Domenica 1 Novembre è in calendario una bellissima passeggiata di prossimità denominata Anello delle Ville, nella zona “oltrarbia”, con partenza ed arrivo dal parcheggio davanti al bosco di Geggiano (Coordinate 43.348321, 11.375378, Link Google Maps), nei pressi di Ponte a Bozzone.
Saranno toccate le principali dimore storiche della zona testimoni della ricca vita aristocratica dell’Ottocento e piene di fascino e di mistero.
Inizieremo con i bei viali alberati che conducono alla Villa di Geggiano, per proseguire lungo il viale di cipressi che conduce alla Villa di Catignano, inoltrarci nel bosco ed arrivare attraverso vari saliscendi alla Certosa di Pontignano. Da qui, lungo un tratto della strada percorsa da Santa Caterina, raggiungeremo la Villa di Monaciano per tornare, attraversando Ponte a Bozzone, al punto di partenza.
L’anello ha le seguenti caratteristiche
Lunghezza: 14,5 km
Quota minima: 230 m
Quota massima: 375 m
Ascesa totale: 440 m
Discesa totale: 440 m
Difficoltà: E
Tempo indicativo di percorrenza: 4h 30'
Il ritrovo è fissato alle ore 8:00 presso il parcheggio davanti al bosco di Geggiano (link Google Maps), un ampio sterrato che permette di rispettare il necessario distanziamento per evitare la diffusione del virus ed effettuare l’escursione in sicurezza.
Vogliamo ricordare brevemente quelle che ad oggi sono le prescrizioni dettate dalle Linee Guida FIE.
L'evento sarà a numero chiuso per un massimo di 15 partecipanti oltre agli accompagnatori (1 ogni 5 camminatori). I soci del Gruppo Escursionisti Berardenga avranno la priorità e la partecipazione ai soci degli altri gruppi FIE sarà consentita solo in caso di posti disponibili.
Durante l'escursione la distanza interpersonale dovrà essere di almeno 2 metri; nelle situazioni che non permettono il mantenimento della distanza di sicurezza si dovrà indossare la mascherina.
Non saranno stipulate polizze temporanee.
Occorre prenotarsi obbligatoriamente entro Sabato 31/10 alle ore 14:00 collegandosi al seguente link: Prenota percorso della settimana
Sabato sera sarà inviata una mail di conferma a chi potrà partecipare con allegato il modulo di autocertificazione da compilare e consegnare alla partenza.
Il raduno è al parcheggio davanti al bosco di Geggiano alle ore 8:00 (link Google Maps), partenza entro le ore 8:30.
A presto Camminando.
Il Gruppo Comunicazione
E' necessario prenotarsi all'escursione entro Sabato 31 ottobre alle ore 14:00 tramite il form: Prenota Percorso della settimana
Ritrovo
Il ritrovo è previsto alle ore 8:00 al parcheggio davanti al bosco di Geggiano (Link Google Maps) per partire entro le ore 8:30. L'escursione avrà una durata di circa 4 ore e trenta
Regolamento
Chi partecipa all'escursione è tenuto al rispetto del Regolamento Escursioni e delle linee guida della FIE per la ripresa delle attività sociali (vedi documento)
Attrezzatura
Scarponi da trekking con suola scolpita, (alle persone con calzature non idonee sarà inibita la partecipazione in gruppo)
Acqua in abbondanza (1,5 LT) e spuntino ricordando che non è consentita la condivisione di cibo o bevande
mascherina, guanti monouso, soluzione/gel disinfettante, sacchetto per smaltimento DPI, Autodichiarazione CoViD19 già compilata
Raccomandazioni Particolari
I soggetti allergici o con particolari patologie (cardiache, respiratorie etc), sono invitati, gentilmente, a mettersi in contatto con il coordinatore dell’escursione, prima della partenza, per segnalare particolari esigenze e la presenza di farmaci personali salvavita (Adrenalina etc).
In questa escursione sarà presente il nostro Defibrillatore portatile
Villa di Geggiano
Intorno al 1768 il fabbricato originario, che consisteva in un casale con due torri e risaliva al 1530, fu radicalmente trasformato in una grande villa con giardino cinto da mura e un teatro all’aperto. Nel 1799, a lavori conclusi, il pittore tirolese Ignazio Moder affrescarò il corridoio a pian terreno con scene di vita campestre e ritratti di personaggi di famiglia o amici illustri.
Da allora, il complesso non ha subito variazioni, anche grazie a una disposizione testamentaria di Giulio Ranuccio Bianchi Bandinelli, che nel 1824 lasciò la medesima in eredità al figlio Mario.
La Villa sorge su un poggio lungo la strada che da Pontignano conduce a Geggiano, vi si accede attraverso un lungo viale alberato di cipressi e lecci secolari, che conduce a un alto cancello.
La Villa si sviluppa su pianta rettangolare a tre piani, con torre centrale che si innalza al centro del tetto per un altro piano. Ai fianchi dell’edificio sono addossati due corpi con loggiato attualmente chiuso. La facciata prospiciente il giardino è scandita da aperture regolari e simmetriche, da piatte lesene in mattoni e da cornici marcapiani e marca davanzali sempre in mattoni.
Al centro si apre il portale di accesso sormontato da un balcone con timpano triangolare nel quale è inserito lo stemma nobiliare Bianchi Bandinelli.
Il giardino consta di tre parti principali: il viale, il piazzone e il giardino vero e proprio. Il piazzale antistante l’edificio è ornato da siepi di bosso che compongono un disegno geometrico e termina nel teatro di verzura. Il proscenio in muratura è delimitato da alte siepi di alloro con nicchie che ospitano le statue della Tragedia e della Commedia.
Catignano
La villa sorge nel luogo del villaggio preesistente, facente parte della parrocchia di San Leonardo annessa alla pieve di Asciata, che fu completamente distrutto nel 1554, durante l’assedio di Siena per opera degli Spagnoli.
Nemmeno un secolo dopo, tuttavia, sorse in quel luogo la bellissima villa di Catignano: mirabile esempio di architettura seicentesca. La storia della villa è legata alla figura di un umanista di casa Sergardi, il pittore e scrittore che si firmava con lo pseudonimo “Quinto Settano”, e che probabilmente ideò l’impostazione del grande fabbricato con pianta a forma di U, che proseguiva idealmente sul lato aperto in un ampio giardino all’italiana. Il lato destro, più alto, era la parte della villa vera e propria, unita da un corpo centrale più stretto, destinato a fattoria e ad abitazione dei dipendenti, il quale terminava con la cappella che veniva così a trovarsi in posizione coassiale con l’imponente cancellata in ferro, sorretta da due pilastri in travertino sormontati ognuno da un cratere in cotto. Sul muro che divide il piazzale dal giardino si possono ammirare tuttora alcune sculture in cotto dell’epoca, che rappresentano animali e completano lo scenario del giardino.
Il fabbricato della villa, molto regolare, presenta verso l’ingresso un angolo completamente smussato, unica particolarità esterna.
Il giardino è diviso in tre settori: il primo è caratterizzato da una serie di aiuole ornate con sfere di bosso, il secondo è adibito ad orto e a pomaio e il terzo presenta un labirinto anch’esso formato da siepi di bosso. Alcune vasche per l’acqua piovana, una grotta e numerosi vasi, oltre alle statue, costituiscono gli elementi di arredo.
Oggi la villa è adibita a residenza storica di lusso.
Certosa di Pontignano
Dopo la sua edificazione, si registrano numerosi ingrandimenti della certosa fino all’anno 1784, quando il complesso venne ceduto ai camaldolesi di Monte Celso.
Nel 1810, dopo la soppressione napoleonica, la certosa venne alienata a privati mentre la chiesa trasformata nella parrocchia di San Martino a Cellole.
Dal 1959 l’ex-certosa entra fra i possedimenti dell’Università di Siena, che la utilizza come centro congressi e residenza universitaria.
Il complesso, di pianta rettangolare, si sviluppa intorno a quattro chiostri di cui i maggiori, denominati “delle obbedienze” e “della clausura”, sono di costruzione cinquecentesca, mentre gli altri due, detti “dei monaci” e “dei conversi”, rivelano un aspetto ancora quattrocentesco.
Adiacenti a quest’ultimi si ergono le due chiese, di cui la maggiore presenta ancora il filaretto trecentesco con rosoni e monofore sulla parte superiore. Divisa in tre campate fu, come altre parti della certosa, completamente ristrutturata a partire dal 1569 a causa dei danni subiti nel corso della Guerra di Siena (1552-1559). Durante i lavori di restauro vengono realizzati l’altare maggiore in legno, le decorazioni in marmi del presbiterio, il coro, la torre campanaria e gli affreschi della navata, dipinti dal fiorentino Bernardo Poccetti.
Il più antico patrimonio artistico e culturale della certosa andò sicuramente disperso durante il terribile assedio che gli ispanico-fiorentini posero attorno a Siena nel 1555, ma tuttora si conservano all’interno della Certosa importanti opere di artisti senesi di fine Cinquecento, fra cui un Compianto su Cristo morto di Cristoforo Rustici e una Crocifissione di Francesco Vanni.
Villa di Monaciano
La villa di Monaciano, con l’annessa fattoria, presenta un aspetto tipicamente ottocentesco, dovuto alla completa trasformazione di tutto l’edificio avvenuta alla metà del XIX secolo. La villa di Monaciano seicentesca, più semplice nelle forme e dall’aspetto meno classicheggiante, appartenne alla famiglia dei Sansedoni e per molti secoli costituì il centro di una vasta tenuta alle porte di Siena. Alcuni locali della fattoria come le cantine, i magazzini e le scuderie non sono stati interessati dal radicale intervento ottocentesco e hanno mantenuto quasi inalterato il loro originario aspetto.
L’edificio ha pianta quadrangolare e una mole alquanto imponente, con la facciata rivolta verso la città di Siena e i tre piani che presentano l’inserimento di tutti i caratteri in voga nell’Ottocento: la parte centrale leggermente in aggetto, le cornici che dividono il piano terra dal piano nobile al centro che si trasformano in balcone, le finestre col timpano classico, la parte centrale al piano terra su cui si aprono gli ingressi risolta con il bugnato a faccia vista e la grande cornice terminale che funge da gronda.
Gli attuali proprietari hanno ingrandito le cantine, creando un complesso moderno e perfettamente funzionale che si collega, in armonia, al vecchio. Anche gli interni dell’edificio sono grandiosi.
All’interno dell’area verde che circonda la villa, percorribile attraverso sinuosi viali delimitati da alte siepi di bosso, si trovano rare essenze arboree come i cedri del Libano. Il parco è diviso in due parti distinte: da un lato il giardino dei fiori e d’acque, di cui il ninfeo a grotta costituisce l’elemento caratterizzante, dall’altro un vero e proprio parco romantico.