quale partecipava anche il pittore Raffaello Sorbi, era però troppo ambizioso, e rimase incompiuto. Malgrado ciò, il risultato è ugualmente apprezzabile, sia negli interni che in esterno, dove si segnala l’insolito giardino roccioso. La Villa è ancora di proprietà della famiglia Budini-Gattai.